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Tutto pronto per l'udienza di Loiero sulla sanità

 

Tutti pronto per l’udienza preliminare a carico di Loiero nell’inchiesta sulla sanità

23/01 Non sarà Luigi De Magistris il pm dell'udienza preliminare di domani a carico del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e di altre sette persone per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio nell'ambito di un'inchiesta su presunti illeciti nel settore della sanità. Pm d'udienza, dopo che Luigi De Magistris - titolare dell'inchiesta che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio e che ha preso un mese di ferie - sarà infatti Salvatore Curcio, che è anche titolare dell'indagine Poseidone revocata allo stesso De Magistris dal procuratore della Repubblica, Mariano Lombardi. Le altre persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio sono Francesco De Salvia, rappresentante per le vendite dell'Ital Tbs; Giuseppe Giusto, dipendente della stessa società; Alessandro Firpo, responsabile marketing; Mario Iacono, dirigente dell'Ital Tbs; Riccardo Fatarella, ex direttore generale dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro; Domenico Vincenzo Scuteri, ex direttore amministrativo dell'azienda Pugliese-Ciaccio, e Luigi Antonio Macrì, componente della commissione di gara presso l'Asl 11 di Reggio Calabria. L'accusa nei confronti di tutti gli indagati è associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed alla turbativa d'asta. Il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per il capo di gabinetto del presidente Loiero, Michele Lanzo, indagato nella qualità di ex commissario dell'Azienda sanitaria di Crotone. Secondo l'accusa ci sarebbero stati presunti illeciti nell'affidamento di alcuni appalti nel settore della sanità alla società Ital Tbs riguardanti le aziende sanitarie di Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria e Locri e l'Azienda ospedaliera di Catanzaro.

Loiero “Nessuna prova contro di me”. Sorpreso per essere indagato con quello che definì un "avviso a mezzo stampa", prima di chiudersi in questi mesi in un totale silenzio sulla vicenda, Agazio Loiero sfidò il pm De Magistris, sostenendo che contro di lui non ci poteva essere nulla. "So che tutti, in queste situazioni, si professano innocenti - affermò il presidente della Regione Calabria - ma nell'inchiesta non c'é un barlume di fatti, di appalti e quant'altro che possano sfiorare la mia persona e sfido il magistrato a dimostrare il contrario. Come sfido chiunque a dire e dimostrare, in tutto questo liquame che sembra aleggiare da tanti anni attorno alla Regione, che mi si possa muovere un qualsiasi appunto in tema di legalità e trasparenza, parole chiave del mio impegno di presidente". Loiero fu sentito una prima volta dal magistrato come persona informata sui fatti, ma si ritrovò due giorni dopo indagato dal pm De Magistris ed in tale veste fu costretto così a tornare davanti al magistrato. Dopo una iniziale reazione tendente a fare chiarezza su alcune circostanze come il suo rapporto con Alessandro Firpo ("Nulla di oscuro - spiegò Loiero - soltanto una vecchia amicizia con il padre, il grande Luigi Firpo, intellettuale europeo, continuata con la famiglia e per motivi esclusivamente culturali"), Loiero espresse grande rispetto "per tutta la magistratura e per i pm che in Calabria, in particolare, svolgono il loro incarico con maggiore difficoltà e rischio", ma si disse "distante anni luce da ogni contesto di illegalità come quello ipotizzato", convinto che "se c'é un giudice a Catanzaro - disse - non potrà che riconoscere la mia totale estraneità alle contestazioni del pm"

 

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