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Scarcerati per ritardato deposito sentenza

 

A Reggio due condannati a dodici anni per tentato omicidio, vengono scarcerati per ritardato deposito della sentenza. Accertamenti disposti da Alfano

07 ago 08 Due persone condannate a dodici anni e sei mesi per tentato omicidio sono state scarcerate perché le motivazioni della sentenza sono state depositate in ritardo. Da martedì sera sono stati scarcerati Denis Alfarano e Damiano Leotta, condannati in primo grado il 5 novembre del 2006 dal Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, Concettina Garreffa. Le motivazioni della sentenza sono state però depositate il sette maggio scorso e cioé fuori dai tempi utili, secondo quanto riferiscono i legali dei due scarcerati, per consentire alla difesa di poter fare ricorso in appello. Alfarano e Leotta, nel novembre del 2004, erano a bordo di una Lancia Delta e stava per compiere un agguato quando furono bloccati da alcuni agenti della polizia di Stato che, nell'ambito di un'indagine, avevano installato nell'automobile una microspia. Durante l'operazione ci fu un conflitto a fuoco nel quale rimase ferito un ispettore della polizia di Stato.

Il Ministro Alfano dispone accertamenti. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha disposto accertamenti preliminari sulla scarcerazione di Denis Alfarano e Damiano Leotta, condannati in primo grado dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Reggio Calabria. Alfano - è detto in una nota - ha incaricato l'ispettorato generale del ministero di esaminare il caso "al fine di accertare eventuali comportamenti rilevanti sotto il profilo disciplinare".

Il legale “E’ ineccepibile”. E' ineccepibile , secondo l'avvocato Antonio Russo, difensore di uno dei due scarcerati a Reggio Calabria per decorrenza termini, il provvedimento con il quale i suoi assistiti sono tornati in libertà. "La decisione - afferma l'avv. Russo - è ineccepibile dal punto di vista procedurale perché è la legge processuale che prevede la scarcerazione per decorrenza dei termini. Sostanzialmente è una garanzia, forse l'unica, connessa al ritardo ed alle lungaggini procedurali della giustizia italiana alle quali ormai siamo abituati". L'avvocato Russo, insieme al collega Giorgio Dacqua, difende Denis Alfarano e Damiano Leotta, condannati in primo grado a 12 anni per il tentato omicidio di un ispettore di polizia. La sentenza è stata emessa il 5 novembre del 2006 dal Giudice per le udienze preliminari del tribunale di Reggio Calabria, Concettina Garreffa, ma le motivazioni sono state depositate dopo 18 mesi, nonostante fosse stato fissato il termine di novanta giorni. "La legge processuale, nell'interesse di tutti, pone - ha concluso l'avv. Russo - un limite alla privazione della libertà personale. In questo caso il termine massimo è decorso abbondantemente ed i due sono stati scarcerati".

 

 

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