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Maxi operazione antidroga nel Mediterraneo

 

Maxi operazione antidroga nel bacino del Mediterraneo della Questura di Reggio, 60 arresti e altri 76 indagati

16/01 Spacciavano droga di ogni genere anche all'interno di alcune scuole della zona sud e dello stadio Granillo i componenti dell'organizzazione sgominata stamani dalla squadra mobile di Reggio Calabria che ha eseguito 60 dei 73 provvedimenti restrittivi emessi dal Gip su richiesta della Dda reggina. Altre 76 persone sono indagate in stato di libertà. La circostanza è stata riferita, nel corso di un incontro con i giornalisti, dal pm titolare dell'inchiesta, Santi Cutroneo, dal questore di Reggio, Santi Giuffré, dal capo della squadra mobile, Renato Cortese, e dal dirigente della sezione narcotici, Diego Trotta. "Gli arrestati - ha detto Cortese - avevano colonizzato interi quartieri della città, soprattutto nella zona sud, dove piazza Milano era diventato uno dei luoghi di smercio dello stupefacente. Vendevano di tutto, dalla marijuana, all'hascisc; dall'eroina alla cocaina. La loro attività si era anche spinta fino dentro alcuni istituti scolastici, come il liceo scientifico 'Da Vinci' e l'istituto tecnico 'Panella', e perfino nello stadio comunale Granillo, dove venivano spacciate massicce dosi di hashish e marijuana soprattutto tra i tifosi". "Minorenni, adolescenti e studenti - hanno riferito gli inquirenti - erano i principali acquirenti dei pusher, un fenomeno dilagante ed allarmante che ha prostrato decine di famiglie perbene. Le indagini hanno permesso di documentare uno degli aspetti più turpi, abietti ed allarmanti delle attività di traffico di stupefacenti condotte dalla consorteria criminale e da alcuni suoi appartenenti: la vendita di droga a minorenni e studenti proprio all'interno di uno degli ambienti che dovrebbero maggiormente proteggerli, come appunto, la scuola". Un capitolo dell'indagine, descrive anche lo spaccio allo stadio Granillo. "La droga, in particolare hashish - è stato rilevato - veniva introdotta all'interno dello stadio durante le competizioni sportive e veniva acquistata soprattutto da tifosi minorenni, con le intuibili ripercussioni sulla lucidità e sull'aggressività degli acquirenti-tifosi". Oltre la zona sud della città, l'attività di spaccio era anche perpetrata nella Villa Comunale e nella zona alta di via Reggio Campi.

Tra gli arrestati un agente di polizia penitenziaria. Un agente della polizia penitenziaria è stato arrestato stamani nel corso dell'operazione condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria contro i componenti di un'organizzazione dedita al traffico ed allo spaccio di droga. L'assistente principale Emanuele Occhipinti, di 31 anni, in servizio nella casa circondariale reggina di San Pietro, secondo l'accusa, sarebbe coinvolto nell'attività di spaccio all'esterno del carcere.

Alcuni arrestati vicini alle cosche. Alcune delle persone arrestate stamani dalla squadra mobile di Reggio Calabria per associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti erano vicine ad alcune cosche della 'ndrangheta del reggino. Secondo quanto è stato riferito dagli investigatori, le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip Katia Tassone su richiesta del pm della Dda, Santi Cutroneo, sono state notificate ad elementi ritenuti dagli inquirenti vicini alla cosca "Alvaro" di Sinopoli, quali come Rocco Alvaro, di 21 anni; i fratelli Antonino e Claudio Anile (23 e 20); Maurizio Laganà (24); Domenico Scarcella (23). In prigione sono finiti anche Giovanni, Orazio, Rocco e Rocco Fabio Ficara, di Reggio Calabria, tutti legati da vincoli di parentela con i "i ficareddi", famiglia implicata nella seconda sanguinosa guerra di mafia degli anni '80. L'operazione "IoTi", cioé Ionio-Tirreno, è stato evidenziato dagli investigatori, ha messo in luce "una forte sinergie tra agguerrite ed efficienti consorterie criminali consorziate tra loro, originarie di Melito Porto Salvo, Roghudi, Palazzi, sul versante ionico, e Sinopoli, Bagnara Calabra e Sante Eufemia d'Aspromonte, sul versante tirrenico".

 

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