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Cronaca
Arrestati i presunti assassini di Francesco Fortugno

 

 

Arrestati i presunti assassini del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno. In quattro per eseguire l’agguato. Altri cinque erano già in carcere da novembre. Tutti legati allan Cordì. Indagini accelerate da un collaboratore di giustizia. Grasso: “Solo un punto di partenza. Sviluppi legati anche ad ambienti politici”. La vedova “Trovate i mandanti”.

21/03 La polizia di Stato ha arrestato i presunti responsabili dell' omicidio di Franco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, assassinato a Locri il 16 ottobre dell' anno scorso. Nove le ordinanze di custodia cautelare eseguite . I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, Annamaria Arena, su richiesta dei sostituti Giuseppe Creazzo e Marco Colamonici, della Procura distrettuale reggina, diretta dal procuratore capo, Antonino Catanese. Tutti magistrati che, insieme al procuratore aggiunto, Francesco Scuderi, hanno condotto l' inchiesta sull'omicidio Fortugno. Le indagini che hanno portato agli arresti sono state svolte da un pool di investigatori del Servizio centrale operativo e della Squadra mobile di Reggio Calabria. L' equipe di investigatori, composta da specialisti nell' azione di contrasto alla criminalita' organizzata mafiosa, era stata costituita dopo l'assassinio di Fortugno. Per individuare i responsabili dell'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria sono state utilizzate sofisticate tecnologie, con il supporto costante degli specialisti del Servizio di polizia scientifica e del Reparto prevenzione crimine del Servizio controllo del territorio della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato. Questi ultimi hanno sostenuto l' attivita' investigativa attraverso un' attivita' di penetrazione nel territorio della Locride, comprimendo cosi' l'azione delle cosche locali. E sono state tutte eseguite dallo Sco e dalla squadra mobile di Reggio Calabria le nove ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip distrettuale di Reggio Calabria Dei nove provvedimenti restrittivi, quattro riguardano persone gia' detenute: Vincenzo Cordi' di 49 anni, presunto capo dell' omonima cosca della 'ndrangheta di Locri; Domenico Novella (30), Antonio Dessi' (24) e Gaetano Mazzara (42), che era agli arresti domiciliari. Gli altri cinque arrestati sono Salvatore Ritorto di 27 anni esecutore materiale dell' assassinio di Fortugno; Domenico Audino (27), Carmelo Dessi' (28), Carmelo Crisalli (26) e Nicola Pitari (27).L' omicidio Fortugno e' maturato nella guerra di mafia tra i Cordi' ed i Cataldo per la supremazia nel 'locale' di Locri. Tra i catturati c'e' Vincenzo Cordi', di 49 anni, capo dell' omonima cosca, figlio di Domenico Cordi', assassinato nel settembre del 1967 nella strage di piazza Mercato, a Locri, dalla quale scaturi' la guerra di mafia tra i Cordi' ed i Cataldo. Vincenzo Cordi' deve rispondere di associazione mafiosa. Nel novembre scorso quattro esponenti dei Cordi' vennero arrestati per associazione mafiosa e detenzione di armi. I quattro, secondo l' accusa, stavano preparando omicidi e dalle indagini emerse come l'organizzazione aveva la disponibilita' di un grande quantitativo di armi. Uno dei quattro arrestati e' ritenuto oggi tra i responsabili dell' omicidio Fortugno. Gli arrestati di oggi secondo l' accusa erano responsabili anche di un tentato omicidio compiuto a Locri il 19 settembre scorso e di una rapina ai danni di una banca.

Vedova Fortugno “Ora trovare i mandanti”

''Sono stati arrestati solo gli esecutori, ora bisogna scoprire i mandanti''. E' l' esortazione fatta da Maria Grazia Lagana', vedova di Franco Fortugno, avvicinata dai giornalisti durante la manifestazione di Libera in occasione della giornata della memoria per le vittime della mafia. ''Quella di oggi - ha aggiunto la vedova - e' una giornata che ha rinnovato il dolore. Comunque e' stato fatto un piccolo passo''. Maria Grazia Lagana' sara' nuovamente a Torino dopo le prossime elezioni politiche per partecipare a una seduta straordinaria del consiglio regionale del Piemonte sui temi della lotta alla mafia. L' iniziativa, voluta dal presidente dell' assemblea legislativa piemontese Davide Gariglio, sara' realizzata d' intesa con il presidente del consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Bova. In quell' occasione il consiglio regionale del Piemonte approvera' un pdl proposto da Gariglio che istituisce per legge la giornata della memoria per le vittime della mafia, prevedendo interventi educativi nelle scuole e aiuti concreti in favore delle vittime.

PM Creazzo: “Fortugno non legato alle cosche”

''L' omicidio di Francesco Fortugno ha sicuramente un movente mafioso, ma la vittima non era collegata ad alcuna cosca della 'ndrangheta''. Lo ha detto all' Ansa il sostituto procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giuseppe Creazzo, titolare dell' inchiesta che la scorsa notte ha portato all' arresto di nove persone accusate di responsabilita' nell' assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. ''Non abbiamo alcun dubbio - ha aggiunto Creazzo - che ad ordinare l' omicidio di Fortugno sia stata la cosca Cordi', ma non c' e' alcun elemento che possa fare ipotizzare un collegamento della vittima con la stessa cosca Cordi' o con quella avversaria dei Cataldo. Sul movente dell' assassinio di Fortugno le indagini sono ancora in corso e speriamo possano produrre risultati da qui a breve''.

Procuratore Grasso: “Le indagini solo un punto di partenza. Sviluppi legati ad ambienti politici.”

''Gli arresti fatti la scorsa notte dalla Polizia di Stato rappresentano solo un primo risultato delle indagini sull' assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Fortugno. Un punto di partenza, dunque, e non di arrivo per un' inchiesta che portera' ad altri importanti risultati''. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, nel corso dell' incontro con i giornalisti in corso a Reggio Calabria per illustrare i risultati dell' operazione della scorsa notte. ''Le conclusioni cui siamo giunti - ha affermato ancora Grasso - rappresentano solo una prima parte delle indagini che e', comunque, estremamente significativo perche' dimostra che nel breve tempo trascorso dall' omicidio di Fortugno si e' lavorato con grande celerita' e impegno. Abbiamo dato una prima importante risposta su un omicidio gravissimo che si inserisce nel contesto dei delitti politici di alto livello. A breve speriamo di giungere all' identificazione dei mandanti''. Della stessa opinione si e' detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Antonino Catanese, che ha assicurato che ''al piu' presto si fara' luce completa su mandanti ed esecutori dell' omicidio di Francesco Fortugno''. Gli sviluppi delle indagini sull' omicidio di Francesco Fortugno per identificare i mandanti dell' omicidio, dopo l' arresto dei presunti esecutori, potrebbero indirizzarsi anche in ambienti politici. E' quanto si e' appreso nel corso della conferenza stampa, convocata da magistrati ed investigatori per illustrare i risultati dell' operazione. ''L' ipotesi della matrice politica dell' omicidio di Francesco Fortugno - ha detto il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso - scaturisce inevitabilmente dal ruolo svolto dalla vittima ed e' pienamente attendibile, anche se non e' l' unica supposizione che possiamo fare. Quello di Fortugno e' stato un omicidio deciso, comunque, piu' per conservare qualcosa che per cambiare qualcosa. Le prove sui mandanti - ha proseguito Grasso - e' questione difficile e delicata. Ci sono intuizioni, scenari, contesti e quadri di riferimento che pero' vanno suffragati da prove concrete. La nostra speranza e' che il prosieguo delle indagini possa consentirci di arrivare ai mandanti dell' assassinio di Fortugno, anche se la fase che stanno registrando attualmente le indagini, in questo senso, e' molto prematura''

Per l’omicidio accusati in quattro

Sono quattro, rispetto alle nove arrestate dalla polizia di Stato nell' ambito dell' operazione, denominata Arcobaleno, sull' assassinio a Locri il 16 ottobre scorso di Francesco Fortugno, le persone accusate di avere partecipato all' omicidio. Si tratta di Salvatore Ritorto, accusato dell' esecuzione materiale dell' omicidio; Domenico Audino, che avrebbe accompagnato in auto Ritorto fino a Palazzo Nieddu, dove era ubicato il seggio delle primarie dell' Unione, e Carmelo Dessi' e Carmelo Crisalli, che avrebbero fornito un supporto nell' organizzazione dell' omicidio. I quattro presunti responsabili dell' omicidio sono tutti accusati di essere affiliati alla cosca Cordi', il gruppo mafioso che avrebbe ordinato l'omicidio di Fortugno.

Importante contributo da parte di un collaboratore di giustizia

C' e' un collaboratore di giustizia che ha fornito un importante contributo alle indagini che hanno portato all' arresto da parte della polizia di stato dei presunti responsabili dell' assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. . Si tratta Bruno Piccolo, di 27 anni, un esponente della cosca Cordi' che avrebbe ordinato l' assassinio di Fortugno. Squadra mobile e Sco della polizia di stato sottolineano comunque, che l' esito positivo delle indagini e' scaturito anche da un' attivita' diretta di intelligence che ha portato alla definizione del quadro delle responsabilita' connesso all' assassinio di Fortugno. Piccolo e' una delle quattro persone arrestate lo scorso 15 novembre in occasione dell' operazione della Polizia che porto' alla cattura di quattro presunti affiliati alla cosca Cordi', alla quale apparterrebbe anche lo stesso Piccolo. Nell' ambito dell' operazione fatta a novembre si accerto' che i quattro arrestati, secondo quanto risulto' da alcune intercettazioni telefoniche, avrebbero avuto la disponibilita' di una pistola calibro nove dello stesso tipo di quella utilizzata dal presunto killer di Fortugno, Salvatore Ritorto, per uccidere il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria.

Fondamentale l’operazione di novembre 2005

E' stata fondamentale ai fini dell'operazione odierna sui killer di Franco Fortugno un' operazione del 15 novembre dell' anno scorso, un mese dopo l' omicidio del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria. Vennero arrestati a Locri quattro presunti affiliati alla cosca Cordi'. Uno dei due clan, l' altro e' quello dei Cataldo, da tempo contrapposti, che hanno il controllo della attivita' illecite nella cittadina ionica reggina. I quattro arrestati, considerati elementi di spicco della cosca Cordi', furono Antonio Dessi', di 23 anni, Domenico Novella (29), Bruno Piccolo (27), ed Alessio Scali (21). Gli arresti vennero eseguiti il 14 novembre a Locri ad eccezione di quello di Novella, bloccato a Roma, dove si trovava per motivi che gli investigatori stanno accertando. Anche se al momento non emerse nulla di concreto che potesse fare ipotizzare un collegamento diretto con l' assassinio di Fortugno, le indagini che hanno condotto ai quattro arresti s'inserivano infatti in un contesto in cui poteva trovare una collocazione, sia pure in termini ancora tutti da decifrare, anche l'assassinio del dirigente della Margherita. Il punto di connessione con l' indagine sull' omicidio di Francesco Fortugno consisteva nel fatto che tra le armi di cui i quattro arrestati avrebbero avuto la disponibilita', secondo quanto risulta dall' intercettazione dei loro dialoghi in una casa di Locri in cui erano soliti incontrarsi, c' e' anche una pistola calibro 9 dello stesso tipo di quella utilizzata dal killer che il 16 ottobre scorso, con estremo sangue freddo, s'introdusse a palazzo Nieddu, dove era stato allestito il seggio per le primarie dell' Unione, e sparo' quasi a bruciapelo cinque colpi di pistola contro il vicepresidente del Consiglio regionale. La difficolta' di fronte alla quale si trovarono gli investigatori e' che nulla del presunto arsenale che sarebbe stato nella disponibilita' degli arrestati, tra cui bazooka e bombe a mano di fabbricazione jugoslava, venne al momento sequestrato. Il che rende impossibile effettuare quelle comparazioni balistiche che darebbero la possibilita' di verificare tutte le ipotesi investigative che si stanno facendo. Nei dialoghi tra i quattro, intercettati dagli investigatori, i presunti affiliati alla cosca Cordi' avrebbero fatto riferimento alla disponibilita' di armi anche da guerra che avrebbero dovuto essere utilizzate in agguati contro esponenti del gruppo avversario. ''Gli affiliati alla cosca Cordi', tuttora viva, vitale ed operante malgrado le tante operazioni che hanno colpito questo gruppo criminale - disse il sostituto procuratore Creazzo - stavano programmando gravissimi reati sul territorio, tra cui alcuni omicidi''.

Da cinque mesi l’aggressione alla ndrangheta

L' importante operazione che ha consentito di arrestare i presunti assassini di Franco Fortugno si colloca nell'ampio piano strategico realizzato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza - le cui linee operative sono state tracciate dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato - per contrastare la criminalita' mafiosa operante nel territorio della locride, area nella quale storicamente ha inciso ed incide la 'ndrangheta. Essa costituisce - si sottolinea - una forte risposta all'aggressione mafiosa che ha insanguinato la provincia di Reggio Calabria, la cui recrudescenza e' culminata nell'omicidio Fortugno. Dopo l' omicidio e' stato costituito uno specifico gruppo composto da investigatori del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Siderno, con la finalita' specifica di svolgere attivita' sulla vicenda, d'intesa con l'autorita' giudiziaria. Contestualmente, sono stati, anche, inviati sul luogo dell' omicidio, Nuclei dei Reparti Prevenzione Crimine, che hanno provveduto a realizzare un incisivo dispositivo di controllo del territorio, anche a sostegno dell' azione investigativa. Il sistema cosi' realizzato, coordinato dal questore Vincenzo Speranza di Reggio Calabria, ha permesso di realizzare importanti risultati contro le cosche della 'ndrangheta. Le operazioni ritenute piu' significative sono: - 29 novembre 2005, sono stati arrestati, in provincia di Cuneo, due pregiudicati di Africo, in flagranza di reato per detenzione illegale di armi e munizionamento. Questi sono ritenuti coinvolti, tra l' altro, nell' omicidio di Antonio Giorgi, di 21 anni, avvenuto il 31 ottobre 2005 in Africo. - 19 dicembre 2005, a Roma, e' stato tratto in arresto il latitante reggino Riccardo Gattuso, di 35 anni, pluripregiudicato, esponente di rilievo della cosca mafiosa Commisso, operante a Siderno, proveniente dal Canada, ove si era rifugiato. - 20 dicembre 2005, a Locri, sono stati eseguiti sei provvedimenti restrittivi emessi dall' autorita' giudiziaria competente nei confronti di altrettanti indagati affiliati alla cosca Cataldo ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso, finalizzata alla commissione di estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti, ed altri gravi reati. Il 26 dicembre successivo, a Locri, e' stato tratto in arresto anche Francesco Cataldo, destinatario dello stesso provvedimento restrittivo, capo dell' omonima cosca che da vari anni si contrappone al gruppo dei Cordi'. - 16 gennaio, a Siderno, e' stato arrestato il latitante Domenico D'Agostino, di 57 anni, ricercato da oltre sei anni, per associazione di tipo mafioso e traffico internazionale di sostanze stupefacenti. D'Agostino, capo dell' omonima cosca operante a Canolo e Sant' Ilario e' anche indagato per l' omicidio dell' imprenditore Domenico Gullaci, ucciso con un ordigno collocato sotto l' automobile. - 19 gennaio, a Milano, Reggio Calabria ed altre citta', sono stati eseguiti 52 provvedimenti restrittivi nei confronti di soggetti, molti dei quali appartenenti alla cosca calabrese, Pesce-Bellocco, per rispondere a diverso titolo di associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti ed altri gravi delitti. - 10 febbraio, a Locri, Siderno ed a Roma, sono state eseguite 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dall' autorita' giudiziaria reggina, nei confronti di altrettanti esponenti del cartello criminale D'Agostino, operante nei territori di Canolo e Sant' Ilario dello Ionio, per rispondere a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di armi e di sostanze stupefacenti, nonche' di favoreggiamento dell' immigrazione clandestina.

I ragazzi di Locri: “Ora non ci sentiamo più soli”

''Con gli arresti compiuti stamane e' stato compiuto un passo importante contro la criminalita' organizzata. Ora, finalmente, iniziamo a non sentirci piu' soli''. E' quanto ha detto Anna Maria Pancallo del Forum dei 'Ragazzi di Locri' circa gli arresti per l'omicidio di Franco Fortugno. In occasione del delitto, i ragazzi di Locri idearono uno striscione con la scritta 'E ora ammazzateci tutti' che e' diventato il simbolo della protesta dei giovani locresi contro la criminalita' organizzata. ''Certo - ha aggiunto Pancallo - il cammino per sconfiggere la 'ndrangheta e' ancora molto lungo pero' questo e' un primo passo. Gli arresti compiuti stamane dalla polizia rappresentano un qualcosa di positivo e di cio' noi siamo contenti''. ''Abbiamo notato - ha concluso Pancallo - che la magistratura e le forze dell'ordine hanno fatto molti sforzi per giungere a questo risultato. Nelle prossime ore terremo una riunione del forum durante la quale decidere le iniziative da tenere a breve''.

L’omicidio

L'assassinio nel seggio delle primarie: Francesco Fortugno fu assassinato nel pomeriggio di domenica 16 ottobre del 2005, dentro Palazzo Nieddu di Locri dove era stato allestito un seggio delle primarie per il candidato premier dell'Unione. La Calabria ripiombo' cosi' nel clima di terrore e degli 'omicidi eccellenti' che in passato hanno caratterizzato la vita della regione. L' assassinio a Locri di Francesco Fortugno, 54 anni, medico, vicepresidente del Consiglio regionale ed esponente di spicco della Margherita, suscito' sgomento ed inquietudine, come negli anni '90 era successo per altri omicidi 'importanti', come quelli dell' ex presidente delle Ferrovie dello Stato, Lodovico Ligato, e del magistrato di Cassazione Antonino Scopelliti. Fortugno, quando e' stato ucciso, aveva appena espresso il proprio voto e si stava intrattenendo a parlare con alcune persone. Nel palazzo ha fatto irruzione una persona vestita completamente di nero, con un berretto con visiera che ne nascondeva parzialmente il volto, e armata di una pistola automatica calibro nove. L'assassino si e' avvicinato a Fortugno e gli ha sparato da breve distanza cinque colpi, andati tutti a segno. Raggiunto dai colpi al torace ed all' addome, Fortugno e' giunto gia' morto nell' ospedale di Locri, dove e' stato portato con un' ambulanza del 118. Un' esecuzione studiata in ogni dettaglio e portata a termine da una persona che era a conoscenza dei movimenti dell' esponente politico e, presumibilmente, lo aveva seguito nei suoi spostamenti pomeridiani. L' assassino subito dopo si e' allontanato raggiungendo, probabilmente, un'automobile condotta da un complice. Fortugno, primario del pronto soccorso dell' ospedale di Locri, era in aspettativa da quando era entrato in Consiglio regionale subentrando nella precedente legislatura a Luigi Meduri, eletto in Parlamento. Il suo impegno in politica derivava anche dal fatto di essere sposato con Maria Grazia Lagana', anche lei medico, figlia di Mario Lagana', presidente regionale della Margherita, esponente storico della Dc e per molti anni deputato eletto nelle liste del partito scudocrociato. Ora la vedova e' candidata alle politiche del 9 aprile alla Camera, nella lista dell' Ulivo. Fortugno profondeva il suo impegno politico soprattutto nel campo della sanita' e proprio la sanita' era stata la prima pista battuta dagli inquirenti e perseguita per oltre 5 mesi.

 

 

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