Dir.resp. Pippo Gatto

Sei arresti per la rapina in casa di due donne a S.Donato di Ninea, una delle quali morì per le botte

01/02 Sei persone sono state arrestate dai carabinieri con l'accusa di essere responsabili della rapina fatta il 4 luglio scorso a San Donato di Minea, nell'abitazione di due donne, che furono imbavagliate e picchiate ed una delle quali morì dopo alcuni giorni in ospedale per le ferite riportate. Le sei persone arrestate dai militari della compagnia di Castrovillari sono un vicino di casa e parente delle due donne, che avrebbe fatto da basista; un sorvegliato speciale e la sua convivente, accusati di essere stati i mandanti, e i tre presunti esecutori materiali della rapina. Le due donne furono picchiate, secondo quanto emerso dalle indagini, perché non vollero rivelare ai banditi il nascondiglio in cui tenevano in casa 150 mila euro in contanti. Alla fine, i responsabili della rapina si accontentarono di 3.500 euro, di un telefono cellulare e di un libretto postale. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Castrovillari su richiesta del pm Francesco Pellecchia. I reati contestati sono omicidio preterintenzionale e rapina aggravata.

Ci fu accanimento. Ci fu un vero proprio accanimento contro le due donne, legate, imbavagliate e picchiate, nel corso della rapina fatta il 4 luglio scorso nella loro abitazione per la quale stamattina i carabinieri hanno arrestato i presunti responsabili. Una delle due donne, Palma Falcone, di 81 anni, morì venti giorni dopo nell'ospedale di Castrovillari, mentre l'altra, riportò gravi ferite. Gli arrestati sono Vincenzo Spingola, di 27 anni, parente di Palma Falcone e presunto basista della rapina: I due presunti mandanti, Antonio Postorivo (48), e la sua convivente, Elisabetta Garofalo (33); Giuseppe Campolongo (19), e Salvatore Pascale (25), accusati di essere stati gli esecutori materiali della rapina, e Benedetto Garofalo (25). Elisabetta Garofalo e Spingola sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre gli altri quattro sono stati portati in carcere.