HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo


L'imprenditore Princi dilaniato da una bomba

L’imprenditore Trinci dilaniato da una bomba: ha perso, braccia gambe e la vista. Sullo sfondo la guerra delle cosche

26 apr 08 Ha perso le braccia, le gambe e la vista Nino Princi, l'imprenditore di 45 anni rimasto vittima stamattina di un attentato dinamitardo a Gioia Tauro. Un attentato messo in atto con modalita' volutamente spettacolari per dare un segnale simbolico preciso sulla forza devastante delle cosche e che potrebbe collegarsi agli affari legati alla grande distribuzione commerciale, in cui Princi si era di recente inserito. Per tentare di uccidere Nino Princi, imprenditore con interessi anche nel mondo del calcio (nel 2004 era stato vicepresidente del Catanzaro ed in precedenza presidente del Delianuova), e' stata collocata una bomba nel vano motore della sua Mercedes, parcheggiata in un cortile interno sottostante la sua abitazione. Quando l'imprenditore, dopo essere uscito da casa, si e' avvicinato all'automobile, la bomba e' stata fatta esplodere con un comando a distanza. Il caso ha voluto che Princi non sia stato investito in pieno dall'esplosione, ma le conseguenze per l'imprenditore sono state ugualmente devastanti. Nello scoppio ha perso un braccio ed una gamba, ma poi negli Ospedali riuniti di Reggio Calabria si e' reso necessario amputare gli arti che gli erano rimasti e che, a causa delle lesioni subite, avevano perso totalmente la funzionalita'. In piu' Princi rimarra' cieco. Il fatto di non avere subito lesioni interne ha salvato la vita all'imprenditore, ma la sua esistenza, da oggi, sara' irrimediabilmente segnata. L'esplosione ha provocato il danneggiamento di altre due auto parcheggiate nel cortile e mandato in frantumi l'insegna di un negozio vicino, con vetri e pezzi d'auto sparsi dappertutto. Uno scenario mediorientale che evidenzia la gravita' del tasso di pericolosita' raggiunto dalla situazione della criminalita' in provincia di Reggio Calabria. Le indagini sull'attentato, che sono svolte dalla Polizia, sono coordinate dalla Dda di Reggio Calabria in collaborazione con la Procura di Palmi. Sul posto si sono recati il procuratore aggiunto di Palmi, Bruno Giordano, ed il PM della Dda, Roberto Di Palma. La convinzione di investigatori e magistrati e' che l'attentato abbia una precisa matrice mafiosa e l'ipotesi che viene fatta, in questo senso, e' che possa collegarsi allo scontro in atto tra le cosche della 'ndrangheta di Gioia tauro dopo la rottura della storica alleanza tra i Piromalli ed i Mole'. Uno scontro iniziato con l'uccisione, il primo febbraio scorso, di Rocco Mole' e da cui e' scaturito un sovvertimento degli equilibri mafiosi in tutta la Piana di Gioia Tauro. Nino Princi, negli ultimi tempi, aveva affiancato alla sua attivita' di commercio nel settore dell'abbigliamento, da sempre molto redditizia, anche investimenti in alcuni centri commerciali. Una crescita sul piano imprenditoriale che potrebbe avere danneggiato interessi di gruppi criminali proprio nel settore della distribuzione commerciale. A Gioia Tauro, peraltro, gli interessi delle cosche sono sempre piu' forti e ruoterebbero soprattutto attorno al porto container, il piu' grande del Mediterraneo, ed agli appalti pubblici. Non e' un caso che proprio nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha disposto lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune. A Gioia, storica roccaforte della 'ndrangheta, i rapporti di potere tra cosche, un tempo solidi, sono saltati ed a farne le spese sono boss in passato intoccabili, come Rocco Mole', ed imprenditori.

Sullo sfondo una guerra tra cosche. Un attentato mafioso compiuto in modo eclatante e spettacolare per lanciare un segnale preciso. Un attentato che potrebbe inserirsi nello scenario inquietante di una rinnovata guerra tra le potenti cosche della 'ndrangheta che si contendono la gestione delle lucrose attivita' illecite sul versante tirrenico della provincia di Reggio Calabria. E' questa l'ipotesi al vaglio della Direzione distrettuale antimafia che indaga sull'esplosione che ha dilaniato l'imprenditore Nino Princi, a Gioia Tauro. Secondo l'ultima Relazione della Commissione parlamentare antimafia, dedicata proprio alla 'ndrangheta, nella Piana di Gioia Tauro, ''dopo un periodo di pace mafiosa, l'omicidio di Rocco Mole', avvenuto l'1 febbraio 2008, potrebbe costituire l'innesco di una nuova fase di guerra mafiosa finalizzata a ristabilire gli equilibri nella spartizione degli enormi proventi illeciti derivanti dagli investimenti che si stanno effettuando in quella zona e che nei prossimi anni sono destinati a crescere''. Questa rinnovata fase di scontro potrebbe essersi sviluppata anche all'interno della stessa cosca Piromalli-Mole', due famiglie un tempo alleate: gli investigatori stanno ora verificando se l'attentato a Princi possa essere collegato in qualche modo alla guerra interna a questa 'ndrina, che ha vissuto negli ultimi tempi una situazione di ''forte tensione, mascherata da calma apparente''. Princi, nell'ambito della sua attivita' imprenditoriale, aveva attuato di recente investimenti importanti, e questo potrebbe averlo esposto alla vendetta di gruppi criminali della Piana di Gioia Tauro rivali a quelli cui l'imprenditore potrebbe essersi legato. Una situazione che non riguarderebbe soltanto le cosche Piromalli e Mole' di Gioia Tauro, ma anche altri gruppi criminali della Piana, dove l'altra potente cosca egemone e' quella dei Pesce-Bellocco. Gli interessi in gioco sono molti: ''Dal traffico di stupefacenti e di armi alle estorsioni e all'usura, ma anche l'infiltrazione dell'economia locale attraverso il controllo e lo sfruttamento delle attivita' portuali'', scrive la Commissione antimafia. Che aggiunge: ''La Piana di Gioia Tauro, dal progetto del 5/o centro siderurgico fino alla realizzazione del porto, con le ingenti risorse finanziarie statali e comunitarie impiegate per il suo sviluppo economico, costituisce ormai da tempo il piu' grande affare per le 'ndrine insediate sul territorio''. E ''le attivita' connesse con la gestione del porto e dunque con il colossale movimento dei containers, le opportunita' di traffici illeciti a livello internazionale, hanno attratto gli appetiti dei Mole', dei Piromalli, dei Bellocco e dei Pesce e li hanno portati ad imporre la loro presenza''.

Piero Grasso “Non tutti gli imprenditori sono eguali”: ''Ci sono imprenditori ed imprenditori. Ci sono quelli come Gennaro Musella che sono saltati in aria perche' pensavano di ottenere un appalto che invece e' stato tolto loro oppure perche' vittima di estorsioni. Ma ce ne sono anche altri che purtroppo saltano in aria perche' sono dentro un contesto criminale''. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, in un'intervista al TG3, in relazione all'attentato a Gioia Tauro in cui e' rimasto ferito l'imprenditore Nino Princi. Secondo Grasso, ''l'uso dell'esplosivo da parte di mani esperte, in situazioni ed ambienti come quello calabrese, piu' che come un messaggio e' da interpretare come la modalita' piu' facile per eliminare una persona''.

Loiero “Sono scosso e allarmato”. ''Sono scosso, preoccupato, allarmato. Ci troviamo davanti a episodi inquietanti e mi auguro che si faccia subito piena luce''. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, conversando con i giornalisti a Catanzaro, dopo avere appreso dell'attentato a Gioia Tauro contro l'imprenditore Nino Princi e della microspia scoperta nell'ufficio del pm di Reggio Calabria Nicola Gratteri. ''Sono inquietanti - aggiunge Loiero - le modalita' dell'attentato di Gioia Tautro, cio' che ci sta dietro, il volume di violenza impiegato evidentemente a fini didascalici. Ed e' altrettanto inquietante la scoperta della microspia nel luogo di lavoro di un magistrato impegnato in delicate inchieste contro la criminalita' organizzata. Entrambi gli episodi, pur nella loro diversita', confermano che lo Stato si trova a contrastare un nemico potente, una criminalita' organizzata che uccide senza pieta' e che cerca di neutralizzare l'azione di contrasto della magistratura. Per qualcuno la vita vale zero e in Calabria l'arroganza delle cosche desta allarme sociale''. Secondo Loiero, ''da qualche tempo si registra un assalto della criminalita' che cerca di condizionare l'economia sana. Ricordo quanto e' accaduto in un contesto territoriale diverso ad Antonio Longo, barbaramente trucidato. Tutti sanno che l'imprenditore di Soverato era una persona per bene e che sarebbe stato eliminato perche' non avrebbe inteso cedere agli appetiti mafiosi. Sulla sua morte, purtroppo, e' calato un silenzio inaccettabile. Speriamo che le indagini arrivino presto a fare chiarezza. Ne ha bisogno la famiglia, i suoi dipendenti, la Calabria''. ''Mi auguro - ha detto ancora Loiero - che si scoprano presto anche gli autori dei gravi episodi di oggi. Non possiamo accettare nemmeno lontanamente l'idea che le consorterie mafiose della Piana di Gioia Tauro trasformino il territorio in un campo di battaglia, scoraggiando investimenti in quella che e' destinata a essere l'area di piu' forte sviluppo della Regione. Ne' possiamo accettare che, in qualsiasi modo, si ostacoli il cammino della giustizia. Quel che e' avvenuto a Reggio e' inconcepibile e grave. Gratteri ha la mia solidarieta', come tutti quei magistrati che quotidianamente sono impegnati contro le mafie e il malaffare''.

De Rose (Confindustria) “La sicurezza una priorità, passare da parole a fatti”. ''Bisogna capire il contesto ed il movente, ma l'attentato di stamani da' l'idea di quanta violenza e con quanta pervicacia la 'ndrangheta cerchi di difendere i suoi interessi''. Lo ha sostenuto il presidente di Confindustria Calabria, Umberto De Rose, in relazione all'attentato compiuto ai danni dell'imprenditore Nino Princi. ''La sicurezza in Calabria - ha aggiunto De Rose - diventa una priorita' di questo governo che mi pare sull'argomento abbia fatto una campagna elettorale molto attenta. A questo punto, pero', bisogna passare dalle parole ai fatti perche' e evidente che in Calabria c'e' un problema di sicurezza che e' diventato il problema principe. Se non lo risolviamo nell'imminenza dell'arrivo di una grande quantita' di fondi europei, corriamo il rischio di alimentare ancora di piu' gli appetiti della criminalita'. Bisogna che ci sia un'azione forte da parte dello Stato a tutela dei calabresi''. ''Anche il contesto temporale in cui stanno maturando questi episodi - ha sostenuto ancora De Rose - mi lascia perplesso. Un contesto in cui c'e' una presa di coscienza da parte delle classi economiche e sociali contro la 'ndrangheta. L'attentato di oggi, l'omicidio dell'imprenditore Antonio Longo, fanno pensare che ci sia la volonta' di affermare ancora di piu' che la 'ndrangheta e' fortemente presente sul territorio e vuole controllarlo in maniera ferrea senza lasciare spazio a nessun tipo di iniziativa che in qualche modo ne metta in discussione il primato all'interno della regione''.

Corbelli “Il Governo dia un segnale chiaro sulla sicurezza”. Il leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, in una nota, chiede a Silvio Berlusconi di ''non ignorare l'emergenza criminalita', il problema giustizia e il tema sicurezza in Calabria e di dare un segnale chiaro, preciso e forte di attenzione nei confronti di questa regione nominando, nel suo Governo, un Ministro calabrese, cosi' come del resto solennemente promesso in campagna elettorale, nei suoi comizi a Catanzaro e Cosenza''. La richiesta di Corbelli, e' scritto nella nota, fa seguito al ''gravissimo attentato di oggi a Gioia Tauro ai danni di un imprenditore e il caso del magistrato antimafia Gratteri spiato nel suo ufficio a Reggio''. Corbelli parla di ''offensiva della 'ndrangheta che, negli ultimi tempi, ha alzato pericolosamente il tiro e auspica per questo una forte risposta dello Stato ad iniziare appunto dalla nomina di un Ministro calabrese. Gli Interni o la Giustizia dovrebbero andare ad un calabrese. Nel totoministri impazzano i nomi di gentili signorine siciliane, campane, lombarde, romane, di giovanotti napoletani, milanesi, pugliesi, tutti fedeli scudieri di Berlusconi. Credo che sarebbe molto piu' importante e significativo, vista la drammatica situazione che vive la Calabria per l'escalation della criminalita' organizzata, pensare ad un parlamentare calabrese, che magari ha gia' ricoperto nel precedente Governo Berlusconi un incarico di Governo, e non abbia, o avuto nel passato, pendenze giudiziarie''

 

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © 2005 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

ShinyStat

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti