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DDA: Per colpa della ndrangheta a rischio la democrazia

 

Allarme della DDA “La ndrangheta mette a rischio la democrazia in Calabria”

05/02 In alcune zone della Calabria la pervasiva presenza della 'Ndrangheta "mette in forse la stessa tenuta del sistema democratico". E' un allarme infarcito e sostenuto da dati, cifre ed esempi quello che hanno lanciato oggi, davanti alla commissione Antimafia, i magistrati della Procura di Catanzaro e della Dda. Un allarme che può essere riassunto da un episodio citato dal sostituto Gerardo Dominianni: in una intercettazione è emerso che gli uomini della 'ndrangheta parlavano di far fuori un loro rivale del clan Scardavaglia. Con sorpresa i magistrati hanno ascoltato che uno dei timori che si aveva, per far fuori il rivale, era la presenza di poliziotti che ''abusivamente" lo scortavano. "Attenti perché quello ha la scorta della Questura. Più chiaro di così non so come raccontarlo", ha chiosato il magistrato. "Abbiamo indagato con grandi difficoltà. Abbiamo chiesto di fare indagini ad altre forze di polizia per l'evidente delicatezza della questione e probabilmente li abbiamo individuati ma abbiamo trovato tantissimi ostacoli", ha aggiunto Dominianni. Ad essere ascoltati dall'Antimafia, per quasi 5 ore, sono stati il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Murone, il procuratore aggiunto Mario Spagnuolo e i sostituti che lavorano nella Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Da tutti una richiesta pressante: quello di un supporto logistico pì significativo per fronteggiare una vera e propria emergenza la 'Ndrangheta, al di la' delle differenze con quella reggina che sono sempre più venute meno, è sempre pì collegata, interconnessa. Le inchieste spaziano dalla Germania, Colombia, Spagna e Australia. Ci sono stati ingenti sequestri di stupefacenti e il ruolo assunto dalla 'ndrangheta nella gestione del traffico di cocaina comincia ad essere dimostrato anche in sede processuale. Mario Spagnuolo ha detto che la 'Ndrangheta sta cambiando profondamente pelle: da orizzontale e a gestione familiare a verticale e semi verticistica con una forte proiezione nazionale e internazionale. Meglio dello Stato e dei suoi rappresentanti sul territorio si adegua ai cambiamenti della società calabrese. Ci sono accordi verticistici su singoli affari e prove di una penetrazione in regioni lontane e insospettabili come l'Emilia Romagna dove la 'Ndrangheta gestisce, in termini monopolistici in alcune zone il mercato delle costruzioni. Ci sono - hanno detto i magistrati - cooperative per costruzione a Forli' che sono sotto il controllo del clan Forastefano. Identica situazione a Reggio Emilia dove accanto a bravi carpentieri e muratori calabresi si sono infiltrati uomini che sono stati più volte utilizzati come killer nel catanzarese. Rispetto alla politica si ha la percezione che il rapporto stia cambiando: ora c'é una penetrazione dal basso, dal singolo piccolo comune per poi tentare di salire più in alto. Ci sono anche segnali positivi come l'aumento dei collaboratori di giustizia e dei testimoni di giustizia. Quasi tutti i magistrati della Dda sono stati oggetto di tentativi di attentati. Un obiettivo indicato, tra i molti, in una rassegna ricchissima di esempi e citazioni, quella del ruolo giocato dai broker che sono quasi sempre al di fuori delle cosche. "Le diverse 'ndrine partecipano spesso allo stesso affare perche' c'é la garanzia del broker. Noi dobbiamo sempre più indagare sui "soggetti della fascia bianca", gli insospettabili: salire al piano di sopra quello che garantisce il costante flusso di denaro alla 'ndrangheta. Al termine dell'audizione il presidente della commissione, Francesco Forgione (Prc) ha sottolineato che l'Antimafia sta per presentare un documento che sarà interamente dedicato alla 'Ndrangheta, ''mafia non solo di serie A ma tra quelle più potenti che operano nel nostro Paese". "E' una mafia particolarmente pervasiva - ha aggiunto Forgione - che sviluppa una logica che fa si che sia sottile, quasi a scomparire, il confine tra impresa lecita e illecita. Vorremmo che il presidente della Confindustria Montezemolo scuotesse un po' la Confindustria calabrese e che si usasse il medesimo linguaggio su tutto il territorio nazionale"

Tassone (Antimafia) “Serve più coordinamento”: Il vice presidente della Commissione antimafia, Mario Tassone, dopo l'audizione dei magistrati della Dda di Catanzaro, ha espresso ''pieno e convinto apprezzamento'' per il lavoro svolto, ''anche se non sono mancate le osservazioni critiche in tema di difetto di coordinamento tra le forze di polizia e anche nell'ambito della stessa magistratura''. Tra gli argomenti trattati, e' scritto in un comunicato, Tassone ''si e' anche soffermato sui temi del riciclaggio, dell' usura e sulle responsabilita' degli istituti di credito; a tale riguardo, i magistrati hanno confermato la piu' assoluta inesistenza di segnalazioni per operazioni sospette, mentre sono davvero sporadici i casi di denunce presentate dagli imprenditori''. Molte parti dell'audizione sono state secretate perche' riguardano indagini in corso, sulle quali si attendono sviluppi a breve. A tale proposito, Tassone non ha mancato di sottolineare ''la delicatezza dei rapporti tra i procedimenti penali e la stampa, tanto che il Procuratore aggiunto della Dda, Spagnuolo, ha riferito di aver avviato delle indagini per le notizie trapelate dagli ambienti giudiziari. E' emerso, in definitiva, un processo di metamorfosi in atto da parte della 'ndrangheta, che sta passando dai tradizionali modelli organizzativi di tipo orizzontale, ad accordi di vertice, ad intese tra cosche su singoli affari criminali con l'intermediazione di terzi soggetti, i quali garantiscono il buon esito dell'operazione''.

 

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