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Polemiche su Relazione Commissione Parlamentare Antimafia

 

Polemiche sulla relazione dell’antimafia. PM Grasso “Paragone con Al Qaeda ardito”. Loiero “Forse è una relazione di tre anni fa”. Confindustria "Calabria terra di tante imprese"

22/02 ''Io non faccio paragoni così arditi, sto con i piedi per terra. Certamente l'immagine di male e di terrore che può dare Al Qaeda non è minore di quella che possono dare le stragi, dove possono perdere la vita anche vittime innocenti". Lo ha detto a Catania il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso rispondendo a Catania alla domanda di un giornalista che gli ha chiesto se fosse d'accordo nel ritenere che la 'ndrangheta abbia lo stesso potenziale distruttivo di Al Qaeda, a margine di un incontro con gli studenti della Facolta' di Scienze politiche. "Io penso che attualmente la Calabria - ha aggiunto Grasso - sta vivendo un momento che ha già vissuto la Sicilia, sotto tanti profili. I fenomeni criminali hanno diversi momenti e dinamiche ed evoluzioni: si tratta di studiare queste evoluzioni e dinamiche e trovare strategie soprattutto per riuscire a bloccare o a prevenire questi sistemi criminali".

Loiero “Forse è una relazione di tre anni fa”. ''Al termine di quelle 257 pagine ti resta un dubbio: forse ho letto la relazione di tre anni fa". Così scrive oggi su "l'Unità" il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, a proposito della relazione finale della commissione parlamentare Antimafia sulla 'ndrangheta. ''Perché - scrive Loiero - se c'é un errore nel lavoro dell'Antimafia sulla 'ndrangheta in Calabria e' quello di far credere che il tempo si sia fermato. Almeno nella vita politica della regione del presidente Francesco Forgione. C'é un intero capitolo dedicato ai fondi comunitari, alla gestione e ai controlli. E cito questo non a caso, perché è questo il tema sul quale la Calabria ha voltato pagina in maniera molto decisa ed più evidente, cosa che avremmo potuto illustrare alla Commissione, assieme alle tante iniziative contro la criminalità mafiosa (ricordo per tutte la costituzione di parte civile della Regione in tutti i processi contro i clan della 'ndrangheta), assunte dal governo da me guidato. Perche' né io né alcun membro o componente della giunta regionale siamo stati mai ascoltati dalla commissione antimafia. Abbiamo gestito con la massima trasparenza le risorse, già assegnate alla Calabria, risorse che abbiamo ereditato in gestione. Abbiamo revocato oltre 251 milioni di euro di spese risultate non conformi, che sono state defalcate dalle domande di pagamento presentate alla commissione europea. Chiedo allora, alla luce di quanto detto e di quanto avrei illustrato alla commissione se avesse trovato il tempo per ascoltarmi, qual è "la spesa fuori controllo" di cui si parla nel paragrafo dedicato ai fondi europei"

Confidustria Calabria “La nostra terra di tante imprese”. ''Non ne possiamo più di sentir dire che la Calabria è la regione dei mafiosi. La Calabria è la regione anche di tante imprese sane, in cui, nonostante da tempo non si acceda più a finanziamenti pubblici, l'imprenditoria è riuscita a crescere e a fare cose importanti". Lo ha detto il presidente della Confindustria calabrese, Umberto De Rose in un'intervista esclusiva rilasciata a Radio R101. De Rose replica all'allarme lanciato due giorni fa da Francesco Forgione, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, per il quale la 'ndrangheta e' profondamente radicata nel tessuto imprenditoriale della regione. Forgione ha accusato la Confindustria calabrese di scarsa collaborazione, dal momento che pochi denunciano chi paga il pizzo. De Rose ribatte: "Sbagliato denunciare chi paga il pizzo, poiché significa attuare un'ulteriore emarginazione della vittima dell'estorsione. Bisogna capire che un'estorsione è un processo che culmina anche in una forte violenza morale, che isola l'imprenditore e lo tiene chiuso in un contesto di paure". De Rose conclude l'intervista con Radio R101 indicando la strada presa da Confindustria Calabria: "Noi cerchiamo di sensibilizzare gli associati convincendoli a non pagare il pizzo. Ma se si trovano in difficoltà siamo pronti a esporci, in modo tale che il malcapitato non sia costretto a fare denunce in prima persona per poi, magari, subire delle pesanti ritorsioni"

Legambiente “Europaradiso è da bloccare”. "La notizia dei giorni scorsi circa gli interessi dei clan calabresi sullo strano progetto di Europaradiso a Crotone, per come emerge dalla relazione della Commissione Parlamentare Antimafia sul fenomeno della mafioso in Calabria, costituisce un ulteriore elemento circa l'avversità della nostra associazione per tale progetto". E' quanto si afferma in una nota di Legambiente Calabria. "Costituisce, senza ombra di dubbio - prosegue la nota - e lo dovrebbe costituire anche per quanti nella comunità di Crotone sostenevano Europaradiso, la pietra tombale su tale progetto che era stato pensato per la Grecia, ma era stato respinto dalle autorità elleniche". Nel comunicato si ripropongono alcuni passaggi di una nota della presidenza nazionale di Legambiente in cui si sosteneva la contrarietà "al progetto Europaradiso localizzato alla foce del Neto perché lo consideriamo non solo un cattivo affare per l'ambiente, ma anche per l'economia e il futuro di quel territorio, l'ennesima illusione per una regione che ne ha conosciute tante, un progetto buono a creare solo posti di lavoro scarsamente qualificati, ipotecando per sempre le opzioni di sviluppo di quell'area, legandole mani e piedi a gruppi affaristici stranieri con capitali di dubbia provenienza e un modo d'agire non proprio limpidissimo, come testimoniano le disavventure giudiziarie di mr Appel"

 

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