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Federica morta per una scossa elettrica

Federica Monteleone vittima di una scossa elettrica e di sbagli. Resa nota la perizia

08/01 Una scossa elettrica provocata dal contatto di un elettrodo con una gamba della paziente, seguita da un black-out, con il concorso, come concausa, di un comportamento errato dell'anestesista rianimatore. Sono queste le conclusioni alle quali e' giunto il prof. Pierantonio Ricci, il consulente d'ufficio nominato dalla Procura di Vibo Valentia per accertare le cause delle morte di Federica Monteleone. La ragazza, 16 anni, mori' il 26 gennaio dello scorso anno dopo essere entrata in coma mentre veniva sottoposta ad un intervento di appendicectomia nell'ospedale di Vibo Valentia. Il decesso della giovane avvenne nell'ospedale di Cosenza dove la giovane fu trasferita dopo essere entrata in coma. ''La scossa elettrica - sostiene il prof. Ricci nelle conclusioni della perizia - ebbe un effetto diretto sulla funzionalita' cardiaca, arresto del circolo e danno cerebrale posto-anossico''. Ricci, nella perizia, punta il dito nei confronti del medico anestesista presente nel corso dell' intervento, Francesco Costa. Secondo il perito, infatti ci fu una 'concausa' nella morte di Federica Monteleone riconducibile al ''comportamento dell'anestesista-rianimatore che, non verificando i parametri vitali e misconoscendo l'arresto cardiaco, non ha provveduto alle manovre di rianimazione che, con criterio di elevata probabilita' prossimo alla certezza tecnica, avrebbero consentito la ripresa dell'attivita' cardiaca e salvato la vita della paziente''. Nell'inchiesta delle Procura di Vibo Valentia sulla morte di Federica, per la quale la perizia del prof. Ricci rappresenta a questo punto un passaggio fondamentale, sono indagati lo stesso medico anestesista e l'infermiere Mario Silvestri. La morte di Federica Monteleone suscito' una vasta eco emotiva. Il giorno stesso della morte della giovane giunse in Calabria il ministro della Salute, Livia Turco, che si reco' nell'ospedale di Cosenza ed incontro' i genitori della giovane. A Federica furono espiantate solamente le cornee perche' la Procura di Vibo Valentia non consenti' la donazione degli altri organi per evitare che fosse compromesso l'esito degli accertamenti giudiziari. Nello stesso ospedale di Vibo Valentia, il 5 dicembre scorso, e' morta un'altra ragazza di 16 anni, Eva Ruscio, ricoverata per un ascesso alle tonsille e deceduta mentre veniva sottoposta ad una tracheotomia. Dopo la morte di Eva il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, adottando una logica di ''tolleranza zero'', ha disposto la chiusura di alcuni reparti dell'ospedale di Vibo Valentia e di una sala operatoria, ridotto i posti letto e disposto misure straordinarie di adeguamento. L'Azienda sanitaria provinciale, inoltre, ha adottato anche un provvedimento di sospensione di alcuni medici che ebbero in cura Eva Ruscio. Il Governo, inoltre, d'intesa con la Regione, ha anche dichiarato lo stato di emergenza sanitaria in Calabria, con la nomina come commissario del vicepresidente della Regione, Vincenzo Spaziante. E' stata anche decisa la costruzione, con un'ordinanza di protezione civile, di quattro nuovi ospedali, uno dei quali sara' realizzato proprio a Vibo Valentia.

Ricostruiti gli eventi in sala operatoria. La sequenza degli eventi verificatisi nella sala operatoria dell'ospedale di Vibo Valentia dove fu sottoposta ad intervento chirurgico Federica Monteleone sono stati ricostruiti dal perito d'ufficio, prof. Pietrantonio Ricci, nella perizia depositata oggi nell'ambito dell'inchiesta sulla morte della sedicenne. Ricci sostiene che, mentre la ragazza era sottoposta ad un intervento di appendicectomia, vi fu un ''passaggio di corrente elettrica per contatto con elettrodo sulla cute della gamba sinistra, black-out in sala operatoria con spegnimento del monitor e della ventilazione meccanica e verosimile contestuale arresto del circolo ematico (arresto cardiaco) misconosciuto, ventilazione va e vieni, danno anossivo cerebrale, ripresa dell'erogazione della corrente elettrica, ulteriore arresto cardiaco, manovre rianimatorie e ripresa delle funzioni vitale in stato di coma post-anossico''

La perizia. La morte di Federica Monteleone, la giovane di 16 anni entrata in coma nell'ospedale di Vibo Valentia e morta il 26 gennaio dello scorso anno dopo essere stata trasferita nell'ospedale di Cosenza, fu provocata da una scossa elettrica determinata dal contatto di un elettrodo con la gamba sinistra della giovane. E' quanto sostiene il prof. Pietro Antonio Ricci, il consulente medico legale nominato dalla Procura di Vibo Valentia per accertare le cause della morte della giovane. ''La scossa elettrica - sostiene il prof. Ricci nelle conclusioni della perizia - ebbe un effetto diretto sulla funzionalita' cardiaca, arresto del circolo e danno cerebrale posto-anossico''. I fatti che provocarono la morte di Federica Monteleone si verificarono mentre la giovane veniva sottoposto ad un intervento chirurgico di appendicectomia in urgenza. Il prof. Ricci, nella perizia, sostiene inoltre che ci fu una 'concausa' nella morte di Federica Monteleone riconducibile al ''comportamento dell'anestesista-rianimatore che, non verificando i parametri vitali e misconoscendo l'arresto cardiaco, non ha provveduto alle manovre di rianimazione che, con criterio di elevata probabilita' prossimo alla certezza tecnica, avrebbero consentito la ripresa dell'attivita' cardiaca e salvato la vita della paziente''. Nell'inchiesta delle Procura di Vibo Valentia sulla morte di Federica Monteleone sono indagati il medico anestesista, Francesco Costa, e l'infermiere Mario Silvestri.

 

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