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Processo Fortugno

 

Processo Fortugno: il legale di Ritorto: “Il mio cliente non si arricchì dopo il delitto”

21/01 E' ripreso stamani con l'ultima parte del controesame del funzionario della polizia di Stato Luigi Silipo, il processo contro i presunti mandanti ed esecutori dell'omicidio del vice presidente del Consiglio regionale calabrese, Francesco Fortugno, ucciso a Locri il 16 ottobre 2005, che si svolge davanti ai giudici della Corte d'assise di Locri. Silipo all'epoca dei fatti era vice dirigente e responsabile della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Reggio Calabria e attuale dirigente del Commissariato di Siderno.

Audino telefonò a Ritorto. Domenico Audino, l'uomo accusato di avere guidato l'auto con cui l'assassino di Francesco Fortugno, raggiunse palazzo Nieddu a Locri, teatro dell'omicidio, poche ore prima di essere arrestato tentò di telefonare, senza riuscirvi, a Salvatore Ritorto, accusato di essere il sicario. A riferirlo è stato stamani il funzionario di polizia Luigi Silipo alla ripresa del suo contro esame da parte dei difensori degli imputati nel processo per l'omicidio Fortugno. Silipo, rispondendo alle domande dell'avvocato Eugenio Minniti, difensore di Audino, ha sostenuto che il 21 marzo 2006, giorno dell'arresto dell'uomo, Audino, che aveva i telefoni sotto controllo, verso le 2 di notte cercò di mettersi in contatto sia con il padre, Pietro, sia con Ritorto. In entrambi i casi, però, i tentativi fallirono. Il funzionario ha anche riferito che intercettando una telefonata tra una donna ed un tale Roberto che non è stato identificato, gli investigatori hanno sentito i due dire che stavano per arrestare "Mimmo", riferendosi ad Audino, e che bisognava contattare il padre per avvertirlo.

Ritorto non si arricchì dopo il delitto. Salvatore Ritorto, l'uomo accusato di essere l'autore materiale dell'omicidio di Francesco Fortugno, non ha avuto un improvviso arricchimento subito dopo il delitto, tant'é che agli atti del processo ci sono alcune intercettazioni di telefonate in cui l'uomo chiede denaro in prestito agli amici per recarsi a Roma. A dirlo è stato il difensore di Ritorto, l'avvocato Rosario Scarfò, nel corso dell'udienza svoltasi oggi davanti ai giudici della Corte d'assise di Locri ai presunti mandanti ed esecutori del delitto. Contestando la ricostruzione fatta dagli investigatori, che hanno parlato di una telefonata fatta da Ritorto alla fidanzata in cui l'uomo si vantava di avere da spendere ancora 70 mila euro, dell'acquisto di un'auto Bmw da 15 mila euro e di ingenti lavori di ristrutturazione fatti nella sua abitazione, Scarfò ha detto che l'auto era stata pagata 3.000 euro e che i lavori, previsti già da prima del delitto Fortugno, costarono 6.000 euro. Il legale è anche tornato a parlare della presenza di un giovane, rimasto sconosciuto, all'interno del seggio delle primarie dell'Unione il giorno in cui fu ucciso Fortugno. Al riguardo, la Corte ha reso noto di avere acquisito, come aveva chiesto lo stesso legale, il passaporto di un cittadino romeno, Florentin Barbaruc, cognato di Domenico Novella, affiliato alla cosca Cordì e collaboratore degli inquirenti. Del giovane avevano parlato alcuni testimoni descrivendo in particolare gli "occhi grigio chiari particolarmente luminosi e uno sguardo particolare". Scarfò ha fatto rilevare che sul documento c'é scritto che Barbaruc ha gli occhi color alabastro. L'avvocato ha anche sostenuto che tra Barbaruc, Novella ed altre persone non ancora identificate, nei giorni del delitto, c'é stato un intenso scambio di telefonate. Quindi ha sostenuto che gli appostamenti descritti da Novella che sarebbero stati fatti da Ritorto sotto l'abitazione di Fortugno, in realtà erano finalizzati a controllare le mosse di un giovane che abita nella stessa zona e con il quale Ritorto aveva avuto un diverbio per questioni di donne. Il difensore di Ritorto, infine, ha evidenziato che quest'ultimo non era particolarmente inserito nell'ambiente locrese dal momento che dal febbraio 2002 al febbraio 2005 era stato a Firenze a lavorare come camionista. Dopo l'intervento di Scarfò l'udienza è stata rinviata a giovedì prossimo per l'audizione di altri investigatori della polizia.

 

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