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Omicidi nel crotonese: l'ascesa dei giovani malavitosi

 

Omicidi nel crotonese, arrestato ventenne: L’ascesa dei giovani malavitosi

09 apr 08 Giovani poco più che maggiorenni, spietati, violenti, disposti ad uccidere anche in presenza di donne e bambini, pur di far carriera nelle cosche della 'ndrangheta. E' questo lo scenario che emerge dalle indagini della polizia di Crotone che hanno portato al fermo di Andrea Corrado, il giovane di 20 anni accusato dell'omicidio a Papanice di Crotone, di Giuseppe Cavallo, in risposta all'assassinio di Luca Megna, avvenuto qualche giorno prima nell'ambito di una sanguinosa guerra di mafia. Ad Andrea Corrado gli investigatori sono giunti attraverso una intensa attività investigativa dalla quale emerge la capacità delle cosche di arruolare nelle proprie fila elementi giovanissimi convinti "che ammazzando si può fare carriera". Gli ultimi omicidi compiuti a Crotone dimostrerebbero, secondo gli investigatori, forti contrasti all'interno delle cosche crotonesi che si contendono il controllo delle attività illecite. L'efferatezza della criminalità crotonese è dimostrata dal fatto che nello spazio di cinque giorni a cavallo di Pasqua sono stati compiuti tre omicidi. Il primo delitto, la vigilia di Pasqua, è stato quello di Luca Megna, figlio del boss Domenico, attualmente detenuto. Nell'agguato a Megna, fatto mentre l'uomo era in auto, fu ferita anche la figlia di cinque anni, attualmente ricoverata in gravi condizioni nell'ospedale di Catanzaro. Il 25 marzo c'é stata la risposta della cosca Megna con l'uccisione, sempre a Papanice di Crotone , di Giuseppe Cavallo, di 27 anni, presunto affiliato alla cosca Russelli. L'agguato a Cavallo è stato fatto, così come era accaduto nel caso di Megna, mentre l'uomo era in auto con la moglie, rimasta ferita in modo non grave, e la figlia. La terza vittima della faida è Francesco Capicchiano, di 33 anni, ucciso a Isola Capo Rizzuto. Capicchiano, secondo quanto è emerso dalle indagini, potrebbe aver partecipato all'omicidio di Megna. I particolari delle indagini che hanno portato al fermo di Adrea Corrano sono stati illustrati stamani dal procuratore della Repubblica di Crotone, Franco Tricoli, e dal questore, Gaetano D'Amato. "L'aspetto inquietante - ha detto il Questore - è che ci troviamo di fronte ad un giovane di appena 20 anni che sarebbe stato capace di compiere un omicidio così efferato in risposta a quello di Luca Megna. Un coinvolgimento che testimonia quanto sia devastante e pericoloso il tessuto di cui si compongono queste organizzazioni. Il fermo del giovane è un primo risultato delle indagini per dare un nome ai responsabili dei tre omicidi avvenuti nel periodo di Pasqua". La scia di sangue che attanaglia la Calabria si estende anche a Stefanaconi, in provincia di Vibo Valentia, dove ieri sera è stato ucciso un commerciante, Antonino Lopreiato, di 46 anni, con precedenti penali, probabilmente anche lui ennesima vittima di uno scontro tra cosche per il predominio degli affari illeciti.

Per gli investigatori è l’ascesa dei giovani malavitosi. L'elemento che emerge dal fermo di Andrea Corrado, il giovane di 20 anni accusato dell'omicidio a Papanine di Crotone, di Giuseppe Cavallo, in risposta all'assassinio di Luca Megna, avvenuto qualche giorno prima, è la capacità delle cosche di arruolare nelle proprie fila elementi giovanissimi convinti "che ammazzando si può fare carriera". E' quanto hanno sostenuto il procuratore della Repubblica di Crotone, Franco Tricoli, ed il questore, Gaetano D'Amato, incontrando i giornalisti per illustrare i particolari dell'indagini che ha portato al fermo di Corrado. Secondo D'Amato, "l'aspetto inquietante è che ci troviamo di fronte ad un giovane di appena 20 anni che sarebbe stato capace di compiere un omicidio così efferato in risposta a quello di Luca Megna. Un coinvolgimento che testimonia quanto sia devastante e pericoloso il tessuto di cui si compongono queste organizzazioni. Il fermo del giovane è un primo risultato delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Crotone e del Servizio centrale operativo per dare un nome ai responsabili dei tre omicidi avvenuti nel periodo di Pasqua". Tricoli ha sottolineato la "situazione esplosiva in cui versa il crotonese, con una minoranza di barbari e delinquenti che tiene in ostaggio il territorio".

 

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