HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo


Maxi blitz nel crotonese

 

Blitz di Crotone, duro colpo ai clan che hanno insanguinato il territorio in questi giorni.

07 apr 08 Omicidi, traffico di droga, estorsioni, ma anche intimidazioni e danneggiamenti a rappresentanti delle forze dell'ordine per indurli ad allentare la pressione su di loro. Gli affiliati alla cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura di Crotone non si limitavano a gestire le solite attività illecite, ma erano arrivati a colpire gli investigatori per indurli a lasciare perdere le indagini o, quantomeno, a rallentarle. Le indagini, però, alle quali hanno collaborato cinque pentiti, sono andate avanti, anzi si sono intensificate e stamani hanno avuto una prima forte risposta con l'esecuzione di 38 fermi emessi dalla Dda di Catanzaro. Un'operazione che è anche una prima risposta agli omicidi compiuti a Pasqua nella frazione Papanice di Crotone e ad Isola Capo Rizzuto. Tre omicidi in cinque giorni che hanno fatto temere una nuova escalation di violenza e che, probabilmente, hanno spinto magistrati ed investigatori ad accelerare i tempi per evitare il ripetersi di fatti di sangue. La cosca sentiva da tempo la pressione della polizia. E' per questo che, secondo l'accusa, era stato progettato un piano di delegittimazione di magistrati ed investigatori. Una reazione, quella delle cosche, che si è manifestata con minacce, lettere minatorie, aggressioni e attentati contro investigatori e loro familiari. Secondo gli investigatori era pronta anche la diffusione di voci diffamatorie e notizie false per screditare magistrati ed investigatori. Ed è in questo contesto che rientra l'incendio dell'auto di un assistente capo della polizia e l'attentato dinamitardo compiuto contro un negozio di proprietà della moglie di un ispettore. La volontà degli investigatori, però, è stata più forte delle fiamme e dell'esplosivo e le indagini sono andate avanti facendo luce su tutta una serie di episodi criminosi, a cominciare da due omicidi compiuti nel 2000 quando vennero uccisi Gianfranco Gallo e Leonardo Covelli. L'operazione ha interessato anche l'Emilia Romagna e il Lazio. Soprattutto in Emilia, i presunti appartenenti ai clan colpiti oggi si erano insediati tra Bologna e Reggio Emilia per approvvigionare il mercato della droga di quelle zone. Le indagini condotte dallo Sco e dalle squadre mobili di Crotone e Catanzaro hanno confermato che nella cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura negli ultimi anni si era verificata una frattura con il passaggio di numerosi esponenti a due fazioni in lotta tra loro: i Megna ed i Russelli. E proprio a questi due gruppi facevano riferimento le vittime degli agguati portati a termine nel periodo di Pasqua: da Luca Megna, figlio del boss Domenico detto Mico, ucciso il 22 marzo in un agguato nel quale è rimasta ferita la figlia di cinque anni, da quel giorno ricoverata in stato di coma nell'ospedale di Catanzaro, a Giuseppe Cavallo, legato ai Russelli, ai quali tramite un collegamento con i Nicoscia, era legato anche Francesco Capicchiano, ucciso a Isola Capo Rizzuto il 27 marzo.

DDA: legame soggettivo con i delitti di Pasqua. L'operazione condotta stamani dalla polizia a Crotone non riguarda "oggettivamente" i tre omicidi commessi nel giro di cinque giorni nella zona a Pasqua, ma "é connessa soggettivamente in quanto va a persequire soggetti che non sono estranei a quel contesto". A dirlo è stato il procuratore facente funzioni di Catanzaro, Salvatore Murone, incontrando i giornalisti a Crotone per illustrare gli esiti dell'operazione. Le indagini, che stamani hanno portato all'esecuzione di 38 fermi, vanno avanti da tempo e riguardano episodi alcuni dei quali risalgono agli anni '90. Molti dei fermati, ha ricordato il procuratore di Crotone, Franco Tricoli, ''appartengono a famiglie criminali più volte attenzionate in passato", mentre il pm applicato alla Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni, nel sottolineare che l'operazione di oggi è frutto di "un gioco di squadra", ha aggiunto che "la pressione cui sono state sottoposte le cosche ha portato alla dissociazione di importanti esponenti". Una circostanza, quella della presenza di collaboratori di giustizia, che fa ritenere al dirigente del Servizio centrale operativo Raffaele Grassi che ci si trovi in una "prima fase investigativa cui ne seguiranno altre". Il dirigente della squadra Mobile di Crotone, Angelo Morabito ha detto che "sono stati colpiti vertici e manovalanza della cosca" mentre il questore, Gaetano D'Amato, ha ricordato lo sforzo della Polizia di Stato che ha inviato sul territorio circa 200 uomini. Al riguardo il direttore dello Sco, Gilberto Caldarozzi, ha sostenuto che "il dispositivo di sicurezza non verrà mosso dal territorio fino a quando non ci saranno risultati positivi".

Un progetto di delegittimazione di magistrati e poliziotti. Un progetto di delegittimazione di magistrati ed investigatori finalizzato a disturbare le indagini sulle cosche della 'ndrangheta di Crotone. Lo stavano preparando le persone sottoposte a fermo stamani dalla polizia. E' quanto emerge dal provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro. Per allentare la pressione della squadra mobile crotonese, che negli ultimi mesi si era accentuata, gli affiliati alla cosca hanno anche reagito con minacce, lettere minatorie, aggressioni e attentati contro investigatori e loro familiari. Atti rientranti nella stessa strategia di disturbo che prevedeva fasi successive sulla base di un preciso e determinato programma che puntava a instaurare un clima di sospetto ed intimidazione nei confronti di magistrati ed investigatori. Secondo gli investigatori era pronta anche la diffusione di voci diffamatorie e notizie false per screditare magistrati ed investigatori. Qualora questo progetto non fosse andato in porto, la cosca era intenzionata ad agire direttamente. Sono da ricondurre a questo progetto, secondo gli inquirenti, i danneggiamenti subiti da un assistente capo e da un ispettore e l'invio di alcune lettere anonime al Questore di Crotone. Al primo, il 6 gennaio 2007, fu incendiata l'auto, mentre per colpire il secondo fu fatto esplodere, il 26 aprile 2007, un ordigno davanti al negozio di proprietà della moglie. In entrambi i casi, secondo l'accusa, corroborata dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, il mandante era Antonio Macrì, considerato un elemento di spicco e già detenuto da alcuni mesi. Lo stesso Macrì fu fermato pochi minuti dopo l'incendio della vettura del sovrintendente, dagli agenti di una volante. In suo soccorso intervennero tre giovani, poi identificati, che per evitare il suo arresto aggredirono gli agenti con calci e pugni. Per l'attentato al negozio fu utilizzato dell'esplosivo spedito da Roma all'interno di un pacco trasportato a Crotone da un pullman di linea. Uno degli autori materiali dell'attentato fu sostituito all'ultimo momento perché si era ubriacato.

Estorsioni all’impresa di pulizie dell’ospedale. L'impresa appaltatrice dei lavori di pulizia all'interno dell'ospedale di Crotone era tra quelle taglieggiate dalla cosca Vrenna-Bonaventura-Corigliano. Le richieste estorsive, secondo quanto raccontato da un collaboratore di giustizia, sono cominciate dalla metà del 2002. Il titolare dell'impresa è stato poi costretto a pagare 800 euro al mese. Dopo la scissione avvenuta in seno alla cosca Vrenna-Corigliano-Bonaventura, il titolare dell'impresa è stato anche minacciato da due persone armate. La consegna del pizzo avveniva in un distributore di carburante nelle vicinanze dell'ospedale.

Amato e Minniti “Duro corpo ai clan”. L'operazione della polizia contro i clan nel crotonese "é un nuovo tassello verso la liberazione dell'economia calabrese dalla pressione della 'ndrangheta''. Lo affermano il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, e il viceministro Marco Minniti, che si sono complimentati con la Polizia di Stato e con i magistrati per l'operazione "Eracles", che ha portato al fermo di 41 persone nell'ambito di una indagine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contro i principali clan di Crotone. Quelal di questa mattina, sottolineano Amato e Minniti "é una delle operazioni più importanti degli ultimi anni. Si è inferto un duro colpo a organizzazioni mafiose di grande pericolosità attive nel Crotonese, catturando gli esponenti più autorevoli dei clan Vrenna, Corigliano, Bonaventura. Queste famiglie erano responsabili di numerosi omicidi e controllavano il racket delle estorsioni nei confronti di imprenditori del settore edile e dei commercianti".

Presidente Loiero “Giusta bonifica del territorio”. ''Sono questi i risultati che ci attendiamo dal lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura: una bonifica dei territori trasformati in feudi mafiosi. Crotone e la Calabria hanno il diritto di misurarsi con i progetti di sviluppo". Lo ha detto, tramite una nota del portavoce, il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero circa l'operazione compiuta stamani a Crotone. "La cappa mafiosa - aggiunge - è intollerabile e comprime qualsiasi ipotesi di rilancio del territorio. L'operazione di polizia contro le famiglie mafiose del Crotonese merita, dunque, l'apprezzamento della Calabria intera. Le organizzazioni malavitose hanno recentemente trasformato il Crotonese in un campo di battaglia che ha lasciato sul campo vittime innocenti. Ripristinare in quest'area la legalità era un obiettivo vitale. Polizia e magistratura si sono mosse con tempestività e ciò conferma la reale volontà dello Stato di combattere la 'ndrangheta senza titubanze. E' un compito rischioso e va espressa tutta la solidarietà delle istituzioni a quegli uomini - in questo caso si parla addirittura di magistrati contro cui erano stati programmati attentati - che con generosità e grande senso dello Stato, giorno dopo giorno, in silenzio, combattono una battaglia di civiltà e di democrazia". "Come Regione - ha aggiunto Loiero - pur essendo la sicurezza compito dello Stato, abbiamo messo a disposizione risorse consistenti per rassicurare le popolazioni costrette a subire la prepotenza dei clan. E sabato scorso è passato in Giunta regionale un protocollo di intesa per l'utilizzo dei beni immobili confiscati alle cosche ed è stato istituito un tavolo di 'governance' che sarà coordinato dal prefetto di Reggio Calabria".

Intrieri “La politica ora faccia la sua parte”. ''Gratitudine ai magistrati ed alle forze dell'ordine per l'operazione odierna nei confronti delle feroci cosche crotonesi che avevano, tra l'altro, in animo di attentare alla vita del sostituto procuratore Pierpaolo Bruni ed agli uomini della Polizia di Stato''. Lo ha sostenuto la parlamentare del Pd, Marilina Intrieri. ''E' una bella risposta - ha aggiunto - che infonde molta fiducia ai tanti giovani crotonesi che nei giorni scorsi hanno sfilato contro la mafia e per la legalita'. Adesso anche la politica faccia la sua parte, allontanando immediatamente dalle Istituzioni democratiche i collusi, i rinviati a giudizio di questi giorni per rapporti con la mafia e dimostrando, cosi', di voler raccogliere la richiesta di Walter Veltroni, che ha detto no ai voti della 'ndrangheta''. ''La gente - ha concluso Marilina Intrieri - e' sfiduciata quando vede iniziative elettorali i cui promotori sono amministratori e rappresentanti politici in attesa di giudizio per reati e rapporti con la mafia''.

Sindaco Vallone “Lo Stato c’è”. ''Lo Stato c'é e non ci ha abbandonati". Così il sindaco di Crotone, Peppino Vallone, commenta l'operazione della polizia di Stato contro le cosche del Crotonese. "La brillante azione condotta dalle forze dell'ordine, di concerto con la magistratura - continua Vallone - è la replica più immediata che questo territorio attendeva. Lo avevamo chiesto nel corso del recente consiglio comunale e provinciale congiunto, tenutosi all'indomani dei recenti avvenimenti criminosi, di non essere lasciati soli e la risposta dello Stato é giunta subito. Ho personalmente ringraziato il Prefetto, il Questore ed il Procuratore della Repubblica ed estendo il ringraziamento a tutte le forze dell'ordine anche a nome della città". "Crotone è una città - conclude il sindaco - che ha dimostrato di avere una grande coscienza civile a tutti i livelli, a cominciare da quei bellissimi ragazzi che la scorsa settimana hanno voluto gridare in piazza il loro No alla mafia".

 

 

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © 2005 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

ShinyStat

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti