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I primari dell'ospedale di Lamezia denunciano precarietà

 

I primari dell’Ospedale di Lamezia denunciano “Lavoriamo nella precarietà”

16/02 "Il disagio di dover lavorare nella precarietà e nell'assenza di una qualunque programmazione" viene sottolineato, in una lettera aperta all'assessore regionale alla Sanità, dai primari delle Unità operative dell'ospedale di Lamezia Terme. "E' da mesi - scrivono i primari - che siamo costretti ad operare in assenza di qualunque organizzazione. La precedente gestione commissariale si è limitata a gestire esclusivamente il contingente-immediato-indifferibile. Nel frattempo e per le note vicende, tutte le richieste provenienti dall'area dell'ospedale di Vibo Valentia si sono assommate sul nostro ospedale. Riteniamo di aver fornito risposte con professionalità e con dedizione nell'assoluta indifferenza di chi avrebbe dovuto gestire un evento straordinario. Avremmo dovuto avere più personale, miglior adeguamento delle strutture e dei materiali. E invece delibere ferme, acquisti mancati, gare non rinnovate, personale carente". "Tuttavia - si aggiunge - abbiamo fatto fronte alle necessità indossando ogni mattina il camice per offrire le migliori prestazioni possibili ai pazienti bisognosi. Ora basta. Non siamo ulteriormente disponibili a sopportare nel silenzio l'indifferenza di chi è preposto al governo della sanità. Basta con la precarietà, basta con i mancati acquisti, basta con la mancanza di materiali essenziali nei nostri reparti, basta con turni di lavoro stressanti e massacranti, basta con la provvisorietà e basta con l'improvvisazione. Abbiamo bisogno di dirigenti che dirigono ed abbiamo bisogno di poter lavorare senza l'angoscia delle carenze. Oggi facciamo un pubblico appello a che ci sia un cambiamento sostanziale di rotta". "Dal 28 gennaio scorso - concludono i primari nella lettera - manca il direttore generale, che era stato nominato da poco, ma prima e ancora mancavano il direttore sanitario aziendale ed il direttore amministrativo. Oggi, a fronte delle carenze amministrative e direzionali che si aggravano di giorno in giorno, riteniamo che l'attuale situazione non sia ulteriormente sostenibile. Vogliamo lavorare ma pretendiamo di farlo fornendo sicurezza e non precarietà, nell'interesse dei cittadini e degli stessi operatori sanitari. Il nostro ospedale ne ha le potenzialità, come ha dimostrato: non può continuare ad essere dimenticato ed abbandonato".

 

 

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