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Cattura boss Condello: Le indagini

 

Cattura boss Condello: le indagini puntano al nord Italia. Attenzioni su società miste del reggino. Intesa di Confindustria Calabria contro le collusioni

23/02 Punta al nord Italia un troncone delle indagini condotte dalla Dda reggina e dai carabinieri del Ros dopo l'arresto di Pasquale Condello, "il supremo" della 'ndrangheta, arrestato lunedi' scorso dopo 20 anni di latitanza e detenuto adesso nel carcere di Spoleto (Perugia). Le indagini, in particolare, sarebbero orientate nel milanese e nel cesanate dove Condello, grazie a persone insospettabili, avrebbe riciclato immensi capitali frutto delle attività illecite della sua cosca. Tra le carte sequestrate nell'appartamento del rione Pellaro di Reggio Calabria, dove il boss si nascondeva, gli inquirenti, infatti, hanno scoperto, tra l'altro, una carta di servizi di un lussuoso albergo ubicato nella Repubblica di San Marino. Un elemento, questo, che secondo gli investigatori potrebbe confermare l'interesse della 'ndrangheta per il piccolo stato dei ''capitani reggenti" e per le sue innumerevoli attività finanziarie. Tra l'altro, l'interesse di Condello per il centro-nord italiano era già emerso da inchieste condotte negli anni scorsi. Una di queste aveva messo in luce le articolazioni militari e finanziarie della cosca. Sul fronte economico, era amerso dall'inchiesta, la cosca poteva contare su Alfredo Ionetti, che era riuscito a mettere in campo un impero di circa 50 milioni di euro, tra immobili e beni mobili, attività commerciali, tra Roma e Cesena. Allo stesso Ionetti i carabinieri del Ros avevano sequestrato un conto corrente in una banca di Montecarlo intestato a suo nome, ma riconducibile sempre a Condello, sul quale era depositato un milione di euro.

Interessi su società miste del reggino. Il boss della 'ndrangheta Pasquale Condello aveva indirizzato la sua attenzione su alcune societa' miste pubblico-private del reggino. E' l'ipotesi formulata dagli investigatori dopo il ritrovamento, nell'appartamento del rione Pellaro, alla periferia sud di Reggio Calabria, dove Condello si nascondeva, di una cinquantina di biglietti nei quali si parlava, appunto, dell'attività di alcune società. Nell'appartamento è stata trovata anche documentazione relativa ad alcune società di servizi come la Leonia Spa, la società mista incaricata della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi e urbani del comune di Reggio Calabria. Tra il materiale sequestrato i carabinieri del Ros hanno trovato anche richieste di raccomandazioni e messaggi ai familiari. Inoltre sono state trovate numerose fotografie che ritraggono attività connesse all'edilizia. Per tale motivo, gli investigatori stanno orientando la loro attenzione anche sui cantieri edili della città. Nel rifugio del "supremo", sono anche stati trovati oggetti di valore: tre diamanti, anelli trilogy, accendini pregiati griffati. L'opera di sequestro e catalogazione, comunque, non è ancora ultimata. Magistrati della Dda e carabinieri del Ros stanno cercando tra il materiale trovato indizi e elementi che possano squarciare il velo delle complicità di cui ha goduto Condello e che gli ha consentito di sfuggire alle forze dell'ordine per 20 anni.

Intesa di Confindustria Calabria contro le collusioni. ''Il 7 marzo firmeremo insieme a Confindustria Sicilia il protocollo d'intesa per proscrivere gli imprenditori che abbiano rapporti diretti o indiretti con la mafia e la 'ndrangheta: lo avevamo gia' concordato nel mese di gennaio". E' quanto afferma in una nota il Presidente di Confindustria Calabria, Umberto De Rose. "Siamo - ha aggiunto - un'associazione sana che non accetta compromessi con la criminalità: e questo nessuno lo può mettere in dubbio. La criminalità è un grande cancro per il meridione: ma anche le inefficienze e le deficienze del sistema politico non sono da meno". Il presidente di Confindustria Calabria pensa che il meglio per il futuro è un "governo Letta. E' il sogno che molti imprenditori hanno, ma lo dico nel modo più apartitico e disinteressato possibile"

Boss Condello “Non sono Provenzano, sono io”: Non ha gradito gli accostamenti con i capi mafia siciliani, Pasquale Condello, ''il supremo" della 'ndrangheta, arrestato lunedi' scorso. A investigatori ed inquirenti che lo hanno visto nei giorni successivi, secondo quanto si è appreso, avrebbe fatto chiaramente capire di essere "solo e soltanto" Pasquale Condello. Un nome, in effetti, rilevano in ambienti investigativi, più che sufficiente a delinearne la caratura e lo spessore criminale, senza bisogno di scomodare i pari grado siciliani. Anche il termine pizzini, utilizzato per indicare gli appunti scritti a mano dal boss e trovati in una cassaforte a muro nell'appartamento dove è stato arrestato, non è piaciuto al boss. Intanto perché ha detto e ribadito a chi lo ha visto e sentito in questi giorni, che si tratta solo di lettere ai propri familiari. E poi perché i boss della 'ndrangheta tengono alla propria calabresita'. Un concetto che in passato è stato manifestato più volte dai boss catturati alle forze dell'ordine ed ai magistrati.

 

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