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Fondi UE: Inchiesta ciclone della Procura di Catanzaro

 

Inchiesta ciclone sui Fondi UE. Tutto ruota su presunte perizie su telefonate. Dalla Procura un fragoroso “No comment”. Massimo riserbo sull’inchiesta, Cossiga "Pressioni dei magistrati"

14/07 Tutto ruota intorno la perizia sull’utenza GSM che Panorama dice di possedere. Una nuova fuga di notizie di un inchiesta che fino ad ora ha suscitano numerosi colpi di scena a cui seguono, ad ogni fuga di notizie, numerose polemiche. Così, guarda caso, la “notizia” più grossa, quella della messa in ballo del Premier Prodi, esce fuori proprio in concomitanza con il dibattito politico sulla riforma della magistratura. Un caso davvero strano che mostra scenari di caste “in ebollizione”. Meno male che alla nostra tesi viene in aiuto proprio il presidente Cossiga che di affari interni è profondo conoscitore. Non va giù a nessuno che arrivino punizioni e colpi di spugna a go go in una terra dove la democrazia mostra preoccupanti crepe e pericolosissime fibrillazioni. Una brutta situazione cavalcata da un certa politica, bipartizan, che pur di arrivare in più in alto usa tutti i mezzi anche i più subdoli. Altro che dibattiti e confronto. Intanto dalla Procura della Repubblica di Catanzaro non esce un neanche una dichiarazione sulla vicenda che ha posto l' ufficio giudiziario al centro dell' attenzione per l' inchiesta su un presunto comitato d' affari politico-massonico con base a San Marino per la gestione di fondi comunitari sull'asse Calabria-Bruxelles nella quale sarebbe indagato il presidente del Consiglio, Romano Prodi. Bocche cucite. Oggi gli uffici della Procura sono stati deserti, complice anche il fine settimana lungo per la festivita' del patrono della citta' che si celebra lunedi'. Il procuratore, Mariano Lombardi, raggiunto telefonicamente, si e' limitato a poche parole: ''i doveri istituzionali mi impongono il massimo riserbo''. Ben diversa, ieri, la sua reazione, quando aveva precisato di non sapere alcunche' dell' iscrizione di Prodi nel registro degli indagati e anzi, manifestando meraviglia che il suo sostituto, Luigi de Magistris, non l'avesse, nel caso, informato. Nessun commento anche dal procuratore aggiunto, Salvatore Murone, mentre continua a rimanere irrintracciabile De Magistris. Resta quindi ancora da capire se e perche' Prodi e' indagato. Il pm, da quello che e' possibile sapere, avrebbe intenzione di verificare l' ipotesi di un possibile collegamento tra l' imprenditore Antonio Saladino, ex dirigente della Compagnia delle opere e personaggio centrale della vicenda, con il Premier. L' ipotesi trae origine da due circostanze: la deposizione di una teste che alla domanda di De Magistris ''Le risulta che le persone facenti parte del comitato siano di area dell' on. Prodi?'', ha risposto ''mi risulta di si', per come ampiamente riferito da Saladino''; e dal ritrovamento, sul telefono cellulare sequestrato a Saladino, di un numero di telefonia mobile inserito con l' intestazione Romano Prodi. Un' utenza telefonica non nuova, tra l' altro, per De Magistris perche' intestata alla societa' Delta spa, sulla quale il magistrato sta indagando da tempo nell' ambito della stessa inchiesta Why not. A vendere le schede telefoniche che chiamerebbero in causa il premier, secondo quanto riferito dallo stesso a Panorama.it, e' stato Anselmo Galbusera, manager della Delta spa, spiegando di averne vendute quattro perche' chieste dallo staff del premier per l' Ulivo-I Democratici che ancora, nel 2004, non aveva una partita Iva. Secondo Galbusera, le schede erano intestate ''a Romano Prodi, alla sua segretaria Daniela Flamini, al portavoce Riccardo Levi e a Maurizio Damore, un uomo del suo staff''. La circostanza del ritrovamento del numero nel telefonino di Saladino, ha scritto nella sua relazione Gioacchino Genchi, il consulente tecnico del sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi De Magistris, secondo quanto riportato oggi da Panorama.it, ''lascia ragionevolmente presumere che la Sim Gsm 32074... intestata alla Delta Spa fosse in uso al professor Romano Prodi''. Nella relazione il perito parla di Piero Scarpellini di cui ''ha riferito la teste Alfa, con riguardo al 'comitato d' affari di San Marino', con cui sarebbe risultato in rapporti Antonio Saladino. Le prime conferme le abbiamo avute dall' analisi dei cellulari sequestrati a Saladino, nei quali abbiamo rinvenuto l' annotazione dei numeri del cellulare 33560... di Piero Scarpellini''. Da quella utenza il perito avrebbe rilevato ''numerosi e circolari contatti telefonici con le utenze di Antonio Saladino, Sandro Gozi, Francesco De Grano, Pietro Macri', Marinella De Grano'', oltre a contatti con la Sim Gsm 32074... intestata a Delta Spa. E' proprio su quelle telefonate che il magistrato intenderebbe fare chiarezza cercando di stabilirne il motivo. Il perito, comunque, avrebbe anche affermato che ''ogni ulteriore acquisizione, sviluppo e concreta utilizzazione processuale dei dati di traffico della Sim Gsm 32074..., come pure dei diversi 10 cellulari con i quali risulta nel tempo utilizzata, nonche' delle ulteriori Sim Gsm coutilizzate coi medesimi cellulari, e' subordinata alla preventiva autorizzazione della Camera'' visto che Prodi e' stato eletto il 21 aprile 2006.

Procuratore Lombardi “Il dovere mi impone il riserbo”. "I doveri istituzionali mi impongono il massimo riserbo". E' stato questo stamani l' unico commento del procuratore della Repubblica di Catanzaro, Mariano Lombardi, sull'iscrizione del presidente del Consiglio Romano Prodi nel registro degli indagati, nell'ambito dell'inchiesta su un presunto comitato d' affari politico-massonico con base a San Marino per la gestione di fondi comunitari sull'asse Calabria-Bruxelles. Il magistrato stamani non ha voluto aggiungere altro dopo che ieri aveva precisato di non sapere alcunché dell'iscrizione nel registro degli indagati di Prodi e anzi di essere meravigliato che il suo sostituto Luigi de Magistris non l'avesse, nel caso, informato. Nessun commento anche dal procuratore aggiunto, Salvatore Murone, il quale ha sottolineato come "il registro degli indagati è un registro segreto e quindi non parlo di iscrizioni".Irrintracciabile, oggi come ieri, il titolare dell' inchiesta, il sostituto procuratore Luigi De Magistris. Stamani gli uffici della Procura sono deserti, complice anche il fine settimana lungo per la festività del patrono di Catanzaro che si celebra lunedì prossimo. Non sono al lavoro né Lombardi, né Murone e né De Magistris. Tra Lombardi e De Magistris è da mesi aperto un contrasto che è sfociato davanti al Csm e alla Procura della Repubblica di Salerno, competente per territorio nelle indagini che riguardano i magistrati del distretto della corte d'appello di Catanzaro. Il tutto prende origine dall'inchiesta principale che da anni gestisce De Magistris, denominata "Poseidone", sull'utilizzo dei fondi nel settore della depurazione. Un'inchiesta nell' ambito della quale De Magistris ha inviato, tra gli altri, un' informazione di garanzia al coordinatore calabrese di Forza Italia, il sen. Giancarlo Pittelli. All'indomani di quella circostanza, Lombardi avocò l' inchiesta, tagliando praticamente fuori De Magistris il quale reagì rivolgendosi alla Procura di Salerno e facendo balenare l'ipotesi che ci fossero informazioni riservate passate agli indagati. La Procura di Salerno ha avviato indagini su questo contrasto tra Lombardi e De Magistris e ha anche ascoltato, alcuni giorni fa, lo stesso Lombardi, che si è presentato insieme all' avv. Armando Veneto (un europarlamentare dell' Udeur). L' iscrizione del premier nel registro degli indagati, appresa dal sito on line di Panorama, e la dichiarazione di ieri di Lombardi, potrebbe riaccendere le tensioni tra i due magistrati dell' ufficio di Procura.

I mille rivoli dell’inchiesta, da Poseidone alla Massoneria. L'inchiesta sul presunto comitato d'affari politico-massonico con base a San Marino per la gestione di fondi comunitari sull'asse Calabria-Bruxelles, nella quale sarebbe coinvolto anche il premier Romano Prodi, condotta dal sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi De Magistris, si intreccia, si sovrappone, e sembra quasi la continuazione di un'altra inchiesta, denominata Poseidone. Questa, ancora in piedi, si riferisce alla gestione di fondi della depurazione in Calabria. Le indagini, avviate alcuni anni fa dallo stesso pm De Magistris, gli sono state revocate nel marzo scorso dal capo della Procura, Mariano Lombardi. La decisione di Lombardi, presa per non essere stato informato preventivamente dell'avviso di garanzia inviato per Poseidone, al senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli, ha provocato una durissima contrapposizione tra i due, con De Magistris che ha risposto inviando un esposto al Csm e alla Procura di Salerno che hanno avviato degli accertamenti. Un legame tra le due inchieste sarebbe confermato anche dal fatto che lo stesso De Magistris, nel decreto di perquisizione del giugno scorso, nell'ambito delle indagini sul comitato d'affari di San Marino, riporta atti contenuti nell'inchiesta Poseidone che vede indagati politici ed amministratori quasi tutti del centrodestra. Nelle due indagini e' poi coinvolto l'ex presidente della Compagnia delle Opere, Antonio Saladino, ritenuto elemento centrale dell'inchiesta sul comitato d'affari. Nel decreto di perquisizione il pm fa anche riferimento alla societa' Global Media il cui nome compare nell'inchiesta Poseidone in cui e' indagato il segretario nazionale dell'Udc, Lorenzo Cesa. Inoltre, il pm, nell'atto, cita il caso di un'utenza americana che avrebbe contattato il generale della guardia di finanza Walter Cretella Lombardo, indagato nell' ambito dell' inchiesta Poseidone. Fra gli indagati dell'inchiesta sulla loggia massonica c'e' anche Franco Bonferroni, consigliere d'amministrazione di Finmeccanica, e gia' indagato nell'inchiesta Poseidone, e Fabio Schettini, gia' segretario del vicepresidente della Commissione europea, Franco Frattini. Schettini non e' indagato nella seconda inchiesta, ma il suo nome compare nel decreto di perquisizione come pure quello di Pittelli. Nell'ultima indagine, infatti, e' indagato Domenico Salvatore Galati, definito dal pm ''fiduciario'' del parlamentare di Forza Italia. De Magistris, napoletano, e' titolare di inchieste che vedono indagati politici ed amministratori pubblici che hanno al centro, soprattutto, l'utilizzo distorto di fondi pubblici ma anche la presenza delle logge massoniche. Sul suo conto sono state presentate decine di interrogazioni da parte del centrodestra finalizzate a dichiararne l' incompatibilita' ambientale e quindi l'allontanamento da Catanzaro.

Una teste parla di comitato di persone in area Prodi. Le persone che avrebbero fatto parte del presunto comitato d' affari di San Marino su cui sta indagando il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, erano ''di area dell' on. Prodi''. A dirlo e' stata una testimone, il cui nome e' coperto da omissis, che avrebbe avuto un ruolo nella Why Not, la societa' di lavoro interinale di cui e' titolare l' imprenditore Antonio Saladino, nel corso di una deposizione davanti al pm. Il verbale e' stato poi inserito nel decreto che ha portato, il 18 giugno scorso, a decine di perquisizione in tutta Italia. ''Le risulta - e' stato chiesto alla teste - che le persone facenti parte del comitato siano di area dell' on. Prodi?''. La risposta e' stata: ''mi risulta di si', per come ampiamente riferito da Saladino''. In un altro passaggio della sua deposizione, la donna ha affermato che Saladino ''avrebbe voluto come presidente della Compagnia delle Opere'', Pietro Macri', presidente della societa' Met Sviluppo, ''anche in virtu' del legame di Macri' con Romano Prodi''. Macri' e' uno degli indagati dell' inchiesta nella quale sono coinvolti anche Pietro Scarpellini, definito da De Magistris, come consulente del presidente Prodi per gli affari internazionali, ma Palazzo Chigi ha poi precisato che e' un consulente, non pagato, dell'ufficio del Consigliere diplomatico della presidenza del Consiglio per i Paesi africani. Una perquisizione e' stata eseguita anche nei confronti di Alessandro Scarpellini, figlio di Pietro, definito anche lui dal magistrato come collaboratore di Romano Prodi.

Prodi “da Catanzaro nessuna novità”. ''No nessuna, proprio nessuna. Quello che ho detto ieri''. Cosi' il presidente del Consiglio Romano Prodi ha risposto a Bologna ai giornalisti che gli hanno chiesto se avesse delle novita' riguardanti l'inchiesta di Catanzaro che, secondo Panorama.it, lo vedrebbe indagato per abuso d'ufficio nell'ambito di un'inchiesta su finanziamenti illeciti nazionali ed europei.

Bisignani querela “Libero”. Luigi Bisignani, l'ex giornalista coinvolto nell'inchiesta della Procura di Catanzaro su un presunto comitato d'affari e una loggia massonica con base a San Marino, ha reso noto di aver querelato il quotidiano 'Libero' che, nell'edizione di oggi, lo indica come curatore delle questione politiche e finanziarie del comitato d'affari di San Marino. "Non mi sono mai occupato di fondi comunitari o di aziende calabresi - afferma in una nota Bisignani - così come non conosco neppure l'esistenza di questo comitato di San Marino, così come non conosco e non ho mai parlato al telefono con nessuna delle persone coinvolte in questa inchiesta". "I miei legali - prosegue - hanno gia intrapreso, non solo con Libero, ma con altri organi di stampa le iniziative più opportune di tutela su una vicenda di cui ho appreso anch'io del mio coinvolgimento dal settimanale 'Panorama', che sembra essere ormai la cancelleria della procura di Catanzaro, circostanza questa che ho puntualmente e documentalmente già rappresentato nei giorni scorsi".

Cossiga “Pressione dei magistrati per la riforma”. Una ''pressione'' dei magistrati a favore della ''controriforma'' della Giustizia: Francesco Cossiga bolla cosi' l'inchiesta di Catanzaro in cui sarebbe coinvolto anche Romano Prodi, a cui esprime la sua solidarieta'. ''E cosi' - dice il presidente emerito della Repubblica - abbiamo un concorrente teatrale e mediatico del pubblico ministero Woodcock: il pubblico ministero De Magistris (con la 'de' maiuscola e non minuscola, e quindi fortunatamente non sardo! Mi sarebbe doluto assai!). La sua indagine avrebbe scoperto un 'complotto' incentrato su una 'Loggia Massonica di San Marino' del quale farebbe parte anche il premier Romano Prodi (!!!!), cosi' come io avrei dovuto far parte della Loggia Massonica di Montecarlo insieme a Carlo Azeglio Ciampi, a Giovanni Agnelli, a Tonino Maccanico nel caso 'Phoney Money': un'altra buffonata!''. ''Ma io me - afferma ancora Cossiga - la sono scampata dall'iscrizione nel registro degli indagati, Romano Prodi no! E' chiaro che si e' trattato di una pressione o minaccia perche' il Governo si arrendesse come ha fatto all'Associazione Nazionale Magistrati. Avevano gia' iniziato con i veleni su Massimo D'Alema, ingiustamente accusato, e lo dico io che ho definitivamente rotto la mia amicizia non solo politica ma anche personale con lui! Un ulteriore uso politico dello strumento giudiziario cui i perseguitati (dalla 'sindrome di Stoccolma' siamo passati alla 'Sindrome dei DS' o meglio la 'Sindrome di Massimo D'Alema') plaudiranno almeno attraverso il servilismo del senatore Brutti, il portavoce dell'Associazione Nazionale Magistrati e della Procura della Repubblica di Milano''. ''La mia solidarieta' a Romano Prodi, che certo non ringraziera', come non ringraziano i DS! Ma poi, di queste minacce non c'era bisogno: se glielo chiede l'Associazione Nazionale Magistrati non solo Clemente Mastella ma anche il premier scenderebbero in piazza in mutande... e anche senza mutande! E poi adesso c'e' il caso 'Siemens'; fortunatamente pero' - conclude - la controriforma della magistratura e' gia' passata...''

Mastella “Sicuro dell’estraneità di Prodi”. Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, si dice "sicuro" che sarà dimostrata la totale estraneità del presidente Prodi rispetto all'inchiesta della procura della Repubblica di Catanzaro che, secondo Panorama, coinvolgerebbe anche il presidente del Consiglio. Mastella ha anche ribadito come la violazione del segreto di indagine "sia sempre e comunque un grave reato". Il ministro Mastella ha ricordato che fin dal mese di maggio "sono in corso, da parte degli ispettori del ministero, accertamenti amministrativi che riguardano gli uffici giudiziari di Catanzaro. Si tratta di accertamenti nati anche sulla base di esposti presentati da esponenti politici dell'opposizione, che non potranno non tener conto, a questo punto, delle dichiarazioni rese ieri dal procuratore capo Lombardi, e che proseguiranno peraltro secondo il calendario già programmato". "Sicuro che sarà dimostrata la totale estraneità del presidente Prodi - aggiunge Mastella - non posso non ribadire come la violazione del segreto di indagine sia comunque e sempre un grave reato perché lede i diritti fondamentali dei cittadini nei cui confronti, fermo restando l'autonomo esercizio dell'attività investigativa, sono previste garanzie che si rivelano troppo spesso inutili e solo formali".

Galbusera “Ho dato io le schede a Prodi”. A vendere le schede telefoniche che chiamano in causa il premier nell'inchiesta della procura di Catanzaro, e' stato Anselmo Galbusera, milanese, 49 anni, manager della Delta spa. Lo afferma il sito del settimanale 'Panorama', in un'intervista a Galbusera. ''Il 21 ottobre 2004 ho venduto quattro schede'', afferma l'uomo, sottolineando che ''nel 2004, al ritorno da Bruxelles il suo staff mi chiese con urgenza quattro schede telefoniche, da intestare all'Ulivo-I Democratici''. Ma, prosegue, ''visto che il gruppo era ancora in attesa della partita Iva, sino al 30 novembre del 2004 sono rimaste intestate alla Delta Spa. Ovviamente il traffico di quei 40 giorni ci e' stato pagato con regolare fattura per un importo di 1.242 euro''. Secondo Galbusera, le schede erano intestate ''a Romano Prodi, alla sua segretaria Daniela Flamini, al portavoce Riccardo Levi e a Maurizio Damore, un uomo del suo staff''. Alla domanda sul perche' fosse stato chiesto alla Delta di acquistare quelle schede, Galbusera risponde cosi': ''nel 2002 ho partecipato ad una gara per il rifacimento delle infrastrutture di telecomunicazioni della societa' Italfondiario. In quell'occasione ho conosciuto Angelo Rovati. E' lui che ci ha chiesto di lavorare per la Fabbrica, il quartier generale di Prodi a Bologna e, poi, per la sede dell'Ulivo in piazza S.Apostoli a Roma, per un totale di un centinaio di migliaia di euro di commesse, regolarmente pagati''. Nell'intervista, infine, Galbusera dice che tra i soci della Delta' c'e' il finanziere Francesco Micheli ma non l'ex giornalista Luigi Bisignani; afferma di non sapere chi sia Marco Mancini e di non aver mai visto Giuliano Tavaroli; di non aver mai conosciuto Fabio Ghioni ed Emanuele Cipriani. Quanto a presunti affari con la Cassa di risparmio di San Marino, Galbusera dice che ''non ho mai fatto nessun affare. E neppure in Calabria. In quella regione non ho mai partecipato ad alcuna gara ne' ho mai ottenuto commesse''.

Panorama avrebbe in mano una perizia sul GSM della Delta. "Esiste un incontrovertibile rapporto che lega (o legava) l' effettivo usuario dell' utenza alla Delta Spa, alla 'Associazione L' Ulivo I Democraticì e, in ultimo, alla Presidenza del consiglio dei ministri". E' quanto scrive, secondo quanto riportato dal sito Panorama.it, Gioacchino Genchi, il consulente tecnico del sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi De Magistris, titolare dell' inchiesta su un presunto comitato d' affari. Nella relazione si afferma che una Sim Gsm 32074... intestata alla società Delta Spa, "era registrata, con l' annotazione 'Romano Prodi cellulare', nelle memorie di ben due cellulari di Antonio Saladino", ex presidente della Compagnia delle Opere della Calabria e considerato il personaggio principale dell' inchiesta. Un dato, è scritto nella relazione che "lascia quindi ragionevolmente presumere che la Sim Gsm 32074... intestata alla Delta Spa fosse in uso al professor Romano Prodi che, in atto, ricopre la carica di deputato, oltre che di Presidente del consiglio dei ministri". Il documento, scrive Panorama.it, "lungo 32 pagine, coinvolge anche altri tre parlamentari (Sandro Gozi, Giancarlo Pittelli e Lorenzo Cesa) e contiene le 'anticipazioni sull' analisi delle parziali risultanze dell' indagine tecnico-elaborativà" e serve a "capire perché Romano Prodi é stato iscritto nel registro degli indagati con l' ipotesi di accusa di abuso d' ufficio. Nella relazione si parla di Piero Scarpellini di cui, scrive il perito, "ha riferito la teste Alfa, con riguardo al 'comitato d' affari di San Marinò, con cui sarebbe risultato in rapporti Antonio Saladino. Le prime conferme le abbiamo avute dall' analisi dei cellulari sequestrati a Saladino, nei quali abbiamo rinvenuto l' annotazione dei numeri del cellulare 33560... di Piero Scarpellini". Dall' utenza il perito ha rilevato "numerosi e circolari contatti telefonici con le utenze di Antonio Saladino, Sandro Gozi, Francesco De Grano, Pietro Macrì, Marinella De Grano. Ai contatti con le utenze considerate si aggiungono i contatti con una Sim Gsm 32074... intestata a Delta Spa". Dopo avere sostenuto che è ragionevole presumere che la Sim fosse in uso a Prodi, il perito afferma che "ogni ulteriore acquisizione, sviluppo e concreta utilizzazione processuale dei dati di traffico della Sim Gsm 32074..., come pure dei diversi 10 cellulari con i quali risulta nel tempo utilizzata, nonché delle ulteriori Sim Gsm coutilizzate coi medesimi cellulari, è subordinata alla preventiva autorizzazione della Camera, ove Prodi è stato proclamato eletto il 21 aprile 2006. Valuterà l' Ufficio la possibile utilizzazione dei dati di traffico delle utenze Delta spa, nonché l' acquisibilità degli ulteriori tabulati delle Imei (numero di riconoscimento del cellulare vero e proprio ndr) e delle Sim Gsm collegate all' utenza, per il periodo antecedente alla proclamazione, quando Prodi non era investito da alcun mandato parlamentare. Le stesse considerazioni valgono per Sandro Gozi, proclamato deputato il 28 aprile 2006 e componente, dal 6 giugno 2006, della commissione Affari costituzionali della Presidenza del consiglio dei ministri, in sostituzione del deputato Romano Prodi, nominato Presidente del consiglio dei ministri". "Con riguardo alla vicenda del 'comitato d' affari di San Marinò - scrive poi il perito - abbiamo acquisito sul web la brochure della Delta spa, con i dati di bilancio al 31-12-2005, da cui abbiamo rilevato la sostanziale partecipazione nella compagine azionaria della Cassa di Risparmio di San Marino e di società dalla stessa controllate al 100 per cento (vedi la Sie Srl). Non ci compete e sarebbe anche ultroneo approfondire in questa sede gli aspetti di effettiva interconnessione societaria che ricollegano Prodi alla Delta Spa, alla Cassa di Risparmio di San Marino e alle società collegate". Il perito afferma poi che "la Sim 32074... è stata attivata il 21-10-2004, presso la Wind. L' 01-04-2005, la medesima utenza é stata trasferita alla Tim, con l' attivazione di una nuova Sim Gsm di quel gestore e la voltura del contratto da Delta Spa ad 'Associazione L' Ulivo I Democraticì, strada Maggiore n. 31, 40125 Bologna. Con la stessa intestazione 'Associazione L' Ulivo i Democraticì e la medesima partita Iva, il 17-02-2006 il contratto è stato trasferito da Bologna a Roma, in Piazza Santi Apostoli 73. Il 23-05-2007 la Sim Gsm 32074 è stata rivolturata, con lo stesso numero, alla Presidenza del consiglio dei ministri, via della Mercede 96, Roma". Il perito sostiene poi che alcune localizzazioni della Sim Gsm "ci inducono a ritenere segnatamente verosimile che ad utilizzarla fosse proprio l' attuale Presidente del consiglio o qualche diretto collaboratore del suo staff". A proposito delle utenze Delta s.p.a. ed alla voltura all' "Associazione L' ulivo I democratici" ed alla Presidenza del consiglio, il perito rileva anche che "altre Sim Gsm che hanno subito la stessa sorte. Le stesse (con le medesime volture dell' intestazione) - conclude - sono state utilizzate per contattare il medesimo bacino di soggetti, a cui risultano comuni i rapporti con Franco Bonferroni, Sandro Gozi, Antonio Saladino, Francesco De Grano, Piero Scarpellini ed altri".

Bonelli “Lo stile di Prodi una risposta alla destra”. ''Lo stile del Presidente del Consiglio Romano Prodi, non ha nulla a che vedere con quello della destra che, non solo dinanzi ad indagini, ma a sentenze definitive grida al complotto politico''. Lo ha dichiarato Angelo Bonelli, capogruppo alla Camera dei Verdi, che ha aggiunto: ''E' stupefacente il comportamento di certa destra che, in presenza di un non confermato avviso di garanzia al Presidente del Consiglio, chiede le dimissioni, mentre, ancora oggi, in presenza di una sentenza definitiva di condanna del deputato Cesare Previti si oppone alla decadenza del parlamentare di Forza Italia''. ''Il comportamento di Prodi - ha concluso Bonelli - e' la risposta piu' adeguata per chi vuole strumentalizzare ogni cosa per ostacolare l'azione di governo''

Enzo Bianco “Da Prodi un atteggiamento serio”. "Francamente non so se Prodi sia indagato o no. Comunque ha dichiarato di avere il massimo di fiducia nei confronti della magistratura e questo è un atteggiamento serio e corretto che un uomo di governo e pubblico deve avere". Lo ha affermato il sen. Enzo Bianco, presidente della prima commissione affari costituzionali, a Catania a margine del congresso degli avvocati europei sull'impresa in crisi. "Se c'é una indagine si faccia una indagine - ha aggiunto Bianco - e ci si difenda nel processo anziché dal processo. E' una lezione di stile rivolta a qualcuno che non perde occasione di fare polemica con la magistratura, e dimostra cos'é il senso dello Stato".

Corbelli “De Magistris dimostri le sue accuse”. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Luigi De Magistris deve ''dimostrare le sue tesi accusatorie perche' i cittadini hanno il diritto di sapere se coloro che li governano a Roma e in Calabria sono responsabili dei gravi reati di cui vengono accusati oppure se si tratta di teoremi indimostrabili che non porteranno a nulla e servono solo a minare fortemente la credibilita' delle stesse Istituzioni'': lo chiede il leader del Movimento Diritti civili, Franco Corbelli, in una lettera aperta al magistrato. ''De Magistris indaga sul presidente della Regione, Loiero, e su mezza Giunta regionale - sostiene De Magistris - ha inquisito l'ex Governatore calabrese, Chiaravalloti; il segretario nazionale dell' Udc, Lorenzo Cesa; ha mandato avvisi di garanzia a iosa a parlamentari dei due Poli; a ex esponenti del Governo Berlusconi; a generali della Guardia di Finanzia. Dulcis in fundo ha iscritto nel registro degli indagati finanche il Presidente del Consiglio, Romano Prodi. Accusa uomini politici e partiti di aver saccheggiato i fondi europei; accusa l'Udc e alcuni esponenti di Forza Italia di finanziamento illecito, o meglio di tangenti al partito''. ''Accuse gravissime - prosegue Corbelli - che solo pochi anni fa avrebbero portato alla fine politica (e non solo) e all' arresto degli inquisiti. Per fortuna, nonostante le inchieste e la raffica di avvisi di garanzia, non siamo a quell' epoca buia e violenta del giustizialismo. Il magistrato catanzarese ha il dovere di fare queste inchieste, nel rispetto dell' obbligatorieta' dell'azione penale e se scopre e persegue reati ha (avra') il sostegno incondizionato dell' opinione pubblica. Iscrivendo anche Prodi nel registro degli indagati dimostra coraggio e di non guardare in faccia a nessuno. Di questo gliene va dato atto. Deve pero' dimostrare le sue accuse, chiedere subito i rinvii a giudizio e, se li otterra', i processi e non continuare ad andare avanti, per anni, con avvisi di garanzia e mandati di perquisizione agli stessi indagati, che inutilmente chiedono di essere interrogati dallo stesso pm''. ''Non puo' provocare - sostiene ancora Corbelli - veri e propri terremoti politici e giudiziari che minano, devastandola letteralmente, la credibilita' delle massime istituzioni del Paese e della Regione e poi magari essere smentito dal Tdl che annulla alcuni suoi atti di sequestro. De Magistris deve finalmente scoprire le sue carte. Deve farlo in un regolare processo. Se dimostrera' le sue accuse saranno inevitabili le dimissioni del Premier Prodi, del segretario Cesa, del presidente Loiero, della Giunta, del Consiglio regionale della Calabria e degli altri indagati. Diversamente non e' giusto, accettabile e costituzionalmente corretto tenere ancora, per mesi e anni, sulla gogna giudiziaria e mediatica uomini politici e istituzioni''

Bondi (FI) “Non strumentalizzeremo la situazione”: Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi, non vuole commentare il presunto avviso di garanzia a Romano Prodi, sottolineando che "non saremo noi a strumentalizzare una situazione di questo genere per le ragioni già espresse dal presidente Berlusconi". Le stesse ragioni che, ha proseguito Bondi, "mi hanno condotto, proprio due settimane fa, a presentare una interrogazione parlamentare urgente al ministro della Giustizia proprio sul magistrato di Catanzaro". Quella calabrese è "un'inchiesta - ha concluso Bondi - che solleva molte perplessità e occorre pertanto fare piena luce sulle modalità di questa indagine"

Martuscello (FI) “Prodi si faccia da parte”. "Al contrario di quanto fatto dai nostri avversari non è intenzione del centrodestra speculare sulle vicende giudiziarie altrui; ciò che però deve far riflettere il Presidente del Consiglio è invece l'evidenza del dato politico che conferma l'incapacità dell'attuale maggioranza di mantenersi autonoma rispetto ai voti dei senatori a vita". Lo afferma Antonio Martusciello, componente della Consulta del Presidente di Forza Italia. "Proprio a fronte di questo grave immobilismo politico - sostiene Martusciello - è opportuno che il premier si faccia da parte al fine di consentire ai cittadini di tornare a votare per scegliersi una guida stabile ed in grado di far riprendere, come successo nella passata legislatura con il governo Berlusconi, il percorso di crescita e sviluppo che compete all'Italia".

Formisano (Idv) “Presunzione d’innocenza”. "Ha ragione il premier Prodi, l'avviso di garanzia è emesso nell'interesse dell'indagato. Questa è da sempre la posizione dell'Italia dei Valori". Lo afferma Nello Formisano, capogruppo dell'Idv a palazzo Madama. "Fino a prova contraria - aggiunge - c'é la presunzione di innocenza e noi siamo serenamente fiduciosi in una rapida e positiva conclusione della vicenda".

DS Calabria “Indagine inaffidabile”. L' indagine del sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi De Magistris, sul presunto comitato d' affari politico-massone, si "espone come inaffidabile". A sostenerlo è il segretario regionale dei Ds della Calabria, Carlo Guccione. "La notizia di indagini a carico del Presidente del Consiglio, Romano Prodi - afferma Guccione - lascia interdetti ed alimenta grande sconcerto. Senza volere entrare, per il momento, nel merito della questione, certi però dell' avventatezza dell' iniziativa, non possiamo tergiversare, tuttavia, sulle dichiarazioni del Procuratore Capo, che afferma di non sapere dell' iscrizione nel registro degli indagati del Premier e che comunque, a mò di presa di distanza, di non essere stato informato dal suo Sostituto". "A prescindere, anche qui, da possibili rilievi istituzionali - prosegue il segretario dei Ds calabresi - si espone così come inaffidabile l' indagine complessiva in sé. Una indagine che matura in un chiaro contesto di conflittualità e non univocità dell' Ufficio". "Non si può non rimarcare che, inoltre, curiosamente - conclude Guccione - ad ogni verifica negativa, sul piano giudiziario delle ipotesi accusatorie (mi riferisco ai provvedimenti del Tribunale della libertà) corrisponde automaticamente un innalzamento del tiro e degli obiettivi".

 

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13/07 Secondo Panorama, Prodi indagato da De Magistris nel ciclone fondi EU. Il Premier “sono estraneo ai fatti”. Sircana “Nessun avviso a Roma e a Bologna”: PM Lombardi “Non ne sono a conoscenza

09/07 Inchiesta ciclone sui fondi UE, clamoroso: Il Tribunale del riesame annulla il sequestro del materiale probatorio. I legali "Sequestro illeggittimo"

06/07 Inchiesta ciclone fondi UE: “Corposo sequestro fatto all’ex giornalista Bisignano”

02/07 Inchiesta ciclone sui fondi UE: La vedova Grandinetti scrive a De Magistris “Basta con questo accanimento con chi non c’è più”

02/07 Inchiesta ciclone sui Fondi UE: Enza Bruno Bossio chiede scusa a Gentile

28/06 Nessun segreto di Stato sull’inchiesta ciclone sui fondi UE: Perquisiti gli uffici di agente Sismi. Altre querele per una teste e per un quotidiano

22/06 Inchiesta ciclone fondi UE: Acri chiede di essere sentito “Sono una persona perbene”. Nessun magistrato indagato. La Marsili al contrattacco

21/06 Inchiesta fondi UE: A San Marino gli interessi finanziari. La regia ad una loggia che coinvolge partiti di centro, di destra e di sinistra. Adamo querela il TGR Calabria, il Domani denuncia pressioni

20/06 Inchiesta ciclone truffa UE: Spunta una centrale di controllo internazionale. Anche 2 magistrati. Ombre sulla Gdf. Il Copaco chiede gli atti. Raffica di querele, a partire da tutto il Consiglio regionale

19/06 Inchiesta ciclone sui fondi UE: Intervengono Mastella. “Violazione delle garanzie” , Fassino "Evitare discrediti", Bruno "Intervenga il CSM". Altre querele ai testi

19/06 Inchiesta fondi UE, come un vaso di Pandora. Infiammano le polemiche. Adamo “Perseguitato come Falcomatà”. Spuntano associazioni massoniche all’estero. Partono le prime querele contro i testi. La banca di Saladino e i finanziamenti di Cesa. Reazioni a catena

19/06 Inchiesta ciclone sui fondi UE: Sviluppi a breve. Presunte pressioni di sindacalisti per assunzioni alla Why Not. L'Udc accusa "Strumento di lotta politica"

18/06 Fondi UE, terremoto politico/giudiziario. Da Woodcock a De Magistris in voga i PM d’assalto. Intanto gli indagati si dichiarano tranquilli… anzi. Le accuse del PM. Intercettazioni

18/06 Fondi UE: Devastante inchiesta della Procura di Catanzaro per maxi comitato d'affari. 20 indagati fra politici, generali, imprenditori. Perquisizioni in tutta Italia. Tra di loro Acri, Adamo, Pirillo, Luzzo, Saladino, il Gen. Poletti, consulente di Prodi, esponenti del Sismi. Implicata loggia massonica coperta

 

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