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La Calabria ricorda il giudice Scopelliti

La Calabria ricorda il giudice Antonino Scopelliti, ucciso dalla ndrangheta. La figlia aimafiosi “Abbiate il coraggio di parlare”

10 ago 08 "Chiedo alle famiglie malavitose reggine di raccontare ciò che sanno, affinché si possa ristabilire la verità sulla morte di mio padre". E' questa l’accorata richiesta di Rosanna Scopelliti, la figlia del magistrato Antonino Scopelliti ucciso in un agguato mafioso nel 1991, durante la manifestazione 'Legalitalia', il meeting antimafia organizzato dal movimento "Ammazzateci tutti" insieme alla Fondazione Scopelliti. "Abbiate il coraggio di parlare, voi che vi chiamate uomini d'onore - ha aggiunto - ma quale onore? Personalmente, non riesco proprio a immaginare come i vostri figli possano essere orgogliosi di voi, così come io lo sono sempre stata di mio padre". "Occorre scegliere da che parte stare - ha detto ancora Rosanna Scopelliti - non si possono delegare valori come giustizia e legalità allo Stato, perché lo Stato siamo anche noi. Non bisogna mai avere paura, non permettere che pochi delinquenti condizionino la vita di noi cittadini onesti, che siamo la stragrande maggioranza". "Questa è una terra bellissima, mio padre ha continuato ad amarla fino all'ultimo - ha sostenuto - quando ha rifiutato la scorta perché diceva che in Calabria si sentiva al sicuro. Invece, è stato ucciso proprio nella sua Campo Calabro, a pochi passi da casa. Quando si è dalla parte del giusto, non si può avere paura: è questo il più grande insegnamento che egli mi abbia lasciato".

Don Merola denuncia “Dimenticato dalle istituzioni”: "La morte del giudice Antonino Scopelliti è ricordata da tantissimi giovani ma non da quelle istituzioni, per altro assenti senza una palese giustificazione, composte da persone più 'mature'". Lo ha detto don Luigi Merola, sacerdote di Forcella, intervenendo ad un incontro nell'ambito della manifestazione "Legalitalia", promossa dal Movimento Adesso Ammazzateci Tutti e dalla Fondazione Scopelliti. "E' necessario fare rete - ha aggiunto Merola davanti a giovani provenienti da tutta l'Italia - cosa che non esiste in quanto realtà come 'Libera' sono diventate delle spa. Non ci spaventiamo se siamo pochi, noi dobbiamo essere lievito, non andiamo alla ricerca delle masse". "Il sacerdote - riporta ancora la nota - ha lanciato una dura accusa anche alla Chiesa la cui colpa è l'aver formato 'monnezze di cristiani'". "Don Merola, che per il suo impegno vive sottoscorta - conclude il comunicato - ha poi lanciato un invito ai giovani presenti: 'questo mondo - ha detto - non ha bisogno di credenti, ma di uomini credibili'". "Don Merola ha poi ricordato i suoi inizi - è scritto nel comunicato - quando, prendendo con impegno il suo ruolo, non ha voluto rimanere rinchiuso nelle mura della parrocchia ma uscire per rimanere in contatto con la gente delle vie di Napoli, attirando gli strali di alcuni alti prelati". Oltre a don Luigi Merola, all'incontro sono intervenuti anche Sebastiano Trecroci, dirigente scolastico e fratello di Giovanni, vittima di 'ndrangheta, l'avvocato Franco Siciliano e Chicco Alfano, figlio di Peppe Alfano vittima di mafia. Ad introdurre la discussione è stato l'avvocato Franco Greco, rappresentate legale del movimento "Adesso Ammazzateci tutti" "che ha voluto sottolineare - è detto nel comunicato - l'importanza di un nuovo modo di interagire con la problematica relativa alla gestione della cosa pubblica. Appare, infatti, paradossale secondo il legale del movimento antimafia, che 'tutto quello che e' Calabria venga sottovalutatò mentre un riflettore particolare viene assegnato alla Campania ed alla Sicilia. Quello che più conta, oggi come ieri, è un netto cambio della classe dirigente che sempre più appare lontana da quelle problematiche reali che interessano la pubblica opinione, a cui poco interessa della realizzazione del 'Ponte sullo Stretto', quando le strade e i treni della regioni meridionali sono prive di una reale viabilità che consenta alla popolazione di non sentirsi differenti dalle altre 'genti d'Italià". Trecroci, nel suo intervento, "ha subito voluto rilanciare il ruolo dei giovani che 'possiedono il sentimento della coralita', dove il progetto di uno diventa il progetto d tuttì. Per questo motivo 'la scuola appare l'ambito naturale dove iniziano ad apparire le nuove idee, e dove 'i processi di apprendimento non hanno significato se non hanno la capacita' di apprendere, comprendere e stabilire relazionì". Alfano,coordinatore regionale della Sicilia del movimento "Adesso ammazzateci tutti" ha sostenuto che "bisogna eliminare i candidati che sono stati condannati, oltre alla necessità di fare informazione cosa che manca nel nostro Paese".

Loiero “Con un impegno corale si può battere la ndrangheta”. "Nella lotta alla criminalità organizzata ci vuole un impegno corale è non c'é dubbio che in Calabria, contro la 'ndrangheta, bisogna lavorare su tanti fronti, incominciando dalla famiglia e dalla scuola educando prima alla civilta' e alla democrazia". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, che ha preso parte alla commemorazione del giudice Antonino Scopelliti, nell'anniversario della morte avvenuta per mano mafiosa. Intervenendo al meeting Legalitalia, a Reggio Calabria, Loiero ha sottolineato che si tratta di una battaglia di "lungo periodo" che "non può essere affidata esclusivamente all'impegno e alla abnegazione delle forze dell'ordine e della magistratura che stanno facendo un lavoro coraggioso e con grandi risultati", perché "si tratta di cambiare anche mentalità e regole di convivenza", ma ha aggiunto "che è una battaglia che si può e si deve vincere per ridare speranza ai calabresi onesti, la quasi totalità degli abitanti di questa meravigliosa regione". Intervistato a margine del suo intervento sulla questione dei consiglieri della Regione Calabria indagati, il presidente Loiero ha sostenuto di non conoscerne il numero: "Abbiamo cercato di saperlo ma la magistratura non ti dice queste cose. E alcune inchieste - ha detto Loiero - sappiamo come sono finite dopo il clamore mediatico. Sono finite con tante scuse, magari anche dopo arresti. Il numero di indagati di cui si parla mi sembra obiettivamente esagerato anche se il problema resta ugualmente grave. Tranne uno o due casi, di quelli noti, sono vicende riferibili alla passata legislatura". Sull'opportunità di fare chiarezza Loiero ha risposto: "non capisco come si potrebbe fare. Ci abbiamo pure pensato con il presidente del Consiglio Giuseppe Bova, ma queste sono cose coperte dal segreto istruttorio"

Questore Reggio “Manifestazione positiva”. "Cerimonie come queste sono importanti, perché testimoniano un'inversione di tendenza della società civile calabrese. L' anniversario della morte del giudice Scopelliti è sempre più ricco di significati e di valenze; grande merito va al gruppo 'Ammazzateci tutti' e a Rosanna Scopelliti, ma c'é dell'altro, un segnale più forte che giunge dalla nostra comunità". E' quanto ha affermato il questore di Reggio Calabria, Santi Giuffré intervenendo ad una tavola rotonda nell'ambito di "Legalitalia". "La repressione in Sicilia e Calabria - ha proseguito Giuffré come riporta un comunicato - è sempre stata forte e incisiva. Negli ultimi giorni, abbiamo portato a termine tre operazioni ed eseguito 80 arresti. Ma accanto all'impegno delle forze dell'ordine e dei magistrati, è necessaria una svolta culturale da parte della gente". "Un coinvolgimento ineludibile che, secondo il questore - riporta il comunicato - sarà sollecitato 'aprendo le porte del Palazzo e mettendo le istituzioni a disposizione della collettivita'. Per fare questo, sarà fondamentale stabilire una sinergia tra tutti gli enti istituzionali, in modo da affiancare alle risposte repressive, anche risposte efficienti ed efficaci"

Il Sindaco di Reggio “Gli intitoleremo il nuovo Tribunale”. "Quando sarà completato, intitoleremo il nuovo Tribunale di Reggio Calabria al giudice Antonino Scopelliti". E' quanto ha ribadito il sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti, partecipando ai lavori del meeting "Legalitalia". "Un riconoscimento - ha proseguito Scopelliti, secondo quanto riporta un comunicato - che la città deve ad un suo figlio illustre, morto sul campo nell'adempimento del dovere. Spero che questo intendimento sia raccolto eventualmente anche da una prossima amministrazione. Un forte segnale istituzionale, per rispondere al 'nuovo fermento culturale' che si sta diffondendo in Calabria, ancora più generalizzato e profondo rispetto alla ribellione di imprenditori e commercianti in Sicilia, perché incentrato sulla voglia di emancipazione di un'intera generazione di giovani". "Gli scheletri di edifici abbandonati - ha detto ancora Scopelliti, parlando dei beni confiscati - rappresentano una sconfitta. Solo quando un immobile appartenuto ad una famiglia criminale viene messo a disposizione delle realtà sane del territorio, esso diventa per il cittadino un segnale tangibile della presenza dello Stato".

 

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