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22 arresti nelle cosche del reggino

 

Operazione di PS contro le cosche nel reggino, 22 arresti

11/01 Appartenevano ad "un gruppo criminale che faceva capo ai clan della 'ndrangheta di Sinopoli ed era capeggiato dai Furina-Papalia, elementi di spicco della famiglia Alvaro'', le 22 persone arrestate stamani dalla polizia di stato con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di cocaina e di hashish. A riferirlo sono stati gli investigatori. L'operazione, denominata 'dry tomatoes' (pomodori secchi), è giunta a conclusione di un'indagine avviata un anno fa dal commissariato di Villa San Giovanni e coordinato dai pm della Dda di Reggio Calabria, Marco Colamonici ed Antonio De Bernardo, che hanno chiesto al Gip Adriana Costabile l'emissione delle ordinanze. Complessivamente gli indagati sono 36. I due pm, il coordinatore della Dda, Salvatore Boemi, ed il capo della squadra mobile reggina, Renato Cortese, hanno detto che l'inchiesta ha "confermato, da un lato, la pericolosità delle cosche di Sinopoli, e dall'altro, il predominio della 'ndrangheta nel traffico di cocaina''. L'indagine poggia sui numerosi riscontri telefonici a carico degli arrestati e degli indagati che potevano contare, per l'acquisto delle card ricaricabili, su un negozio di proprietà di uno degli arrestati. Gli arresti, oltre che in Calabria, sono stati eseguiti in Sicilia, Lombardia, Lazio ed Abruzzo.

Tra gli arrestati un coinvolto nell’omicidio del vigilantes. C'é anche Giuseppe Papalia, di 35 anni, tra le 22 persone arrestate stamani dagli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria nell'ambito di una operazione contro un gruppo di trafficanti di droga. Papalia fu arrestato nell'agosto scorso perché coinvolto nell'assalto al furgone portavalori durante il quale fu uccisa una guardia giurata, Luigi Rende di 31 anni. L'indagine che ha portato stamani all'operazione della squadra mobile è stata coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria,Antonio De Bernardo. Nel corso delle indagini è emerso che il gruppo aveva creato una fitta rete per lo smistamento di ingenti quantitativi di cocaina e hashish, riuscendo così a rifornire il mercato illegale della droga anche a Roma, dove sono stati eseguiti 6 arresti. L'operazione ha interessato anche la Sicilia, la Lombardia e l'Abruzzo, ove sono stati arrestati altri componenti del gruppo.

 

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