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Inchiesta Why Not: perquisito Loiero
Inchiesta Why Not: perquisita abitazione e uffici del Governatore Loiero che dichiara “Fatti vaghi, sono estraneo”. Perquisiti anche gli uffici di "Obiettivo Lavoro" 06/02 Alcune perquisizioni sono state compiute dai carabinieri nelle abitazioni di Catanzaro, Roma e Stalettì e negli uffici del capoluogo calabrese e di Reggio Calabria del presidente della Regione, Agazio Loiero, nell'ambito dell'inchiesta chiamata 'Why Not'. La notizia delle perquisizioni è stata resa nota dallo stesso Presidente Loiero tramite il suo portavoce, Pantaleone Sergi. L'inchiesta riguarda un presunto comitato d'affari che avrebbe gestito in modo illecito finanziamenti pubblici. Nell'inchiesta sono indagati, tra gli altri, il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ed il ministro della Giustizia, Clemente Mastella La perquisizione nella sede del consiglio regionale - secondo quanto si è appreso - si sarebbe già conclusa con il sequestro di due computer. Il primo dell'addetta alla segreteria ed il secondo in un ufficio che generalmente viene utilizzato dalla segreteria della consulta antimafia e da amministratori regionali quando si svolge il consiglio regionale. La perquisizione nello studio, presso la sede della giunta regionale a Catanzaro, del presidente Agazio Loiero è ancora in corso così come anche nell'abitazione a Roma. A Reggio Calabria, nella sede dell'Assemblea Regionale dove il Governatore ha un ufficio, la perquisizione è stata già effettuata. Al momento Loiero, che si trovava da ieri a Roma per impegni istituzionali, non ha fatto nessun commento ma non si esclude in mattina una nota ufficiale. Il presidente della Regione sta,infatti, tornando a Catanzaro in auto. Perquisiti gli uffici di Obiettivo Lavoro. Nell'ambito delle perquisizioni compiute ai danni di Agazio Loiero si stanno perquisendo da parte dei carabinieri le sedi di 'Obiettivo Lavoro', una società per il lavoro interinale. Le perquisizioni sono fatte nelle sedi di Cosenza, Crotone e Lamezia della società. Le accuse a Loiero. Le perquisizioni
riguardano Agazio Loiero ed Eugenio Ripepe, che ricopre anche la carica
di presidente della Sacal (la società che gestisce l'aeroporto
di Lamezia Terme), e 16 società tra cui anche le sedi calabresi
della Compagnia delle opere. Il provvedimento è composto da
19 pagine ed è stato firmato dai sostituti procuratori Pierpaolo
Bruni, Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo. L'ipotesi accusatoria
è concentrata principalmente sulle elezioni regionali del 2005
ed i rapporti tra Agazio Loiero ed Antonio Saldino. A Loiero sono
contestati i reati di corruzione semplice e corruzione elettorale.
L'accusa sostiene che ci sarebbe stato un accordo tra Saladino e Loiero,
tramite Francesco De Grano (già indagato in Why Not), attuale
direttore generale del dipartimento delle attività produttive
della Regione, in base al quale Saladino avrebbe dato un finanziamento
per la campagna elettorale avendo in cambio la promessa di successivi
favori. Loiero “Fatti vaghi, sono totalmente estraneo”. "Stamattina, intorno alle 7, una decina di carabinieri si sono presentati nella mia casa di Roma con un decreto di perquisizione". Inizia così una lunga dichiarazione di Agazio Loiero sulle perquisizioni ceh sta subendo da stamattina. "Contemporaneamente - dice Loiero - altri militari si sono recati presso la mia abitazione di Catanzaro e negli uffici della Regione Calabria sia a Catanzaro che a Reggio. Solo attraverso il decreto consegnatomi sono venuto a conoscenza di cosa si tratti: l'inchiesta Why Not, aperta due anni fa e nella quale, dopo Prodi e Mastella, faccio ingresso anch'io. A parte il trauma di vedere i militari frugare tra le mie cose più intime in maniera generalizzata (hanno preso di tutto senza un mandato o una direttiva precisa), non riesco a perdere la serenità. Convinto come sono che emergerà la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati. Fatti vaghi: si fa riferimento a presunti finanziamenti che avrei ottenuto durante la campagna elettorale del 2005 in cambio di favori. Ma nel capo d'imputazione di quei favori non c'é alcuna traccia. C'é semmai prova del contrario: nelle intercettazioni telefoniche di Saladino lo stesso lamenta proprio l'atteggiamento estremamente rigido che io avevo assunto nei confronti dei giovani di Why Not. Mi sembra quindi chiaro che le perquisizioni di oggi solo in apparenza sono finalizzate a trovare prove degli assunti favori, mentre nella sostanza è evidente che hanno lo scopo di mettere sotto la lente di ingrandimento la mia intera attività politica". "Cosa - aggiunge Loiero - della quale tra l'altro sono contento non avendo assolutamente nulla da nascondere. D'altra parte capisco che i magistrati di Catanzaro che mi hanno indagato, Pierpaolo Bruni e Alfredo Garbati, non potevano che agire così: non potevano cioé che essere più realisti del re. Basti ricordare che l'ex pm De Magistris, inizialmente titolare dell'inchiesta, ha denunciato presso la Procura di Salerno i seguenti magistrati: l'avvocato generale dello Stato Dolcino Favi, che ha avocato l'indagine; il precedente procuratore generale della Corte d'appello di Catanzaro, dott. Pudia; l'ex procuratore della Repubblica di Catanzaro e quello attuale, Lombardi e Murone; il presidente del Tribunale della libertà, Rinardo; il sostituto procuratore generale della Corte d'appello, D'Amico; l'ex presidente di sezione della Corte d'appello, Baudi, nonché diversi appartenenti alle forze dell'ordine. Insomma nel palazzo di giustizia di Catanzaro il clima è tutt'altro che sereno e purtroppo per me chi oggi ha in mano il procedimento non può che essere condizionato di riflesso da questo clima. A questo punto però mi auguro fortemente che l'esito della perquisizione, certamente per me positivo, segni l'ultimo passaggio di quest'inchiesta". "Infine - conclude Loiero - una riflessione: sono già stato indagato da De Magistris in un'altra inchiesta per la quale lo stesso magistrato mi aveva assicurato in presenza del suo procuratore capo e del mio avvocato che avrebbe chiuso le indagini nel giro di quindici giorni. In verità la chiusura è avvenuta dopo un anno circa e con la richiesta di rinvio a giudizio. Lungo questo interminabile arco di tempo sono stato demonizzato da più parti da figure istituzionali ma anche da imputati di omicidio e furfanti vari. Con riflessi inimmaginabili sulla Regione. Quando un giorno, spero non lontano, risulterò anni luce lontano dagli addebiti che mi si attribuiscono, chi mi potrà mai risarcire e chi soprattutto risarcirà la mia difficile regione?" Sergi “Manca l’oggetto della corruzione”. "Più che una ricerca di una prova, con questa perquisizione sembra che i magistrati vogliano, invece, trovare un reato". E' quanto ha detto Pantaleone Sergi, portavoce del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, il quale ha avuto modo di leggere il decreto di perquisizione e l'avviso di garanzia notificati. "In 19 cartelle - ha aggiunto Sergi - solo due sono dedicate a giustificare le perquisizioni, ma in esse non c'é traccia di prova alcuna. Anzi, alcune affermazioni dei magistrati risultano già smentite da dichiarazioni fatte da Antonio Saladino, dichiarazioni intercettate e già agli atti dell'inchiesta". "In effetti - ha proseguito Sergi - nel decreto di perquisizione non c'é l'oggetto della corruzione, non c'é un atto contrario ai doveri d'ufficio attribuito al presidente. E ciò è alquanto strano. Il secondo reato, quello riguardante la corruzione elettorale, non solo è lontano anni luce dal modo di operare di Loiero che alle elezioni regionali aveva il vento in poppa ed un consenso generale. Ma ove mai fosse stato commesso, e ripeto non è stato commesso, sarebbe addirittura un reato prescritto dal 20 aprile 2007, come prevede l'articolo 100 della legge elettorale, cioé a due anni esatti dall'ultimo atto delle elezioni, l'insediamento di Loiero". L'ultima annotazione del portavoce di Loiero riguarda le perquisizioni fatte nelle abitazioni del Presidente a Roma e in Calabria. "E' strano pensare - ha detto - che l'attività normativa o amministrativa, attraverso la quale il presidente avrebbe ricambiato il presunto finanziamento elettorale, avvenga a casa del Presidente stesso". Portavoce “Loiero mi è parso sereno”. "Ho sentito il presidente e, nonostante il trauma di avere i carabinieri per casa che frugano ovunque, mi è apparso molto sereno". Lo ha detto Pantaleone Sergi, portavoce del presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, incontrando i giornalisti in attesa davanti a Palazzo Alemanni dove è ancora in corso una delle cinque perquisizioni disposte dalla magistratura di Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta Why Not. "Per quanto ho potuto sapere - ha aggiunto Sergi - si è trattato di perquisizioni molto generalizzate se non proprio generiche, che non sarebbero, insomma, strettamente legate al capo d'imputazione. Più che chiarire un fatto sembra di capire che si voglia mettere sotto la lente d'ingrandimento tutta l'attività politica da trent'anni a questa parte di Loiero. Se é così, secondo il presidente, è ancora meglio. Non ha nulla da nascondere e da temere, infatti". Il presidente Loiero, secondo quanto ha fatto sapere il portavoce, dovrebbe rientrare nel primo pomeriggio a Catanzaro per presiedere una giunta regionale convocata d'urgenza. Convocata la Giunta regionale. La
Giunta regionale calabrese è stata convocata alle tre di oggi
pomeriggio. La convocazione è in relazione alle perquisizioni
dei carabinieri nelle abitazioni di Catanzaro, Roma e Stalettì
e negli uffici del capoluogo calabrese e di Reggio Calabria del presidente
della Regione, Agazio Loiero, nell'ambito dell'inchiesta chiamata
'Why Not'. La perquisizione a Palazzo Alemanni, sede della Presidenza,
è ancora in corso e riguaderebbe, secondo quanto si è
appreso, anche l'ufficio di un collaboratore dello stesso Loiero.
Mentre è ancora in corso la perquisizione a Palazzo Alemanni,
sede della Presidenza, si è appreso che l'ufficio del collaboratore
di Loiero perquisito è quello di Eugenio Ripepe, capo struttura
del capo gabinetto del Presidente e stretto collaboratore di Loiero.
Nel decreto di perquisizione, una decina di pagine in tutto, firmato
dai magistrati Alfredo Garbati e Pierpaolo Bruni, le ipotesi di reato
avanzate sono corruzione elettorale (reato tra l'altro che sarebbe
già prescritto) e corruzione semplice e si farebbe riferimento
a finanziamenti dati alla campagna elettorale da Saladino (ed in tal
senso il ruolo di Ripepe, che collaborava all'epoca delle elezioni
regionali del 2005 nella struttura del candidato presidente Loiero).
Il Presidente Loiero, contrariamente a quanto era stato diffuso in
un primo tempo, è a Roma e non parteciperà alla riunione
di Giunta che sarà presieduta dal vicepresidente. Inchiesta Why Not: Quaranta le persone indagate. Sono una quarantina le persone indagate nell'ambito dell'inchiesta Why Not, avocata nei mesi scorsi dalla Procura generale di Catanzaro dal pm Luigi De Magistris. L'indagine riguarda presunti illeciti che sarebbero stati commessi nell'utilizzo di finanziamenti pubblici. Tra gli indagati ci sono il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ed il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, in relazione ai loro presunti rapporti con l'imprenditore Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria e personaggio centrale dell'inchiesta. Nell'ambito dell'inchiesta, per ricostruire il percorso seguito dai finanziamenti che sarebbero stati utilizzati illecitamente, sono state affidate una serie di perizie contabili. Si sta provvedendo, inoltre, ad un esame approfondito del voluminoso fascicolo processuale, contenuto in decine di faldoni. Per il lavoro di segreteria collegato all'esame del fascicolo è stata applicata alla Procura generale un'impiegata della Procura della Repubblica che in passato, tra l'altro, ha collaborato col pm Luigi De Magistris.
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