Dir.resp. Pippo Gatto

 

L’autopsia della tredicenne di Belvedere non scioglie i dubbi. Domani i funerali. Dolore e rabbia dei familiari

04/02 Si sapranno soltanto tra dieci giorni le cause che hanno portato alla morte Giovanna Vicinanza, la tredicenne di Belvedere Marittimo deceduta sabato dopo avere accusato febbre per un mese. Il medico legale Aldo Barbaro di Reggio Calabria, che oggi ha eseguito l'autopsia disposta dalla Procura di Paola, infatti, si e' riservato dieci giorni per compiere ulteriori accertamenti di laboratorio. All'autopsia hanno assistito anche due periti nominati dall'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. ''Siamo tranquilli'' e' stato il commento del direttore generale dell'Azienda, Franco Petramala, al termine dell'autopsia. Giovanna, per circa un mese, ha avuto una febbre di cui non sarebbe stata individuata la causa. Nelle ultime settimane, la ragazzina e' stata ricoverata alcuni giorni nell'ospedale civile di Cetraro dal quale e' stata poi dimessa. Successivamente, la madre della ragazzina (il padre e' morto alcuni anni fa in un incidente stradale), visto che la febbre persisteva, l'ha portata in una clinica privata dove e' stata visitata e mandata a casa. Nella notte tra venerdi' e sabato scorsi, le condizioni di Giovanna si sono aggravate e la bambina e' morta mentre la madre la stava portato in clinica.

Domani i funerali. Mentre i medici sono impegnati ad individuare le cause della morte della tredicenne, gli abitanti di Belvedere Marittimo - il centro dell'alto tirreno cosentino dove viveva Giovanna - sono sconvolti per quanto accaduto. Il dirigente della scuola media, Antonio Impieri, non riesce a credere alla disgrazia che ha colpito la scuola. Nessuno vuole parlare, nemmeno i ragazzi che frequentano la stessa classe, tanto e' il dolore che stanno vivendo. Intanto domani mattina si terranno i funerali che si svolgeranno nella tendopoli attrezzata, allestita, dopo che la chiesa e' stata chiusa perche' danneggiata, proprio di fronte all'abitazione in cui viveva Giovanna. L'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza intanto ''si e' attivata per una verifica interna sulle attivita' svolte nell'ospedale di Cetraro e gia' ieri pomeriggio avevamo ricevuto una dettagliata relazione del direttore dell'Unita' operativa di Pediatria dell'ospedale. La relazione e' stata sottoposta al nostro direttore dell'unita' operativa complessa di medicina legale'' che ha assistito all'autopsia. A riferire la posizione dell'azineda sanitaria e' il direttore generale, Franco Petramala.

Petramala (Asp CS) “Non è malasanità”. ''Non e' un caso di malasanita'''. A dirlo e' stato il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, Franco Petramala, in relazione alla morte di Giovanna, la tredicenne deceduta a Belvedere Marittimo dopo avere avuto la febbre per circa un mese. Petramala, che aveva avviato una verifica interna sull'attivita' svolta nell'ospedale di Cetraro dove la bambina e' stata ricoverata alcuni giorni, ha ribadito la sua ''tranquillita''' ed ha voluto ringraziare il sostituto procuratore di Paola, Eugenio Facciolla, titolare dell'inchiesta, ''per avere accolto la nostra richiesta di fare assistere all'esame autoptico'' il direttore di medicina legale dell'Azienda, ''nello spirito di leale e fattiva collaborazione delle istituzioni''

Rabbia e dolore dei familiari. "Ha cominciato ad avere la febbre prima di Natale. L'abbiamo ricoverata a Cetraro e l'hanno anche visitata diversi medici che abbiamo chiamato, ma aveva sempre questa febbre, che non se ne andava. Mi hanno detto che aveva un'infezione, ma non mi hanno saputo dire a cosa era dovuta. L'hanno curata con gli antibiotici, ma la febbre non scendeva. A maggio mi avevano detto che aveva l'esofagite da riflusso, ma non aveva altro: prima stava bene". Tra le lacrime Iole Belluscio, mamma di Giovanna Vicinanza, morta a 13 anni dopo alcuni ricoveri in ospedali e cliniche del Tirreno cosentino, ricostruisce l'ultimo periodo di malattia e poi il decesso della figlia, caso ora al centro di un'inchiesta della procura della Repubblica di Paola. "Era solare, era sempre sorridente", dicono i fratelli. E sono proprio loro che hanno scritto una lettera aperta. "Siamo davvero dispiaciuti per quello che e' avvenuto - scrivono - abbiamo perso la gioia della nostra casa, colei che ci regalava tanti sorrisi nei momenti difficili che hanno colpito la nostra vita. Vogliano giustizia e vogliamo che venga scoperta la verita' dei fatti. Per questo abbiamo nominato il nostro legale, avvocato Amerigo Cetraro, nonche' un medico legale. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare: abbiamo ricoverato la nostra piccola in strutture ospedaliere e l'abbiamo fatta visitare da tantissimi medici. Non siamo una famiglia ricca, siamo una famiglia di operai. Ma tutto quello che avevamo l'abbiamo messo in gioco. Per questo vogliamo scoprire la verita' e non vogliamo che resti impunito un eventuale responsabile. Abbiamo fiducia in tutti quelli che ci stanno intorno, e in particolare nella Procura della Repubblica di Paola, che segue le indagini sul tragico evento che ha colpito la nostra piccola famiglia, gia' sfortunata".