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Inchiesta Toghe Lucane

 

Inchiesta Toghe Lucane: Sono 14 gli indagati. Il presidente della Regione “Sono estraneo”

17 apr 08 Segna dei passi in avanti l'inchiesta della Procura di Catanzaro 'Toghe Lucane', su un presunto comitato d'affari che avrebbe operato in Basilicata con la complicita' di uomini politici, magistrati, professionisti e imprenditori. Stamani e' stato nuovamente sequestrato il villaggio turistico Marinagri di Policoro e sono stati perquisiti l'abitazione e gli uffici del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, e di altre sette persone. Un nuovo impulso alle indagini, condotte dal sostituto procuratore Luigi De Magistris, arriva da una relazione tecnica realizzata da un consulente dell'accusa nella quale sono ricostruite le procedure burocratiche per le autorizzazioni alla costruzione del centro turistico e quelle relative alla concessione di fondi pubblici per un importo pari a 26 milioni di euro. Le indagini si sono arricchite anche di alcune intercettazioni telefoniche tra De Filippo, che e' indagato per i reati di truffa e abuso d'ufficio, ed il legale rappresentante della societa' Marinagri, Vincenzo Vitale, nelle quali quest'ultimo chiedeva al presidente della Regione di intervenire per evitare che i funzionari dell'ente potessero intralciare alcuni lavori nel centro turistico. Nelle indagini sono confluite anche le dichiarazioni di un uomo, che sta scontando una condanna per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, il quale ha deciso di collaborare con la Procura di Catanzaro ed ha riferito di presunti rapporti tra alcuni magistrati lucani e la societa' Marinagri. L'uomo ha fatto riferimento anche a interessi economici tra i magistrati ed alcune societa' coinvolte nell'indagine. Complessivamente sono 14 gli indagati nell'inchiesta, accusati a vario titolo di abuso d'ufficio, corruzione, truffa e falsità ideologica in atti pubblici. Secondo l'accusa, gli indagati, a vario titolo, avrebbero commesso una serie di condotte illecite dirette alla costruzione e all'ottenimento dei finanziamenti pubblici per la realizzazione del villaggio turistico su cui, sostiene De Magistris, ci sarebbero ''dei collegamenti tra amministratori e proprietari della struttura e altri magistrati in servizio nel Distretto della Corte di Appello di Potenza'' e ''interessi economici con investimento di somme significative'' in Marinagri. Oltre agli uffici della Regione e all'abitazione di De Filippo stamani la Guardia di Finanza ha eseguito altre sette perquisizioni, alcune delle quali nei confronti di persone ritenute vicine all'ex sottosegretario all'Economia ed attuale parlamentare del Pd Filippo Bubbico,gia' indagato nell'inchiesta Toghe Lucane. Tra le persone indagate c'e' anche il neo sindaco di Policoro, Nicolino Lopatriello,che aveva ricoperto l'incarico di primo cittadino negli anni (2000-2006) a cui fa riferimento l'indagine. I finanzieri, infine, hanno sequestrato 26 milioni di euro destinati dal Cipe per i lavori del 'Marinagri' e dei conti correnti bancari intestati ad alcuni degli indagati. Il Marinagri e' un villaggio turistico dal valore di 200 milioni di euro. La struttura comprende villette, posti barca, porticciolo, due alberghi, strutture sportive, sullo jonio lucano. La vicenda giudiziaria del villaggio turistico di Policoro ha avuto inizio il 3 marzo del 2007 quando, su provvedimento del Gip del tribunale di Catanzaro, Antonio Rizzuti, e' stato sequestrato per la prima volta. Il 20 marzo del 2007 i giudici del tribunale della liberta' del capoluogo calabrese hanno accolto il ricorso dei difensori della societa' Marinagri e disposto il disseguestro della struttura. Nell'ottobre scorso, infine, i giudici della Corte di Cassazione hanno rigettato il ricorso presentato da De Magistris contro il dissequestro deciso dai giudici del riesame. Non si e' fatta attendere la reazione del Presidente della Regione, Vito De Filippo, il quale si dice estraneo alla vicenda evidenziando che ''da una prima lettura degli atti, non posso non constatare che sarebbero bastati pochi minuti per chiarire una posizione che mi vede del tutto estraneo e lontano dalla vicenda''. Per il neo sindaco di Policoro, Nicolino Lopatriello, le accuse nei suoi confronti sono ''assolutamente inventate. Non si puo' tirare in ballo un sindaco che non ha mai firmato atti di cui si parla nell'inchiesta''

Sono 14 gli indagati, accusati a vario titolo di abuso d'ufficio, corruzione, truffa e falsita' ideologica in atti pubblici, nell'inchiesta sulle 'toghe lucane', coordinata dal pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, che oggi ha portato al sequestro del complesso turistico Marinagri di Policoro (Matera) e a diverse perquisizioni, tra cui quelle nell'abitazione e negli uffici del presidente della Giunta regionale della Basilicata Vito De Filippo (Pd). Oltre a De Filippo, sono indagati Filippo Bubbico, attualmente sottosegretario allo sviluppo economico, eletto senatore con il Pd alle politiche del 13 e 14 aprile ed ex governatore lucano, la direttrice dell'Agenzia del Demanio Elisabetta Spitz, il procuratore capo della Repubblica di Matera Giuseppe Chieco, il pm di Matera Paola Morelli, l'ex pm di Potenza Felicia Genovese (trasferita da Potenza a Roma proprio dopo il primo filone di 'toghe lucane'), il legale rappresentante della societa' Marinagri, Vincenzo Vitale; il responsabile della sicurezza della societa' Pietro Gentili, ex responsabile della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri della Procura della Repubblica di Potenza, il sindaco di Policoro Nicolino Lopatriello; Felice Viceconte (tecnico del Comune di Policoro); Marco Vitale (figlio di Vincenzo Vitale); Giuseppe Pepe (dirigente del Demanio a Matera); Nicola Montesano (ex presidente del Consiglio comunale di Policoro) e Michele Vita (segretario dell'Autorita' di Bacino della Basilicata). Secondo l'accusa, gli indagati, a vario titolo, avrebbero commesso una serie di condotte illecite dirette alla costruzione e poi all'ottenimento dei finanziamenti pubblici per la realizzazione del villaggio turistico su cui, sostiene De Magistris, ci sarebbero ''dei collegamenti tra amministratori e proprietari della struttura, e altri magistrati in servizio nel Distretto della Corte di Appello di Potenza'' e ''interessi economici con investimento di somme significative'' in Marinagri.

Collabora anche un detenuto per mafia. Nel provvedimento di sequestro del Villaggio turistico Marinagri di Policoro sono riportate anche le dichiarazioni di un uomo attualmente detenuto in un carcere della Basilicata perche' sta scontando una condanna definitiva per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso. Il detenuto ha deciso di collaborare con il sostituto procuratore Luigi De Magistris ed ha ricostruito i rapporti intercorsi tra alcuni magistrati lucani e la societa' Marinagri. L'uomo in passato si recava a pescare nella zona del Marinagri ed avrebbe visto in diverse occasioni i magistrati che frequentavano il villaggio turistico. Nelle dichiarazioni si fa riferimento anche a presunti interessi economici tra i magistrati ed alcune societa' coinvolte nell'indagine.

Intercettazioni. Ci sarebbero anche alcune intercettazioni telefoniche tra il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ed il legale responsabile della società Marinagri, Vincenzo Vitale, nel provvedimento emesso dal pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, per il sequestro del villaggio turistico di Policoro. In particolare nel provvedimento si fa riferimento a due conversazioni telefoniche nelle quali Vitale avrebbe chiesto a De Filippo di intervenire su alcuni funzionari regionali affinché non si creassero problemi per la realizzazione di alcuni lavori nella struttura turistica. Intanto si è conclusa, a Potenza, la perquisizione della Guardia di Finanza nella sede della Regione Basilicata, fatta nell'ambito dell'inchiesta sulle "toghe lucane", coordinata dal pm di Catanzaro, Luigi De Magistris. Secondo quanto si è appreso, gli agenti delle Fiamme gialle hanno controllato anche il contenuto di alcuni computer, tra i quali quello del Presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo.

Irregolarità evidenziate in una perizia. Le procedure e le presunte irregolarità per ottenere le autorizzazioni ed i fondi dal Cipe per la costruzione del villaggio Marinagri di Policoro (Matera) sono contenute nella perizia che il consulente tecnico ha depositato alla Procura di Catanzaro e che ha portato al sequestro della struttura. Nel provvedimento di sequestro del villaggio turistico, che si compone di oltre 400 pagine, il sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi De Magistris, riporta in modo ampio gli elementi emersi dalla consulenza. In particolare si fa riferimento alla concessione edilizia data dal Comune di Policoro ed all'acquisizione del terreno, con procedure irregolari, dal demanio alla società Marinagri. Nella consulenza tecnica sono ricostruite anche le procedure attuate per ottenere la valutazione di compatibilità ambientale e quelle relative ai fondi ottenuti dal Cipe, pari a circa 26 milioni di euro. Sulla base di una serie di nuove presunte irregolarità riscontrate dal consulente tecnico il pm De Magistris ha emesso il provvedimento di sequestro del villaggio turistico.

De Filippo “Sono del tutto estraneo”. "Ancora una volta, con estremo stupore, ma altrettanta serenità, rilevo che un'indagine che non mi riguarda in alcun modo mi vede soggetto passivo di attività investigativa. Non rinuncio ad avere fiducia nella Magistratura, che in questi anni, dopo i clamori annunciati, ha saputo sempre dissolvere nettamente responsabilità e ombre". Lo ha detto, in una nota, il Presidente della Giunta regionale della Basilicata, Vito De Filippo, la cui casa e gli uffici nella sede della Regione, sono stati perquisiti oggi dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta sulle "toghe lucane", condotta dal pm di Catanzaro, Luigi De Magistris. "Ovviamente - ha aggiunto De Filippo - continuando il mio impegno nell'esclusivo interesse della Basilicata, presterò il massimo della collaborazione - come ho sempre fatto - per contribuire alla completa verifica dei fatti. Pur tuttavia, ad una prima lettura degli atti, non posso non constatare che sarebbero bastati pochi minuti per chiarire una posizione che mi vede del tutto estraneo e lontano dalla vicenda. Sono state scelte altre strade. Le rispetto. Spero - ha concluso - che siano altrettanto veloci nell'accertamento della verità.

I legali di De Filippo “Estraneo a ipotesi di reato”. "Con toni allarmistici alcune agenzie di stampa stanno associando, in queste ore, la complessa vicenda giudiziaria 'Toghe lucane' al presidente De Filippo in relazione ad un'operazione investigativa ad ampio raggio disposta dal Pubblico Ministero. Non possiamo esimerci dal precisare che, anche nella prospettazione degli inquirenti, a nostro giudizio, la posizione di De Filippo appare del tutto marginale ed avulsa dall'impianto di indagine". Lo hanno detto, in un comunicato, Fabio Viglione e Domenico Ferrara, avvocati difensori del Presidente della Giunta regionale della Basilicata, Vito De Filippo. "In ogni caso - hanno concluso - da parte del Presidente De Filippo è stata offerta la più ampia disponibilità ad un approfondimento della verifica e all'acquisizione di atti e documenti, dai quali, siamo certi, emergerà la sua assoluta estraneità ad ogni ipotesi di reato".

Dal PD sostegno a De Filippo. "Da oltre un anno l'inchiesta 'toghe lucane' è al centro di indagini da parte della Procura di Catanzaro e raccoglie l'attenzione dell'opinione pubblica regionale e nazionale". Lo ha detto, in una dichiarazione, il segretario regionale della Basilicata del Pd, Piero Lacorazza, secondo il quale "é necessario che la Magistratura proceda ad un rapido e conclusivo accertamento di eventuali responsabilità per rendere chiari i contorni di una vicenda che ha esposto ed espone persone, funzioni ed istituzioni ad un rilevante impatto mediatico". Per Lacorazza, "non si tratta solo di ribadire una giusta e necessaria fiducia nella Magistratura ma anche di ricercare verità e giustizia che, eventualmente, riguardano le aule di tribunale. Mi sento - ha concluso - di esprimere solidarietà umana al Presidente De Filippo e pieno sostegno, anche a nome del Pd di Basilicata, nel proseguire con serenità e determinazione della propria funzione di governo".

Sindaco di Policoro “Accuse inventate”. "Sono accuse assolutamente inventate". Lo ha detto, in una conferenza stampa, Nicolino Lopatriello, eletto due giorni fa sindaco di Policoro (Matera) dopo la notifica di un avviso di garanzia, per abuso d'ufficio e falso ideologico, e la perquisizione effettuata oggi presso la sua abitazione e i suoi uffici dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta sulle "Toghe Lucane", coordinata dal pm di Catanzaro, Luigi De Magistris. Lopatriello (che è stato sindaco anche nel periodo compreso tra il 2000 e il 2006) ha sottolineato che "non si può tirare in ballo un sindaco che non ha mai firmato atti di cui si parla nell'inchiesta. Mi interessa poco - ha continuato - dell'avviso di garanzia. Ho, piuttosto, convocato la conferenza stampa per difendere Marinagri (il complesso turistico sequestrato stamani) e i tanti posti di lavoro creati da un investimento produttivo e importante per la Basilicata. Anche la Regione ci ha creduto e ha favorito un progetto così rilevante per la nostra economia". Il sindaco, che ha ribadito "di essere sereno", ha riferito che nel corso delle perquisizioni gli sono stati sequestrati anche un telefonino e delle rubriche telefoniche.

Il complesso turistico si difende tramite i suoi legali. La direzione della società Marinagri - il complesso turistico di Policoro (Matera), sequestrato stamani con un provvedimento d'urgenza del pm di Catanzaro, Luigi De Magistris - "é già al lavoro, con i consulenti legali, per predisporre ogni azione di tutela". "La città Marinagri - è scritto in un comunicato - è stata nuovamente ed inaspettatamente colpita da un provvedimento cautelare di sequestro preventivo. Trattasi della reiterazione del precedente, emesso dal medesimo Magistrato di Catanzaro nel febbraio 2007, annullato poi nelle competenti sedi giurisdizionali (Tribunale riesame di Catanzaro e Cassazione)".

 

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