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Omicidio Fortugno: 4 avvisi di garanzia

L'ospedale di Locri

Inchiesta Fortugno: indagato non si trova; interrogato Giugno. Per i due anche il reato di concussione

02/10 Non ha potuto avere luogo stamattina l'interrogatorio dell' ex commissario straordinario dell'Azienda sanitaria di Locri nei confronti del quale il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Luigi De Magistris, ha emesso un invito a presentarsi, che però non gli è stato ancora notificato. Il provvedimento è stato emesso dal magistrato nell'ambito dell'inchiesta sulle denunce inascoltate fatte da Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso il 16 ottobre dello scorso anno a Locri, circa una serie di presunte irregolarità nella gestione dell'Azienda sanitaria di Locri. La Guardia di finanza, incaricata della notifica dell'invito a presentarsi e delegata dal magistrato per l'interrogatorio, pur avendo individuato il domicilio dell'indagato, non è riuscita, infatti, a rintracciare l'ex commissario dell'Azienda sanitaria per notificargli l'invito emesso dal magistrato. Fortugno, all'epoca primario in aspettativa, a causa della carica politica che ricopriva, del Reparto di pronto soccorso, aveva segnalato, in particolare, con una serie di interpellanze ed interrogazioni, lo sdoppiamento del reparto di cui era responsabile, per istituire, con una procedura a suo dire irregolare, l'unità operativa di Medicina d'urgenza ed astanteria. In tal modo sarebbe stato creato un altro posto di primario affidandolo a Luigi Giugno, medico dirigente presso la divisione di Medicina generale dello stesso ospedale di Locri ed anch'egli raggiunto da un invito a presentarsi. Invece è stato interrogato in mattnata a Catanzaro dalla Guardia di finanza Luigi Giugno, primario di Medicina d'urgenza ed astanteria dell'ospedale di Locri, raggiunto da un invito a presentarsi emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi De Magistris. Il provvedimento è stato emesso dal magistrato nell'ambito dell'inchiesta sulle denunce circa le presunte irregolarità nella gestione dell'Asl di Locri fatte da Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso il 16 ottobre dello scorso anno a Locri. Fortugno, che era primario del pronto soccorso di Locri, in aspettativa per l'incarico di consigliere regionale che ricopriva, aveva segnalato lo sdoppiamento del reparto di pronto soccorso per creare, con una procedura a suo dire irregolare, l'unità operativa di Medicina d'urgenza ed astanteria e quindi un altro posto di primario, posto poi vinto, dopo l'espletamento del relativo concorso, da Luigi Giugno. Giugno, interrogato dalla Guardia di finanza su delega del sostituto procuratore De Magistris, nel corso dell' interrogatorio, secondo quanto si è appreso, ha riferito di non essere a conoscenza di alcuna irregolarità nella creazione dell'Unità operativa di Medicina d'urgenza ed astanteria. Il professionista ha detto comunque di essersi limitato a partecipare al relativo concorso e di averlo vinto con una procedura regolare. Secondo Giugno, dunque, non c'é stata alcuna irregolarità nell'iter seguito per l'istituzione del nuovo reparto, né sono stati compiuti atti per danneggiare Francesco Fortugno e ridimensionarne il ruolo all'interno dell'ospedale di Locri. Per domani pomeriggio, nell'ambito della stessa inchiesta, sono stati fissati gli interrogatori dell'ex assessore alla Sanità della Regione Calabria, Gianfranco Luzzo, e dell'ex direttore generale dell'Asl di Locri, Manuela Stroili. Il reato ipotizzato nei confronti dei quattro indagati è l'abuso d'ufficio. Per i due indagati viene ipotizzato anche il reato di concussione in quanto, secondo l'accusa, abusando dei loro poteri, avrebbero attuato pressioni illegittime su alcuni dirigenti dell'Asl di Locri perché venisse attivato il reparto di medicina d'urgenza ed astanteria.

I ragazzi di Locri “Gaffe di Pisanu, in Calabria la società civile si è indignata”

02/10 “Siamo rimasti agghiacciati, indignati, offesi ed umiliati dalle esternazioni fatte dall’On. Pisanu all’ultima puntata di “Porta a Porta”, nella quale l’ex Ministro dell’Interno afferma che a differenza della Sicilia dopo gli omicidi di Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino, in Calabria non ci sarebbe stata indignazione e ribellione della società civile contro la ‘ndrangheta”. E’ quanto afferma in una nota il Movimento dei ragazzi di Locri e di Calabria “E adesso ammazzateci tutti”. Ci stupisce che ad asserire ciò sia stato proprio Pisanu, il quale il giorno seguente l’omicidio Fortugno venne in Calabria nel mentre i tg di tutta Italia facevano vedere i ragazzi e le ragazze con lo “striscione bianco” davanti al Tribunale di Locri. Senza contare le manifestazioni del 18 ottobre, le migliaia e migliaia di persone il 19 ai funerali di Fortugno dietro lo striscione “E adesso ammazzateci tutti” e la grande manifestazione del 4 novembre 2005. Respingiamo perciò al mittente la “gaffe” di Pisanu, che fa ancora più male e diventa grave ed imperdonabile dimenticanza proprio perché arrivata a meno di due settimane dall’anniversario dell’omicidio Fortugno.

 

 

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