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Arrestato il boss Condello

A casa del boss Condello più pizzini che a casa di Provenzano. Il boss trasferito in elicottero

19/02 ''Bernardo Provenzano in confronto era un dilettante''. La battuta sfugge ad un investigatore, ma ben sintetizza l'uso metodico che ''il supremo'' della 'ndrangheta, Pasquale Condello, finito nella rete della giustizia dopo 20 anni di latitanza, faceva dei ''pizzini'', i biglietti con gli ordini per gli affiliati resi famosi dal capo della mafia siciliana. Di ''pizzini'' Condello ne scriveva molti. E molti ne sono stati trovati nella casa del rione Pellaro, alla periferia sud di Reggio Calabria, dove il boss viveva da alcune settimane. Adesso potrebbero diventare una miniera di informazioni utili a scardinare l'intero organigramma della cosca. E' per questo che neanche una mezza frase di quelle vergate a mano da Condello penetra il muro di riserbo innalzato dagli investigatori. ''Non vogliamo assolutamente citare quanto e' contenuto in quei manoscritti - spiegano gli inquirenti - perche' vogliamo prima decriptarli poiche' si tratta senza dubbio di messaggi cifrati. Non vorremmo che quelle parole possano offrire un'arma di difesa ai suoi complici''. Nei ''pizzini'' di Condello non ci sono codici cifrati, ma tanti soprannomi e parole che gli investigatori sono convinti siano state utilizzate con un senso diverso da quello reale. Condello, comunque, non viveva di soli ''pizzini''. Amava l'abbigliamento griffato e trascorreva le sue giornate nella lettura di celebri autori accompagnata da un sorso di champagne francese di marca (ne sono state trovate tre bottiglie nell'appartamento in cui e' stato bloccato) in un ambiente confortevole, ma non lussuoso. Un appartamento, dicono adesso gli investigatori, che riflette il carattere del boss. Anche ai carabinieri, infatti, Condello, infatti, ha trasmesso la sensazione di avere di fronte un vero capo di 'ndrangheta con quella ''correttezza'' criminale che deriva dal suo ruolo. Quando i militari lo hanno immobilizzato si e' limitato a dire: ''Non c'entro niente con queste inchieste, con la guerra di mafia e con le nove ordinanze che avete emesso nei miei confronti''. Parole che non hanno in alcun modo scalfito la convinzione dei carabinieri di avere centrato un risultato ''storico''. La ''caccia'' a Condello era iniziata nel 1988. Il boss, dopo essere stato arrestato per associazione mafiosa, usufrui' dell'istituto, allora in vigore, della cauzione. Verso' 100 milioni delle vecchie lire allo Stato, usci di carcere e si dileguo'. Da allora e' stato tutto un inseguire ed un fuggire. Negli ultimi mesi, i Ros avevano intensificato gli sforzi, aumentato i pedinamenti, gli appostamenti, i controlli, senza poter contare sulla collaborazione di nessuno della cosca. Nelle ultime settimane, giorno dopo giorno, nei segugi dell'Arma e' maturata la convinzione che Condello si nascondesse in un appartamento situato in un paio di edifici nel rione Pellaro. Ieri sera il blitz. Un centinaio di carabinieri del Ros e del Goc, il Gruppo operativo Calabria, hanno circondato gli edifici, poi, piccole squadre composte da cinque militari hanno fatto irruzione in alcuni appartamenti. Ed in uno hanno trovato il superlatitante. Dopo la notte trascorsa nella sede della Scuola allievi carabinieri, stamani, il ''supremo'', capelli e baffi bianchi, irriconoscibile rispetto alle foto segnaletiche, e' stato fatto salire a bordo di un elicottero dell'Arma per essere trasferito in un carcere di massima sicurezza del nord. Tra i due carabinieri del Ros, Condello e' apparso tranquillo, assumendo l'atteggiamento del vero capo. ''Sono certo della graniticita' di Pasquale Condello. Ha dimostrato di essere un autentico rappresentante dell'antistato e non, fatemelo dire, un tragediatore'', e' stato il commento del coordinatore della Dda reggina, Salvatore Boemi.

Non c’entro niente. "Non c'entro niente con queste inchieste, con la guerra di mafia e con le nove ordinanze che avete emesso nei miei confronti": sono state queste le parole che il boss indiscusso della 'ndrangheta, Salvatore Condello, ha detto ai carabinieri del Ros che nella tarda serata di ieri lo hanno arrestato nel rione Pellaro a Reggio Calabria. Vestito con capi di abbigliamento di marca, Condello, con il suo atteggiamento, ha trasmesso ai carabinieri la percezione di avere di fronte un vero capo di 'ndrangheta con una personalità improntata alla "correttezza" che gli deriva dal ruolo in seno alla criminalità organizzata.

Condello trasferito in elicottero fuori Calabria. Cinque minuti prima delle dieci di stamani l'elicottero dei carabinieri Agusta Bell 412 ha mosso le pale per raggiungere una destinazione fuori Calabria con dentro il boss Pasquale Condello, 58 anni, catturato nella tarda serata di ieri dopo 18 anni di latitanza. Condello, preso nel rione Pellaro a sud della città, è apparso in buone condizioni di salute, con baffi e capelli ingrigiti, vestito con un giubbotto nero e pantaloni grigi. Al momento del suo trasbordo sull'elicottero insieme al Ros dei carabinieri erano presenti decine di giovani allievi dell'Arma nella loro uniforme di servizio. Una dimostrazione - è stato fatto notare - di forza dello Stato, un segnale di grande efficacia e di capacità operativa dell'Arma. Secondo quanto è stato riferito dai carabinieri, Pasquale Condello sarà portato in una prigione di massima sicurezza fuori dalla Calabria. Nei prossimi giorni sarà interrogato sui 18 anni che lo hanno visto sanguinoso protagonista della storia della 'ndrangheta di Reggio Calabria e provincia. Sui particolari della cattura, se ne sapra' di più tra circa un'ora quando nella sede del Comando provinciale di Reggio Calabria i procuratori della Repubblica Franco Scuderi e Salvatore Boemi, il comandante del Ros, gen. Giampaolo Ganzer incontreranno i giornalisti per raccontare il successo dello Stato nella lotta alla 'ndrangheta.

Condello tra champagne e Garcia Marquez. Chissà se in quelle pagine che narrano lo spaccato di vita dei paesi sudamericani, soffocati dalle lunghe dominazioni ma vitali fino all'esasperazione, riscontrava similitudini con la sua realtà reggina, oppure se era stato incuriosito dal titolo che poteva richiamare, in qualche modo, la sua condizione di latitante super ricercato. Fatto sta che il boss della 'ndrangheta Pasquale Condello, ''il supremo", amava leggere il capolavoro di Gabriel Garcia Marquez, "Cento anni di solitudine". Spulciando, infatti, tra le cose nell'appartamento del rione Pellaro, alla periferia sud di Reggio Calabria, dove il boss si era rifugiato nelle ultime settimane, i carabinieri del Ros hanno fatto una scoperta singolare, se non sorprendente per l'altissimo spessore criminale dell'interessato. Accanto a immagini sacre, pizzini, documenti vari e bottiglie di champagne francese di marca, hanno trovato numerosi libri di celebri autori. Condello mostrava insomma una spiccata predilezione per la cultura. Oltre a "Cento anni di solitudine", i carabinieri hanno trovato un testo di Italo Calvino, un altro dell'autore sudamericano Paulo Coelho e l'ultimo romanzo dell'autore afghano Khaled Hosseini "Mille splendidi soli", che ha bissato da poco il successo de "Il cacciatore di aquiloni". La lettura e la cultura, dunque, come antidoto alla solitudine indotta da una latitanza durata 20 anni. Condello trascorreva le sue lunghe giornate nascosto nei più svariati rifugi, e sempre pronto a scappare, immergendosi nella lettura. Ma senza mai dimenticare di essere "il supremo" della 'ndrangheta, non solo reggina. E cosi', accanto a Marquez, Calvino ed Hosseini, Condello teneva sempre con se la fida pistola, una Walter Ppk calibro 7,65.

Condello bloccato da 5 cc. E' stato un "commando" di cinque carabinieri del Ros a bloccare ed ammanettare il boss della 'ndrangheta Pasquale Condello prima che potesse anche solo pensare di reagire. I Ros, al termine di un'attività andata avanti senza sosta da anni, ulteriormente intensificata negli ultimi mesi e basata, spiega un investigatore "su un'attività esclusivamente tecnica e senza nessuna collaborazione", avevano avuto la certezza che il latitante si nascondesse in uno degli appartamenti di due palazzine nel rione Pellaro, alla periferia sud della città. Sul posto sono giunti un centinaio di carabinieri del Ros e del Goc, Gruppo operativo Calabria, che hanno circondato gli edifici. Quindi sono entrate in azione piccole squadre che hanno mirato a 8-9 appartamenti, in uno dei quali è stato bloccato Condello.

Grasso “In Calabria lo Stato c’è e si vede”. "In Calabria lo Stato c'é e si vede. E questo è certamente un punto fermo, in una terra dove è facile la rassegnazione e la diffidenza". Così il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha commentato l'arresto del boss della 'ndrangheta, Pasquale Condello, incontrando i giornalisti insieme al coordinatore della Dda reggina, Salvatore Boemi, ai pm Giuseppe Lombardo e Domenico Galletta, al comandante del Ros dei carabinieri, gen. Giampaolo Ganzer, al comandante della divisione Culqualber, gen. Giuseppe Barraco ed al comandante della Regione carabinieri Calabria, gen. Marcello Mazzuca. ''Però - ha aggiunto Grasso - quando si hanno questi successi avvertiamo un ritorno di maggiore predisposizione dei cittadini ad aprirsi, a collaborare con le forze dello Stato. C'é chi pensa che la Calabria sia abbandonata ma posso dire che noi magistrati, forze dell'ordine, carabinieri, qui ci siamo. In tal senso mi auguro che tutti gli altri si manifestino con comportamenti e atti coerenti". "Il primo pensiero per il successo di questa operazione - ha poi detto Grasso - intendo rivolgerlo ai ragazzi dell'Arma dei carabinieri che con grande sacrificio sono riusciti ad assicurare alla giustizia un pericoloso latitante come Pasquale Condello. Il loro lavoro è l'esempio migliore per le nostre speranze, per il nostro futuro del Paese". Il procuratore nazionale antimafia, infine, ha rivolto un appello "anche ai giovani delle famiglie di 'ndrangheta per un futuro diverso fatto di elevazione culturale per spingerli a lavorare come classe dirigente legale e non come rampolli criminali di questa terra''.

Gratteri “Cade il mito dell’invincibilità”. "Con l'arresto di Condello cade il mito dell'invincibilità, è un'iniezione di fiducia per la gente nei confronti delle istituzioni". Lo ha detto Nicola Gratteri, magistrato della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria parlando ai microfoni di Ecoradio. "Ora c'é un scombussolamento nell'elite della 'ndrangheta - ha aggiunto Gratteri secondo quanto riporta un comunicato dell'emittente - c'é un problema di successione, di impostazione e indirizzi nei confronti delle istituzioni, del potere economico e dei grandi affari: traffico di droga e riciclaggio. Condello aveva un potere decisionale condizionante, grandi doti di equilibrio e riusciva a far rispettare il suo dominio, le sue idee". "I tanti arresti registrati negli ultimi tempi - ha detto ancora il magistrato - significano che l'elite della polizia giudiziaria italiana è la migliore al mondo. Ci sono grandi uomini soprattutto nelle Forze dell'Ordine che, rimettendoci molte volte lo straordinario, portano avanti queste operazioni. Purtroppo cambierà molto poco: servono delle modifiche normative per poter parlare di giro di boa e contenere l'avanzata, l'arroganza delle mafie nella pubblica amministrazione, nell'economia, nel terziario e nella grande distribuzione. "Bisogna anzitutto abolire il patteggiamento in appello - ha proseguito Gratteri - al fine di impedire che pene in primo grado a 24, 25 anni di carcere si riducano in appello a sette, otto anni. Le pene sono ridicole il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso è punito con pene bassissime rispetto alla pervasività e lo sfascio che provoca nell'economia, nella democrazia un capo mafia, un mafioso". Su quali siano le cause che impediscono la modifica normativa, Gratteri si rivolge al mondo politico: "In dieci giorni si fa l'indulto - ha detto - ma non si trova il tempo per queste modifiche. Nella sostanza tutti i partiti dicono che c'é un problema mafia, criminalità organizzata. La mafia vota e fa votare, porta voti da destra a sinistra, non ha ideologia, sostiene il cavallo vincente".

Boemi “Chiusa un epoca scritta col sangue”. ''Con l'arresto di Condello si chiude un'epoca scritta con il sangue di molti reggini". A dirlo è stato il coordinatore delle Dda di Reggio Calabria, Salvatore Boemi. "Con l'operazione di ieri sera - ha aggiunto - si è chiuso il cerchio con i protagonisti delle guerre di mafia degli anni '80 e '90 che adesso o sono in galera o sono stati uccisi. Non vi è dubbio che quello di Pasquale Condello è un arresto di straordinario valore sociale e civile. A lui si è pervenuti grazie ad un lavoro di gruppo, non con la logica del singolo inquirente o del singolo magistrato sceriffo, ma lavorando insieme, come ci ha insegnato Giovanni Falcone". "Ieri sera abbiamo vinto una partita - ha sostenuto Boemi - ma da domani siamo pronti a proseguire questa battaglia. Voglio dire, senza enfasi, che siamo tornati nuovamente forti. Abbiamo con noi l'esperienza e il talento di giovani colleghi e per questo ci sentiamo speranzosi per ottenere altri successi". "Appena ho appreso dell'arresto di Condello - ha poi raccontato Boemi - sono corso ad abbracciare il colonnello Valerio Giardina e tutti gli uomini del Ros vedendo in loro l'insieme dell'Arma che mai in questi anni ha abbassato la guardia contro la criminalità organizzata a Reggio e in provincia". "Devo dire però - ha proseguito - che stiamo giocando una partita contro un mondo criminale come se fossimo in uno stadio ed i tifosi non partecipano per la squadra di casa. E' necessario quindi che tutti i cittadini abbiano più fiducia e collaborino di più con noi". Boemi ha concluso dicendosi certo "della graniticità di Pasquale Condello. Ha dimostrato di essere un autentico rappresentante dell'antistato e non, fatemelo dire, un tragediatore".

I pizzini nascondono messaggi da decifrare. Sono al vaglio degli investigatori che stanno cercando di decifrarli nel dettaglio, i numerosi pizzini trovati nel rifugio del boss Pasquale Condello, arrestato nella tarda serata di ieri. "Non vogliamo assolutamente citare quanto è contenuto in quei manoscritti - hanno detto gli inquirenti - perché vogliamo prima decriptarli poiché si tratta senza dubbio di messaggi cifrati. Non vorremmo che quelle parole possano offrire un'arma di difesa ai suoi complici".

Tra gli arrestati il proprietario dell’appartamento. E' il proprietario dell'appartamento in cui è stato trovato il boss della 'ndrangheta, Pasquale Condello, la persona arrestata ieri sera dai carabinieri del Ros nell'irruzione che ha consentito di bloccare il super latitante. Si tratta di Antonino Chillà. L'uomo era il cugino di Salvatore Pellegrino, di 66 anni, ucciso in un agguato il 5 luglio dello scorso anno a Gioia Tauro. Pellegrino, conosciuto come "l'uomo mitra", negli anni settanta, fu coinvolto in una faida che vide fronteggiarsi le famiglie dei Gioffré con quella dei Pellegrino. In occasione del funerale di una delle vittime della faida, Pellegrino si presentò armato di una mitra facendo scappare tutti coloro che partecipavano al rito. Da qui il soprannome di "uomo mitra". Insieme a Chillà, accusato di favoreggiamento, nel blitz dei carabinieri del Ros che ha portato alla cattura di Condello, sono stati arrestati anche il nipote del boss, Giandomenico Condello, di 28 anni, ed il genero, Giovanni Barillà, di 30. Questi ultimi due, essendo parenti del latitante, sono accusati di procurata inosservanza di un provvedimento dell'autorità giudiziaria, con l'aggravante di aver agito per agevolare attività di associazione di tipo mafioso.

Pizzini in codice. Numerosissimi pizzini sono stati trovati dai carabinieri del Ros nell'appartamento dove si nascondeva Pasquale Condello, "il supremo" della 'ndrangheta, arrestato nella tarda serata di ieri. Il superboss utilizzava in maniera metodica il sistema della comunicazione scritta con gli affiliati per impartire ordini e dare disposizioni. ''Bernardo Provenzano - ha commentato un investigatore - in confronto era un dilettante". Già durante la fase delle indagini, i Ros dei carabinieri avevano intercettato alcuni di questi pizzini. Il boss utilizzava una terminologia che i carabinieri stanno cercando di decifrare nel dettaglio, associando ai soprannomi utilizzati da Condello nomi reali di persone, e ad alcune terminologie il vero significato inteso dal boss. Nell'appartamento nel rione Pellaro di Reggio è stata trovata anche numerosa documentazione adesso al vaglio degli investigatori.

Latitante dal 1988. Pasquale Condello, "il supremo" della 'ndrangheta, arrestato ieri sera dai carabinieri del Ros, era latitante dal 1988 dopo essere stato scarcerato dietro il pagamento di una cauzione di 100 milioni delle vecchie lire. All'epoca il boss era stato arrestato per associazione mafiosa, ma uscì dal carcere sfruttando l'istituto, allora in vigore, della scarcerazione per cauzione. Da allora Condello ha fatto perdere ogni traccia.

Gen. Ganzer “Lunghi anni di indagini”. L'arresto di Pasquale Condello "é frutto di un corale impegno senza soluzione di continuità di lunghi anni di indagini". A dirlo è stato il comandante del Ros dei carabinieri, gen. Giampaolo Ganzer. "Come carabinieri - ha spiegato - abbiamo messo al primo posto la ricerca dei grandi latitanti, ma insieme a questa attività non è stato mai disgiunto l'obiettivo della disarticolazione delle cosche di appartenenza". "La cattura di Condello - ha proseguito il comandante del Ros - si è sviluppata per tappe, concentricamente, riducendo i suoi fiancheggiatori e demolendo e aggredendo il livello economico della sua cosca. Non si è trattato quindi di un episodio occasionale. Nel corso delle intercettazioni abbiamo saputo del 'malanimo' della cosca contro i magistrati inquirenti ed i carabinieri impegnati nelle indagini e questo ci ha spinti e motivati di più nel nostro lavoro di ricerca".

Veltroni, complimenti ai carabinieri. ''Egregio Comandante, voglio esprimerLe a nome del Partito Democratico e mio personale tutti i miei complimenti per l'operazione che ha portato alla cattura del boss Pasquale Condello. C'é da essere orgogliosi dell'impegno profuso dai Carabinieri e da tutte le forze dell'ordine insieme alla magistratura per ristabilire la legalità e combattere la criminalità organizzata. L'avere, con indagini difficili e lunghissime, catturato un pericoloso latitante considerato tra i capi della 'ndrangheta e' un risultato straordinario che va salutato con orgoglio e di cui tutti i cittadini della Calabria e d'Italia vi sono grati". Questo il messaggio che Walter Veltroni, Segretario del Partito Democratico,ha inviato al Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, per l'operazione che a portato alla cattura del boss della 'ndrangheta Pasquale Condello. ''La prego -si legge ancora nel messaggio- di estendere le mie congratulazioni e i miei ringraziamenti a quanti hanno direttamente o indirettamente collaborato all'operazione e, più in generale, a tutti gli uomini delle forze dell'ordine impegnati nella difficile lotta per affermare la legalità e sconfiggere la criminalità. In questo momento il mio pensiero va anche a tutti i familiari delle vittime provocate dalla 'ndrangheta e dall'opera criminale del boss Condello."

Loiero “Ora debellare il clan delle imprese”. ''L'arresto di un boss del calibro di Pasquale Condello rende un po' più libere dal potere criminale Reggio e la Calabria". E' quanto ha detto il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero che si trova a Roma e stamani ha avuto un colloquio con il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso "al quale - riferisce una nota - ha espresso anche l'apprezzamento per la quotidiana attività della magistratura contro i clan che vorrebbero tenere prigioniera la Calabria". "Per questo intendo congratularmi - ha aggiunto Loiero - sia con i carabinieri che hanno scovato il superlatitante, sia con i magistrati della Dda di Reggio che non hanno mai rinunciato a vederlo in manette. A tutti loro va il grazie di quella Calabria che non intende mollare. C'é ancora molto da fare ma ci sono uomini che lavorano per dare sicurezza ai cittadini e bonificare la società calabrese dagli inquinamenti di una mafia pervasiva". "E tutto ciò - ha affermato ancora -lo dico come presidente di una Regione che paga ritardi enormi sulla via dello sviluppo proprio per la presenza sul territorio di clan-imprese predatrici di risorse destinate alla crescita, ci consola e ci fa ben sperare. C'é molto da lavorare ma fatti come l'arresto di un personaggio considerato il 'supremo' della 'ndrangheta, accrescono la speranza dei calabresi onesti di poter vivere in una regione normale. Mi auguro che anche sull'onda del successo che un arresto così significa, continui con ancora maggiore determinazione l'attività investigativa per assicurare alla giustizia boss e gregari"

Donnici “La ndrangheta si può sconfiggere”. "E' un giorno importantissimo per la Calabria. Se i suoi grandi capi cadono sotto la straordinaria azione di contrasto di magistrati e forze dell'ordine significa che la 'ndrangheta si puo' sconfiggere". A sostenerlo è l'eurodeputato Beniamino Donnici commentando dell'arresto del boss Condello a Reggio Calabria. "Alla magistratura e ai carabinieri del Ros va il plauso di tutti i calabresi - aggiunge Donnici - tocca adesso alla politica, anche in questo passaggio elettorale, dimostrare che é capace di un forte segnale di trasparenza, pulizia e discontinuità". "Solo bonificando le zone d'ombra in cui politica, economia deviata e criminalità colludono - sostiene ancora Donnici - questo successo non sarà un episodio ma l'inizio di una stagione di liberazione e riscatto nella quale attivamente coinvolgere ogni segmento della società civile".

Bianchi “Fiducia nelle istituzioni”. ''La notizia dell'arresto di Pasquale Condello e' un segnale forte di fiducia verso le istituzioni calabresi che lottano contro la criminalita' organizzata''. E' quanto afferma la parlamentare calabrese del Partito Democratico Dorina Bianchi in riferimento all'arresto del boss Pasquale Condello. ''Alla Magistratura e ai ROS, autori dell'importante operazione, e' doveroso - ha concluso l'On. Dorina Bianchi - esprimere un sentito ringraziamento per aver ancora una volta dimostrato che la 'ndrangheta puo' essere indebolita e colpita al cuore''

Bruno “Arresto che alimenta speranza”. ''Quello ottenuto dai carabinieri dei Ros con l'arresto del numero uno della 'ndrangheta calabrese e' un ulteriore grande risultato nella lotta alla criminalità organizzata che si somma ad una serie di colpi inferti alle cosche mafiose che non ha precedenti". A sostenerlo, in una nota, è il senatore Franco Bruno, del PD. "Un altro boss in manette - prosegue Bruno - alimenta la speranza di sconfiggere una volta per tutte la criminalità organizzata calabrese ed è per questo che vogliamo aggiungere il nostro plauso ai magistrati e ai Carabinieri che compiendo tale operazione mostrano ancora una volta il notevole livello di preparazione raggiunta nello svolgimento del loro delicatissimo compito"

Laganà “Ulteriore successo dello Stato”. "I Carabinieri e la Dda di Reggio Calabria hanno segnato un altro successo per lo Stato". E' quanto afferma in una nota la componente della commissione parlamentare antimafia, Maria Grazia Laganà Fortugno, circa l'arresto del boss Pasquale Condello. "L'azione delle forze di polizia e della magistratura - aggiunge - sta dando risultati molto positivi in tutto il territorio calabrese e sta colpendo anche le filiazioni nel territorio italiano. E' una strategia vincente che deve essere affiancata da una risposta sempre più forte da parte di tutta la società calabrese"

Lumia “Lavoro paziente e perfetto”. ''I carabinieri e la Dda di Reggio Calabria hanno portato a termine un lavoro paziente in maniera perfetta". E' quanto afferma in una nota il vice presidente della commissione parlamentare antimafia, Giuseppe Lumia, circa l'arresto del boss Pasquale Condello. "E' stato assicurato alla giustizia un boss - aggiunge - che non aveva esitato a scatenare una guerra violentissima e che ancora adesso era il principale riferimento per tutti i traffici del reggino. Ora bisogna continuare l'azione colpendo ancora le cosche in un momento di debolezza e di disorganizzazione, impedendo che si scateni una lotta per la successione". "Peraltro - conclude Lumia - in quella parte del territorio calabrese c'é stato da poco l'omicidio di Rocco Molé e due eventi così a poca distanza di tempo sono sicuramente un fattore di tensione fortissimo".

Mancini “Un successo importante”. ''La cattura di Pasquale Condello rappresenta un successo importante nella lotta contro la criminalità organizzata": così Giacomo Mancini del Partito Socialista. "Mi complimento con i Ros dei Carabinieri e con gli apparati dello Stato -ha continuato il capogruppo socialista in commissione Antimafia- che hanno reso possibile questa brillante operazione.Adesso sarà compito della magistratura inquirente svelare la rete di protezione che ha reso possibile al boss una così lunga latitanza in Calabria"

Morrone “Lo Stato vicino ai calabresi”: "Questi arresti servono a far sentire ai calabresi che non sono soli, che lo Stato è vicino e combatte al loro fianco la dura battaglia con le mafie". E' quanto afferma in una nota il parlamentare dell'Udeur, Ennio Morrone, circa l'arresto del boss Pasquale Condello. "Desidero - aggiunge - esprimere i miei più vivi complimenti ai Carabinieri per la brillante operazione che ha portato all'arresto del boss Pasquale Condello. Successi di questo tipo sono importanti per più di una ragione. Innanzitutto perché servono a colpire e indebolire la criminalità organizzata. In secondo luogo, poi, fanno capire a tanti giovani tentati di cedere alle lusinghe dei boss che in Italia i criminali vengono perseguitati e raggiunti dalla giustizia anche se sono potenti e ben protetti".

Napoli “Duro colpo alla criminalità”. "La cattura di Pasquale Condello, superboss della 'ndrangheta reggina e latitante da 18 anni, avvenuta ieri sera, segna certamente un altro duro colpo alla criminalita' organizzata calabrese". E' quanto afferma, in una nota, il deputato di An, Angela Napoli, componente della Commissione parlamentare antimafia esprimere "viva soddisfazione per questa importantissima operazione". "Formulo sincere congratulazioni ai Ros ed al Goc dei carabinieri ed ai Magistrati della Dda di Reggio Calabria - prosegue Napoli - la cui attività d'intelligence ha prodotto tale risultato. La cattura dello storico boss, Pasquale Condello, scovato nella periferia di Reggio Calabria, evidenzia, ancora una volta, i grossi favoreggiamenti dei quali godono questi criminali e le loro potenzialità nel continuare a gestire, pur da quello 'status', le attività illecite ed il dominio del loro stesso territorio di residenza". "Occorre adesso - sostiene la parlamentare - continuare ad essere ben vigili sulle 'nuove leve' che sicuramente aspirano ad occupare i posti di 'potere' all'interno delle varie cosche della 'ndrangheta, alla luce anche degli importanti flussi di denaro, derivanti sia dai finanziamenti pubblici che dalle varie attivita' illecite"

N. Oliverio “Duro colpo alle cosche”. "Con l'arresto del superlatitante Pasquale Condello lo Stato ha messo a segno un altro duro colpo contro la 'ndrangheta e contemporaneamente ha dato un nuovo segnale di speranza e di fiducia all'intera Calabria". E'quanto afferma in una nota il parlamentare del Partito Democratico, Nicodemo Oliverio, circa l'arresto di Pasquale Condello. "Un ringraziamento particolare, quindi - aggiunge Oliverio - va alla magistratura antimafia di Reggio Calabria, ai Carabinieri ed a tutte le forze dell'ordine, che da sempre, in silenzio e con grande spirito di servizio, continuano a combattere contro il grande male di questa terra, la criminalità organizzata".

Santelli “Colpo durissimo”. ''I miei più vivi complimenti ai Ros dei Carabinieri e a tutti coloro che hanno collaborato a questa importante operazione. La fermezza e la professionalità investigativa hanno consentito di assestare un colpo durissimo alla criminalità organizzata calabrese". E' quanto afferma l'on. Jole Santelli, responsabile sicurezza di Forza Italia e componente della Commissione anmtimafia, commentando l'arresto del boss della 'ndrangheta Pasquale Condello. ''Certo, il fatto che Condello pur essendo in cima alla lista dei super latitanti più pericolosi si nascondesse in Calabria - sostiene Santelli - è un segnale del grave senso di impunità della cosche oltre che dell'esistenza di una rete di copertura che consente ai boss di gestire i propri affari come se niente fosse". "Se si vuole smantellare la rete criminale che ha messo in ginocchio la Calabria - conclude la parlamentare - non ci si può consentire alcun calo di attenzione ed occorre perseverare nell'attività investigativa e di repressione come si è fatto finora".

Naccari “Segnale forte dello Stato”: ''La presenza autorevole a Reggio del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha coinciso, con il segnale piu' forte che lo Stato potesse dare ai suoi cittadini in questo particolare momento storico''. E' quanto afferma Demetrio Naccari Carlizzi, assessore regionale al Bilancio commentando la notizia della cattura del super-boss della ndrangheta calabrese, Pasquale Condello. ''Intendo, per questo - prosegue Naccari - esprimere le mie piu' sincere congratulazioni al Ros ed al Goc dei Carabinieri che, in un perfetto lavoro d'intelligence, hanno assestato un altro colpo mortale a quella che e' ritenuta, a ragione, la piu' potente organizzazione criminale del mondo''. ''Operazioni come questa - prosegue Naccari - contribuiscono a ridestare la speranza in tutti i calabresi che vogliono liberarsi dal giogo della criminalita' organizzata consentendo, quindi, allo Stato, di riaffermare il proprio autorevole potere di contrasto al ramificarsi della logica distruttiva della 'ndrangheta dentro e fuori i nostri confini nazionali. E' necessario che per realizzare quelle condizioni di 'tempi duri per la ndrangheta' di cui ha parlato il procuratore Boemi, si prenda coscienza dell'importanza di questo successo, come quello della cattura di altri pericolosi latitanti''. ''A cio' - sostiene ancora l'assessore Naccari - occorre associare una strategia integrata di azioni di smantellamento delle organizzazioni criminali di Reggio Calabria e dell'intera provincia. Dal loro canto i cittadini devono sostenere, coralmente, un gruppo di magistrati che lavora, non sempre in condizioni favorevoli, al fine di sradicare, con una preponderante forza d'urto, la logica criminale che tarpa le ali allo sviluppo della Calabria''

De Gaetano “Grande forza dello Stato”. ''Esprimo grande soddisfazione per la brillante operazione condotta nelle ultime ore a Reggio Calabria dalla Magistratura e dai ROS dei Carabinieri culminata nella cattura del più noto dei ricercati della criminalità organizzata reggina e calabrese". E' quanto afferma il consigliere regionale Nino De Gaetano, presidente della Commissione consiliare contro il fenomeno della mafia, commentando l'arresto di Pasquale Condello. "Azioni importanti come questa - prosegue de Gaetano - oltre ad infliggere alla criminalità un duro colpo assumono un forte significato simbolico perché dimostrano la forza dello Stato e della Istituzioni nei confronti della 'ndrangheta e ridanno fiducia ai cittadini della nostra terra''. "L'auspicio rimane quello che questa azione di contrasto - prosegue De Gaetano - si intensifichi e proceda con maggiore forza per colpire i pericolosi intrecci del potere mafioso, politico e massonico che inquinano la Calabria. L'azione della Magistratura va accompagnata da una idonea opera di sostegno da parte della società calabrese. Occorre cioé un moto di orgoglio della gente sana di Calabria per contrastare adeguatamente qualsiasi coinvolgimento della 'ndrangheta nella vita economica e sociale della nostra terra''

Laratta “Lo Stato fa la sua parte, ora tocca ai cittadini”: ''La mafia Spa in Calabria è arrivata al collasso. Un colpo dopo l'altro sta cedendo alla forte pressione esercitata dallo Stato". E' quanto afferma, in una nota, il deputato dell'Ulivo, Franco Laratta. "Magistrati e Forze dell'Ordine - prosegue Laratta - stanno facendo di tutto per assicurare alla giustizia i mafiosi, ma c'é bisogno che i cittadini facciano anche la loro parte per accelerare il processo di bonifica. Se la 'ndrangheta e' arrivata a questi livelli, lo dobbiamo in gran parte all'omertà diffusa, fenomeno divenuto nel tempo il miglior alleato delle cosche. Serve uno scatto d'orgoglio". "I calabresi devono coraggiosamente operare un 'parricidio' culturale rispetto al passato - sostiene ancora Laratta - solo così possiamo sconfiggere il male secolare della nostra regione . Dobbiamo combatterlo per dare un futuro alle nuove generazioni che sul nostro sottosviluppo ci chiedono giustamente conto. Anche la politica deve esercitare forte il suo ruolo per contrastare la corruzione, il malaffare e le commistioni tra poteri politici e criminali. Deve assumere coraggiosamente decisioni che vadano in direzione di un reale cambiamento, a cominciare da una rigorosa selezione dei candidati come ha ricordato il nostro viceministro dell'Interno, Marco Minniti"

 

 

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