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Processo Fortugno

 

Processo Fortugno: Cinque colpi colpirono Fortugno ma uno solo fu mortale

29/02 Il 16 ottobre del 2005 per uccidere Francesco Fortugno furono sparati cinque colpi di pistola, ma soltanto uno fu quello che provocò la morte del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. A riferirlo, nel processo in corso a Locri, è stato il medico legale Massimo Rizzo, che effettuò l'esame esterno del cadavere di Fortugno. Il colpo mortale, secondo quanto ha riferito Rizzo, raggiunse la vittima ad un braccio e poi rimbalzò contro un fianco, danneggiando un polmone e provocando un'emorragia interna che determinò in pochi secondi la morte di Fortugno. Gli altri quattro colpi sparati contro Fortugno provocarono solo lesioni cutanee ed uno la rottura del femore. I colpi, inoltre, secondo il medico legale, furono sparati da una distanza superiore al mezzo metro. Il processo, dopo la deposizione di Rizzo, è stato aggiornato al 5 marzo per sentire altri testi della pubblica accusa.

Sentita la madre di Cotroneo. Antonia Priolo, madre di Enzo Cotroneo, il calciatore del Locri ucciso tra il 19 e 20 marzo del 2006 a Bianco nei pressi della sua abitazione, è stata sentita come teste nel processo per l'omicidio di Francesco Fortugno. La deposizione ha riguardato il danneggiamento compiuto sei prima dell'omicidio di Fortugno a Locri contro un circolo ricreativo di proprietà della famiglia Cotroneo. Per compiere il danneggiamento, secondo quanto è emerso dalle indagini, fu utilizzata la stessa pistola, una Luger calibro nove, con la quale fu ucciso Fortugno. La donna, nella deposizione, ha confermato che fu lei ad accorgersi del danneggiamento e ad avvertire i carabinieri. Nel processo è stato sentito come teste anche il maresciallo dei carabinieri Antonio Autelitano, che all'epoca dell'omicidio di Fortugno lavorava nel Ris di Messina e svolse le indagini scientifiche sull'assassinio. Autelitano ha parlato dello stub che fu eseguito a carico dei fratelli Antonio e Salvatore Dessì, di Carmelo Crisalli, del pentito Domenico Novella e di Alessio Scali, imputati di associazione mafiosa nel processo per l'assassinio di Fortugno, in relazione al tentato omicidio a Locri di un giovane, Franco Bevilacqua. Secondo Novella, i fratelli Dessì avrebbero partecipato all'organizzazione del tentato omicidio di Bevilacqua. Autelitano, nella sua deposizione, ha riferito che lo stub eseguito sui fratelli Dessì e sugli altri imputati ha escluso che i fratelli Dessì e gli altri imputati del processo per l'omicidio di Fortugno abbiano partecipato al ferimento di Bevilacqua.

Sentiti i testi d’accusa. Nell’udienza, a Locri, in Corte d'assise, del processo per l'omicidio di Francesco Fortugno hanno deposto i testi d’accusa-. La pubblica accusa è stata rappresentata in aula dai pm della Dda di Reggio Calabria Mario Andrigo e Marco Colamonici. Imputati dell'assassinio di Fortugno sono Domenico Audino, Salvatore Ritorto, che sarebbe stato l'esecutore materiale dell'omicidio, ed Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, accusati di essere stati i mandanti. Altri quattro imputati, Vincenzo Cordì, Antonio e Carmelo Dessì e Alessio Scali, rispondono di associazione per delinquere di tipo mafioso.

 

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