Dir.resp. Pippo Gatto

 

Morte di Federica Monteleone, avvisi di garanzia a medici, tecnici ed ex DG

31/01 Alcune informazioni di garanzia sono state emesse nei confronti di medici e tecnici dell'ospedale di Vibo Valentia per la morte di Federica Monteleone, la sedicenne entrata in coma mentre veniva sottoposta nel gennaio dello scorso anno ad un intervento di appendicite nell'ospedale di Vibo Valentia e morta a distanza di alcuni giorni nell'ospedale di Cosenza. Gli avvisi di garanzia sono stati emessi dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia. Nell'inchiesta sulla morte della giovane erano già indagati il medico anestesista, Francesco Costa, e l'infermiere Mario Silvestri. Secondo quanto è emerso dalla perizia disposta dalla Procura, la morte di Federica Monteleone fu provocata da una scossa elettrica determinata dal contatto di un elettrodo, nel corso dell'intervento, con una gamba della giovane.

Avviso di garanzia anche per Talarico. C'e' anche l'ex direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, Francesco Talarico, tra i destinatari dei sette avvisi di garanzia emessi dalla Procura della Repubblica nell'ambito dell'inchiesta sulla morte della sedicenne Federica Monteleone. Oltre che a Talarico gli avvisi di garanzia, emessi dal pm Fabrizio Garofalo, in cui viene ipotizzato il reato di omicidio colposo, sono stati notificati ad Alfonso Luciano, ex direttore sanitario aziendale; Pietro Schirripa, direttore sanitario dell'ospedale Iazzolino; Roberto De Vincentis, che all'epoca dei fatti era direttore dei servizi tecnici dell'Azienda sanitaria; Nicola Gradia, responsabile di un settore dei servizi tecnici; Antonino Stuppia, titolare dell'impresa che ha eseguito lavori di ristrutturazione nella sala operatoria. Una nuova informazione di garanzia, inoltre, e' stata emessa nei confronti del medico anestesista, Francesco Costa, che assisteva Federica Monteleone nel corso dell'intervento di appendicite. Nei confronti di De Vincentis, Gradia e Stuppia viene ipotizzato anche il reato di falso per avere attestato che nella sala operatoria in cui venne eseguito l'intervento sulla ragazza sedicenne tutto era a norma.