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Commissione antimafia in Germania

 

Lotta alla ndrangheta, dopo Duisburg scambio di relazioni con la Germania, Scoperta una base in pizzeria bavarese

14/01 Uno scambio di relazioni tra l'Italia e la Germania che permettera' a Roma di conoscere piu' a fondo l'attivita' della mafie italiane sul territorio tedesco e, allo stesso tempo, dara' modo a Berlino di approfondire i frutti della missione della Commissione parlamentare antimafia in Germania. Si e' conclusa con questi accordi la prima tappa della Commissione antimafia, che ha visto oggi i nove parlamentari guidati dal presidente Francesco Forgione impegnati in una serie di incontri con i rappresentanti dei ministeri degli Interni, della Giustizia e della Commissione Interni del Bundestag. Dal punto di vista governativo, la disponibilita' e' stata definita ''ottima''. La relazione del ministero degli Interni vertera' sulla questione degli scambi informativi tra le polizie dei due paesi e sull'organizzazione dei Land tedeschi, che non permette un coordinamento delle attivita' investigative regionali e federali. La relazione del ministero della Giustizia si concentrera' invece sulle attivita' specifiche delle mafie italiane in Germania e fara' il punto su come le autorita' tedesche stanno affrontando questo problema con statistiche sui beni sequestrati, sul numero di italiani perseguiti per mafia nel Paese e cosi' via. La Commissione Interni del Parlamento tedesco, da parte sua, inviera' una relazione sulla vicenda di Duisburg alla Commissione antimafia, che a sua volta preparera' una relazione sulla sua visita in Germania. Intanto, e' emerso oggi che tra i reati perseguiti in Germania per associazione criminale - cioe' l'equivalente della nostra associazione a delinquere - l'Italia e' al quarto posto. Al primo ci sono i tedeschi con il 42%, seguono i turchi, i polacchi e poi gli italiani, ma solo con il 3% degli inquisiti per questo reato. ''Per noi e' necessario che l'Italia e la Germania cooperino di piu' sia sul piano investigativo, sia sul piano informativo, sia sul piano dell'integrazione delle norme e degli strumenti per combattere le mafie'', ha commentato il vice presidente della Commissione antimafia, Giuseppe Lumia. ''E poi e' necessario che la Germania e l'Italia facciano da pilota in modo che l'Europa nel suo insieme si doti di strumenti piu' efficaci nella lotta alle mafie - ha proseguito -. E' necessario che ci siano a livello europeo squadre investigative comuni, perche' senza di esse si disperde un patrimonio di indagine, si perde tempo e non si e' capaci di aggredire questo fenomeno con quella necessaria rapidita' con cui dobbiamo intervenire''. Per questo, ha sottolineato, ''e' necessario che ci siano dei magistrati europei che lavorino in questo campo''. E per questo, ''l'esperienza che si e' avviata dopo Duisburg con la task-force italo-tedesca e' importante e preziosa: e' gia' stato possibile fare degli arresti grazie anche a questo lavoro di cooperazione diretta tra la Germania e l'Italia, ma e' necessario fare un salto di qualita' tutti insieme''. Da parte sua, Carlo Vizzini, membro della Commissione antimafia e rappresentante speciale per la lotta alla criminalita' transnazionale dell'assemblea parlamentare dell'Osce, ha sottolineato che la Commissione sta ''inseguendo la globalizzazione della criminalita' sulle rotte internazionali''. Cosa Nostra siciliana e Cosa Nostra americana ''hanno fatto un nuovo patto che potra' generare fatti criminosi importanti - ha detto -. La rotta e' quella della cocaina e questo fenomeno riguarda anche l'Unione europea, la frontiera della nostra nuova battaglia si chiama riciclaggio''. Oggi, ha spiegato, ''un esperto in queste materie riesce a far fare alla stessa somma di denaro in 24 ore 80 passaggi, senza piu' lasciare alcuna traccia''. E secondo le Nazioni Unite, ha concluso, il ''cinque-sette per cento del prodotto interno lordo del pianeta puo' essere considerato il frutto dei traffici terroristici e mafiosi''

Individuata base in pizzeria bavarese. La procura di Kempten (Baviera), in collaborazione con le autorita' italiane, ha smantellato una base bavarese della 'Ndrangheta: le indagini, durate due anni e mezzo, hanno gia' portato a due arresti in Italia l'estate scorsa, ma la conferma è giunta solo oggi su un giornale regionale tedesco. La base tedesca della 'Ndrangheta, scrive oggi il quotidiano Augsburger Allgemeiner, era una pizzeria di Sonthofen (Baviera), che secondo gli investigatori serviva per coprire attivita' di traffico di stupefacenti e spaccio di soldi falsi. "Due italiani sono stati arrestati in Italia, a San Luca (Calabria), alla fine dell'estate scorsa", ha confermato all'ANSA Peter Koch, portavoce della procura di Kempten. Un terzo italiano sospettato di far parte dell'organizzazione è ricercato a livello europeo. I tre italiani avevano lasciato Sonthofen all'inizio del 2005 e le autorità tedesche hanno già chiesto l'estradizione dei due italiani arrestati in Calabria. Il portavoce ha quindi precisato che "non c'é alcun legame" tra questo caso e la strage di Duisburg dello scorso agosto, in cui furono uccisi sei giovani italiani di origine calabrese.

Mancini “L’eccidio di Duisburg poteva essere evitato”: "Con un più stretto scambio di informazioni sulle attività delle cosche calabresi in Italia e in Germania tra le autorità di controllo investigative italiane e quelle tedesche, l'eccidio di Duisburg del ferragosto scorso poteva essere evitato". Lo dice Giacomo Mancini (Partito Socialista) impegnato della missione in Germania della Commissione Antimafia. "Il punto da chiarire - ha spiegato il capogruppo socialista in commissione - è se da parte del Governo italiano, delle forze di polizia e di intelligence e della magistratura inquirente del nostro Paese sia mancata un'approfondita e dettagliata informazione sulla pericolosità criminale delle 'ndrine di San Luca e dei loro collegamenti economici e militari con la Germania o, al contrario, se le autorità tedesche abbiano sottovalutato le segnalazioni italiane e non siano intervenute per tempo''. "L' importante collaborazione avviata tra Italia e Germania dopo Duisburg - ha concluso Mancini - sarà utile anche se permetterà di chiarire cosa non ha funzionato nell'attività di prevenzione che avrebbe evitato un eccidio che ha avuto conseguenze drammatiche e devastanti anche per l'immagine del nostro Paese e della nostra comunità di connazionali che vivono all'estero".

Villecco-Lumia “”Ok a cooperazione con la Germania”. ''La cooperazione tra le forze dell'ordine italiane e la polizia tedesca per combattere la 'ndrangheta e le altre mafie sta procedendo con un comune lavoro investigativo''. Lo dicono i parlamentari del Pd Rosa Villecco Calipari e Giuseppe Lumia, impegnati nella missione in Germania della Commissione bicamerale Antimafia. ''Si conferma, in linea con l'accordo del 12 dicembre - aggiungono Villecco Calipari e Lumia - il lavoro comune investigativo che impegna uomini e risorse della polizia tedesca e delle forze dell'ordine italiane''. ''Due sono le novita' emerse oggi - sostengono ancora i due parlamentari del Pd -. Sui beni confiscati, il Parlamento tedesco sta varando una nuova legge per conferire piu' poteri per colpire i patrimoni mafiosi. E' questa la nuova sfida per combattere la 'ndrangheta e le altre mafie. La seconda e' che in Germania ristoratori e commercianti italiani stanno reagendo per non pagare il pizzo e sviluppare attivita' commerciali nella legalita'. Si tratta di un buon inizio. Dobbiamo sicuramente recupare ritardi, ma finalmente la cooperazione bilaterale sta procedendo''. ''Domani - concludono Villecco e Lumia - ci confronteremo con la polizia criminale tedesca per capire concretamente cosa fanno oggi la 'ndrangheta e le altre mafie in Germania e cosa e' avvenuto prima e dopo Duisburg''.

Tassone:“Prima di Duisburg rilassamento indagini”: La Commissione parlamentare antimafia è "profondamente preoccupata" perché anche nella vicenda di Duisburg, prima della strage dei sei italiani di origine calabrese, c'é stato "qualche rilassamento" nell' attività investigativa. Ne è convinto il vicepresidente della Commissione, Mario Tassone (Udc), che ha parlato su questo tema a margine della visita della Commissione a Berlino, prima tappa della missione tedesca che servirà ad approfondire lo stato delle politiche di miglioramento degli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata. "Siamo venuti in Germania non per fare una 'visita di routine', ma in quanto siamo profondamente preoccupati, tanto per usare un eufemismo - ha detto Tassone -, perché anche nella vicenda di Duisburg, che è la spia di una situazione, alcune cose non hanno funzionato. E questo lo diciamo con estrema chiarezza". Le cose, ha aggiunto, "non hanno funzionato né qui, né ovviamente in Italia". Il vicepresidente della Commissione ha quindi sottolineato: "Non c'é dubbio che noi vogliamo capire perché le cose non hanno funzionato, anche perché alcune notizie c'erano state dall'Italia e dalla Germania, ma non c'é stato nessun tipo di riscontro: c'é stato un qualche rilassamento". Tassone ha poi osservato che c'é "una legislazione monca", che l'unico "aggancio normativo" è la Convenzione dell'Onu del 2000 (Palermo) "firmata nel 2006 per quanto ci riguarda: per questo - ha detto - ci deve essere un approfondimento anche normativo". Uno dei compiti principali della Commissione è quello di "capire perché le cose non sono andate per il verso giusto - ha concluso riferendosi ancora a Duisburg -. Ecco perché è giusto fare anche delle rivisitazioni normative"

 

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