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Demolite case abusive a Rossano

Demolite le costruzioni abusive erette su area demaniale a Rossano

04 apr 08 Questa mattina a Rossano i primi lavori di demolizione di 45 costruzioni realizzate su area demaniale marittima. Un volume complessivo di 45 mila metri cubi. "Uno sfregio intollerabile, un ecomostro da cancellare, e lo abbiamo cancellato", da detto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, intervenendo appena iniziati i dei lavori di demolizione. Abbattere gli ecomostri, nessuno escluso, cancellare le brutture esistenti e impedirne la nascita di nuove, è un impegno politico molto serio che la nostra Giunta ha preso fin dal suo insediamento, ma è anche una grande sfida culturale per la Calabria". "Si è iniziato - ha aggiunto Loiero - con quello di Copanello e attraverso un accordo di programma quadro, stiamo proseguendo con altre demolizioni. Questa battaglia contro gli ecomostri del passato ci impegna per evitare che in futuro altre analoghe calamità si abbattano sulla Calabria con ipotesi di insediamenti che arrecherebbero danni ambientali non più riparabili". "La Calabria - ha proseguito il presidente Loiero - è la prima regione in Italia a varare un piano del genere, per la valorizzazione del paesaggio, che rappresenta il capitale più prezioso che abbiamo ma lasciato per troppo tempo, nelle mani di speculatori senza scrupoli". Secondo Loiero, "l'impegno nella lotta all'abusivismo costituisce un segnale concreto a favore della legalità e per rilanciare una regione che punta al turismo e alla tutela del patrimonio naturale come elementi centrali della propria economia. Quello di oggi è un altro segnale importante per riconquistare fiducia nelle istituzioni".

La prima casa abbattuta quella del boss. La prima casa abbattuta stamattina a Rossano nell'ambito dei lavori di demolizione di 52 costruzioni realizzate su area demaniale è la villa di un boss pentito della 'ndrangheta, Pasquale Tripodoro, ex capo dell'omonima cosca. Si tratta di una villa a due piani, realizzata a pochi metri dalla spiaggia, dotata di un ampio giardino. Le costruzioni da abbattere sono tutte ville che erano state realizzate negli ultimi anni su terreni demaniali.

Legambiente “E’ solo l’inizio”. "Dopo la demolizione delle case su ruota di Falerna, operata dal coraggioso sindaco Daniele Menniti e l'abbattimento dell' 80% dell'ecomostro di Copanello, uno scheletro di 15 mila metri cubi di cemento armato sul promontorio della costa ionica catanzarese prosegue la battaglia contro l'edilizia selvaggia in Calabria, pianificata nel 2006 con il Programma Paesaggi e Identità dai Ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture e la Regione Calabria per la valorizzazione del paesaggio e la difesa del territorio". E' quanto afferma Legambiente in una nota. "Una battaglia - si aggiunge nella nota - che, con l'abbattimento di nove ecomostri calabresi su 740 casi analizzati, rappresenta solo un inizio rispetto alla miriade di insediamenti che aggrediscono il territorio e la costa calabrese". Secondo il presidente di Legambiente Calabria, Antonino Morabito, "La Regione Calabria, con paesaggi e identità, agisce bene ma razzola male poiché è stata lei stessa ad abrogare l'articolo 58 bis della Legge urbanistica regionale che avrebbe vietato di edificare entro 700 metri dal mare ed entro i 150 metri dagli argini dei fiumi. A dispetto di quanto legiferato la politica regionale sembra, quindi, diretta in senso opposto, come conferma la scelta fatta con il Programma di recupero urbano degli abitati costieri di Isola Capo Rizzuto che di fatto 'sanera'' un milione e 850 mila metri cubi di cemento, al 95% abusivi, sulla costa, a ridosso dell'Area marina protetta Capo Rizzuto. Se a ciò aggiungiamo anche l'articolo 57 della stessa Legge urbanistica regionale che permette di modificare i manufatti da turistici ricettivi a residenziali con una semplice Dia, la contraddizione diventa ancora più evidente". "Alcuni degli ecomostri calabresi - scrive ancora Legambiente - in 'lista d'attesà: Capo Rizzuto (KR), ovvero il mostro nell'area marina protetta. Le ruspe si fanno attendere, nonostante il sequestro con l'operazione 'Isola Felice' portata avanti dalla Questura di Crotone di ben 245 abitazioni realizzate senza alcuna concessione edilizia e l'ordinanza di demolizione confermata dalla Procura della Repubblica. Gran parte degli immobili sequestrati, tra cui ville di notevoli dimensioni e valore, risulterebbe di proprietà di persone affiliate alla cosca degli Arena, mentre gli altri apparterrebbero a esponenti di clan diversi. Il blitz ha consentito di denunciare all'autorità giudiziaria 250 persone. Palafitta e Trenino a Falerna Scalo sono i soprannomi che residenti e turisti hanno dato alle due costruzioni realizzate direttamente sul bagnasciuga, tanto che la prima nei giorni di mare grosso ondeggia al punto da sembrare una casa galleggiante, mentre gli appartamenti al piano terra della seconda si riempiono puntualmente di sabbia. L'Orchidea a Grisolia è il villaggio-camping posto sotto sequestro nell'aprile del 2005 perché risultato interamente abusivo. La struttura turistica si trova immersa nel verde della Riviera dei Cedri e si affaccia direttamente sulla spiaggia, ricoprendo un'area di circa 30 mila metri quadrati. Boungalows e miniappartamenti dotati di ogni comfort, ma privi di regolari autorizzazioni in zona sottoposta a vincolo ambientale e in pieno demanio. Nella primavera del 2006, il complesso, grazie a un provvedimento della Procura di Paola, è stato dissequestrato temporaneamente fino al 30 settembre 2006. Come dire, 'vi lasciamo lavorare tranquilli per la stagione balneare'. Costa degli Dei a Capo Vaticano, dove la Forestale ha posto sotto sequestro una ventina di immobili lungo il litorale del comune di Ricadi. La gran parte degli edifici si trova all'interno di villaggi turistici o in prossimità di essi e ricade in zone sottoposte a vincolo paesaggistico-ambientale. I proprietari delle strutture, del valore di circa due milioni e mezzo di euro e alcuni liberi professionisti sono stati deferiti all'autorità giudiziaria. In totale i forestali hanno denunciato 25 persone, ne sono state poi arrestate altre quattro per violazione dei sigilli. In relazione ad alcuni immobili è intervenuta la sanatoria, mentre gli altri sono in attesa di demolizione dopo l'ordinanza del Comune". "Oggi è una bella giornata, splende il sole della legalità". Così Legambiente commenta l'avvio dell'abbattimento dei 50 fabbricati realizzati abusivamente sul demanio marittimo, in contrada Zolfara, di Rossano. "L'intervento - è detto in una nota di Legambiente - prevede la rimozione di 83 unità abitative, 45 mila metri cubi di cemento e cinquemila metri quadri di amianto. Complessivamente il territorio risanato sarà di circa 25 mila metri quadrati e il progetto, com'é giusto che sia, prevede anche la riqualificazione paesaggistica e ambientale dell'area, per restituire ai cittadini la fruibilità del demanio marittimo". "Questa demolizione - ha detto il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - corona anni di battaglie per il ripristino della legalità ambientale in luoghi di pregio, devastati dall'abusivismo. E' importante proseguire su questa strada e restituire alla Calabria le sue coste in tutta la loro bellezza. Speriamo, pertanto, che le ruspe non si fermino a Rossano: è lungo l'elenco dei manufatti illegali che aggrediscono la regione Calabria".

Assessori Tommasi e Tripodi “Una bella giornata”. Un milione di euro: è questo il finanziamento stanziato dalla Regione per la bonifica del territorio di Rossano, con l'abbattimento di 52 ville realizzate su area demaniale. "Oggi - ha detto l'assessore regionale all'Ambiente, Diego Tommasi - continua il programma di recupero territoriale e ambientale della nostra Regione. Con l'abbattimento di alcuni ecomostri vogliamo dare un segnale di cambiamento radicale dell'azione disastrosa perpetrata nel nostro territorio. Abbiamo iniziato con Copanello, oggi tocca a Rossano e si continua su questa azione mirata al recupero di troppi anni di abusi perpetrati ai danni delle nostre coste e sul nostro territorio in generale. Nella storia della nostra Regione la disattenzione di alcuni amministratori ha portato a questi scempi". "Una bella giornata per la Calabria che si batte per la legalità e le regole - ha detto da parte sua l'assessore regionale all'Ubrnistica, Michelangelo Tripodi - e che punta a tutelare e valorizzare il territorio e il paesaggio. La ruspa ha cominciato oggi il suo lavoro sulla costa di Rossano. E' questo un risultato importante, frutto del programma Paesaggi & Identità promosso dal dipartimento Urbanistica e Governo del Territorio, e rappresenta uno dei nove interventi previsti e programmati che, nel corso del 2008, saranno realizzati in tutta la regione con la demolizione di manufatti abusivi e la riqualificazione paesaggistica delle aree degradate. Dopo decenni in cui la costa calabrese è stata sottoposta ad azioni di devastazione e di saccheggio si apre un'altra fase, di cui la Regione è protagonista, per far passare una nuova cultura di governo del territorio quale condizione indispensabile per uno sviluppo sostenibile del territorio calabrese. Noi andiamo oltre la politica degli annunci. Siamo abituati a non fare chiacchiere inutili. Avevamo assunto un impegno - ha concluso Tripodi - che ci vede come unica Regione che ha portato avanti con tenacia un programma di questa natura. Lo abbiamo detto e adesso lo stiamo facendo concretamente in un quadro di forte cooperazione istituzionale e collaborazione con i Comuni direttamente interessati". A margine della conferenza stampa c'é stata una protesta dei lavoratori Enel che hanno chiesto agli assessori regionali che venga presa in considerazione la tanto discussa conversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano. Secondo i lavoratori, circa 150 dipendenti rischierebbero il posto di lavoro se la centrale chiudesse. L'assessore Tommasi ha invitato i lavoratori ad accordarsi per un eventuale incontro con la Regione.

 

 

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