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Indagato a Reggio Calabria il sen. DeGregorio

 

Il sen. De Gregorio indagato a Reggio. Avrebbe mediato per conto di una cosca l’acquisto della Caserma Mezzacapo. Il parlamentare “Sono concertato, indagato per una cena”

09 apr 08 Secondo alcune indiscrezioni il sen.Sergio De Gregorio e' indagato per concorso in esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio. L'inchiesta, condotta dalla Dda di Reggio Calabria, riguarda il presunto ruolo di mediatore che il parlamentare avrebbe svolto per conto della cosca Ficara per l'acquisto della caserma dell'esercito Mezzacapo. . La Dda di Reggio Calabria stamattina non ha voluto commentare la pubblicazione della notizia. I Ficara, secondo quanto trapelato dalle indagini, si sarebbero rivolti a De Gregorio, presidente della commissione Difesa del Senato e leader del movimento Italiani nel mondo e candidato nelle liste del Pdl, per le sue conoscenze negli ambienti militari perché facesse in modo che la vendita del plesso in cui è ubicata la caserma, che ha un notevole pregio storico, andasse in porto. Negli atti dell'indagine si fa riferimento ad una cena cui avrebbe partecipato De Gregorio insieme ad altri esponenti politici, affiliati alla cosca Ficara ed imprenditori in un locale pubblico di Reggio Calabria. L'incontro sarebbe stato documentato, con alcune riprese filmate, da alcuni carabinieri in borghese seduti al tavolo accanto a quello in cui si trovava De Gregorio. La cena alla quale avrebbe partecipato il senatore De Gregorio sarebbe avvenuta nella primavera del 2007 nel periodo della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Reggio Calabria. De Gregorio sarebbe stato accompagnato alla cena dal capogruppo di Alleanza nazionale nel Consiglio regionale della Calabria, Alberto Sarra, anch'egli indagato per voto di scambio in un'altra inchiesta che nei giorni scorsi è stata successivamente avocata dalla Procura generale di Reggio Calabria. I dialoghi tra De Gregorio e le altre persone che partecipano alla cena, svoltasi in un locale in una zona periferica di Reggio Calabria, furono intercettati dalle microspie piazzate dai carabinieri su delega della Dda, che già aveva in corso un'indagine su presunti rapporti tra esponenti politici ed affiliati alla 'ndrangheta in relazione alle elezioni amministrative del 2007. La Dda stava anche indagando su alcune operazioni immobiliari a Reggio Calabria alle quali sarebbero state interessate alcune cosche della 'ndrangheta, tra cui quella dei Ficara. I carabinieri, sempre su delega della Procura, avrebbero anche documentato i numerosi viaggi a Roma di emissari della cosca Ficara al fine di ottenere sostegni al progetto di acquisto dell'immobile dell'ex caserma Mezzacapo. La caserma Mezzacapo, intitolata a due generali del Regno d'Italia, Luigi e Carlo Mezzacapo, è stata la sede, fino al dicembre del 2006, del Comando militare regionale della Calabria, successivamente trasferito a Catanzaro. L'edificio, costruito nel 1876, venne distrutto dal terremoto del 28 dicembre del 1908 che provocò anche la morte di 280 soldati di leva che vi erano ospitati. La caserma fu poi ricostruita nel 1920. L'edificio, strutturato su due piani e quattro corpi di fabbrica, occupa, complessivamente, uno spazio di 3.380 metri quadri. Prima del trasferimento a Catanzaro del Comando militare regionale, la caserma ospitava una biblioteca militare composta da seimila volumi.

De Gregorio: “Sono sconcertato, indagato per una cena”. ''Sono stato ad una cena elettorale, accompagnato da carabinieri e agenti della Criminalpol. Ho salutato oltre trecento simpatizzanti ed ero insieme al consigliere regionale Alberto Sarra, avvocato penalista che ben conosce il suo territorio. Se c'é un filmato, sono convinto che possa documentare che, dopo i primi saluti, ho trascorso l'intera serata al fianco del consigliere Sarra e del candidato locale alla municipalità". Lo ha detto Sergio De Gregorio, presidente della commissione Difesa del Senato e leader del movimento politico 'Italiani nel mondo', candidato con il Pdl, che è indagato dalla Procura di Reggio Calabria per una cena elettorale, in Calabria, alla quale erano presenti boss della malavita locale. "Sono sconcertato e, allo stesso tempo, convinto - ha detto De Gregorio - che non si debbano pagare prezzi politici per aver partecipato ad una riunione conviviale, su invito degli alleati di partito e nell'ambito della campagna elettorale per le amministrative del 2007. In quella cena si è parlato esclusivamente di politica. Non ho mai ricevuto richieste di intervento a favore di questo o quel progetto imprenditoriale e sono almeno dieci mesi che non metto piede a Reggio Calabria. Inoltre, mi risulta che alla mia segreteria di Roma abbia avuto accesso solo personale politico collegato al consigliere regionale Sarra". "Sono a disposizione del magistrato - ha annunciato De Gregorio - ed ho già attivato i canali legali perché, nel più breve tempo possibile, si possa predisporre il mio interrogatorio. E' necessario che questa vicenda non diventi un ulteriore elemento di indirizzo politico nell'ambito di una campagna elettorale delicata e complessa". "I fatti - conclude De Gregorio - risalgono al 2007 e la domanda è sempre la stessa: come mai la notizia appare su due quotidiani nazionali a quattro giorni dal voto, considerato che la mia presenza a Reggio Calabria non viene più segnalata da dieci mesi?".

L’indagine riguarda affari immobiliari. Si collega alle indagini avviate da tempo su alcune presunte speculazioni immobiliari messe in atto da alcune cosche della 'ndrangheta, l'inchiesta della Dda di Reggio Calabria in cui è indagato il senatore Sergio De Gregorio. Tra gli immobili su cui le cosche avrebbero puntato la loro attenzione c'é anche, dopo la sua dismissione da parte dell' Esercito, l'ex caserma Mezzacapo. Alcune cosche di Reggio Calabria, tra cui quella dei Ficara-Latella, secondo quanto è emerso dall'inchiesta, avrebbero attuato un monopolio, con la complicità di ambienti politici, nell'acquisto di importanti immobili per poi ristrutturarli e metterli in vendita. La cena elettorale cui avrebbe partecipato De Gregorio insieme al capogruppo di An nel Consiglio regionale, Alberto Sarra, nella primavera del 2007, nel corso della campagna per le elezioni amministrative, sarebbe stata utilizzata dagli esponenti della cosca Ficara per chiedere al parlamentare di appoggiare il tentativo del gruppo criminale di acquistare l' immobile dell'ex caserma Mezzacapo. Secondo quanto si è appreso in ambienti giudiziari, inoltre, l'inchiesta in cui è indagato De Gregorio non è collegata a quella in cui è indagato per voto di scambio Alberto Sarra.

Accordo con Sarra nel 2007. Il senatore Sergio De Gregorio, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Dda di Reggio Calabria, avrebbe allacciato da tempo un rapporto con movimenti politici locali vicini alla Casa delle liberta'. De Gregorio ha avviato tali contatti dopo il suo abbandono del centrosinistra in occasione del voto di fiducia alla Finanziaria del 2006. Uno dei movimenti con cui sarebbe in rapporti De Gregorio è il Centro Democratico Cristiano di Reggio Calabria, di cui è presidente onorario il capogruppo di An nel Consiglio regionale della Calabria, Alberto Sarra. De Gregorio, proprio sulla base del suo rapporto con Sarra, avrebbe appoggiato il centrodestra in occasione delle elezioni del 2007 per il rinnovo del Consiglio comunale di Reggio Calabria.

Sarra “Manipolazioni strumentali della verità”. "La Stampa di Torino ed il Corriere della Sera hanno pubblicato notizie che mi riguardano in violazione del segreto investigativo". Lo afferma, in una dichiarazione, il capogruppo di Alleanza nazionale nel Consiglio regionale della Calabria, Alberto Sarra. "Ammesso che vi sia un'indagine - aggiunge Sarra - poiché i fatti come rappresentati negli articoli in questione non corrispondono a ciò che mi è noto ed appaiono soltanto esercitazioni diffamatorie, probabilmente stimolate dalla campagna elettorale in corso. Ho già avviato tutte le iniziative giudiziarie del caso contro i responsabili, nella piena consapevolezza che quanto è stato illecitamente propalato, non può che essere falso. Iniziative ai miei danni caratterizzate da una serie complessa di illiceità sono state avocate dalla Procura Generale di Reggio Calabria che sta procedendo e quei fatti sono stati già riferiti dalle cronache". "Ormai la misura è colma. La spregiudicatezza mediatica, alimentata dai soliti noti - conclude Sarra - getta il mio nome in pasto al pettegolezzo ed alla diffamazione. Replicherò con tutti i mezzi che la legge mi consente a queste strumentali manipolazioni della verità, i cui ispiratori peraltro, non faccio fatica ad individuare".

Contro l’avocazione a Sarra proposto il reclamo. Collegata all'inchiesta in cui è indagato il senatore Sergio De Gregorio è quella in cui é coinvolto il capogruppo di Alleanza nazionale nel Consiglio regionale della Calabria, Alberto Sarra. Sarra, secondo l'ipotesi accusatoria, avrebbe avuto contatti con elementi vicini ad alcune cosche della provincia di Reggio che si sarebbero sostanziati in episodi di voto di scambio che lo avrebbero favorito nelle competizioni elettorali in cui era impegnato in modo diretto o indiretto. L'inchiesta a carico di Sarra è stata successivamente avocata dalla Procura generale di Reggio Calabria "rilevando una serie di anomalie - secondo quanto ha riferito nei giorni scorsi lo stesso Sarra in una dichiarazione - nella conduzione delle indagini". A decidere l'avocazione dell'inchiesta a carico di Sarra è stato il pm della Procura di Reggio Santi Cutroneo, in un breve periodo in cui è stato applicato alla Procura generale. Contro l'avocazione il Procuratore della Repubblica facente funzioni di Reggio, Francesco Scuderi, ha proposto reclamo alla Corte di cassazione sostenendo che la decisione della Procura generale non è giustificata.

Storace “De Gregorio chiarisca”. "Questa sera in Campania chiederò che differenza c'é tra la sinistra di Bassolino e il Pdl, che in quella regione, proprio al Senato, candida Sergio De Gregorio, contro cui sono state rivolte accuse pesantissime, che riguardano presunte relazioni con esponenti mafiosi e nelle quali pare coinvolto addirittura un consigliere regionale della Calabria". Il leader della Destra Francesco Storace interviene sul caso del leader del movimento Italiani nel Mondo, indagato dalla Procura di Reggio Calabria. "Spero - dice Storace - che sia tutto falso, ma certo è che tra Pd e Pdl non c'é alcuna garanzia che si riesce a offrire agli elettori. Ogni giorno c'é qualcuno che impartisce lezioni ad altri, ma crediamo che tutti i coinvolti debbano chiarire se avevano rapporti con i mafiosi". "E' una polemica - sottolinea Storace - ben più seria delle punzecchiature che in campagna elettorale si danno e si ricevono: ne va della vita della gente e della dignità delle istituzioni".

 

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