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Traffico di Rifiuti scoperto dai CC in Calabria

 

Traffico di rifiuti dalla Calabria e dalla Campania verso la Cina scoperto dai CC: 9 arresti. I rifiuti partivano anche dal porto di Gioia

21 apr 08 Sgominata dai carabinieri per la Tutela dell'Ambiente una pericolosa "associazione a delinquere dedita al traffico illecito di rifiuti transfrontalieri". Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi (Rc), hanno portato all'emissione di 13 misure cautelari, in carcere ed ai domiciliari, in corso di esecuzione nelle province di Napoli, Bari, Roma e Firenze. I rifiuti venivano fatti passare tramite le dogane di Salerno e Gioia Tauro (RC) come materie prime in plastica che venivano riutilizzate in Cina e Hong Kong ed altri paesi dell'Estremo Oriente, destinate successivamente alla produzione di merci per il consumo del mercato europeo

Arrestati imprenditori e due cinesi. Ci sono anche due cinesi ed alcuni imprenditori campani che operano nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti tra le persone coinvolte nell'operazione condotta dai carabinieri del Noe che ha portato all'esecuzione di 13 misure cautelari emesse dal gip di Palmi su richiesta della Procura della Repubblica. Le misure cautelari consistono in cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, sei agli arresti domiciliari e due obblighi di firma. Tra le persone finite in carcere, ci sono i due cinesi accusati di avere fatto da intermediari con le industrie della Cina cui erano destinati i rifiuti oggetto del presunto traffico illecito ed alcuni degli imprenditori coinvolti nell'operazione. Titolare dell'inchiesta che ha portato all'esecuzione delle misure cautelari, coordinata dal procuratore della Repubblica di Palmi, Vincenzo Lombardo, è il pm Eliana Franco. Nel corso dell'attività investigativa, che si protraeva dal 2005, sono stati fatti, complessivamente, nove sequestri di rifiuti speciali e pericolosi in un arco di tempo compreso tra l'ottobre del 2005 ed il gennaio del 2006. I carabinieri hanno sequestrato, complessivamente, 2.648 tonnellate di rifiuti, contenuti in 16 container in transito nel porto di Gioia Tauro. Secondo è emerso dall'inchiesta, i rifiuti sequestrati, anziché essere trasformati dalle imprese che li spedivano in Cina in materia prima secondaria, erano residui allo stato originario di lavorazioni industriali e così venivano inviati alle industrie cinesi, dopo essere stati sottoposti semplicemente ad una riduzione volumetrica, che li utilizzavano per produrre plastica, metalli e carta. In tal modo venivano violate le direttive dell'Unione europea e nazionali che impongono la trasformazione dei rifiuti pericolosi prima della loro esportazione a fini industriali. La Procura di Palmi, con un incidente probatorio, ha anche effettuato una perizia tecnica che ha accertato la mancata trasformazione dei rifiuti e la loro conseguente pericolosità. Le imprese coinvolte nell'inchiesta hanno sede due in Campania ed una a Pomezia (Roma).

Un intermediario operava da Firenze. Procacciava rifiuti, in particolare materie plastiche, da mandare in Cina: questo il compito del cittadino cinese che operava da Firenze come intermediario dell'organizzazione impegnata nel traffico internazionale di rifiuti scoperta dai carabinieri del Noe nell'inchiesta coordinata dalla procura di Palmi. L'intermediario, Xiaowu Zhang, 53 anni, residente nel capoluogo toscano, aveva il compito di contattare aziende italiane, soprattutto in Campania, che avevano la necessità di smaltire rifiuti plastici e svolgeva la sua attività illecita dall'ufficio della sua ditta che i carabinieri del Noe hanno scoperto nel quartiere fiorentino di Legnaia. Da qui riusciva a estendere la sua azione su scala nazionale mettendo in contatto le aziende che volevano smaltire i rifiuti con l'organizzazione che faceva base in Campania e spediva i container per la Cina dal porto di Gioia Tauro. Nella ditta i carabinieri hanno sequestrato documenti e supporti informatici.

Gli arrestati. Queste le persone arrestate nel corso dell'operazione dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico. Le persone per le quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere sono Nicola Schiavone, di 57 anni, di Bari; Marco Schiavone (29), di Lucera (Foggia), residente a Noicattaro (Bari); Gaetano Florio (41), di Bari, ed i cinesi Xiaowu Zhang (53), residente a Firenze, e Chenglin Yu (35), residente a Montecompatri (Roma). Agli arresti domiciliari sono stati posti Claudio Morricone, di 58 anni, di Roma; Gennaro Sacco (48), di Torre Annunziata (Napoli); Ernesto Savelli (66), di Castellammare di Stabia (Napoli); Nando Baldacci (57), di Roma, e Roberto Ferrari (67), di Sacrofano (Roma). Il gip del Tribunale di Palmi, sempre su richiesta della Procura, ha emesso inoltre tre obblighi di firma nei confronti di altrettante persone coinvolte nell'operazione.

 

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