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Incendi, situazione drammatica

 

Fiamme, sempre fiamme e ancora fiamme sul Pollino dove è “Indecente avere solo 50 guardie forestali” dice il Ministro Pecoraro. Oliverio “E’ emergenza”. Arrestato pensionato piromane. Esercito all'opera nel cosentino

25/07 Sono ancora numerosi gli incendi che divampano nella zona del Dolcedorme, la vetta più alta della Calabria, e quelli che minacciano Serra del Prete, nell'area del Parco Nazionale del Pollino. Il Commissario del Parco del Pollino, Domenico Pappaterra, sta seguendo la situazione direttamente ed è riuscito a far ritornare un elicottero che sta effettuando numerosi lanci di acqua e liquido ritardante. "Stiamo - ha detto Pappaterra - anche prestando particolare attenzione, in queste ore agli uomini dell'Afor, del Corpo Forestale dello Stato e della Protezione civile, ai quali va il mio personale ringraziamento per quanto stanno facendo. Gli incendiari, come li chiama giustamente il ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio, che sta prestando massima attenzione al nostro Parco, nonostante la grave emergenza scattata anche sul Gargano, rischiano, con il loro comportamento criminale, di compromettere il futuro dei giovani che ripongono una forte speranza nel nostro grande polmone verde". "Ciò - ha concluso - che sta avvenendo, anche in altri Parchi, delineando un attacco vero e proprio al sistema delle aree protette italiane, non è tollerabile, ancor più quando oltre l'ambiente vengono sacrificate le vite umane".

Pecoraro “Situazione indecente sul Pollino”. La situazione del Corpo Forestale dello Stato nel Parco del Pollino "é indecente": lo ha affermato oggi a Trieste il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, parlando con i giornalisti del'emergenza incendi. "Ho ritrovato dopo cinque anni - ha precisato il ministro - i forestali dello Stato più che dimezzati: 50 persone per 200 mila ettari. E' un caso eclatante". Pecoraro Scanio ha quindi sottolineato di aver "già attivato i Carabinieri del Noe, che dipendono dal ministero dell'Ambiente. Poi c'é - ha aggiunto - la grande azione che devono fare i Comuni e le Regioni, la prevenzione e la pulizia del sottobosco, tutte attività che servono a ridurre l'estensione del fuoco. Ma è chiaro che noi dobbiamo arrestare i criminali. Se non siamo rigorosi su questo e quando finisce la fase emotiva ci dimentichiamo che questi sono criminali, magari nei processi non c'é una durezza necessaria, ci ritroviamo queste persone - ha concluso - che continuano a creare problemi".

Presidente Oliverio “E’ emergenza”. "Ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza ambientale". E' quanto afferma in una nota il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, che è costantemente in contatto con il prefetto, Francesco Musolino, per monitorare l'emergenza degli incendi. "Di fronte - ha aggiunto - a questa catastrofe naturale, che minaccia da vicino decine di centri abitati, che distrugge come una furia centinaia di ettari di macchia mediterranea, che è patrimonio naturale della Calabria e del Paese, occorre moltiplicare gli sforzi e gli interventi, impiegando gli uomini e i mezzi sufficienti in quella che, ormai, appare una battaglia sempre più improba. I danni sono così rilevanti che, ancora, é difficile riuscire a stimarli. I fuochi ormai ardono dappertutto. Di fronte a questo scempio di proporzioni immani, che sfregia il nostro patrimonio boschivo, che danneggia bellezze naturalistiche di incommensurabile valore, che distrugge i nostri Parchi Nazionali, che uccide la flora e la fauna e terrorizza gli uomini e le donne di questa terra, lo Stato deve intervenire tempestivamente e adeguatamente, con tutti i mezzi a disposizione". "Coloro - ha concluso - che in queste ore si stanno rendendo protagonisti di un vero e proprio atto criminale contro la natura, la comunità e lo Stato, che stanno sfregiando questa terra privandola di immense aree di straordinario valore ambientale, devono essere al più presto individuati e puniti". Oliverio ha poi aggiunto che "occorre attrezzarsi soprattutto per il futuro, predisponendo strutture adeguate di pronto intervento, dotando la Calabria di mezzi aerei adeguati, potenziando il Corpo dei Vigili del Fuoco e il Corpo Forestale dello Stato, ai cui uomini rinnovo, a nome di tutti i cosentini, il mio ringraziamento più sincero e sentito, per quello che hanno fatto e stanno facendo, intervenendo spesso con mezzi insufficienti ed inadeguati e mettendo a repentaglio le loro stesse vite".

Arrestato pensionato-piromane a Montepaone. Un pensionato è stato arrestato dai carabinieri in provincia di Catanzaro perché ritenuto responsabile di un incendio doloso. Si tratta di R.G., di 70 anni, bloccato dai carabinieri a Montepaone, sulla costa ionica catanzarese. L' uomo, secondo l' accusa, ha incendiato delle sterpaglie in un fondo agricolo di sua proprietà. Le fiamme, poi, a causa del forte vento e dell' imprudenza dell' uomo, si sono diffuse distruggendo dieci ettari di macchia mediterranea, di coltivazioni pregiate e di bosco ceduo. L' incendio ha distrutto anche due abitazioni rurali della zona ed un magazzino di foraggio per animali ed ha provocato la chiusura al traffico per alcune ore della strada provinciale 116. Le operazioni di spegnimento sono ancora in corso e sono condotte dal personale coordinato dal Centro operativo della Protezione civile regionale. L' arresto è stato possibile grazie al servizio di pattugliamento delle campagne messo in atto dai carabinieri per prevenire focolai dolosi.

Esercito all’opera nel cosentino. I militari del Reggimento Bersaglieri di Cosenza e della 'Genio' di Castrovillari stanno lavorando nel cosentino per spegnere gli incendi. L'attività delle squadre dell'esercito è concentrata nelle zone di Acri e Morano. Nel cosentino, in particolare a Castrovillari, Frascineto e Morano, epicentri di un incendio di vaste proporzioni, sta lavorando il personale del Nucleo Investigativo Antincendio Boschivo (Niab) del Corpo Forestale dello Stato proveniente da Roma. Il Niab, in collaborazione con il personale della Forestale di Cosenza, ha effettuato l'analisi e l'individuazione dei punti di innesco dei diversi incendi. A tal proposito, su delega della Procura della Repubblica di Castrovillari, gli uomini del Coordinamento Distrettuale continuano in queste ore nell'attività investigativa.

Bertolaso “Tutti facciano il porpiro dovere. Oggi ocme ieri tutti i mezzi in volo”. La Protezione Civile ha fatto quanto doveva, ma la legge 353 del 2000 assegna a Regioni, Comuni ed altri soggetti precise responsabilità nella lotta agli incendi boschivi. Lo ha ricordato il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. "La legge - ha spiegato il capo del Dipartimento - dice che se c'é un incendio non interviene la Protezione Civile, ma le segnalazioni arrivano alla sala operativa regionale e sono le sale operative che possono richiedere l'intervento della flotta aerea dello Stato. Al Dipartimento viene data la responsabilità di dare in supporto i nostri mezzi aerei". E, all'inizio dell'estate, ha proseguito, "il presidente del Consiglio Romano Prodi ha emanato due direttive molto importanti che danno indicazioni precise a Regioni, prefetture e ministeri competenti: si parla di far funzionare le sale operative regionali per garantire un efficace coordinamento; si suggerisce anche che le Regioni si dotino di propri mezzi aerei viste le previsioni di un'estate critica".
"Anche oggi è una giornata molto difficile sul fronte incendi: ci sono già arrivate oltre 50 richieste di intervento aereo: più della metà sono state esaudite". Lo ha detto il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. La situazione, comunque, ha aggiunto "la stiamo fronteggiando molto meglio di ieri che è stata la giornata peggiore: stiamo intervenendo soprattutto su Sardegna, Sicilia e Calabria. Tutti i nostri mezzi stanno volando"

Sottosegretario Rosato “Situazione critica in Calabria”. In Abruzzo e Puglia l'emergenza incendi è in deciso miglioramento, pur permanendo aperto qualche fronte ancora attivo. Anche Nuoro e Messina, che ieri avevano destato particolare allarme, risultano sotto controllo. Resta critica la situazione in Calabria per i numerosi fronti di fiamma ancora attivi e per il forte vento. Questa la situazione emersa nel corso del briefing straordinario sull'emergenza incendi con il sottosegretario all'Interno Ettore Rosato si è tenuto stamane presso la sala operativa dei Vigili del Fuoco al Viminale. Alla riunione, cui hanno partecipato anche il capo dipartimento dei Vigili del Fuoco, prefetto Anna Maria D'Ascenzo, e i vertici del Corpo Nazionale, è stato fatto il punto delle situazioni ancora sensibili e dei provvedimenti urgenti presi per fronteggiarle. "Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha dichiarato il sottosegretario Rosato al termine della riunione è presente sui luoghi delle emergenze, a supporto della normale dotazione, con il raddoppio del turno di servizio e con le sezioni operative delle colonne mobili regionali. E' stata inoltre presa la decisione di mobilitare un cospicuo contingente dei Vigili del Fuoco neo assunti che stanno effettuando il corso di formazione, avendo cura di sceglierli tra quanti avevano prestato servizio come discontinui". "Tutti i nostri interventi ha precisato Rosato si svolgono in coordinamento con il Dipartimento della protezione civile".

Ministro Bianchi “Niente brucia da solo”. "Ci dobbiamo liberare, una volta per tutte, dalla favola dell'autocombustione. Non brucia niente da solo, ci sono persone che vanno lì e intenzionalmente appiccano il fuoco". Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, commentando con i cronisti l'emergenza incendi nel Paese. "Allora - ha argomentato il ministro - che chi appicca l'incendio sia un balordo che gira per i boschi, un cretino o, sia una banda organizzata come è probabile che sia stato - nei giorni scorsi vista l'intensità e la metodicità degli incendi - bisognerebbe cercare di stopparli alla fonte impedendo loro di fare quello che fanno con le conseguenze drammatiche che ci sono state". Bianchi ha poi rilevato che avremo ieri, in particolare, "rischiato una tragedia enorme se non ci fosse stata una sinergia, nell'ambito degli interventi, tra Capitanerie di Porto, Guardia Costiera e privati". Secondo il ministro dei Trasporti occorre sottolineare una volta per tutte l'"atto criminoso che c'é dietro ogni incendio. Nel 99% dei casi viene appiccato da bande di delinquenti. Bisogna intervenire direttamente su questi con misure adeguate"

Tommasi “Le Regioni chiedono i fondi per il recupero dei parchi”. Le Regioni chiedono allo Stato l'istituzione di un Fondo speciale sia per l'immediato recupero delle zone colpite dagli incendi, sia per incrementare le strutture di prevenzione oltre che di repressione contro i criminali del fuoco: è la richiesta avanzata al ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, dal coordinatore nazionale degli assessori all'Ambiente delle Regioni, Diego Tommasi, assessore della Regione Calabria. "Sono decine di migliaia - ha spiegato Tommasi - gli ettari di bosco e foresta distrutti dagli incendi in Italia all'interno dei Parchi naturali e delle Aree protette. Non possiamo, perciò, abbandonare a se stessi questi presidi della biodiversità, che rappresentano anche un'importante fonte economica per le popolazioni locali. L'uso consapevole dell'ambiente è la loro principale risorsa, che ha portato in questi anni ad una crescita delle attività eco-compatibili". Tommasi ha sollecitato un incontro con il ministro dell'Ambiente per concordare una strategia comune per il ripristino dei delicati equilibri ecologici messi in crisi dalla furia incendiaria. "Sono certo ha aggiunto Tommasi- che il ministro ed il premier Romano Prodi hanno la giusta sensibilità per capire la delicatezza della situazione, sia dal punto di vista dell'importanza della tutela dei Parchi naturali e delle Aree protette, sia della necessità di offrire immediate certezze alle istituzioni locali ed ai cittadini sugli investimenti essenziali sia al ripristino ambientale che alla sicurezza ed alla prevenzione degli incendi".

Il punto alle 13, Calabria come la Puglia. Dell' incendio che ieri è divampato a Peschici e che ha causato due morti, restano stamani solo alcuni focolai. Ma quella di oggi potrebbe essere un' altra giornata difficile sul fronte del fuoco: focolai sono segnalati un po' in tutta la Puglia, mentre le altre regioni più colpite sono ancora la Sicilia, la Sardegna e, soprattutto, la Calabria. Sono già state 50 le richieste di intervento aereo nelle regioni interessate dai roghi, ha spiegato il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, secondo il quale la situazione viene fronteggiata però in modo migliore rispetto a ieri che, ha detto, è stata "la giornata peggiore": "Stiamo intervenendo soprattutto su Sardegna, Sicilia e Calabria. Tutti i nostri mezzi stanno volando". I boschi del Gargano tra Peschici e Vieste hanno continuato a bruciare per tutta la notte e sono complessivamente 4.000 i turisti evacuati da campeggi e villaggi vacanza. A Vieste, dove si sono spostati nella notte alcuni focolai, sono 1.800 i turisti che hanno trascorso la notte in alloggi di fortuna, come scuole e asili. E mentre si fa il conto dei danni subiti nella zona, soprattutto quelli nelle strutture turistiche, a divampare é ora la polemica sui ritardi degli interventi per spegnere l'incendio, che, secondo il sindaco di Peschici Francesco Tavaglione, "sono stati tardivi, al contrario dei soccorsi ai turisti che sono scattati immediatamente". In Calabria la situazione è più difficile: oltre cento le segnalazioni di roghi segnalati al Corpo forestale dello Stato. Le zone più colpite quelle del catanzarese e nel cosentino, dove per arginare le fiamme è al lavoro anche l' esercito. Le fiamme hanno distrutto centinaia di ettari di bosco e macchia mediterranea, ma anche aziende agricole. Di situazione critica in Calabria ha parlato anche il sottosegretario all' interno Ettore Rosato nel corso di un briefing nella sala operativa dei Vigili del fuoco, durante il quale è stato anche annunciato l' impiego di pompieri neoassunti e che stanno effettuando il corso di formazione, scelti tra coloro che già hanno prestato servizio come discontinui.

Oggi già oltre cento le segnalazioni. Sono oltre cento le segnalazioni di incendi giunte alla centrale operativa del Corpo Forestale dello Stato in Calabria. Gli incendi riguardano indistintamente tutte le province anche se le zone maggiormente colpite sono quelle del catanzarese e del cosentino. Il personale della Forestale ha già richiesto quindici interventi aerei per le zone dove le fiamme minacciano le abitazioni dei comuni. In tutta la regione sono impegnate decine di squadre dei vigili del fuoco, del corpo forestale dello Stato e dei volontari della protezione civile che stanno cercando di arginare gli incendi. Le fiamme però sono alimentate dal caldo intenso e dal forte vento. In molte zone delle province di Cosenza e Catanzaro gli incendi hanno distrutto, oltre a centinaia di ettari di bosco e macchia mediterranea, anche aziende agricole. Ingenti danni vengono segnalati anche per il settore zootecnico. Ma il punto più urgente è quello di evitare che le fiamme giungano nei centri abitati e a tal fine il prefetto di Catanzaro, Salvatore Montanaro, che ieri a tarda sera aveva convocato una riunione d'urgenza stamani tornerà a riunire in Prefettura l'unità di crisi ed ha già avanzato a Roma, a varie autorità, l'invio di altri mezzi aerei.

Nel reggino elicottero dei VVFF di Catania. Un elicottero dei vigili del fuoco di Catania sta intervenendo nella zona del reggino, tra Motta San Giovanni, Montebello Jonico e Bagaladi, per spegnere un incendio di vaste proporzioni che minaccia anche i centri abitati dei tre comuni. I vigili del fuoco di Reggio Calabria hanno richiesto l'intervento dell'elicottero da Catania perché attualmente tutti gli altri mezzi aerei (canadair ed elicotteri) sono impegnati per far fronte ai numerosi incendi che divampano in tutta la Calabria. Nel reggino i vigili del fuoco sono impegnati, con il personale del corpo forestale dello Stato ed i volontari della protezione civile, per far fronte ad una trentina di incendi.

Lipu Reggio “Manca la volontà di colpire i piromani”. La provincia di Reggio Calabria è tutta un immenso rogo. Negli ultimi giorni il già modesto patrimonio vegetale delle nostre colline ha ricevuto colpi durissimi e si sono poste le premesse per la futura drammatica desertificazione". A sostenerlo è il gruppo reggino della Lipu, l' Associazione italiana protezione uccelli. "La Città di Reggio - prosegue la nota - è stata avvolta per due giorni in una nuvola rossa provocata dagli incendi, che hanno reso insopportabili le già altissime temperature. Erano anni che la Lipu lanciava appelli disperati sulla inesistenza di strutture investigative in grado di colpire gli incendiari, quasi sempre pastori. Oggi scoprono che c' è una regia occulta nell' attività degli incendiari. Un Grande Vecchio. Un ottimo metodo per coprire le responsabilità, le inefficienze, il menefreghismo di chi non sa fare o non vuole fare il proprio lavoro". "Può essere - afferma la Lipu - che nei Parchi Nazionali, come è avvenuto nel Pollino, dove in un solo giorno è stata distrutta una superficie di oltre mille ettari, ci siano interessi speculativi che hanno mosso le mani dei piromani. Ma ciò non vale per Reggio. Qui ci sono per lo più pastori criminali che appiccano le fiamme per rinnovare il pascolo. E' tanto difficile controllarli, individuarli, prenderli con l' esca incendiaria in mano e portarli in carcere per anni, come prevede la legge? Noi crediamo di no. Manca la volontà di farlo. Manca l'applicazione puntuale delle leggi che già ci sono". "Quanti Comuni calabresi - chiede la Lipu - hanno rispettato la normativa, redigendo il catasto dei terreni percorsi dal fuoco e negando le concessioni edilizie? Quante multe per pascolo o caccia abusivi sono state fatte? Quanti piromani sono stati arrestati o denunciati negli anni 2006/2007, nei quali la lotta agli incendiari ha fatto registrare nel reggino un drammatico arretramento? Al di là delle tante, belle parole di oggi, l' impressione è che vi sia una insufficiente percezione della gravità del reato e delle sue conseguenze sull' ambiente". Secondo la Lipu "manca una coordinata ed incisiva attività investigativa per assicurare questi criminali alla giustizia. E manca, nei pochissimi casi in cui ciò si verifica, l' applicazione puntuale e rigidamente inflessibile delle sanzioni penali previste dalla legge, compresa l' applicazione delle misure cautelari previste allo scopo di impedire la reiterazione del reato".

 

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