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Audizioni Commissione Nazionale Antimafia

La Commissione Nazionale Antimafia in audizione

Audizione antimafia: In Calabria emergenza sicurezza, Gratteri “Sanità infiltrata a tutti i livelli”

06/02 La 'ndrangheta ha infiltrato la sanita' calabrese "a tutti i livelli". Lo dice il direttore della Direzione anticrimine centrale (Dac) della polizia, Francesco Gratteri nel corso dell'audizione alla Commissione antimafia. Un'audizione più volte secretata in cui il capo della Dac ha affrontato anche i rapporti tra le cosche mafiose calabresi e la politica. "Le attività investigative e ispettive recenti su varie Asl - ha spiegato - hanno messo in evidenza l'infiltrazione di appartenenti alla 'ndrangheta a tutti i livelli, dal piu' basso a quello amministrativo". L'attenzione verso questo settore dell'apparato pubblico è dunque una "priorità" per gli investigatori. Ai commissari Gratteri ha anche indicato come un elemento "preoccupante" l'omicidio di Rocco Molé, uno degli esponenti di spicco delle cosche di Gioia Tauro. Un omicidio su cui si deve ancora far luce e che però potrebbe modificare alcuni assetti criminali in Calabria. "Vi è effervescenza degli assetti e delle dinamiche della 'ndrangheta. E in questo contesto l'omicidio Molé inquieta - ha detto - per lo spessore e il carisma della persona e per i suoi collegamenti con le altre famiglie nel contesto di Gioia Tauro. E' presto per leggere correttamente quello che è accaduto ma è comunque un fatto di altissima gravità perché non si tratta certo di un personaggio di secondo piano". L'obiettivo dunque è quello di chiarire al più presto il contesto in cui è maturato un omicidio pericoloso, per legare i vari tasselli e capire se è un fatto interno o esterno all'organizzazione"

Marino: Emergenza sicurezza. In Calabria non si è soltanto di fronte ad una "gravissima emergenza sanitaria", ma anche ad un "vero e proprio problema di sicurezza e ordine pubblico". A dirlo è il presidente della commissione Sanità del Senato Ignazio Marino, commentando la denuncia del direttore della Direzione anticrimine centrale (Dac) della polizia, Francesco Gratteri, secondo il quale la 'ndrangheta ha infiltrato la sanita' calabrese "a tutti i livelli". "Non è solo una questione di qualità e appropriatezza delle cure, bensì di sicurezza: siamo di fronte ad un'organizzazione criminale molto ben strutturata che da anni - osserva Marino - si interessa del settore Sanità, e lo fa proprio perché la sanità rappresenta l'80% del bilancio di una Regione. E' cioé evidente l'interesse della criminalità per questo ambito al fine di trarre notevoli profitti". Il problema, quindi, è molto più ampio: "Non si tratta solo di controllare i curricola dei medici e le condizioni degli ospedali, questioni ovviamente gravissime, ma di garantire la sicurezza pubblica in un contesto di pressoché totale infiltrazione da parte delle organizzazioni criminali". Per questo, commenta Marino, "non è un caso che a capo della commissione istituita dal ministro della salute per compiere accertamenti sul Servizio sanitario calabrese dopo i recenti casi di malasanità, vi sia un prefetto, che si occupa di ordine pubblico, e non un clinico". Che fare allora per arginare e risolvere l'emergenza? "Certamente - afferma Marino - non basta concentrarsi solo sull'aspetto medico-sanitario, che è fondamentale, ma il primo passo da compiere è proprio quello di spezzare i legami tra personale delle aziende ospedaliere e le organizzazioni criminali". Un'azione ad "ampissimo raggio" che, precisa l'esponente del Pd, "é chiaro non potrà risolversi in una settimana". Ci vuole, avverte, "uno sforzo forte da parte del governo centrale ed è necessaria, innanzitutto, una decisa azione di polizia per identificare il maggior numero possibile di responsabili al fine di spezzare questa commistione Sanità-'Ndrangheta".

Zavettieri “In Calabria gestione fuorilegge”. ''In Calabria esiste un vero e proprio sistema di potere e una gestione fuorilegge, come risulta da alcune inchieste in corso, condizioni queste che richiedono una risposta di 'sistema' non affidata solo agli apparati dell'ordine pubblico ed alla Magistratura, ma alla politica ed alle Istituzioni che debbono essere improntate al massimo della trasparenza e della legalita'''. E' quanto ha affermato, tra l'altro, Saverio Zavettieri, segretario nazionale dei Socialisti Italiani in occasione di un'audizione alla Commissione nazionale antimafia. Zavettieri e' stato ascoltato su sua richiesta in vista dell'elaborazione del rapporto sulla criminalita' in Calabria della Commissione. ''Durante l'audizione, Zavettieri - riporta un comunicato - ha sottolineato il fatto che le indagini riguardanti l'attentato nei suoi confronti siano ad un punto morto, mentre quelle riguardanti l'omicidio Fortugno abbiano declassato tale vicenda quasi a delitto comune, ignorandone la natura politico-mafiosa e l'alto valore simbolico dello stesso a causa delle modalita', del luogo e del giorno in cui e' avvenuto''. ''E' allarmante - ha sostenuto Zavettieri - l'indifferenza, il silenzio e la reticenza di esponenti politici di primo piano, sentiti come testimoni nel corso del processo Fortugno e singolarmente reticenti che nascondono la testa sotto la sabbia come gli struzzi e non hanno il coraggio di ammettere i propri errori e dire tutto cio' che e' a loro conoscenza''. ''La chiave di lettura fornita in entrambi i casi - afferma il segretario nazionale dei Socialisti italiani - e' quella dei delitti politico-mafiosi per eliminare personaggi scomodi con lo scopo di cambiare, in un caso gli equilibri politici e, nell'altro, di conservare quelli preesistenti''. In conclusione, e' stato confermato, da parte di Zavettieri, il concetto piu' volte ribadito che se si fosse indagato a fondo sull'attentato ai suoi danni, probabilmente l'on. Fortugno non sarebbe stato ucciso. ''Per queste ragioni - conclude Zavettieri - e' fondamentale che si scopra tutta la verita', per svelare gli interessi sottostanti ed aprire una speranza ed un futuro per la Calabria''.

Tassone “Indagare sui passaggi politici”. E' necessario compiere accertamenti sul massiccio passaggio di politici dal centrodestra all'attuale centrosinistra, nelle elezioni regionali del 2005 e a quelle politiche del 2006, con uno spostamento di circa cinquantamila voti come riferito in audizione dal segretario regionale dei Socialisti italiani, Saverio Zavettieri. E' quanto ha chiesto il vicepresidente della Commissione Antimafia, Mario Tassone secondo quanto riporta un comunicato. ''Zavettieri ha portato a conoscenza della commissione - ha aggiunto Tassone - elementi emersi nel corso dell'indagini relative anche all'attentato nei confronti dello stesso Zavettieri del novembre 2004''. Tassone ha sollecitato, al riguardo, ''tutti gli accertamenti necessari affinche' venga fatta alla luce sulle responsabilita' politiche e sui ruoli assunti nella vicenda''. Nel corso dell'udienza di oggi di Franco Gratteri, direttore Dac Polizia di Stato, e' scritto ancora nel comunicato di Tassone, e' emerso, durante i colloqui, che il circuito del riciclaggio del denaro illecitamente acquisito viene investito dalle organizzazioni criminali non solo nel centro e nel nord Italia, ma anche oltre i confini nazionali''. ''L'on. Tassone ha richiamato l'attenzione sull'imprese del porto di Gioia Tauro, controllate dalla criminalita' organizzata e sui collegamenti della 'ndrangheta con il terrorismo e con le altre organizzazioni mafiose''.

 

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