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De Magistris degradato e trasferito dal CSM

Inasprita la pena per De Magistris, via i gradi di PM e trasferito da Catanzaro. Mancino “Condivisione unanime”. De Magistris “Una pagina ingiusta”

18/01 La sezione disciplinare del Csm ha disposto il trasferimento del pm Luigi De Magistris da Catanzaro e dalla funzioni di pm. Il trasferimento non e' immediatamente esecutivo. Ma e' una pena accessoria alla condanna principale, che e' quella della censura. Cio' vuol dire che il trasferimento diventera' operativo soltanto quando il provvedimento sara' diventato definitivo; quando cioe', dopo un piu' che probabile ricorso, si saranno pronunziate le sezioni unite della cassazione. La richiesta di trasferimento di De Magistris da Catanzaro e dalla Procura era stata avanzata dall'ex ministro della Giustizia Mastella, che pero' aveva chiesto l'adozione di questa misura in via d'urgenza, il che avrebbe significato l'immediato allontanamento di De Magistris da Catanzaro e dalla Procura. Il pm di Catanzaro e' stato condannato per sei delle 11 accuse che gli venivano mosse. L'accusa aveva chiesto la condanna alla perdita di anzianità di otto mesi e il trasferimento di De Magistris, dalle funzioni di pubblico ministero. L'ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che aveva dato origine al procedimento, aveva chiesto anche di allontanare De Magistris da Catanzaro.
''C'e' stata una serena discussione, una condivisione unanime''. Lo dice il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, dopo la sentenza della sezione disciplinare che ha condannato il Pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, alla censura e al trasferimento da Catanzaro e dalla procura. ''Certo - ha aggiunto - certe decisioni non si prendono allegramente''.

De Magistris “Una pagina ingiusta”. ''Il Csm ha scritto una pagina ingiusta nei confronti di un magistrato che non ha fatto altro che esercitare il proprio dovere'', applicando l' articolo 3 della Costituzione sull' uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Cosi' il pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, scuro in volto, ha commentato quella che ha definito una decisione 'totalmente inaccettabile e grave''. De Magistris comunque non si dichiara per vinto: ''Utilizzero' ogni strumento previsto dall'ordinamento democratico per dimostrare la correttezza del mio operato e quanto sia grave la decisione del Csm'', una gravita' che riguarda soprattutto la misura del trasferimento d'ufficio, sia pure come pena accessoria e dunque non nella forma chiesta dall'ex ministro della giustizia, cioe' immediatamente operativa. ''Sono convinto che prima o poi le cose saranno chiare a tutti'' ha aggiunto. All'uscita da Palazzo dei Marescialli De Magistris ha trovato ad attenderlo, oltre a giornalisti e telecamere, alcuni suoi sostenitori con lo striscione ''e adesso trasferiteci tutti'' che quando lo hanno visto hanno scandito piu' volte il suo nome.

I fatti per cui è condannato. Provvedimenti ''abnormi'' come il decreto di perquisizione nei confronti del procuratore generale di Potenza, Tufano, oppure come quello con cui aveva disposto che i nomi di due suoi indagati, il senatore Pitelli e il generale Cretella, fossero tenuti chiusi in un armadio blindato. E' anche per questo che il sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi De Magistris,e' stato condannato dalla sezione disciplinare del Csm alla censura e al trasferimento d'ufficio. La condanna e' stata inflitta inoltre per non aver chiesto la convalida di provvedimenti di fermo, e per aver trasmesso alla Procura di Salerno il fascicolo dell'inchiesta Poseidone, dopo che gli era stata avocata dal procuratore di Catanzaro. La sezione disciplinare ha riconosciuto colpevole De Magistris anche per non aver informato dei suoi provvedimenti i suoi diretti superiori.

Assolto per le fughe di notizie. Il pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, e' stato assolto dalla sezione disciplinare del Csm da alcune delle accuse, che gli aveva mosso la Procura generale della Cassazione, a cominciare da quella di non aver adottato tutte le misure necessarie per impedire la fuga di notizie sulle sue inchieste. Tra gli episodi contestati c'era anche la vicenda della fuga di notizie sull'iscrizione del presidente del Consiglio nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta Why Not. L'assoluzione riguarda anche l'accusa di aver avuto ''rapporti disinvolti'' con la stampa e di essersi presentato all'opinione pubblica come ''vittima di persecuzione da parte di politici e magistrati''. Come pure De Magistris e' stato assolto dall'addebito di aver diffuso ''sospetti'' senza prove nei confronti di superiori e colleghi.

Il PG “un modo distorto di fare il PM”. Il pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, ha "un modo errato e distorto" di interpretare il suo ruolo di magistrato. Vive la propria attività "in un'ottica missionaria" piuttosto che come un "mestiere". E il suo "non è il modello di magistrato che la Costituzione prevede e di cui ha bisogno la democrazia ordinaria". Con questa dura requisitoria il sostituto procuratore generale della Cassazione, Vito D'Ambrosio, ha chiesto la condanna di De Magistris alla perdita di anzianità e il suo trasferimento dalle funzioni di pm nel processo davanti alla sezione disciplinare del Csm. "De Magistris indica la Costituzione come suo punto di riferimento; ma nella sua condotta concreta - ha lamentato D'Ambrosio - manca l'attenzione a una norma fondamentale per la magistratura, quella secondo la quale i giudici sono soggetti solo alla legge. Autonomia e indipendenza dei magistrati sono assicurate se i giudici e i pm sono vincolati all'applicazione della legge e alle regole disciplinari, qualunque siano, anche quelle che non ci piacciono. Noi magistrati - ha insistito - abbiamo poteri immensi, una capacità delegittimante enorme e potere di incidere sulla libertà personale. Ma questo è accettabile solo se c'é quel limite. E da questo punto di vista De Magistris non dà sufficienti garanzie". Dal modello di magistrato disegnato dalla Costituzione, De Magistris è lontano da diversi punti di vista. "Adotta comportamenti sleali e provvedimenti ad di fuori delle previsioni del codice; ha rapporti con i mezzi d'informazione del tutto anomali che utilizza per fare pubblicità a se stesso; trascura l'osservanza dei termini di legge" e "fa appello alla piazza". Pur chiedendo alla sezione disciplinare del Csm di tener conto che De Magistris "si è trovato a svolgere le sue funzioni in un ambiente difficile, quando non addirittura ostile", D'Ambrosio ha quindi chiesto la doppia condanna sia alla perdita di anzianità sia al trasferimento dalla sue funzioni di pm in via d'urgenza. Se la sezione disciplinare dovesse accogliere quest'ultima richiesta, De Magistris smetterebbe da subito di fare il pubblico ministero.

Il difensore “Attento alla gestione dei provvedimenti”. "De Magistris non ha arrestato nessuno ingiustamente, ma è stato molto attento alla gestione dei suoi provvedimenti". E se "ha fatto sentire la sua voce", lo ha fatto "anche in funzione difensiva per segnalare quello che gli stava capitando". Così il difensore del Pm di Catanzaro, Alessandro Criscuolo, ha chiesto l'assoluzione del suo assistito nel procedimento davanti alla sezione disciplinare del Csm. Criscuolo ha detto di non sapere, come ha più volte denunciato lo stesso magistrato, se qualcuno ha voluto fermare le sue inchieste. "Ma so che lui non è più titolare di due delle inchieste per cui è stato iniziato questo procedimento disciplinare". Un riferimento chiaro alle indagini Poseidone e Why not che gli sono state avocate. Un'ampia parte della sua difesa Criscuolo l'ha utilizzata per respingere l'accusa che sia stato De Magistris responsabile delle fughe di notizie che ci sono state sulle sue inchieste, come avvenuto per l'iscrizione del presidente del Consiglio Prodi nel registro degli indagati nell'ambito dell'indagine Why not. Queste fughe di notizie, ha fatto notare Criscuolo, "hanno danneggiato in primo luogo De Magistris" e possono essere state fatte da altri soggetti "in funzione di delegittimazione". E sono "sempre avvenute dopo che De Magistris aveva depositato gli atti delle sue inchieste". Quanto, in particolare, alla vicenda che ha riguardato Prodi, la notizia che era indagato è stata desunta, ha spiegato il difensore, dalla relazione del consulente del Pm "che era stata depositata davanti al Tribunale del Riesame". Criscuolo ha quindi respinto ad uno ad uno tutti gli addebiti mossi al magistrato, sottolineando anche le difficoltà che ha dovuto affrontare: "E' un grande lavoratore, impegnato in un contesto ambientale estremamente difficile e delicato". Quindi Criscuolo ha avanzato la richiesta di assoluzione "per essere rimasti esclusi tutti gli addebiti" e ha invitato la sezione disciplinare a respingere l'istanza dell'ex ministro Mastella di trasferire dalle sue funzioni di Pm De Magistris. Un provvedimento, quest'ultimo, che richiederebbe come presupposto un'urgenza "che non c'é".

L’autodifesa di De Magistris “ho salvaguardato il mio lavoro”. "Se ho compiuto atti irregolari non l'ho fatto per interessi personali o per danneggiare qualcuno, ma solo per salvaguardare il mio lavoro che ho svolto da mattina a sera in una terra che non è la mia, dove però voglio restare a lavorare". Sono le parole che il pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, ha rivolto alla sezione disciplinare del Csm, prima che questa si ritirasse in camera di Consiglio per decidere sulla sua condanna o assoluzione. De Magistris si è detto molto tranquillo e di contare sulla "serenità di chi lo dovrà giudicare. Quindi ha respinto ad una ad una le accuse che gli vengono mosse. Ha precisato innanzitutto di non avere "mai fatto ricorso alla folla e alla piazza" ne tanto meno di essersi "rivolto alla stampa". "Se ho deciso di intervenire pubblicamente l'ho fatto solo quando ho sentito il dovere di magistrato di dire alcune cose e comunque sempre dopo avere parlato con l'autorità giudiziaria e con il Csm". Una necessità dettata dalla "situazione molto grave" in cui il Pm si è venuto a trovare; una situazione che "non è una farneticazione" ha aggiunto, facendo presente di avere già reso trenta verbali alla procura di Salerno, che sulle sue denunce ha avviato diversi procedimenti. Anche l'accusa di essersi sottratto al controllo dei capi del suo ufficio e di coloro che erano coassegnatari dei suoi fascicoli, per il Pm di Catanzaro non è fondata. "Ho sempre avuto rapporti correttissimi e nessuno dei magistrati coassegnatari si è mai lamentato". Il magistrato ha anche sostenuto di avere "riferito sempre" delle sue indagini al procuratore Lombardi. E quando non lo ha fatto è stato perché c'erano "precise ragioni di riservatezza", come avvenne quando chiuse in un armadio blindato la notizia che il senatore di Forza Italia Pittelli e il gen. Cretella erano indagati. Probabilmente ho commesso errori, ma non illeciti". Infine la fuga di notizie sulle sue indagini. "Io ne sono stato danneggiato" ha detto. Il caso più lampante è la "strumentale fuoriuscita di notizie sul fatto che il ministro Mastella era indagato nell'inchiesta Why not e che, ha sottolineato il Pm, "provocò non casualmente l'avocazione del procedimento".

 

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