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Tredicenne di San Martino muore in ospedale a Bologna

 

Tredicenne di S.Martino di Finita muore in ospedale a Bologna dopo intervento di scoliosi. Arresto cardiaco e coma come Federica Monteleone. Due indagati

29/12 Un'adolescente di 13 anni, Sofia C., è morta questa mattina all'ospedale Bellaria di Bologna, nel cui reparto di Rianimazione era stata ricoverata dopo essere entrata in coma al termine di un intervento, il 17 dicembre, in un altro ospedale di Bologna: l'Istituto Ortopedico Rizzoli. La magistratura bolognese, già informata dalla direzione del Rizzoli del fatto, aveva aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando le lesioni personali gravissime. Con ogni probabilità, rubricherà ora il reato in omicidio colposo. Affranti i genitori della piccola, originari di San Martino di Finita (Cosenza). Questa mattina si sono recati in Procura per un colloquio con il pm di turno, Silvia Marzocchi. "Avrebbe dovuto essere un intervento semplice - hanno spiegato - ma a distanza di tutti questi giorni non sappiamo ancora cosa sia accaduto". L'intervento è avvenuto nella Chirurgia Vertebrale dell'istituto. La paziente - ha spiegato il direttore sanitario Stefano Liverani - era stata sottoposta a 'artrodesi posteriore strumentata'. Intervento complesso, fatto in pochi centri in Italia, per correggere una scoliosi che già causava problemi respiratori. Fino alle fasi conclusive l'intervento non aveva dato difficoltà, né vi erano stati problemi legati all'anestesia. Mentre però i medici ricucivano la cute, la paziente ha accusato un arresto cardiocircolatorio, per il quale sono state eseguite manovre di rianimazione. Dopo un primo ricovero nella Rianimazione del Rizzoli, data la presenza di una patologia neurologica conseguente all'arresto cardiaco, è stato deciso il trasferimento il giorno dopo nella Rianimazione del Bellaria. Dove la giovane è deceduta stamani. Il pm disporrà nelle prossime ore l'autopsia per chiarire le cause del decesso. Molto probabilmente, a titolo di garanzia, dei nomi potrebbero venire iscritti sul registro degli indagati per permettere alle persone coinvolte di nominare i propri consulenti per partecipare alla perizia.

Due medici indagati. Sono due i medici indagati per il decesso della ragazzina di tredici anni morta per le complicazioni sorte al termine di un intervento di correzione della scoliosi di cui soffriva dalla nascita. In previsione della consulenza autoptica collegiale disposta dal Pm Silvia Marzocchi per il 2 gennaio, sono stati iscritti nel registro degli indagati il chirurgo che ha compiuto l'intervento e l'anestesista. L'ipotesi d'accusa e' omicidio colposo. Si tratta in ogni caso di un atto dovuto per consentire agli indagati di nominare propri consulenti tecnici in vista dell'accertamento medico legale che verra' eseguito dall' anatomopatologo Matteo Tudini.

Un intervento durato cinque ore. L'operazione di correzione della scoliosi è durata circa cinque ore. "L'improvvisa complicanza post-chirurgica è stata del tutto inaspettata, data la valutazione delle condizioni della paziente e la negatività degli esami pre-operatori eseguiti secondo le procedure prima dell'intervento chirurgico - ha spiegato Liverani - La Direzione sanitaria ha avviato una valutazione (tramite un'apposita commissione, ndr) per comprendere quali eventi possano avere causato questa complicanza inaspettata e imprevedibile". "Per quanto è dato conoscere - ha aggiunto - ad ora non esistono elementi di errore o malpractica né in occasione dell'intervento chirurgico né in occasione della preparazione della paziente all'intervento stesso". Sono già stati sentiti i medici e gli infermieri che hanno avuto a che fare con l'intervento. La Direzione generale, innanzitutto, anche a nome di tutti i professionisti degli Istituti, ha voluto stringersi alla famiglia "nell'immenso dolore dell'evento, mettendosi nello stesso tempo a completa disposizione, della famiglia e della magistratura perché sia possibile individuare le cause che hanno portato al tragico esito" e "vuole anche attestare e confermare la stima per i professionisti tutti che hanno assistito la paziente, esperti ed apprezzati per la attività di alto livello svolta quotidianamente e ora profondamente addolorati per l'accaduto". La ragazzina - hanno spiegato i due genitori assistiti dall'avv. Luigi Lucente - soffriva dalla nascita della patologia degenerativa, e da circa due anni era seguita dal Rizzoli. Decisione presa dalla famiglia per evitare di fare esami in strutture diverse da quella dove sarebbe stata operata. L'intervento era stato deciso da tempo, e la giovane era in lista d'attesa da circa 18 mesi. Il 14 era stato deciso il ricovero, e gli esami preparatori avevano dato tutti esito negativo. "La direzione sanitaria - ha detto laconico il padre - ci ha contattato tre volte, ma non ci hanno ancora saputo dire cosa sia successo".

Cose è l’intervento di artrodesi. L'intervento chirurgico a cui e' stata sottoposta la tredicenne affetta da scoliosi e morta dopo l'operazione effettuata in un ospedale di Bologna, serve per correggere le eccessive curve della colonna vertebrale. La tecnica chirurgica utilizzata si chiama artrodesi strumentata, spiega Viviana Paliotta, esperta di chirurgia della colonna all'ospedale S. Eugenio di Roma, che consiste nel fissare una o più articolazioni della colonna vertebrale utilizzando barre e viti dentro il corpo vertebrale. In questa maniera vengono corrette e diminuite le curvature prodotte dalla scoliosi permettendo cosi' al malato una migliore respirazione e crescita. Attualmente, spiega l'ortopedico, si tendono a fissare due barre metalliche biocompatibili, una per lato della colonna; successivamente si possono aggiungere innesti di osso dello stesso paziente o da donatore (banca dell'osso) o altri materiali (osso sintetico) per riempire gli spazi che si vengono a creare nel riposizionamento delle vertebre. La durata dell'intervento chirurgico varia a seconda delle aree interessate alla correzione della scoliosi e puo' andare da un minimo di 3-4 ore ad un massimo di 14-16 ore. Il vantaggio dell'artrodesi 'strumentata' è la mobilizzazione precoce del paziente operato anche senza l'ausilio di gessi o corsetti.

 

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