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Processo Fortugno

 

Processo Fortugno: Marcianò poteva essere a Locri

11/02 E' ripreso stamani, davanti ai giudici della Corte d'assise di Locri, il processo a presunti mandanti ed esecutori dell'omicidio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ucciso a Locri il 16 ottobre 2005. Nel corso dell'udienza di oggi sono stati sentiti alcuni investigatori della polizia di Stato in servizio nella Questura di Reggio Calabria. Gli imputati del processo sono otto, quattro dei quali accusati dell'omicidio Fortugno: si tratta di Domenico Audino, Salvatore Ritorto, indicato come l'esecutore materiale, ed Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, che sarebbero stati i mandanti del delitto. Con l'accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso sono imputati Vincenzo Cordì, Antonio e Carmelo Dessì e Alessio Scali.

Giuseppe Marcianò poteva essere a Locri. Giuseppe Marcianò, accusato, insieme al padre, Alessandro, di essere il mandante dell'omicidio di Francesco Fortugno, avrebbe potuto essere a Locri all'ora del delitto anche se in precedenza si trovava a Cinquefrondi, dove è stato visto in un ristorante ed in un centro commerciale. E' quanto è emerso dalla deposizione dell'ispettore della squadra mobile di Reggio Calabria, Raffaello Grasso, nel processo a presunti mandanti ed esecutori dell'omicidio Fortugno. Grasso ha riferito che controllando Marcianò già mesi prima del suo arresto, gli investigatori lo seguirono nel tratto compreso tra Grotteria Mare e lo svincolo per Cinquefrondi della strada di grande comunicazione Ionio-Tirreno. Un viaggio compiuto in poco meno di 13 minuti all'andata e in poco più di 15 al ritorno. Anche mettendo la distanza tra Grotteria e Locri (una decina di chilometri), secondo l'investigatore, la presenza a Locri di Giuseppe Marcianò era possibile. I giudici della Corte d'assise di Locri hanno sentito anche un altro ispettore della mobile reggina, Salvatore Libri, che ha riferito dell'identificazione, tramite l'Interpol, di Florentin Varvaruc, di 22 anni, romeno, fratello della fidanzata di Domenico Novella, uno dei collaboratori dell'inchiesta, e che secondo la difesa potrebbe essere il misterioso giovane notato da alcuni addetti al seggio delle primarie dell'Unione dove fu ucciso Fortugno. Grasso, successivamente, ha anche riferito di avere seguito Giuseppe Marcianò in un suo viaggio in auto a Milano, evidenziando le capacità di guida del giovane. Al termine dell'interrogatorio dell'ispettore della squadra mobile reggina, l'avvocato Rosario Scarfò, difensore di Salvatore Ritorto, ha chiesto alla Corte l'acquisizione della planimetria della zona di Locri compresa tra piazza del Tribunale, dove abitava Fortugno, ed una via vicina dove abita un giovane. L'intenzione del legale è dimostrare che gli appostamenti di Ritorto in piazza del Tribunale non erano finalizzati a seguire le mosse di Fortugno, ma quelle del giovane col quale Ritorto aveva avuto un diverbio per questioni di donne. Il processo è stato aggiornato a giovedì prossimo.

 

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