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Operazione Omnia2

 

Blitz dei carabinieri tra Cosenza e Forlì: sei arresti nel clan Forastefano

11 apr 08 Hanno prelevato l'imprenditore al quale avevano prestato denaro a tassi usurari per costringerlo ad assumere nella sua azienda a Forli' un componente la banda, ma la vittima, stanca dei soprusi, e' andata dai carabinieri a denunciare l'accaduto. E' uno degli aspetti emersi dall'inchiesta che stamani ha portato all'esecuzione di sei arresti, da parte dei carabinieri, tra Cosenza e Forli'. L'imprenditore, originario di Reggio Calabria e sposato con una donna di Cassano allo Ionio, dopo avere chiesto ed ottenuto il denaro pensava di avere saldato il suo debito, ma i sei si sono recati a Forli' e lo hanno prelevato mentre stava andando a prendere la figlia a scuola. Condotto a Cassano, l'uomo e' stato portato in una casa abbandonata dove i sei gli hanno detto che invece doveva loro altri 150 mila euro e che avrebbe dovuto assumere uno di loro. L'imprenditore, a questo punto, si e' rivolto ai carabinieri che hanno avviato le indagini coordinate dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Vincenzo Liberto, che ha chiesto al gip l'emissione delle ordinanze di custodia cautelare eseguite stamani. L’operazione denominata “Omnia 2” fa seguito all’altra operazione “Omnia” che nel luglio scorso porto' in carcere circa 60 persone e al sequestro dei beni per oltre 50 milioni di euro nei confronti di affiliati alla cosca ''Forastefano per associazione mafiosa e altri gravi reati. Tra i reati contestati l'associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di droga, usura, estorsioni. Le persone arrestate sono Domenico Forastefano, 44 anni, cugino del boss latitante Vincenzo e del fratello di questo'ultimo, Antonio, gia' detenuto; Salvatore Lione, 31 anni; Salvatore Maritato di 38; Giovanni Battista Santagata, 30 anni.

Confermata la pervasività della ndrangheta. La cosca dei Forestefano di Cassano Ionio e' inserita nei gangli essenziali dell'economia: é questo uno degli aspetti evidenziati dagli inquirenti che stamani, a Cosenza, hanno illustrato i dettagli dell'inchiesta Omnia 2 che ha portato all'arresto di sei persone con l'accusa di usura ed estorsione aggravata dalle modalità mafiose. "Una indagine - ha detto il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo - che dimostra ancora una volta la pervasività dei poteri mafiosi. Una 'ndrangheta con interessi non solo nel territorio di provenienza, in questo caso la sibaritide, ma anche in altre regioni''. Con l'inchiesta Omnia 2 è stata accertata la presenza del clan in Emilia Romagna, dove, ha aggiunto Spagnuolo, "da tempo erano indirizzate le attività degli inquirenti, nel corso delle quali sono state raccolte le dichiarazione di un imprenditore edile che era con le spalle al muro per l'attività preoccupante posta in essere nei suoi confronti dalla cosca dei Forastefano". Secondo il sostituto procuratore della Dda, Vincenzo Luberto, "c'é la dimostrazione di una presenza 'ndranghetistica anche in Romagna e questo conferma la tesi secondo la quale gli 'ndranghetisti stanno investendo mercati anche più floridi". "Stiamo aspettando - ha concluso Luberto - quel potenziamento dei mezzi per poter contrastare in maniera ancor più incisiva un fenomeno che non riguarda solo la Calabria". Un altro aspetto evidenziato dagli inquirenti è la costrizione psicologica cui la vittima era sottoposta.

 

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