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Polemiche per il blind trust alle aziende di Vrenna

 

Polemiche per il blind trust alle aziende di Vrenna. Accertamenti della Prefettura. Moglie dell'imprenditore è segretaria del Procuratore che sarà presidente dell’operazione

14 lug 08 La Prefettura di Crotone ha disposto accertamenti sulla nuova composizione societaria di Sovreco, una delle società dell'imprenditore Raffaele Vrenna, e sull'operazione blind trust. Tutto ruota attorno al garante dell'operazione, figura che potrebbe essere il procuratore di Crotone Franco Tricoli che da lunedì lascerà la magistratura e la cui persona di fiducia è proprio la moglie di Vrenna. Accertamenti di routine decisi dopo che Vrenna ha ceduto le sue quote societarie. I beneficiari sono la moglie ed i due figli, mentre come amministratore del suo patrimonio, Vrenna ha indicato il commercialista Angelo Berlingieri. Il blind trust, secondo indiscrezioni fatte dallo stesso Vrenna dovrebbe durare tre anni.

Procuratore Tricoli: Lo farò solo per tutelare il lavoro a 700 famiglie. "Fino all'ultimo possono esserci ripensamenti miei personali. Se accetterò lo farò solo per salvaguardare un patrimonio che dà lavoro a 700 famiglie". Così il procuratore di Crotone, Franco Tricoli. Il magistrato, che lunedì prossimo, lascerà la magistratura per andare in pensione e secondo notizie di stampa farà il presidente del blind trust delle aziende, che operano nel settore rifiuti, di Raffaele Vrenna, l'imprenditore condannato a quattro anni per concorso esterno in associazione mafiosa, a conclusione di un'inchiesta condotta da un magistrato della procura crotonese applicato alla Dda. "L'unica motivazione - ha aggiunto Tricoli - è in favore dei dipendenti. Mi sono consultato anche con colleghi e consulenti a livello universitario. Non sono al soldo di nessuno. Non ci sono soldi che possono comprare l'etica e la trasparenza di una persona. Io vivo della rendita che mi ha lasciato mio padre, un patrimonio etico ed umano. Il problema giudiziario è dell'operatore economico. Sarà condannato, sarà assolto. Questo non interessa il trust. Sono sorpreso ed allarmato delle reazioni. Invece di parlare delle aziende si è concentrata l'attenzione sulla persona. Il trust salva l'azienda e l'operatore economico esce. Ed a capo del trust può esserci solo una persona di spiccata moralità e trasparenza che abbia espresso se stesso con equilibrio, operatività e incisività". "Non ravviso dubbi - ha concluso Tricoli - su quello che faccio. Faccio quello che sento. La mia biografia parla per me. Diversi uomini di governo mi hanno detto forse è stato trovato in Calabria, finalmente, il sistema per salvare le aziende".

La moglie di Vrenna persona di fiducia del procuratore Tricoli. "Ho la massima fiducia nella mia segreteria che deriva non da valutazioni personali, ma in base a come lavora". A dirlo è stato il procuratore di Crotone, Franco Tricoli, in merito a notizie di stampa in cui si evidenzia che la sua segretaria è la moglie di Raffaele Vrenna, l'imprenditore crotonese condannato in primo grado a quattro anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Tricoli dovrebbe diventare il garante del blind trust delle imprese di Vrenna al quale, dopo la condanna, è stato tolto il certificato antimafia. "La mia segretaria - ha detto Tricoli - non ha mai demeritato. E' una delle poche che ha un certa professionalità e affidabilità. Ai colleghi ho sempre detto che non me ne potevo privare. Quando facevo le misure di prevenzione antimafia erano affidate solo a lei". Tricoli ha anche tenuto a precisare che il pm del suo ufficio che ha coordinato l'inchiesta su Vrenna, Pierpaolo Bruni, lo ha sempre informato degli sviluppi, anche se era applicato alla Dda di Catanzaro. "Ho assicurato - ha detto - la crescita dei miei ragazzi, aprendo le porte alla Dda. Altri non lo fanno". Il magistrato ha anche sottolineato il suo impegno contro le cosche del crotonese. "Sono stato il primo magistrato sul territorio, da giudice istruttore - ha detto - che negli anni '70 e '80 ha fatto arresti in tutte le cosche e per questo ho subito serie minacce. Abbiamo anche saputo ci furono anche delle riunioni tra cosche per organizzare una strategia contro la mia persona"

Pentito parla di intrecci tra cosche di Crotone e istituzioni. I clan della 'ndrangheta crotonese hanno rapporti con le istituzioni ed anche con rappresentanti della magistratura. A dirlo è stato il collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura al pm della Dda catanzarese Pierpaolo Bruni nell'ambito di un'inchiesta sulla cosca Vrenna-Bonaventura-Corigliano. Bonaventura, prima di iniziare a collaborare, era considerato il reggente del clan. Nel corso di un interrogatorio in cui parla dei rapporti tra "Raffaele Vrenna, Tonino Vrenna ed un altro imprenditore che affianca Tonino, D'Alessandro", Bonaventura dice al pm che i tre erano aiutati da una persona, il cui nome nel verbale è coperto da omissis, che gli avrebbe dato "agganci con magistrature ed altre situazioni". Il collaboratore, secondo quanto si è appreso oggi in ambienti investigativi, non ha fatto nomi di magistrati, tant'é che gli atti sono ancora alla Dda di Catanzaro e non sono stati trasferiti a Salerno, competente ad indagare su fatti che riguardano magistrati calabresi. Le indagini stanno proseguendo per approfondire questo aspetto.

 

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