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Uccise la fidanzata, libero dopo un anno

 

Uccise la fidanzata, libero dopo un anno. Proteste della famiglia della vittima

25 apr 08 La lentezza della giustizia colpisce ancora e questa volta provoca, dopo un anno di detenzione, la scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare di un giovane, Luigi Campise, di 22 anni, reo confesso dell'omicidio della fidanzata, Barbara Bellorofonte, 17 anni, avvenuto a Montepaone (Catanzaro) nel marzo dello scorso anno. Nelle settimane scorse il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Alessia Miele, ha chiesto ed ottenuto dal Gip, Antonio Battaglia, una proroga delle indagini per altri sei mesi. A questa decisione si e' opposto il difensore dell'indagato, che ha presentato un ricorso al tribunale della liberta' che ha annullato la decisione del Gip provocando la scarcerazione per decorrenza dei termini di Luigi Campise. La decisione dei giudici del riesame e' giunta a pochi giorni dall'udienza preliminare, che si svolgera' il 30 aprile. La scarcerazione del ventiduenne ha provocato sconcerto e amarezza nei genitori di Barbara Bellorofonte, per i quali si tratta di una decisione ''scandalosa''. Secondo Giuseppe Bellorofonte, padre della ragazza uccisa, il processo ''si poteva fare subito. E invece si e' voluto attendere tutto questo tempo ed ora ci ritroviamo con l'assassino di mia figlia scarcerato, con la beffa di poterlo incontrare per strada, quasi come se nulla fosse successo''. La madre della ragazza, Lucia Cosentino, in lacrime, non usa mezzi termini nel dire che ''questa non e' giustizia. Non e' giusto che lui e' fuori, libero e noi dobbiamo andare al cimitero a trovare nostra figlia. Al danno ora si aggiunge anche la beffa. Noi siamo distrutti perche' e' stata uccisa nostra figlia e, nonostante la nostra vita sia rovinata, non ci viene nemmeno riconosciuta una giustizia adeguata per quanto e' accaduto''. Il legale della famiglia Bellorofonte, l'avvocato Enzo De Caro, sulla vicenda ha detto che ''questa scarcerazione e' dovuta alla lentezza della giustizia. Purtroppo in questi procedimenti sono necessarie consulenze tecniche per le quali c'e' bisogno di tempi biblici. Il pm e' un magistrato serio e scrupoloso e questa scarcerazione non la si puo' attribuire all'attivita' svolta dalla Procura. In questo caso i fattori che hanno portato alla scarcerazione sono stati altri come ad esempio i tempi per una perizia balistica che e' stata fatta per accertare che a sparare fosse stata una sola persona''. Per il difensore di Campise, l'avvocato Salvatore Staiano, la scarcerazione e' ''rigorosamente ineccepibile sul piano del rigore tecnico-giuridico al quale deve attenersi un giudice. Sul resto e' meglio mantenere il silenzio''. Nel marzo dello scorso anno Luigi Campise e la sua fidanzata, Barbara Bellorofonte, si incontrarono in una zona residenziale di Montepaone, piccolo centro del catanzarese, per chiarire alcune vicende legate alla loro storia d'amore. Tra i due ci fu un litigio e Campise sparo' contro la fidanzata quattro colpi di pistola e subito dopo torno' a casa. Dopo essersi cambiato i vestiti, decise di presentarsi spontaneamente ai carabinieri. La ragazza fu ricoverata nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Catanzaro, dove mori' dopo venti giorni.

 

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