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Microspia nella stanza di Gratteri

 

Microspie nella stanza di Gratteri, si cerca chi le ha vendute per risalire agli autori

27 apr 08 Chi ha messo le microspie e perche'. Questi gli interrogativi attorno a cui ruota l'inchiesta che da domani sara' formalmente aperta dalla Procura di Catanzaro, dopo la scoperta, da parte dei carabinieri del Ros, di una microspia sistemata da ignoti in una stanza della Procura di Reggio Calabria utilizzata solitamente dal pm Nicola Gratteri titolare, tra l'altro, delle indagini sulla strage di Duisburg. Un'inchiesta che parte da un dato: la microspia ritrovata e' di quelle che si trovano facilmente nei negozi specializzati. Un apparecchio, dunque, non particolarmente sofisticato, ma neanche un prodotto di fattura artigianale. Adesso il problema per i carabinieri del Ros che conducono le indagini, e' risalire al venditore nella speranza che questo li possa aiutare a individuare l'acquirente e, di conseguenza, l'autore dell'azione di spionaggio in danni del magistrato. La ''cimice'' recuperata irradia il proprio segnale per 20-30 metri nell'etere sia parallelamente all'apparecchio che in altezza. Questo significa che l'orecchio indiscreto poteva trovarsi anche nell'androne del palazzo del Cedir, il centro direzionale che ospita gli uffici giudiziari, un palazzone di sei piani, due ali del quale sono riservate all'amministrazione della giustizia. Nell'ala che al sesto piano ospita la Procura ordinaria e la Dda, si trovano anche gli uffici dei gip, e le varie cancellerie del Tribunale, civile e penale. Il lato opposto e' riservato a uffici comunali. Per cercare di sapere piu' cose possibili sulla microspia, i militari del Ros l'hanno inviata ai loro colleghi di Roma che sono specializzati in materia e che la stanno attentamente analizzando nella speranza di venire a capo dell'inquietante interrogativo su chi e perche' l'ha sistemata in quella stanza. Un quesito cui, da domani, dovra' rispondere la procura di Catanzaro. L'incartamento e' gia' pronto e domani il procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone, che con la sua decisione di fare bonificare tutti gli uffici della procura ha permesso la scoperta della ''cimice'', lo trasmettera' al procuratore facente funzioni di Catanzaro, Salvatore Murone, che dovra' decidere a chi affidarlo. La delicata inchiesta, dunque, arriva in una Procura che pure si e' ritrovata al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica per la vicenda del pm Luigi De Magistris e da alcuni mesi senza capo dopo che Mariano Lombardi ha deciso di pensionarsi prima di prendere possesso del nuovo incarico a Messina. Negli uffici giudiziari catanzaresi si attende ancora la nomina del nuovo procuratore da parte del Csm. Tra i candidati c'e' anche il coordinatore della Dda reggina, Salvatore Boemi. Sulla nomina del nuovo procuratore di Catanzaro, il Csm si e' spaccato. La Commissione per gli incarichi direttivi di Palazzo dei marescialli, infatti, si e' divisa tra tre candidati, rimettendo di fatto la scelta al plenum. Oltre a Boemi sono il lizza Antonio Vincenzo Lombardo, procuratore di Palmi e Roberto Saieva, procuratore di Patti. La nomina del nuovo procuratore capo e' attesa prima dell'estate.

Corbelli: tutelare Gratteri. Il leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo il ritrovamento di una microspia nell'ufficio del pm Nicola Gratteri, chiede alle istituzioni ''di non lasciare solo il coraggioso magistrato'' e invita la Calabria ''e in particolare i giovani del mondo della scuola a scendere in piazza per manifestare vicinanza e solidarieta' al sostituto procuratore reggino e per dire no alla mafia''. ''Attenti - afferma Corbelli in una nota - a non sottovalutare l'episodio della microspia. E' un segnale allarmante. Significa che Gratteri e' nel mirino non solo della 'ndrangheta. Gratteri come Falcone e Borsellino, eroici giudici antimafia, traditi, spiati primi di essere uccisi. Per questo il magistrato reggino va adeguatamente protetto dallo Stato e sostenuto dalla societa' civile e dall'opinione pubblica. Ai giovani dico: fate sentire forte la vostra voce e la vostra solidarieta' a questo coraggioso magistrato, che significa dire un forte no alla mafia''.

 

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