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Turismo in crisi

 

Turismo in crisi, 3mld di perdite. Colpa anche dei debiti scolastici

21 ago 08 L'estate turistica non è andata bene, il turismo italiano è in crisi, sia quello nelle città d'arte che nelle località di villeggiatura: gli operatori del turismo sono d'accordo su questo punto e chiedono a gran voce di ricostituire il ministero per il Turismo, investire nella promozione e nelle infrastrutture, riformare l'Enit-Agenzia nazionale per il turismo. Non sono i prezzi a far rinunciare gli italiani alle vacanze, anche perché, fanno notare gli albergatori, i dati del Tesoro dimostrano che proprio gli alberghi hanno fatto registrare un calo dei prezzi dello 0,8% mentre sono saliti vertiginosamente i prezzi di tutti i generi alimentari e non, dal pane, al latte, agli affitti. "E questo dovrebbe indurre le associazioni dei consumatori, che sono sempre pronte ad attaccarci, a ringraziarci, almeno stavolta", osserva il presidente di Federalberghi e di Confturismo Confcommercio, Bernabò Bocca. E per Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo-Confesercenti, se al di là dei dati ufficiali, in realtà tutto il comparto (compresa la ristorazione, i bar, gli alberghi ecc.) ha visto un aumento delle tariffe del 3% contro percentuali molto più alte registrate da altri settori, "la metà degli aumenti dei prezzi é stata assorbita dalla diminuzione degli indici di redditività per il settore turistico e di questo le associazioni dei consumatori devono fare un plauso agli imprenditori del turismo". Per Albonetti, la crisi preoccupa e disturba le città d'arte, "ma mentre qui si fa business per 360 giorni all'anno e gli indici di redditività sono piuttosto alti, per il turismo di villeggiatura rischia di diventare fatale". Meno pessimista il presidente di Assotravel, che riunisce le agenzie di viaggio, Andrea Giannetti, secondo il quale "la reintroduzione dei debiti scolastici è stata micidiale per il settore del turismo: noi abbiamo registrato un calo vistoso delle partenze a giugno". Tuttavia, per Giannetti, le cifre complessive - compreso settembre, che fa registrare un lieve recupero - sono in linea con quelle del 2007. "I nostri dati non sono negativi - spiega - certo, si può fare meglio. Agosto è sui valori dello scorso anno, non ci sono stati cali vertiginosi. Gli italiani hanno ridotto il periodo di ferie, stanno fuori 10 giorni, 1 giorno e mezzo meno rispetto allo scorso anno, ma non rinunciano a partire, anche perché i prezzi, in Italia, sono buoni. Certamente abbiamo ridotto i margini di guadagno, ma i volumi rimangono importanti. Chiuderemo la stagione, probabilmente, in pareggio". Per Edi Sommariva, presidente di Fipe-Confcommercio, la federazione che riunisce i pubblici esercizi, "non c'é bisogno di aspettare i dati di agosto per confermare che quest'anno il turismo ha registrato un calo di presenze che sfiorerà il 5% con una perdita di fatturato attorno ai tre miliardi di euro". E mentre si torna a parlare di istituire nuovamente il ministero per il Turismo, c'é chi fa notare che la sua reintroduzione collide con il federalismo, che punta al decentramento. Al momento il turismo è infatti materia di competenza esclusiva delle Regioni ma, senza una regia unica, concordano i più, l'Italia turistica rischia di andare a fondo. Intanto sui dati negativi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Michela Vittoria Brambilla frena: "Che la crisi economica, l'alto costo dei carburanti e l'aumento di molti dei beni di consumo possano aver inciso negativamente anche sul nostro turismo mi pare un fatto più che probabile e, del resto, anche negli altri Paesi europei la stagione ha avuto più o meno lo stesso andamento. Prima però di tirare le somme e quindi di verificare dove, come e quanto siano emersi fenomeni di crisi - conclude il sottosegretario - bisognerà aver raccolto e poi analizzato i dati complessivi che il mio Dipartimento sta raccogliendo e che renderà noti entro la fine di settembre".

Colpa anche dei debiti scolastici. "La reintroduzione dei debiti scolastici è stata micidiale per il settore del turismo: noi di Assotravel abbiamo registrato un calo vistoso delle partenze a giugno perché clienti che prima partivano in questo periodo non lo hanno fatto": a sostenerlo è il presidente di Assotravel, associazione che riunisce le agenzie di viaggio, Andrea Giannetti, che tuttavia non è troppo scoraggiato per l'andamento del settore questa estate. "I nostri dati non sono negativi - spiega - certo, si può fare meglio. Agosto è sui valori dello scorso anno, non ci sono stati cali vertiginosi. Gli italiani hanno ridotto il periodo di ferie, stanno fuori 10 giorni, 1 giorno e mezzo meno rispetto allo scorso anno, ma non rinunciano a partire, anche perché i prezzi, in Italia, sono buoni. Certamente abbiamo ridotto i margini di guadagno, ma i volumi rimangono importanti. Chiuderemo la stagione, probabilmente, in pareggio". Secondo Giannetti il mare in Italia è andato bene, meno bene le città d'arte "ma 6-7 anni fa queste ultime erano vuote: il problema non è certamente agosto, soprattutto per le città d'arte". Quanto alla possibile ricostituzione di un ministero per il Turismo, per Giannetti "averlo significa poco se non ci sono le idee chiare. E poi le Regioni, cosa cederanno al nuovo ministero? O si fa nuovamente il dettato costituzionale oppure credo sia difficile che il nuovo ministero possa avere poteri. Occupiamoci bene della promozione e della comunicazione e strutturiamo un sistema di dati certo"

 

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