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Il Papa censurato all'Università "La Sapienza"

 

Censura del Papa alla Sapienza: AC e Agesci Cosenza “Il laicismo si auto condanna”. Adamo "falsi laici". Il testo del Papa

16/01 ''Questo episodio, purtroppo, si colloca nel quadro di un clima di mentalita' laicista che non si rende conto di contraddirsi e di autocondannarsi''. E' quanto afferma in una lettera aperta il presidente dell'Azione cattolica dell'Arcidiocesi di Cosenza, Luigi Intrieri, in relazione all'annullamento della visita di Papa Benedetto XVI all'Universita' La Sapienza di Roma. ''La contestazione suscita notevoli perplessita' - prosegue Intrieri - sulle posizioni di alcune frange di presunti 'difensori della laicita'' dello Stato italiano. Non si puo', infatti, proclamare la liberta' di pensiero, e poi ostacolare le manifestazioni di pensiero della Chiesa e dei cattolici, come fanno frequentemente i laicisti italiani. Non si puo' condannare il comportamento della Chiesa nei confronti di Galileo e poi comportarsi allo stesso modo nei confronti del Papa''. ''Per questi motivi, l'Azione Cattolica diocesana di Cosenza - sostiene ancora Intrieri - protesta vivamente contro questa azione di limitazione della liberta' del Papa, e invita' tutti i laici, cattolici e non, a riaffermare il rispetto del diritto costituzionale di tutti (Chiesa e singoli cattolici compresi) a esprimere il proprio pensiero e il proprio giudizio intellettuale e morale sui problemi e sulla realta' sociale e politica del nostro tempo''. Anche il comitato di zona Cosenza - Tirrenica dell'Agesci interviene sulla vicenda. ''Quanto accaduto alla Sapienza - e' detto in una nota - e' assolutamente da stigmatizzare come atto di intransigenza e di non disposizione al dialogo; questo e' segno di scadente cultura e di poco rispetto nei confronti dell'altro, chiunque esso sia, di ogni razza, religione e cultura. Il rispetto e l'accoglienza, in certi ambienti, vengono invocati esclusivamente quando non c'e' di mezzo la fede e la tradizione cristiana che e' stata foriera di valori e di cultura, fondando e sostenendo quelle universita' che ora custodiscono il patrimonio della storia, della scienza, della filosofia e di quei valori di rispetto e di solidarieta' che questi facinorosi, una chiara minoranza, hanno voluto imporre con l'uso della violenza e del pensiero 'urlato'''. ''Chi ha impedito al santo Padre, uomo di vasta cultura e di ricerca scientifica, capo della Chiesa cattolica, uomo religioso e portatore dei valori cristiani della pace e della solidarieta', di parlare in una pubblica e laica assise - prosegue la nota - si e' mostrato chiuso al dialogo, intransigente, poco rispettoso e con una chiusura mentale retrograda e con una visione restrittiva dello studio e della ricerca scientifica''

Mons. Nunnari “Un atto inqualificabile”. "Impedire al Papa di portare il proprio messaggio in una istituzione universitaria, luogo per eccellenza di confronto e dialogo, elementi fondamentali per la ricerca e il progresso, è un atto inqualificabile". A sostenerlo è stato l'arcivescovo metropolita di Cosenza, mons. Salvatore Nunnari in merito alle polemiche scaturite dalla visita del Papa all'università La Sapienza che poi è stata annullata. "L'episodio de La Sapienza - ha aggiunto - si inserisce in una infame campagna di attacco alla Chiesa e ai suoi eterni valori di libertà delle coscienze e di dignità della persona". "Esprimo al Santo Padre Benedetto XVI - ha concluso mons. Nunnari - filiale ed incondizionata fedeltà nell'ora della barbara gazzarra scatenata da sparute minoranze squalificate sia sul piano del pensiero che dei comportamenti"

Il testo che il Papa doveva leggere. Il Papa non puo' imporre ''ad altri in modo autoritario la fede'', ma puo' ''mantenere desta la sensibilita' per la verita'''. Nel discorso che avrebbe dovuto pronunciare domani alla 'Sapienza', e che e' stato inviato alla comunita' universitaria insieme a una lettera del card. Tarcisio Bertone al rettore Renato Guarini, Benedetto XVI sottolinea la ''laicita''' e ''l'autonomia'' dell'ateneo romano, istituzione libera da ''autorita' politiche ed ecclesiastiche'', ma chiede anche che la ragione non resti ''sorda al grande messaggio della fede cristiana'', cioe' che non perda quello che chiama ''il coraggio della verita'''. Il testo, diffuso dalla sala stampa vaticana e pubblicato sull'Osservatore Romano, non appare modificato nei riferimenti alla presenza del Pontefice nell'Aula Magna dell'ateneo romano. Non ci sono accenni neanche al tema scelto dall'universita' per l'inaugurazione dell'anno accademico, cioe' i diritti umani e la pena di morte. Ratzinger parla di tutt'altro: del ruolo dell'universita', della missione del Papato, della verita' che ''ci rende buoni'', della struttura dell'universita' medievale, e anche del rischio che l'Occidente si arrenda definitivamente ''davanti alla questione della verita'''. Cita filosofi come John Rawls e Juergen Habermas, padri della Chiesa come Sant'Agostino e San Tommaso. Ricorda persino la lezione di Ratisbona, dove - dice - ''ho parlato, si', da Papa, ma soprattutto ho parlato nella veste del gia' professore di quella mia universita', cercando di collegare ricordi e attualita'''. ''La 'Sapienza' era un tempo l'universita' del Papa - sottolinea in un passaggio particolarmente significativo in rapporto agli eventi -, ma oggi e' un'universita' laica con quell'autonomia che, in base al suo stesso concetto fondativo, ha fatto sempre parte della natura di universita', la quale deve essere legata esclusivamente all'autorita' della verita'''. ''Nella sua liberta' da autorita' politiche ed ecclesiastiche - osserva ancora Benedetto XVI - l'universita' trova la sua funzione particolare, proprio anche per la societa' moderna, che ha bisogno di un'istituzione del genere''. E in tale contesto, cioe' nell'incontro con ''l'universita' della sua citta''', il vescovo di Roma ''parla come rappresentante di una comunita' credente, nella quale durante i secoli della sua esistenza e' maturata una determinata sapienza della vita; parla come rappresentante di una comunita' che custodisce in se' un tesoro di conoscenza e di esperienza etiche, che risulta importante per l'intera umanita': in questo senso parla come rappresentante di una ragione etica''. Giungendo ai nodi cruciali dell'intervento, particolarmente complesso sul piano teologico-filosofico, Ratzinger sottolinea che ''il messaggio cristiano, in base alla sua origine, dovrebbe essere sempre un incoraggiamento verso la verita' e cosi' una forza contro la pressione del potere e degli interessi''. E anche se ''varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorita' ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondono'', tuttavia, cio' non deve provocare chiusure ''davanti a cio' che le religioni ed in particolare la fede cristiana hanno ricevuto e donato all'umanita' come indicazione di cammino''. I rischi del mondo occidentale, per Benedetto XVI, sono che l'uomo, ''in considerazione della grandezza del suo sapere e potere'', ''si arrenda davanti alla questione della verita''; che la filosofia ''si degradi in positivismo''; che la teologia ''venga confinata nella sfera privata di un gruppo piu' o meno grande''. ''Se pero' la ragione - avverte il Papa - diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono piu' le acque che gli danno vita''. ''Perde il coraggio per la verita''', e cosi' ''diventa piu' piccola''. ''Cosa ha da fare o da dire il Papa nell'Universita'?'', si chiede Benedetto XVI. ''Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che puo' essere solo donata in liberta'''. ''E' suo compito mantenere desta la sensibilita' per la verita' - dice -; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio'' e quindi ''sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia cristiana'' e ''a percepire cosi' Gesu' Cristo come la luce che illumina la storia e aiuta a trovare la via verso il futuro''. Nella lettera al rettore, il card. Bertone spiega tra le altre cose che il Papa ha rinunciato ad andare alla Sapienza perche' erano ''purtroppo venuti meno, per iniziativa di un gruppo decisamente minoritario di professori e alunni, i presupposti per una accoglienza dignitosa e tranquilla'', e che il Vaticano ha ''giudicato opportuno soprassedere alla visita per togliere ogni pretesto a manifestazioni che si sarebbero rivelate incresciose per tutti''

Gli studenti pronti a contestare Veltroni e Mussi. Il giorno dopo il no del Papa a partecipare all'inaugurazione dell'anno accademico della Sapienza e' stato caratterizzato da iniziative studentesche che hanno consigliato di blindare l'ateneo in occasione della cerimonia di domani. Da una parte l'annuncio di ''sonore contestazioni'' anche per il sindaco di Roma Walter Veltroni e il ministro dell'universita' Fabio Mussi, colpevoli, secondo gli studenti, il primo di essere responsabile delle misure ''liberticide'' del ''pacchetto sicurezza'', il secondo di aver aumentato la selezione e le tasse universitarie. Dall'altra l'invito al Papa o comunque a rappresentanti della Chiesa ''a partecipare ad assemblee pubbliche all'universita'' sui temi del rapporto tra la scienza e la fede, ma non all'inaugurazione dell'anno accademico. Un modo per tentare a ''rispedire al mittente'' le accuse di ''laicismo integrale'' venute dai rappresentanti di molte forze politiche. ''Non siamo laici integralisti - ha detto un portavoce degli studenti, Francesco Raparelli - non c'e' stata alcuna azione violenta per impedire la presenza del Papa, non c'e' nessun parallelismo da fare con la cacciata di Lama dall'universita'''. Secondo quanto hanno riferito fonti dei collettivi universitari, non smentiti dal rettorato, ''domani le forze dell'ordine vieteranno l'accesso agli studenti che non sono iscritti alla Sapienza''. Alcuni docenti firmatari della lettera contro la presenza del papa, in un'assemblea nella facolta' di Fisica, hanno stigmatizzato il termine 'cattivi maestri' ad essi attribuito dal rettore della Sapienza Renato Guarini. ''Un lapsus voglio sperare - ha detto Carlo Cusmelli - Avevamo scritto al rettore che non volevamo che fosse un capo religioso ad inaugurare l'anno accademico in una universita' laica, ma non avremmo mai impedito al pontefice di parlare''. Il testo dell'intervento del Papa, ha anticipato l'ufficio stampa dell'ateneo, sara' distribuito alla stampa e ne verra' data lettura dal rettore o da un suo delegato. Tra gli studenti della Rete di autoformazione, quelli che, in una cinquantina ieri avevano occupato il rettorato, il passa-parola era: ''Siamo sotto attacco; dobbiamo prendere posizioni chiare''. Molti di essi, ancora storditi dell'impatto mediatico della vicenda , considerato anche che non era mai successo prima, neanche quando c'erano 13 facolta' occupate, ripetevano che era ''un'occasione unica, il momento giusto per porre seriamente i problemi dei finanziamenti dell'universita' pubblica e della ricerca scientifica''. Altri invece, ed e' stato il tono della conferenza stampa della Rete di autoformazione tenuta sulle gradinate del rettorato, hanno assaporato la ''vittoria'', ribadito che la decisone del Papa e' stata dettata da motivi di ''opportunita' politica e non da rischi per la sicurezza'' ed esaltato la ''breccia che finalmente si e' aperta nel silenzio che c'era su questioni politiche e culturali fondamentali''. Da qui l'importanza di battere ancora sulla questione dei ''diritti negati'', sulla quale hanno organizzato il corteo che domani mattina sara' il momento centrale della contro-inaugurazione, al quale ha aderito il collettivo omosessuale ''Sui generis glbtq'', in prima linea nella lotta contro l'omofobia. Il rettorato ha confermato il programma della cerimonia di domani, che sara', come di consueto, aperta, alle 9:15, nell'aula magna, dalla relazione del rettore e si chiudera' con la lettura dell'intervento che avrebbe fatto il papa. La contro-inaugurazione partira' alle 9:30 in piazza Minerva, alle 12 l'accoglienza a Mussi e Veltroni con un assedio sonoro', alle 15 una processione, alle 17 la 'lectio magistralis' di Andrea Rivera. D'altra parte a manifestare, vestiti di bianco con un bavaglio intorno alla bocca, ci sara' anche ''un gruppo di cittadini liberi che vogliono criticare pacificamente i 'laicisti che, in nome di una non meglio definita' liberta', hanno preteso e di fatto ottenuto la censura di Joseph Ratzinger''

Adamo “No al falso laicismo”: "Vorrei che lei mi desse l'opportunità di convenire in Cattedrale a Cosenza alla celebrazione di una messa, rivolta alla partecipazione di tutte le coscienze democratiche e soprattutto di quelle giovanili, per contrastare la cultura dell'intolleranza e del falso laicismo". Così il capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio regionale della Calabria, Nicola Adamo, si è rivolto all'arcivescovo di Cosenza, mons. Salvatore Nunnari, che stamani aveva aspramente criticato quanto avvenuto all'Università La Sapienza. "Considero quanto è successo - scrive Adamo in una lettera a Nunnari - un fatto grave che rasenta i caratteri dell'eversione, frutto di una presunta cultura laica che dimentica però i semplici valori della tolleranza e del confronto delle idee. Una rumorosa minoranza, dietro cui si muovono frange estreme sollecitate dai cattivi maestri di turno, rischia di far precipitare il nostro Paese, la nostra cultura, la nostra comunità in un grottesco agitarsi di minacciose azioni tendenti a minare le basi di convivenza civile che oggi richiedono il superamento di ogni forma di integralismo in una società plurale, multietnica e multireligiosa. Ho avvertito dentro di me, per l'impedimento della visita di Papa Benedetto XVI alla 'Sapienza' i segni di una violenza ancora più forte di quella che ho potuto provare a marzo del 1977. Vorrei sottolinearle il mio impegno perché i valori cui lei si richiama - della libertà delle coscienze e della dignità della persona - possano permanentemente affermarsi e trovare in ogni caso sedi civili, forme democratiche di dibattito e di confronto".

Morelli “Il Consiglio regionale di ala solidarietà”. "Le gravi manifestazioni di protesta che hanno impedito a Sua Santità Benedetto XVI di partecipare all'inaugurazione dell'Anno Accademico dell'Università La Sapienza di Roma sono diretta conseguenza di fuorvianti interpretazioni e del tentativo di estrapolare, con obiettivi di sterile polemica, singole argomentazioni dal discorso tenuto molti anni fa dall'allora card. Ratzinger". A sostenerlo è il consigliere regionale di An, Franco Morelli, in una mozione indirizzata al Presidente del Consiglio regionale. "Nello specifico - ha proseguito - si faceva riferimento ad un'affermazione del Feyerabend in merito alla posizione assunta dalla Chiesa nei confronti di Galileo. Quell'argomentazione, strumentalmente utilizzata, prescinde però dall'importante conclusione sviluppata da Sua Santità sulle teorie del Feyerabend". "Il comportamento assunto all'interno della principale università romana, la cui istituzione peraltro si deve alla secolare e sapiente lungimiranza delle gerarchie ecclesiastiche - ha sostenuto Morelli - oltre che pregiudicare la stabilità dei rapporti diplomatici del nostro Paese, mette in discussione la libertà individuale di esprimere, senza vincoli ideologici o di appartenenza, il proprio pensiero. Condizione quest'ultima da garantire in ogni luogo, ma soprattutto all'interno di quelle istituzioni pubbliche naturalmente destinate alla trasmissione dei saperi, contesti nei quali anche le opinioni più marginali devono trovare spazio nella logica di un confronto non pregiudiziale. Diversamente si alimentano fondamentalismi, si limitano le alternative di pensiero, si configura una società intellettuale fondata su preclusioni e distinzioni ideologiche". "Ciò premesso - ha continuato l'esponente di An - ritengo doveroso che il Consiglio Regionale si esprima nell'ufficialità di assemblea che accoglie le opinioni più diverse, le storie più lontane, le differenti culture e sensibilità; la mozione presentata ha dunque l'obiettivo di: manifestare vicinanza istituzionale e solidarietà al Santo Padre, a sostegno ed in difesa di posizioni, legittime ed autorevoli, che esprimono valori storicamente riconosciuti; tutelare l'inalienabile diritto di espressione attraverso la garanzia offerta da Istituzioni che, laicamente, consentono il libero confronto; rispettare, nelle reciproca diversità di funzioni, il ruolo della Chiesa Cattolica, istituzione morale che più di ogni altra ha rappresentato un punto di inequivocabile riferimento nella tradizione storica del nostro Paese".

Chiarella “Contestazione è attacco a libertà”. ''Condivido e approvo pienamente la posizione della Curia vescovile di Catanzaro-Squillace, in merito alla decisione di Benedetto XVI di annullare la sua presenza all'Universita' La Sapienza di Roma''. A sostenerlo e' il consigliere regionale del Pd, Egidio Chiarella. ''Concordo - ha aggiunto - con la diocesi del Capoluogo sul motivo ispiratore che ha prodotto la forte decisione del Vaticano, legata alla evidente necessita' di evitare reazioni perverse e irrazionali, che avrebbero potuto ferire mortalmente la dignita' dei giovani universitari. Fa bene la Curia catanzarese a parlare di immaturita' culturale del nostro Paese, che mina un giusto rapporto tra fede e sana laicita'''. ''La contestazione al nostro Papa, nei termini e nei modi in cui si e' sviluppata - ha sostenuto Chiarella - rappresenta un attacco alla liberta' e alla democrazia e fa intravedere atteggiamenti 'oscurantistici', che sono la negazione del vero senso laico liberale dello Stato''. ''Avverto da cattolico - ha concluso Chiarella - la necessita' di esprimere la mia vicinanza al Pontefice e a tutto il Clero nelle sue diverse espressioni, essendo sicuro che questi momenti di protesta 'inqualificabili', serviranno infine a far trionfare la vera cultura, che sta alla base della democrazia di un Paese laico, libero e illuminato''

Perugini “Vera laicità non rifiuta l’ascolto”. ''Le coscienze di tutte le persone che hanno a cuore la democrazia sono state ferite dalle polemiche che hanno portato Papa Benedetto XVI a decidere di non recarsi all'Universita' di Roma''. E' quanto afferma, in una nota, il sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini. ''Ritengo che non sia vera laicita' - prosegue Perugini - quella di chi rifiuta di ascoltare gli altri e crea i presupposti di un'intolleranza che non dovrebbe avere spazio in un'istituzione come l'universita'. Il contributo di idee e di proposte offerto dal capo spirituale dei cattolici sparsi nel mondo, apprezzato uomo di cultura ed erede di una tradizione teologica bimillenaria, avrebbe arricchito enormemente, non certo impoverito, la riflessione sulla pena di morte prevista nell'ateneo romano''. ''Mi unisco, percio', alla condanna dell'arcivescovo mons. Nunnari verso questo episodio che - conclude il sindaco di Cosenza - mi auguro faccia riflettere tutti e non rallenti, ma, al contrario, contribuisca a rendere piu' evidente la necessita' dell'ascolto reciproco e del dialogo fra credenti e non credenti sui temi fondamentali della vita dell'uomo, perche' il nostro Paese nel mondo sia riconoscibile come luogo di confronto e non di chiusure pregiudiziali''.

Magarò “Una spia del disagio”. ''Le contestazioni mosse contro l'intervento del Papa all'Universita' La Sapienza di Roma rappresentano la spia del disagio avvertito dalla comunita' scientifica e dalla societa' civile riguardo ai rapporti tra Chiesa e Stato e tra Fede e Scienza''. Lo afferma, in una nota, Salvatore Magaro', consigliere regionale socialista della Calabria. ''Premesso che nessuno ha il diritto di mettere a tacere qualsiasi voce, tanto meno quella autorevole del Sommo Pontefice - aggiunge Magaro' - si deve considerare che le continue ingerenze del Vaticano, in particolare sulla legge 194, sulle unioni di fatto e sulla ricerca, hanno generato la reazione di intellettuali e studenti che esercitano il proprio legittimo diritto di critica, e di quei cittadini fermamente convinti della necessita' che in Italia si affermi il principio della laicita' dello Stato, cui si ispira la maggioranza dei cattolici italiani''

Barile “Sconfitta dello Stato laico”: ''Desta sconcerto e rammarico la brutta vicenda che ha portato all'annullamento della visita del Santo Pontefice alla Sapienza di Roma. Un epilogo purtroppo prevedibile, ma che suona come una mortificazione per il popolo dei cattolici e rappresenta una bruciante sconfitta dello stesso Stato laico''. A sostenerlo e' il coordinatore del centrodestra al Consiglio provinciale di Cosenza, Domenico Barile, che preannuncia la presentazione di un ordine del giorno sull'argomento in Consiglio. ''Dispiace - ha aggiunto - che protagonista di una simile deriva laicista sia la piu' grande istituzione universitaria italiana, che al contrario dovrebbe essere la casa del confronto democratico e culturale e che oggi, invece, agli occhi della comunita' internazionale rappresenta il nostro Paese quale patria del pensiero integralista ed illiberale piu' becero. I 'cattivi maestri' dell'universita' ancora una volta hanno ridicolizzato l'Italia, dimostrando che essa e' ormai ostaggio di una minoranza davvero 'poco sapiente' che continua a spingerla sempre piu' inesorabilmente in un baratro istituzionale senza confronti. Fare di un'universita' un 'centro sociale', per dirla con le parole del vescovo Rino Fisichella, significa emarginare la grande maggioranza di docenti e studenti che la pensano in modo diverso e mortificare lo stesso concetto di cultura e di pensiero scientifico''. ''Esprimo ammirazione - ha sostenuto Barile - per la prova di grande forza e senso di responsabilita' data dal Papa, che non ha ravvisato un clima di serenita' e di sicurezza per la stessa universita' ed ha preferito evitare tensioni. Ma i fatti che hanno portato a questo 'grande rifiuto' resteranno come una ferita indelebile nel cuore di tutti gli italiani, che mai avrebbero creduto che proprio in Italia si potesse impedire a Benedetto XVI di recarsi nell'universita' fondata da un altro Pontefice''. ''Verso questi fatti e queste vicende esprimo una condanna ferma e decisa - ha concluso Barile - ritenendo pero' che sia anche necessario assumere posizioni responsabili all'interno delle istituzioni per svelenire il clima che si e' venuto a creare e riaprire quel dialogo democratico che sembra essersi perso per strada. In questa direzione, il centrodestra alla Provincia di Cosenza presentera' domani un ordine del giorno in Consiglio provinciale per esprimere piena vicinanza e solidarieta' al Santo Pontefice, invitando nel contempo tutte le istituzioni sociali, politiche e culturali italiane a riaprire una stagione di dialogo senza pregiudizi e chiusure''

 

 

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