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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Tredicenne deceduta a Bologna: eseguita autopsia
Morì per anossia la giovane di S. Martino di Finita spenta a Bologna dopo un operazione di scoliosi. Autopsia vietata per un consulente di parte. I genitori chiedono la verità 02/01 Morte per anossia cerebrale conseguente ad arresto
cardio-circolatorio. E' questo il risultato dell'autopsia sul corpo
di Sofia C., la ragazzina di San Martino di Finita di appena 13 anni
morta il 29 dicembre per le complicazioni sorte dopo un intervento
eseguito il 17 dicembre nell'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna
per correggere una forma congenita di scoliosi. L'esame autoptico
non ha rilevato patologie evidenti, come malformazioni o presenza
di trombi, che possano aver cagionato l'arresto. Una risposta in tal
senso forse la daranno, nei prossimi giorni, i risultati dell'analisi
dei prelievi dei tessuti. L'intervento, dal punto di vista ortopedico,
era stato eseguito correttamente. L'inchiesta sul decesso, coordinata
dal sostituto procuratore di Bologna Silvia Marzocchi, vede indagati
con l'ipotesi d'accusa di omicidio colposo il chirurgo che ha compiuto
l'intervento e l'anestesista. L'esame autoptico è stato eseguito
dal medico legale Matteo Tudini e hanno partecipato anche i consulenti
delle parti: per i genitori della piccola (assistiti dall'avv. Luigi
Lucente di Milano) il medico legale di Milano Alfonso Addirizzito.
Per Lucente l'autopsia ha evidenziato che la ragazzina non soffriva
di problemi respiratori pregressi. Per la difesa del chirurgo (gli
avvocati Giuseppe Giampaolo e Alessandro Monteleone) era invece presente
il medico legale Enrico Maria Rossini di Macerata; per l'anestesista
(avv.Pietro Giampaolo) l'anatomo-patologo Giulia Alampi. Presente
anche l'istituto Rizzoli, in qualità di responsabile civile,
rappresentato dall'avv. Marzio Bonfiglio, con consulente tecnico Andrea
De Vecchi. Il prossimo 7 gennaio sarà conferito l'incarico
per la perizia anestesiologica. Il pm Marzocchi ha individuato come
perito l'anestesista Marco Rambaldi di Modena. I genitori della ragazza
oggi hanno polemizzato per il fatto che il loro consulente tecnico,
l'anestesista Marco Ranucci, non abbia potuto partecipare all'autopsia
(non erano presenti perito del Pm e degli indagati). "Vogliamo
sapere cosa è successo - ha ribadito il padre assieme alla
moglie - perché mia figlia è stata portata qui in un
certo modo e la riportiamo a casa in Calabria cadavere".
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