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Notizie di Culto e Religione
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Ottobre 2005 |
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Celebrata ad Assisi la festa di San Francesco con casini e Prodi. La regione Calabria donerà nel 2006 l’olio per la lampada
04/10 C' erano anche il presidente della Camera, Pier Ferdinando
Casini, ed il leader dell' Unione, Romano Prodi, alle celebrazioni
per la festa di San Francesco che quest' anno, per la prima volta,
coincide anche con quella del dialogo tra le varie religioni, cosi'
come ha stabilito di recente il Parlamento italiano. Il governo era
rappresentato dal sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Cosimo
Ventucci. La cerimonia e' stata trasmessa in diretta da Raiuno. Il
presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha inviato un messaggio,
letto dal custode del Sacro Convento, padre Vincenzo Coli, nel quale
e' detto che ''in un mondo segnato da divisioni, squilibri e contraddizioni,
i valori religiosi fanno parte di un patrimonio etico universale che
deve rafforzare l'impegno di ognuno in favore della pace, della solidarieta'
e della fratellanza'' La regione ospite quest' anno era l' Emilia
Romagna, presente con il suo presidente, Vasco Errani, il sindaco
di Bologna, Sergio Cofferati, che ha acceso la lampada votiva sulla
tomba di San Francesco, e numerosi altri sindaci della stessa regione.
La messa e' stata celebrata dall' arcivescovo di Bologna, mons. Carlo
Caffarra. Tra i fedeli c' era anche una rappresentanza degli operai
della Cisa, una azienda con stabilimento in Umbria che rischia la
chiusura. A loro hanno espresso pubblicamente solidarieta' padre Coli
ed i rappresentanti delle istituzioni. Nel corso della cerimonia e'
stato anche annunciato che la regione che offrira' l' olio per la
tomba di San Francesco il prossimo anno sara' la Calabria.
Non solo una regione italiana potrebbe essere presente il 4 ottobre
del 2006, ad Assisi: alla Calabria, che - come e' stato annunciato
oggi - offrira' il prossimo anno l' olio per la lampada che arde sulla
tomba di San Francesco, potrebbe infatti affiancarsi un Paese del
Sud del mondo. La proposta e' stata avanzata dal custode del Sacro
convento, padre Vincenzo Coli, ed e' stata illustrata stamani in una
conferenza stampa dall' on. Giuseppe Giulietti, alla presenza del
presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. ''L' idea - ha affermato
Giulietti - e' quella di formare un comitato che metta assieme ricercatori,
intellettuali, scrittori, autori delle diverse confessioni, per cominciare
a ragionare su come costruire il prossimo 4 ottobre, pensando anche
a realizzare la proposta di padre Coli di ospitare, oltre ad una regione
italiana, anche un Paese del Sud del mondo''. ''Puo' servire a quella
nazione - ha spiegato Giulietti - per venire in Italia, raccontarsi,
essere conosciuta e usare le televisioni pubbliche e private nel modo
migliore per realizzare una grande raccolta di solidarieta' in quella
giornata su un progetto da concretizzare in quel Paese, che sara'
scelto dal comitato appositamente formato''. ''Sarebbe bello - ha
aggiunto Giulietti - che il prossimo anno ci fosse anche un asse tra
Assisi e Gerusalemme. E che nel giorno in cui accenderemo la lampada
votiva, in questo luogo le tre grandi religioni accendessero ciascuna
a suo modo una lampada per costruire un ponte sul progetto di dialogo
che stiamo costruendo''. ''Ne abbiamo discusso molto - ha detto ancora
Giulietti - con le famiglie francescane, con le altre confessioni
e fra i parlamentari che se ne stanno occupando''. ''Bisogna guardare
gia' al prossimo 4 ottobre - ha osservato - perche' il problema non
e' una giornata in cui si dialoga, ma e' come si costruisce un percorso
di dialogo che coinvolga le scuole, le universita', i mezzi di comunicazione.
Il punto e': come si costruiscono piu' giornate contro la paura, cioe'
come si consente alle persone di conoscere per superare la paura proprio
attraverso la conoscenza''.
Aperti i lavori del Convegno pastorale dell’Arcidiocesi Cosenza-Bisignano. Mons. Bonanno eletto Pro-Vicario
29/09 Aperti oggi pomeriggio nell’Auditorium “Giovanni
Paolo II” in Rende (complesso del Seminario Cosentino) i lavori
del convegno pastorale dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano
«Parrocchia e iniziazione cristiana». Durante la preghiera
iniziale Padre Salvatore Nunnari, Arcivescovo Metropolita, che per
la prima volta ha presieduto l’assemblea di un convegno nella
Chiesa cosentino-bisignanese, ha richiamato i presenti al valore della
testimonianza cristiana e del cammino di formazione alla fede. Ha
poi ricordato all’assemblea alcuni sacerdoti ammalati; un pensiero
particolare è stato rivolto al Vicario generale, Mons. Lorenzo
Bilotto, al quale Mons. Nunnari ha augurato una rapida ripresa. E
proprio in riferimento all’attuale stato di infermità
del Vicario, il Padre Arcivescovo ha annunciato la nomina di un Pro
Vicario nella persona del Rettore del Seminario Cosentino, Mons. Leonardo
Bonanno. Mons. Bonanno è nato a San Giovanni in Fiore il 18
ottobre 1947 e nella città silana è stato ordinato sacerdote
il 27 giugno del 1971. È stato Vice Parroco nella parrocchia
del Sacro Cuore di Gesù in Cosenza, Parroco di S. Barbara in
Rovito e, di nuovo a Cosenza, Parroco di S. Aniello. Dottore in Filosofia
e in Diritto Canonico, è stato nominato Cappellano di Sua Santità
il 19 ottobre 2001. È Vicario episcopale per il Clero e Direttore
dell'Ufficio Diocesano per il Clero, Canonico del Capitolo Metropolitano
della Cattedrale di Cosenza. Fa parte del Collegio dei Consultori
e del Consiglio Presbiterale. Giudice del Tribunale Ecclesiastico
Regionale Calabro, è l’Assistente ecclesiastico dei Catechisti
di Cristo Re. Oggi, dopo l’introduzione ai lavori di Mons. Emilio
Aspromonte, Vicario per la pastorale, e di Padre Celeste Garrafa,
Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, Don Andrea Fontana,
Direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Torino,
ha tenuto la prima relazione sul tema: «La riscoperta del modello
del catecumenato nella situazione pastorale contemporanea».
Domani, venerdì 30 settembre, i lavori si apriranno alle ore
16.30 nell’Auditorium “Giovanni Paolo II”. Dopo
la preghiera comune e la meditazione dell’Arcivescovo, Don Andrea
Fontana terrà la seconda relazione sul tema: «Gli itinerari
di iniziazione cristiana nelle nostre parrocchie». Sabato 1
ottobre i lavori si svolgeranno nella Cattedrale di Cosenza, con inizio
alle 16.30; alla relazione di Don Andrea Fontana su «Il modello
del catecumenato applicato all’iniziazione cristiana del fanciulli
e dei ragazzi» seguirà la concelebrazione eucaristica
presieduta dal Padre Arcivescovo per l’inizio del nuovo anno
pastorale, durante la quale due seminaristi saranno ordinati diaconi.
Inizia il Convegno pastorale dell’Arcidiocesi Cosenza-Bisgnano. Due seminaristi ordinati diaconi
28/09 Inizierà giovedì 29 settembre, giorno di San
Michele Arcangelio, e si concluderà il primo ottobre il convegno
pastorale dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano «Parrocchia
e iniziazione cristiana». I lavori saranno presieduti da Padre
Salvatore Nunnari, Arcivescovo Metropolita.
La lettera di invito del Padre Arcivescovo Salvatore Nunnari. Nella
lettera di invito indirizzata ai presbiteri, ai diaconi, ai religiosi
e alle religiose, ai fedeli laici, Mons. Nunnari definisce il prossimo
convegno «un momento di esperienza comunionale, prima ancora
di verifica e di progettazione di un piano pastorale. È urgente
- aggiunge - dare un volto missionario alle nostre parrocchie».
I lavori
Il convegno si aprirà giovedì 29 settembre alle ore
16.30, nell’Auditorium “Giovanni Paolo II” in Rende
(complesso del Seminario Cosentino). Dopo la preghiera comunitaria,
durante la quale sarà il Padre Arcivescovo a proporre la meditazione
all’assemblea, Don Andrea Fontana, Direttore dell’Ufficio
Catechistico della Diocesi di Torino, terrà la prima relazione
sul tema: «La riscoperta del modello del catecumenato nella
situazione pastorale contemporanea».
Anche venerdì 30 settembre i lavori si apriranno alle ore 16.30
nell’Auditorium “Giovanni Paolo II”. Dopo la preghiera
comune e la meditazione dell’Arcivescovo, Don Andrea Fontana
terrà la seconda relazione sul tema: «Gli itinerari di
iniziazione cristiana nelle nostre parrocchie».
Sabato primo ottobre i lavori si svolgeranno nella Cattedrale di Cosenza,
con inizio alle 16.30; alla relazione di Don Andrea Fontana su «Il
modello del catecumenato applicato all’iniziazione cristiana
del fanciulli e dei ragazzi» seguirà la concelebrazione
eucaristica presieduta dal Padre Arcivescovo per l’inizio del
nuovo anno pastorale.
Due seminaristi saranno ordinati diaconi
Durante la celebrazione conclusiva nella Cattedrale di Cosenza, per
l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’Arcivescovo
Metropolita Padre Salvatore Nunnari, saranno ordinati due diaconi
che diventeranno in futuro presbìteri. È per la Chiesa
cosentino-bisignanese un evento importante per l’arricchimento
che ne deriverà al servizio del popolo di Dio.
I futuri diaconi sono Serafino Bianco, nato a Cosenza nel 1974 e proveniente
dalla comunità parrocchial di San Giacomo Apostolo in Bianchi,
e Frederic Mbo Mpeti, nato in Congo, a Kinshasa, nel 1975, formatosi
nella comunità del Seminario cosentino.
Il diaconato è un “ministero” (cioè un “servizio”)
ecclesiale che rientra nei tre gradi del sacramento dell’Ordine
(episcopato, presbiterato, diaconato), quindi in un compito presente
nella Chiesa sin dal suo sorgere. È finalizzato all’aiuto
ed al servizio dell’episcopato e del presbiterato. È
conferito da un atto sacramentale chiamato “ordinazione”,
che compete al vescovo. I diaconi - afferma il Catechismo della Chiesa
Cattolica - «partecipano in una maniera particolare alla missione
e alla grazia di Cristo. Il sacramento dell’Ordine imprime in
loro un segno (“carattere”) che nulla può cancellare
e che li configura a Cristo, il quale si è fatto “diacono”,
cioè servo di tutti. Compete ai diaconi, tra l’altro,
assistere il vescovo e i presbiteri nella celebrazione dei divini
misteri, soprattutto dell’Eucaristia, distribuirla, assistere
e benedire il Matrimonio, proclamare il Vangelo e predicare, presiedere
ai funerali e dedicarsi ai vari servizi della carità».
Il diacono, quindi, non può celebrare l’Eucaristia né
amministrare il sacramento della Penitenza. I due seminaristi che
saranno ordinati a Cosenza sabato primo ottobre diventeranno successivamente
presbìteri (cioè sacerdoti).
Riunita la Conferenza Episcopale Calabrese: “Uscire dalla rassegnazione, accogliere chi è senza famiglia”
28/09 ''Vivere fino in fondo la riflessione teologica e pastorale
sulla speranza perche' la nostra terra abbia una consolidata progettualita',
per uscire dall' ottica miope della rassegnazione e del destino che
la stanno incatenando, anche in relazione a reiterati atti di mafia
che quasi ogni giorno fa vittime e stragi, strangolando con l' usura
e le intimidazioni la nostra economia sana, negando orizzonti di sviluppo
e di crescita''. E' l' auspicio espresso dalla Conferenza episcopale
calabra, presieduta da mons. Vittorio Mondello, al termine della sessione
autunnale, in previsione della Settimana sociale. ''In particolare
- hanno sostenuto i vescovi nel documento conclusivo - ci preoccupano
gli attacchi criminosi agli amministratori locali, che in non pochi
casi si distinguono per impegno nella gestione del bene comune''.
Questi gesti ''distruttivi'' sono stati ''fortemente condannati''
dai vescovi, che hanno manifestato ''la loro vicinanza solidale a
chi e' ingiustamente colpito''.
La Conferenza episcopale calabra ha proposto una bozza d' intesa con
l' assessorato regionale ai Beni culturali allo scopo di ''valorizzare
sempre meglio il nostro patrimonio artistico, presente nelle chiese
e nei musei diocesani''. La bozza, e' scritto nel documento approvato
a conclusione della Conferenza, presieduta da mons. Vittorio Mondello,
verra' poi discussa ed approvata in modo bilaterale, in tempi successivi.
''Tutto questo - conclude il documento - permettera' poi una maggior
sincronizzazione degli interventi di restauro, di recupero e di fruizione
dei beni artistici''.
La Conferenza episcopale calabra, riunitasi sotto la presidenza di
mons. Vittorio Mondello, ha lanciato un appello affinche' ''si facciano
famiglie affidatarie nei confronti di chi, per tante cause, e' stato
privato della sua famiglia naturale''. ''Ascoltando la Facite, fondazione
di culti e religione promossa dalla Conferenza episcopale italiana
- e' scritto nel documento conclusivo della Conferenza episcopale
- i Vescovi hanno preso a cuore l' appello che sorge dalla realta'
dei minori in Calabria, poiche', in base alla legge 149/2001, tutti
gli istituti assistenziali dovranno chiudere entro la fine del 2006''.
''Se e' vero - prosegue il documento - che la solidarieta' e l' ospitalita'
sono nel Dna della cultura calabrese, i Vescovi esortano anche a questo
tipo, attualissimo, di accoglienza, certi che il Signore sapra' premiare
chi allarga la propria tenda e apre la sua casa''. Nel corso della
Conferenza e' stata anche sottolineata ''l' alta adesione della Calabria
alla sottoscrizione dell' otto per mille, che e' una fonte feconda
per il sostegno della Chiesa, nel sostentamento dei nostri sacerdoti
e nelle tante azioni di carita' quotidiana, a beneficio dei poveri
in progetti intelligenti e tenaci. Ma si e' pure notata - e' scritto
nel documento conclusivo - la fatica delle nostre comunita' nelle
offerte liberali, dovuta soprattutto alle difficolta' della nostra
gente, in questo momento di crisi economica''. I Vescovi indicano
quindi ''tutta una serie di iniziative di rilancio, come l' esempio
personale di sobrieta' e poverta' dei nostri preti, l' approccio a
questa mentalita' di condivisione nel piano degli studi dei nostri
seminaristi, la pubblicazione tempestiva dei bilanci, la comunicazione
attenta delle iniziative gia' realizzate, l' intelligente e creativo
utilizzo dei beni della chiesa a vantaggio di opere sociali e culturali,
soprattutto in aiuto e stimolo ai nostri giovani disoccupati''.
Soddisfazione del Sindaco di Rossano per le celebrazioni di San Nilo
27/09 Il sindaco di Rossano Orazio Longo, al termine delle celebrazioni
per il Millenario Niliano, conclusesi a Palazzo San Bernardino, ha
voluto esprimere la sua soddisfazione per la riuscita della manifestazione.
''L' obiettivo principale che ci eravamo posti - ha sostenuto - e
cioe' quello di migliorare e potenziare, con ogni mezzo, la diffusione
del messaggio del nostro Santo Patrono, la sua vita, la sua opera
e quindi, i suoi luoghi, e' stato raggiunto. La presenza di tanti
visitatori, l' attenzione tangibile che e' stata riservata ed osservata
per le vie del nostro centro storico, custode immaginario dello spirito
niliano, sono la testimonianza che tra gli effetti di questo grande
evento vi e' senz' altro il fatto che Rossano oggi e' ancora piu'
conosciuta, in Calabria ed in Italia''. ''San Nilo - ha aggiunto Longo
- continua ad affascinarci ed a rendere affascinante la sua terra
natia, Rossano. Allora come oggi, a mille anni di distanza dalla morte
del proprio piu' illustre figlio, San Nilo, Rossano torna a rivivere
il proprio ruolo di sintesi culturale tra culture e religioni diverse.
Oggi, passato questo straordinario 26 settembre 2005, possiamo affermare
che questa ricorrenza millenaria e quanto per essa e' stato pensato
ed organizzato dalle istituzioni laiche e religiose, e' ben riuscito
a riportare in auge la memoria, non sufficientemente diffusa, di un
Santo complesso ed eclettico''.
Dal 29 al Seminario, convegno religioso sul tema: “Parrocchia e iniziazione cristiana”
24/09 «Parrocchia e iniziazione cristiana» è il tema del convegno pastorale dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano che si svolgerà dal 29 settembre al primo ottobre. I lavori saranno presieduti da Padre Salvatore Nunnari, Arcivescovo Metropolita. Nella lettera di invito indirizzata ai presbiteri, ai diaconi, ai religiosi e alle religiose, ai fedeli laici, Mons. Nunnari definisce il prossimo convegno «un momento di esperienza comunionale, prima ancora di verifica e di progettazione di un piano pastorale. È urgente - aggiunge - dare un volto missionario alle nostre parrocchie». Il convegno si aprirà giovedì 29 settembre alle ore 16.30, nell’Auditorium “Giovanni Paolo II” in Rende (complesso del Seminario Cosentino). Dopo la preghiera comunitaria, durante la quale sarà il Padre Arcivescovo a proporre la meditazione all’assemblea, Don Andrea Fontana, Direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Torino, terrà la prima relazione sul tema: «La riscoperta del modello del catecumenato nella situazione pastorale contemporanea». Anche venerdì 30 settembre i lavori si apriranno alle ore 16.30 nell’Auditorium “Giovanni Paolo II”. Dopo la preghiera comune e la meditazione dell’Arcivescovo, Don Andrea Fontana terrà la seconda relazione sul tema: «Gli itinerari di iniziazione cristiana nelle nostre parrocchie». Sabato primo ottobre i lavori si svolgeranno nella Cattedrale di Cosenza, con inizio alle 16.30; alla relazione di Don Andrea Fontana su «Il modello del catecumenato applicato all’iniziazione cristiana del fanciulli e dei ragazzi» seguirà la concelebrazione eucaristica presieduta dal Padre Arcivescovo per l’inizio del nuovo anno pastorale. Durante i tre giorni è prevista, dopo le relazioni, la discussione in assemblea.
Domenica 18 a Spezzano festa di San Francesco di Paola con il Vescovo, Mons. Nunnari
14/09 Sarà Padre Salvatore Nunnari, Arcivescovo Metropolita
di Cosenza-Bisignano, a presiedere a Spezzano della Sila, domenica
18 settembre alle ore 11.00, la solenne celebrazione eucaristica nella
festa di San Francesco di Paola. A partire da sabato 10 settembre
la novena prevede, ogni giorno, una catechesi dedicata ai sacramenti.
La festa di quest’anno – sottolinea il Parroco, Don Cosimo
De Vincentis – è orientata verso il quinto centenario
della morte di San Francesco di Paola, avvenuta a Tours nel 1507.
La Parrocchia di San Pietro Apostolo e il Santuario di San Francesco
saranno dunque, in questi giorni, centro di preghiera, di formazione
e di incontro per tutta la popolazione di Spezzano della Sila.
Al Crocifisso della Riforma i festeggiamenti in onore della Madonna Addolorata
07/09 Giovedì 8 settembre con l'esposizione del venerato simulacro
della Beata Vergine, e la S. Messa alle ore 18,30 avranno inizio nel
Santuario del SS. Crocifisso della Riforma gli annuali festeggiamenti
religiosi in onore della Madonna Addolorata. Da venerdì 9 settembre,
ogni giorno, al mattino la celebrazione della S. Messa alle ore 7,30.
Nel pomeriggio, alle ore 17,45 la recita del S. Rosario, la Salve
Regina e le Litanie cantate a cui seguono la S. Messa con la Predica
(animatore sarà Fr. Santo Pacini) e le Preghiere alla B. V.
Addolorata. Lunedì 12, ricordando il SS. Nome di Maria, alle
ore 18,30 ci sarà una celebrazione Eucaristica con la benedizione
di tutte coloro che portano il nome della Madonna. Alle ore 21,00
la giornata si concluderà con una Veglia Mariana. Martedì
13 alla S. Messa della sera verranno esposte le Reliquie della S.
Croce, custodite gelosamente nel Santuario, in vista della festa di
mercoledì 14 settembre, l'Esaltazione della S. Croce. In questo
giorno, alle ore 18,15 verranno celebrati solennemente i Vespri e
alle ore 18,30 seguirà la S.Messa che si concluderà
con le Preghiere al SS. Crocifisso accompagnate dalla benedizione
e dal bacio delle Reliquie. Giovedì 15 ricorrerà la
festa della Madonna Addolorata. Al mattino saranno celebrate SS. Messe
alle ore 7,30 - 8,30 - 10,00. Alle ore 11,30 ci sarà la recita
del S. Rosario seguita dalla Supplica alla Madonna. Nel pomeriggio,
alle ore 17,30 la solenne Concelebrazione presieduta dal Ministro
Provinciale dei Frati Cappuccini di Cosenza, Fr. Rocco Timpano, al
termine della quale, intorno alle ore 18,30, partirà la solenne
Processione della Vergine Addolorata per le strade del quartiere.
Al rientro verrà rinnovato l'Atto di consacrazione. Nelle giornate
di festa del 14 e 15 settembre per particolare privilegio concesso
dal S. Padre i fedeli che si recheranno nel Santuario del SS. Crocifisso
potranno lucrare l'Indulgenza Plenaria. Nella città di Cosenza
la Devozione alla Vergine Addolorata ha sempre accompagnato quella
al SS. Crocifisso nel Santuario Cappuccino della Riforma. Binomio
inscindibile nel cuore dei fedeli, additati con semplicità,
ma espressione di una pietà piena e sincera, da un frate di
felice memoria, Fra Felice Esposito (d'Acerra)."a Mamma e ò
Figlio". La venerata e suggestiva immagine della Vergine Addolorata,
incoronata dal popolo Cosentino con un diadema d'oro il 2 Maggio 1959,
troneggia ai piedi della miracolosa immagine del SS. Crocifisso durante
il solenne Novenario per la festa del 3 Maggio e l'accompagna nella
grande processione che, in questo giorno, gremisce le strade della
città di Cosenza, creando una scena di forte commozione. A
Lei è dedicata la piccola Cappella che sorge sulla salita che
conduce al Santuario (Via Riforma) testimonianza storica di un popolo
che ha eletto il Redentore Crocifisso quale suo sovrano e ha riconosciuto
in Maria la Guardiana insonne, la Madre teneramente vigile, la Consigliera
premurosa.
La statua della Madonna di Fatima al Santuario del Pettoruto
05/09 La statua della Madonna di Fatima giungera' il 7 settembre
al Santuario di Santa Maria del Pettoruto a Cosenza. L'immagine sacra,
definita la ''signora vestita di bianco piu' splendente del sole''
sara' accolta da tutta la comunita'. Al suo arrivo sara' pronunciata
una concelebrazione dal Nunzio apostolico, Alberto Tricarico, dall'Arcivescovo
di Sistroniana e dal Vescovo della diocesi di San Marco, Argentano
Domenico Crusco, che ha sancito questo avvenimento con un Decreto
di approvazione sottoscritto anche da Serafim de Sousa Ferreira e
Silva Vescovo di Leiria-Fatima. Alle celebrazioni sacre seguira' la
firma della pergamena del gemellaggio tra il rettore di Fatima, Luciano
Gomes Paulo Guerra, e il rettore del Pettoruto, Carmelo Perrone. A
seguire, dalle 12 in poi, le statue della Madonna Pellegrina e della
Madonna di Fatima sfileranno in una processione per i piazzali del
Santuario. Un 'pellegrinaggio' che culminera' con la benedizione papale
impartita dal loggione della basilica. Le manifestazioni proseguiranno
anche il giorno successivo a partire dalle 10.30 con la concelebrazione
presieduta da Luciano Gomes Paulo Guerra, rettore del Santuario internazionale
di Fatima. Alle 12.00, infine, e' prevista la benedizione dei bambini
all'altare della Madonna. Il rettore del Pettoruto, Carmelo Perrone,
in una lettera inviata ai fedeli ha dichiarato: ''Il sogno diventa
realta' e il Pettoruto, che da anni coltiva e diffonde la devozione
al messaggio di Fatima sara' uno dei tredici santuari che negli anni
a venire si gemelleranno con Fatima''. Il gemellaggio proseguira'
il 13 maggio 2006 a Fatima, con la restituzione della visita di una
delegazione della basilica del Pettoruto guidata dal rettore Carmelo
Perrone.
Piazza di Vadue intitolata a Giovanni Paolo II
02/09 Domenica 4 settembre sarà intitolato a Giovanni Paolo
II il piazzale su cui sorge la chiesa parrocchiale di S. Luca Evangelista
in Vadue di Carolei (CS). Saranno presenti l’Arcivescovo Metropolita
di Cosenza-Bisignano, Padre Salvatore Nunnari, e il Sindaco Dott.
Umberto Silvagni. L’iniziativa di dedicare il piazzale alla
memoria del Pontefice recentemente scomparso è partita dalla
comunità parrocchiale, in particolare dai giovani, e il Parroco,
Mons. Dario De Paola, se ne è fatto portavoce a nome del Consiglio
pastorale. La proposta è stata subito accolta dall’Amministrazione
municipale di Carolei. Domenica prossima, dunque, il Padre Arcivescovo
aprirà solennemente il novenario dedicato alla Madonna del
Carmine presiedendo la Celebrazione eucaristica delle 11.15, al termine
della quale egli benedirà il piazzale e il Sindaco procederà
all’intitolazione.
La libertà religiosa al centro delle preghiere di settembre
02/09 Benedetto XVI pregherà, ogni giorno nel mese di settembre,
affinchè il "diritto alla libertà religiosa sia
riconosciuto dai governi di tutti i popoli della terra". È
questa l'intenzione che Papa Ratzinger ha scelto come "offerta
quotidiana di orazioni e sacrifici". La preghiera del pontefice,
spiega Radio Vaticana, riguarda molti casi e alcuni paesi in particolare.
Cina, India, Arabia Saudita, Nigeria sono "alcuni dei Paesi-simbolo
delle difficoltà che tuttora persistono per le comunità
cattoliche in alcune aree del pianeta, sia dal punto di vista della
tutela giuridica, sia da quello della convivenza". "Per
esempio - ha detto monsignor Felix Maciado, sottosegretario del pontificio
consiglio Dialogo Interreligioso - in Arabia Saudita i cattolici hanno
il diritto di riunirsi in comunità, in particolare per la messa
della domenica e non solo di pregare in casa a porte chiuse. In ogni
caso - ha spiegato - i fondamentalismi non sono solo dei singoli ma
anche dello stato intero, come ad esempio in India".
GMG: Il Papa ha parlato al cuore dei giovani.
22/08 Le migliaia di ragazzi rimasti nella notte bloccati a Colonia
per le vistose carenze dell'organizzazione tedesca della Gmg hanno
avuto almeno due ''consolazioni'': la ''scoperta'' del papa nuovo,
capace di parlare al loro cuore di temi anche molto complessi, e il
pensiero della prossima Gmg di Sidney del 2008, un viaggio dall'altra
parte del mondo, che non sara' certo alla portata di tutti, ma che
tuttavia da' il senso dell'universalita' della chiesa cattolica. Dai
commenti dei giovani, da quelli della stampa, dalle impressioni di
chi ha partecipato direttamente all'evento di Colonia, e' stata la
capacita' comunicativa del papa a colpire di piu', forse perche' inaspettata.
Primo viaggio all'estero di Benedetto XVI, i quattro giorni in terra
tedesca hanno riservato momenti di particolare rilevanza storica,
come la visita nella sinagoga distrutta dai nazisti o l'incontro con
le comunita' musulmane presenti in Germania. Ma l'attesa dei ragazzi,
e non solo, era forte soprattutto per i due momenti principali della
giornata mondiale della gioventu' la veglia del sabato notte e la
messa della mattina successiva: prima di tutto sono state smentite
le previsioni al ribasso sulla partecipazione, fatte dagli stessi
organizzatori tedeschi, con almeno 800 mila giovani presenti nella
spianata di Marienfeld. Anche se visti i disagi dell'andata e gli
incolonnamenti del ritorno si puo' pensare tranquillamente che ci
fossero almeno un milione di persone. Per quanto riguarda, poi, il
nuovo papa, non ritenuto un ''comunicatore'' come e' stato Giovanni
Paolo II, e' di particolare interesse il giudizio di padre Federico
Lombardi, direttore dei programmi di Radio Vaticana, che ha partecipato
in prima persona alla Gmg di Colonia, uno dei principali ''comunicatori''
della chiesa cattolica: il papa , ha detto il gesuita, ha impressionato
per ''la limpidezza e la chiarezza del discorso, per la sua profondita'.
Questo e' il dono che ci puo' fare e i giovani l'hanno rapidamente
capito''. Anche perche', a dispetto della complessita' dei temi affrontati
sia nella veglia di sabato notte che nell'omelia di domenica, Ratzinger
e' stato in grado di parlare direttamente ai ragazzi: ''Nelle due
omelie capolavoro - ha sottolineato padre Lombardi - ha usato un linguaggio
adatto alla comunicazione con i giovani'', per colpire nel profondo.
Anche perche' Benedetto XVI non e' stato in grado soltanto di far
comprendere temi difficili, da teologo, ma ha messo ''nelle mani dei
giovani la vera rivoluzione che viene da Dio'', come spiega oggi oggi
L'Osservatore Romano in un commento del direttore Mario Agnes: ''Camminatori
ed adoratori con lo sguardo fisso ad una stella. Alla Stella. Ecco
i giovani della XX Giornata Mondiale. Giovani che camminano da mesi.
Pellegrini del dolore, della gioia, della speranza. I loro passi non
si sono mai fermati. E da Piazza San Pietro, sempre guardando ed invocando
la stella, sono giunti a Colonia''. ''Un cammino - scrive ancora L'Osservatore
Romano - che da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI ha saputo ritrovare
la via maestra. La 'santa inquietudine di Cristo' ha condotto i giovani
verso la novita' tanto antica e tanto aperta al sapore della primavera.
I giovani non si sono fatti indietro. Con audacia interiore hanno
lasciato lungo il loro pellegrinare le orme della ricerca affannosa
e serena della Verita'. E si sono incontrati con il Successore di
Pietro. Un incontro di Verita' e nella Verita'''. E poco importa se
non si sono viste le 'ole' di Manila, Parigi, Roma o Toronto, se i
momenti di festa sono stati sostituiti con quelli di riflessione,
se gli applausi sono stati inferiori agli appuntamenti passati o se
nei salotti si continuera' a dire ''era meglio Wojtyla''. I ragazzi
della Gmg hanno gia' risposto ieri: con quello striscione che diceva
''Joseph come Karol''. La chiesa giovane non si vuole fermare, e gia'
pensa a Sidney.
GMG: Il Papa da vigore all’orgoglio nazionale tedesco
21/08 Tanto il viaggio di Ratzinger in Germania dal punto di vista
organizzativo è stato un disastro, tanto è stato un
trionfo sotto il profilo dei contenuti.L'immagine del 'Panzerkardinal'
ne ha tratto giovamento, Benedetto XVI ha gettato fondamentali ponti
verso l'Islam e l'ebraismo, e ha rafforzato - con una bella iniezione
di fiducia - l'orgoglio nazionale. Ratzinger è arrivato in
un momento in cui il morale dei tedeschi è a terra, l'economia
ristagna, la disoccupazione cresce e, per quanto riguarda il discorso
dei cattolici, la Chiesa da tempo batte in ritirata, con circa 200
mila battesimi l'anno (31 per cento in meno rispetto al 1990). Le
parole più cariche di significato per la nazione le ha pronunciate
lasciando Colonia, all'aeroporto, quando ha ricordato che le colpe
del nazismo ("che noi riconosciamo con vergogna e dolore")
non devono permettere ai tedeschi di non guardare avanti con "speranza".
"In questi giorni, grazie a Dio, si è mostrato largamente
che esisteva ed esiste anche l 'altra Germania, unpaese di singolari
risorse umane, culturali e spirituali". Papa Ratzinger arrivato
fino a Colonia sotto la spinta della Provvidenza, come ha detto lui
stesso. La GMG l'ha ricevuta in eredità dal suo predecessore
e davanti al gravoso lascito – il rapporto coi giovani - ha
optato per un approccio più concettuale. Se Wojtyla parlava
coi gesti e arrivava al cuore di schiere di papaboys, Benedetto XVI
ha privilegiato la parola e l'intelletto. Cosicché nelle due
omelie - quella della veglia di preghiera e della messa domenicale
- ha tracciato il percorso per arrivare ad una fede matura e convinta.
Ai ragazzi parla così dell'unica rivoluzione credibile per
cambiare il mondo: le ideologie non servono, serve solo il Vangelo.
Un cammino, questo, che implica un'adesione totale, da accettare senza
riserve. Chissà se le Giornate Mondiali della Gioventù
daranno frutti.Intanto sul prossimo appuntamento, Sidney 2008, Papa
Ratzinger la annuncia ma omette di pronunciare il consueto "arrivederci"
che usava fare Wojtyla.La Germania saluta cosi il suo primo papa dopo
secoli, gli dà appuntamento per l'anno prossimo e intanto il
giornale più letto,Bild, domani pubblica un sondaggio nel quale
emerge che i tedeschi vorrebbero che Benedetto XVI trasferisse il
Vaticano a Berlino. "Benedetto resta tra noi".
L’arrivederci di Kohler
Benedetto XVI "Aufwiedersehen", arrivederci in Germania.
Con questo augurio il presidente della Repubblica federale tedesca,
Horst Koehler, ha salutato Papa Ratzinger durante la cerimonia di
congedo all'aeroporto di Colonia. Il capo di Stato tedesco ha ringraziato
il pontefice per aver preso parte alla Gmg. "L'ottimismo, l'entusiasmo,
la fede" rappresentano un "segnale di fiducia dei giovani",
ha sottolineato Kohler, soprattutto per la "gioia e lo spirito
di comprensione e pace" manifestati oltre "le cose materiali".
Al termine della Giornata mondiale della Gioventù e del primo
viaggio di Papa Ratzigner fuori dal confine italiano, quello che rimane
a "tutti noi" è "la speranza dei giovani",
ha concluso il presidente, aggiungendo un "Grazie giovani, siete
proprio infaticabili".
GMG, Il Papa ai giovani: “Seguite Dio, non le ideologie”
20/08
Se i giovani vogliono "cambiare il mondo", modificarlo davvero
in modo "decisivo", e servire così la causa della
giustizia e della pace, sfuggano alle ideologie. "Non sono, infatti,
le ideologie che salvano" il pianeta "ma solo il volgersi
al Dio vivente, che è il nostro creatore, il garante della
nostra libertà, il garante di ciò che è veramente
buono e vero". La "vera rivoluzione", dunque, può
arrivare solo dal Vangelo. E' un vero e proprio manifesto dell'orgoglio
cattolico la densa catechesi che 'B16', come viene chiamato Ratzinger
dai papaboys, rivolge alle 800 mila sentinelle del mattino che affollano
la spianata di Marienfeld, a Colonia. Dai giovani viene accolto con
l'entusiasmo tipico di quell'età. Ratzinger sembra un nonno
pacato e gentile quando li mette in guardia dalle false "rivoluzioni"
propagandate dalle ideologie del secolo passato -dal nazismo al comunismo
- il cui "programma comune era di non attendere più l'interveto
di Dio ma di prendere totalmente nelle proprie mani il destino del
mondo". Ma c'è un altro pericolo che incombe sul mondo
d'oggi: essere "schiavizzati" dal relativismo che, alla
fin fine, altro non è che un nuovo "totalitarismo"."L'assolutizzazione
di ciò che non è assoluto ma relativo, si chiama totalitarismo"
e toglie la dignità all'uomo, scandisce il Papa dal grande
palco sovrastato dalla croce della Gmg. Il Papa invita i 'suoi' giovani
a riflettere sull'esempio dei Re Magi. Seguirono una stella per andare
ad adorare un bambino indifeso. Gasparre, Melchiorre e Baldassarre
sapevano "che per cambiare il mondo bisogna disporre del potere"
ma "dovevano anche cambiare la loro idea sul potere, su Dio e
sull'uomo, e facendo questo - dice il Papa - Ora capivano: il potere
di Dio è diverso dal potere dei potenti del mondo". La
riflessione sul potere che propone è carica di passione e va
controcorrente rispetto alla mentalità corrente, seguendo la
logica disarmante del Vangelo. "Il modo di agire di Dio -aggiunge
- è diverso da come noi lo immaginiamo e da come vorremmo imporlo
anche a lui. Dio in questo mondo non entra in concorrenza con le forme
terrene del potere. Non contrappone le sue divisioni ad altre divisioni".
I re Magi avevano imparato che "per servire la causa della giustizia
e del bene nel mondo", non potevano "realizzarlo semplicemente
per mezzo di comandi e dall'alto di un trono". Capiscono anche
che "devono donare se stessi" e che "la loro vita deve
conformarsi a questo modo divino di esercitare il potere, a questo
modo d'essere Dio stesso". Solo così si trasformano in
"uomini della verità, del diritto, della bontà,
del perdono, della misericordia".
Calabrese (UIL Giovani): “Al GMG tanti giovani per una speranza di un mondo migliore”
20/08 “Abbiamo bisogno di una compagnia serena e severa, capace
di infondere coraggio e speranza, e che diventi un impegno concreto
per creare le condizioni, perché sia possibile per tutti i
giovani studiare, lavorare, mettere su famiglia, impegnarsi nella
vita sociale e politica’.Questo è quello che i giovani
italiani cha hanno partecipato a Colonia, alla Giornata Mondiale della
Gioventù hanno scritto al nostro Presidente della Repubblica.
Semplici parole che raccontano le speranze di un futuro “normale”,
quello che molti giovani ancora non hanno, non per loro scelta”.
Ad affermarlo in una nota è il Segretario Regionale UIL Giovani,
Alessandro Calabrese.”Troppo lungo –prosegue Calabrese-
l’elenco delle cause dei disagi giovanili, inutile dilungarsi,
è storia vecchia. In questa giornata si è voluto stare
insieme, divertirsi, pregare , sperare, distogliere la mente da quei
pensieri fastidiosi e quelle preoccupazioni che assillano i giovani.
Un milione, quasi, i ragazzi che si sono raccolti a Colonia ed hanno
atteso con ansia e curiosità la loro nuova guida, che non si
è fatta attendere. Benedetto XVI è arrivato, ed ha portato
con se parole di incoraggiamento e speranza, parole di fede, che insegnano
come superare ansie e paure. Sono quelle parole che tante volte abbiamo
ascoltato da Giovanni Paolo II, e che ancora sono vive nella nostra
mente, come vivo è il ricordo di colui che nei giovani ha creduto
e li ha voluti accanto a se fino alla fine. B16, come viene chiamato
ora dai giovani il Papa, era con loro a Colonia a raccogliere un’eredità
impegnativa, e sa di essere diventato il faro che deve illuminare
il cammino di milioni di ragazzi. E’ facile smarrire la strada
quando si è giovani, è facile cadere nello sconforto,
soprattutto in questa società che a volte ci tratta con superficialità
e non riesce a darci le giuste risposte. Già perché
chi non l’avesse ancora capito, politici e non, i giovani hanno
bisogno di risposte, certezze, non importa da dove arrivino, destra
o sinistra, l’importante è che ci siano soluzioni ai
tanti problemi. Tante le testimonianze di chi ha ritrovato la fede,
e di chi ha vissuto questo momento di festa e di preghiera nella speranza
di un futuro migliore.La “Giovane Europa” era tutta li
, anche solo attraverso i media, per gridare e cantare a squarciagola
“ Siamo venuti per adorarlo”, il motto di questa GMG.
E nei canti di gioia e di festa è racchiuso un linguaggio universale,
quello fatto di valori comuni, di fede, ma anche di valori civili
e politici che non hanno nessuna distinzione ma una sola appartenenza.
Il treno per il Futuro è partito, ci siamo tutti. Con l’augurio
che la stella cometa innalzata a Colonia, (che ricorda la presenza
delle reliquie dei Magi nel duomo) che ha guidato tanti giovani ,
possa condurci in un cammino fatto di discontinuità con il
passato, e portarci verso il lavoro, i diritti e soprattutto verso
la pace, quella pace che un milione di “hooligans della fede”
hanno chiesto al mondo intero.Oggi più attuale che mai è
una bella canzone di Ramazzotti scritta diversi anni fa e rivolta
ad un pubblico giovanile:Siamo i ragazzi di oggi…..Noi siamo
fatti così, guardiamo sempre al futuro, e così immaginiamo
un mondo meno duro, finchè qualcosa cambierà, finchè
nessuno ci darà… Una Terra promessa, un mondo diverso,
dove crescere i nostri pensieri, noi non ci fermeremo, non ci stancheremo
di cercare, il nostro cammino… una terra promessa, un mondo
diverso…”
GMG: Giornata storica di Papa Benedetto XVI a Colonia per la riconciliazione con gli Ebrei
19/08
Benedetto XVI sta mantenendo le promesse poco dopo essere stato eletto:
il Papa aveva annunciato che avrebbe proseguito e fatto ulteriori
passi sulla strada del dialogo con il mondo ebraico proseguendo il
cammino di Giovanni Paolo II; poi aveva messo al centro del suo pontificato
il dialogo ecumenico, cioe' la ricomposizione dei cristiani divisi
nelle diverse confessioni. E cosi' questi sono stati i temi centrali
del secondo giorno di vista del Papa nella sua terra natale. La Germania
dalle cui viscere nacque il Nazismo e il ''crimine inaudito'' dello
sterminio degli ebrei e ancora la Germania culla storica delle chiese
protestanti oggi attraversate da una crisi di fede che investe tutto
il cristianesimo nella vecchia Europa. L'ingresso nella sinagoga di
Colonia e l'incontro con i rappresentati delle chiese evangeliche
svoltosi in serata hanno cosi' caratterizzato l'intensa giornata di
Benedetto XVI. E se pure l'entusiasmo dei giovani per la figura di
questo Papa e' cresciuta, non c'e' dubbio che gli atti piu' significativi
compiuti da Ratzinger hanno avuto valore soprattutto dal punto di
vista delle grandi prospettive teologiche e storiche della Chiesa.
Non sara' un papato di gesti ma un papato di parole e concetti ha
detto proprio in queste ore il portavoce vaticano Joaquin Navarro
Valls. E in effetti questo sembra essere non solo lo stile ma anche
il segno che sta lasciando Benedetto XVI. E tuttavia piu' di una volta
e' sembrato che il pontefice fosse travolto dall'affetto e dall'emozione
della gente. La giornata era iniziata a Bonn con un incontro molto
cordiale fra Benedetto XVI e il presidente della Repubblica tedesca
Horst Kehler, ma non c'e' dubbio pero' che sotto il profilo dei simboli
e dei richiami storici, l'ingresso nella sinagoga di Colonia di questa
mattina, abbia rappresentato un punto decisivo del suo pontificato
e della storia della Chiesa. Il Papa, che si e' soffermato un momento
in raccoglimento nella sala del tempio dedicata alla memoria delle
vittime dell'Olocausto, ha avuto parole inequivocabili di condanna
del Nazismo e della Shoah - particolarmente significative perche'
pronunciate da un pontefice tedesco - e ha guardato al futuro del
dialogo con il mondo ebraico e le altre fedi. Ha ricordato la svolta
del Concilio con la dichiarazione Nostra aetate - di cui si celebrano
in questi mesi i 40 anni - che cancellava l'accusa di deicidio rivolta
agli ebrei dalla Chiesa e apriva all'incontro e alla riconciliazione
con gli ebrei. Benedetto XVI ha chiuso il suo discorso nella sinagoga
con un appello rivolto ai giovani affinche' seguano come una bussola
i dieci comandamenti; a partire dal ''decalogo'', ha spiegato il pontefice,
ebrei e cristiani potranno lavorare insieme ''perche' mai piu' le
forze del male arrivino al dominio''. -
''I dieci comandamenti non sono un peso - ha detto Ratzinger - ma
l'indicazione del cammino verso una vita riuscita. Lo sono, in particolare,
per i giovani che incontro in questi giorni e che mi stanno tanto
a cuore. Il mio augurio e' che essi sappiano riconoscere nel Decalogo
la lampada per i loro passi, la luce per il loro cammino''. ''Ai giovani
gli adulti hanno la responsabilita' di passare la fiaccola della speranza
che da Dio e' stata data agli ebrei come ai cristiani - ha spiegato
Ratzinger - perche' 'mai piu'' le forze del male arrivino al dominio
e le generazioni future, con l'aiuto di Dio, possano costruire un
mondo piu' giusto e pacifico in cui tutti gli uomini abbiano uguale
diritto di cittadinanza''. Nel pomeriggio poi il pontefice aveva incontrato
alcune migliaia di seminaristi nella Chiesa di San Pantaleone. In
questa occasione, in modo evidente, si e' visto con quanto entusiasmo
i fedeli circondano gia' Benedetto XVI. Significativamente questo
incontro, come quello nella sinagoga, erano stati chiesti espressamente
dal Papa e non si trattava di due appuntamenti di massa. Infine il
pontefice ha avuto modo di incontrare in serata, nella sede dell'arcivescovado,
anche i rappresentanti, circa 30, delle altre chiese cristiane. ''E'
il comandamento del Signore - ha detto il Papa nel suo discorso -
ma anche l'imperativo dell'ora presente, di continuare in modo convinto
il dialogo a tutti i livelli della vita della Chiesa. Cio' deve ovviamente
avvenire con sincerita' e realismo, con pazienza e perseveranza nella
fedelta' al dettato della coscienza. Non puo' esserci un dialogo a
prezzo della verita'; il dialogo deve svolgersi nella carita' e nella
verita'''. Il dialogo, ha quindi spiegato il pontefice, ''e' piu'
di uno scambio di pensieri: e' uno scambio di doni nel quale le Chiese
e le Comunita' ecclesiali possono mettere a disposizione i loro tesori.
E' proprio grazie a questo impegno che il cammino puo' proseguire
passo passo fino a raggiungere all'unita' piena''. Domani mattina
Benedetto XVI incontrera' alcuni dei maggiori leader politici e istituzionali
del Paese, fra gli altri il cancelliere socialdemocratico Gherard
Schroeder e la candidata alla guida alla guida del Paese Angela Merkel
della Cdu data in testa nei sondaggi relativi alle prossime elezioni
politiche di settembre. Verso le 18 poi un altro importante e atteso
incontro: quello con la comunita' musulmana tedesca. In serata il
Papa partecipera' alla veglia dei ragazzi in attesa della messa conclusiva
della Gmg che sara' celebrata domenica mattina da Benedetto XVI.
GMG: Il Papa torna nella “sua” Germania accolto da un milione di fedeli
18/08
Joseph Ratzinger e' tornato nella sua Germania ma questa volta lo
ha fatto da Papa e in occasione della XX giornata mondiale della Gioventu',
la prima per lui dal giorno dell'elezione al soglio pontificio. Questo
per Benedetto XVI e' il primo viaggio internazionale. L'arrivo del
Papa e' stato preceduto nei giorni scorsi dall'arrivo di migliaia
di fedeli che, da martedi' 16, giorno d'inaugurazione della 'festa
dei giovani', hanno atteso il suo arrivo e che oggi idealmente da
tutta Colonia lo hanno accolto con canti e balli. Il Papa e' partito
questa mattina, intorno alle 10, dall'aeroporto romano di Ciampino,
a bordo di un aereo Airbus 321 dell'Alitalia, alla volta di Colonia
dove e' atterrato intorno a mezzogiorno. Poco prima di partire, Benedetto
XVI aveva salutato i giornalisti presenti sull'aereo papale esprimendo
la sua commozione per questo incontro con i giovani. ''Un incontro
- ha detto - straordinario fra i giovani di tutte le culture uniti
nella ricerca della verita', uniti sotto il segno di Gesu' Cristo.
Questi giovani sono la forza di pace nel mondo''. Ad annunciare il
suo arrivo a Colonia sono state due bandiere, quella tedesca e quella
vaticana, esposte dai finestrini della cabina di pilotaggio dell'aereo.
Ad accogliere Papa Ratzinger sulla pista dell'aeroporto di Koln-Bonn
erano presenti il presidente della Repubblica federale Horst Koehler,
il cancelliere Gerhard Schroeder, oltre ai piu' alti rappresentanti
della chiesa tedesca. Non appena la porta dell'aereo si e' aperta
e Benedetto XVI ha messo piede sulla scaletta un colpo di vento gli
ha fa volare via la papalina. Sorridente e incurante del piccolo incidente,
il Papa ha cosi' inaugurato il suo arrivo. Ha stretto le mani a tutti
salutando le autorita' e la delegazione di giovani presenti. Quando
ha preso la parola Benedetto XVI era visibilmente emozionato. Nel
suo primo discorso pronuncianto sulla pista d'atterragio dell'aeroporto,
Benedetto XVI ha espresso la sua ''profonda gioia''. ''Con viva emozione
- ha detto - ringrazio Dio che mi ha concesso di iniziare le visite
pastorali al di fuori dei confini dell'Italia proprio con la visita
alla nazione che mi ha dato i natali''. ''L'incontro di tanti giovani
col successore di Pietro e' un segno della vitalita' della Chiesa
- ha aggiunto ancora Papa Ratzinger - sono felice di stare in mezzo
ai giovani, di sostenerne la fede e di animarne la speranza''. Prima
di salire sull'aereo che partiva per Colonia, il Papa aveva inviato
un commosso telegramma di cordoglio per la morte di Roger, fondatore
di Taize', ucciso ieri in Francia da una donna rumena. ''Testimone
infaticabile della fede'', il monaco e' stato ricordato da Benedetto
XVI come un uomo che ha amato ''appassionatamente la chiesa''. ''Auspico
che l'opera di riconciliazione iniziata da Frere Roger prosegua''.
Ma questo non e' stato l'unico telegramma inviato oggi dal Papa.Come
di consueto, infatti, prima di partire da Roma, Benedetto XVI ha scritto
al presidente della repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi augurando
a tutto il popolo italiano ''pace e prosperita'''. Stesso augurio
quello contenuto nel telegramma che il Pontefice ha inviato al presidente
della Confederazione Elvetica, Samuel Schmid. Un gesto che ha simboleggiato
la vicinanza del Papa a tutto il popolo svizzero mentre l'aereo papale
sorvolava la Svizzera. Al suo arrivo a Colonia, Benedetto XVI ha rotto
una tradizione, ripetuta in questi anni dal suo predecessore Giovanni
Paolo II, che ad ogni visita all'estero si chinava per baciare la
terra. Solo nel 1984, durante una visita lampo a Timor Est, il Papa
polacco rifiuto' di baciare il suolo, rompendo la consuetudine. Quel
'non gesto' fu chiaramente dettato da una presa di posizione politica,
contro le persecuzioni indonesiane del clero e della popolazione di
Timor, unica regione asiatica, insieme alle Filippine, ad avere una
popolazione a maggioranza cattolica. Non appena sceso dall'aereo Alitalia
il primo a ricevere il Pontefice e' stato il presidente della Repubblica
tedesca Horst Koehler, che ha stretto la mano al Papa e ha sottolineato
il carattere 'storico' dell'elezione
di Joseph Ratzinger, un Papa tedesco dopo un Pontefice polacco. E'
come una ''riconciliazione'', ha lasciato intendere Koehler, sottolineando
che la Polonia e' stata la prima nazione invasa dai nazisti, nel 1939.
''Questo fatto mi incoraggia, 60 anni dopo la fine dell'ideologia
nazista, un'ideologia contraria all'uomo e a Dio'', ha spiegato Koehler.
Benedetto XVI, che in occasione di questa ''festa dei giovani'' incontrera'
i vescovi e i rappresentanti delle altre Chiese e comunita' ecclesiali,
fara' visita alla sinagoga per incontrare la comunita' ebraica e accogliera'
i rappresentanti di alcune comunita' islamiche, ha ricordato alla
folla di fedeli giunti da tutto il mondo che un tema centrale di questa
XX giornata mondiale sara' ''Siamo venuti per adorarlo'' tratto dal
Vangelo di San Matteo. Nel suo discorso, Bendetto XVI non ha dimenticato
un accenno al dialogo che il suo pontificato vuole proseguire con
l'Ebraismo e l'Islam. ''Si tratta - ha spiegato il Papa - di un'opportunita'
da non perdere per approfondire il significato dell'esistenza umana
come pellegrinaggio, compiuto sotto la guida della stella, alla ricerca
del Signore''. Oltre ai momenti di preghiera, poi, il Pontefice ha
ricordato che ''si tratta di incontri importanti per intensificare
il cammino di dialogo e di cooperazione nel comune impegno per la
costruzione di un futuro piu' giusto e fraterno, che sia veramente
a misura d'uomo''. ''Sara' una giornata mondiale della gioventu' sotto
il segno di due Papi: di Benedetto XVI ma anche di Giovanni Paolo
II, che continua ad essere concretamente 'presente' in mezzo ai giovani'',
aveva detto ieri il cardinale vicario di Roma e presidente della Conferenza
episcopale italiana, Camillo Ruini. Un concetto ribadito quest'oggi
anche da Benedetto XVI che nel suo discorso non ha dimenticato di
ricordare il suo predecessore. ''Mi e' spontaneo ricordare con emozione
e riconoscenza il 'Servo di Dio' tanto amato da tutti noi Giovanni
Paolo II che ebbe l'idea luminosa di chiamare a a raccolta i giovani
del mondo intero per celebrare insieme Cristo. Oggi tocca a me raccogliere
questa straordinaria eredita' spirituale che papa GiovanniPaolo II
ci ha lasciato''. Poi, il viaggio a Colonia di Benedetto XVI e' proseguito
a bordo del battello 'Rhein Energie' partito dal molo del Rodenkirchenbrucke
sul Reno e che ha fatto la sua prima tappa dopo dieci km. Il battello
papale, su cui viaggiava anche una folta delegazione di giovani, e'
stato scortato da cinque battelli in rappresentanza dei cinque continenti.
Una volta gettata l'ancora davanti alla banchina del Poller Rheinwiesen,
il Pontefice ha pronunciato un altro discorso, il secondo in questo
suo viaggio, di fronte a circa 300mila giovani accompagnati dal cardinale
Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca. Il Papa
si e' concentrato sul significato del suo viaggio e di quello dei
milioni di fedeli arrivati a Colonia da ogni parte del mondo accostando
quest'immagine a quella del viaggio compiuto dai re magi partiti alla
ricerca di Cristo. ''Con immensa gioia - ha detto il Papa rivolgendosi
ai fedeli- vi saluto e vi accolgo, cari giovani, qui venuti da vicino
o da lontano. E un particolare saluto lo rivolgo a quanti sono venuti
dall'Oriente, come i Magi''. Sempre parlando ai giovani, poi, Benedetto
XVI ha invitato a far entrare ''Cristo nella propria vita''. ''Siatene
pienamente convinti perche' Cristo - ha aggiunto - nulla toglie di
quanto avete in voi di bello e di grande ma porta tutto a perfezione
per la gloria di Dio, la felicita' degli uomini, la salvezza del mondo''.
La partenza a bordo del catamarano 'Rhein Energie' e' stata segnata
anche da un incidente. Sempre
a causa del forte vento, che ha accompagnato costantemente questa
prima giornata di Benedetto XVI a Colonia, e' caduta spezzandosi la
croce dei 'giovani', donata da Giovanni Paolo II nel 1986 come simbolo
della Giornata Mondiale della Gioventu' e che da allora ha accompagnato
ovunque i fedeli che si riunivano per celebrare le giornate mondiali.
Un danno che ha ritardato di circa mezz'ora la partenza del Papa a
bordo del battello in attesa che il braccio della Croce fosse aggiustato.
Una volta sistemato il simbolo della fede cristiana e' stato nuovamente
montato sulla nave. Dopo aver attraccato al molo di sbarco del Hohenzollernbrucke,
Benedetto XVI e' sceso dal battello e si e' diretto a piedi al Duomo
di Colonia passando in mezzo alla folla di fedeli che era li' ad attenderlo.
Poi, l'ultimo tratto di strada e' stato compiuto da papa Ratzinger
a bordo della 'Papamobile' donata dalla Mercedes per l'occasione e
costata 400 milioni di euro. Dopo una breve visita all'urna delle
reliquie dei magi, il pontefice si e' soffermato brevemente presso
le tombe dei cardinali Frings e Hoffner per poi giungere arrivera'
in Roncalliplatz, dove lo attendono circa 30mila persone e alle quali
il Papa ha rivolto un caloroso saluto. Questa prima giornata mondiale
della Gioventu' per Benedetto XVI si e' conclusa con il trasferimento,
a bordo della Papamobile' nella sede dell'arcivescovado, dove Ratzinger
soggiornera' fino a domenica 21. Un fuori programma concludera' il
viaggio a Colonia diPapa Ratzinger. Domenica 21 agosto, quando il
Pontefice fara' ritorno in Italia, l'aereo su cui viaggera' fara'
una piccola deviazione in omaggio del suo 'prestigioso' ospite. L'aereo
della compagnia tedesca 'Lufthansa' sorvolera' simbolicamente Marktl
am Inn, localita' della Baviera che ha dato i natali al Pontefice.
Lufthansa ha ribattezzato l'Airbus A321 'Regensburg', in onore del
paese tedesco di cui Joseph Ratzinger e' cittadino. E' infatti in
questa localita' che sorge l'abitazione privata tedesca del Papa.
A pilotare il mezzo sara' Martin Ott, che prima di intraprendere la
carriera di pilota e' stato un allievo di teologia di Ratzinger, all'Universita'
di Regensburg.
GMG: Colonia invasa dai giovani. Messaggio del Presidente Ciampi
17/08
E' uno spettacolo straordinario, davvero inconsueto per l'austera
ed elegante Colonia quello al quale si assiste per le strade della
citta' dove centinaia di migliaia di giovani sfilano dalle prime ore
della mattina per raggiungere il Duomo e visitare le reliquie dei
Re Magi, formando lunghi cortei. Una volta arrivati sulla piazza i
ragazzi esplodono in girotondi, grida di saluto, suoni di tamburo.
Molti gli inni nazionali e le bandiere di tutto il mondo sventolano
allegramente alla testa dei gruppi: Angola, Messico, Siria, Cile.
Questa folla incontenibile ha attirato la curiosita' degli abitanti
che si sono riversati anch'essi lungo le strade per assistere alla
scena. Gli elicotteri e la polizia in bicicletta sorvegliano costantemente
la situazione. L'ingresso in Duomo e' filtrato da volontari che separano
i pellegrini da giornalisti e turisti. Il corteo sfila velocemente,
giusto il tempo per una preghiera e per scattare qualche foto col
telefonino, un po' come si era visto in San Pietro nei giorni che
hanno preceduto le esequie di Papa Wojtyla. Ritornati in piazza i
giovani piu' stanchi si accasciano sulle panchine di un giardinetto
di fronte alla cattedrale. Gli altri proseguono nella festa, cosi'
come hanno fatto i 70 mila italiani che nel pomeriggio si sono radunati
nello stadio per assistere allo spettacolo 'Italyani Koln'. Papa Benedetto
XVI, atteso domani a Colonia, ha parlato intanto ai giovani tedeschi
dalla tv, invitandoli 'di cuore' a partecipare al mega-raduno di Colonia.
Ci sara' "tanta gente amabile attorno al Papa tedesco",
ha detto aggiungendo di augurarsi "una festa di fede e di credo.
Si incontreranno tante persone di altre culture e continenti che e'
come si conoscessero gia' perche' a unirli e' la fede, perche' la
fede in Cristo abbatte i muri e rende fratelli e sorelle. L'amicizia
in Cristo fa amici in tutto il mondo perche' accomuna e non toglie
nulla ma da' alla vita la giusta grandezza". Parole alle quali
ha voluto fare eco nella sua catechesi, tenuta presso la Christuskirche
di Duesseldorf , il segretario generale della Cei, Giuseppe Betori,
che ha delineato lo scenario culturale di oggi, schiacciato sulla
"disillusione di chi nulla si attende, perche' nulla spera, di
nulla ha memoria, ritiene che su nulla meriti di andare a fondo".
Ed anche il cantante Marco Masini, dal palco dello Stadio, ha reso
omaggio al nuovo Papa e ai suoi sforzi per riportare i valori cristiani
al centro dell'Europa. "Essere il custode principale della parola
di Dio e dimostrare al mondo intero la tua forza per rendere costantemente
testimonianza della potenza della fede, con tutti i messaggi che il
mondo sta dando non deve essere un compito facile", ha poi spiegato
attraverso il sito 'Korazym.org'.
Il messaggio del Presidente Ciampi
L'apprezzamento per la scelta di Colonia, la città dove è
nata la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, il ricordo,
sempre vivo, di Papa Giovanni Paolo II, e il ruolo fondamentale che
Stato e Chiesa possono giocare, uniti, ma rispettosi ciascuno del
proprio ambito, nel promuovere la convivenza tra popoli di diverse
culture. Tocca tutti questi aspetti il messaggio che il presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha scritto ai giovani in occasione
della Giornata mondiale della gioventù che si è aperta
ieri nella città renana. "In questa giornata di festa
e di speranza - scrive il Capo dello Stato - il vostro incontro ripropone
un patto tra le generazioni di intenso contenuto etico religioso.
Ribadisce la necessità di un impegno collettivo in nome della
verità umana, dell'uguaglianza, della giustizia e della solidarietà
fra le persone e le nazioni". Sono questi, aggiunge Ciampi "i
valori fondanti della convivenza civile" e, a distanza di quasi
due mesi dalla visita in Quirinale di Papa Benedetto XVI, il presidente
torna a parlare dei rapporti tra Stato e Chiesa. Due le parole chiave:
rispetto reciproco e alleanza. "E' questo il messaggio - afferma,
infatti, il Capo dello Stato - che, nella consapevolezza dei doveri
e dei diritti comuni, deve cementare un'alleanza proficua e duratura
fra le istituzioni religiose e quelle statali che contribuisca, nel
rispetto reciproco, al dialogo e alla concordia fra tutte le civiltà".
I giovani italiani, sottolinea il presidente, "hanno sempre partecipato
con passione e apporto propositivo" alle Gmg e "il raffronto
di esperienze diverse, ispirate agli stessi ideali, favorisce il consolidarsi
di valori condivisi e arricchisce la nostra nazione". Ai ragazzi,
poi, che gli hanno scritto di vivere "un periodo storico carico
di inquietudini" dove "il sogno europeo fatica ad avanzare"
e "la guerra, il sottosviluppo ed il terrorismo gravano su molte
aree del pianeta" e dove è difficile per le nuove generazioni
"essere protagonisti della vita economica, politica e culturale
dell'Italia", Ciampi ricorda che è ora il momento delle
scelte coraggiose. Se è vero che a Colonia "il Consiglio
europeo lanciò nel giugno del 1999, il progetto di una Carta
dei diritti fondamentali dell'Unione europea, indicando così
la strada per la costruzione di un'Europa dei popoli e dei cittadini"
adesso Colonia, insiste Ciampi, "è il luogo ideale per
rilanciare con forza quelle scelte coraggiose, indispensabil per promuovere
un futuro di pace e di fratellanza tra tutti i popoli della terra".
Poi, il pensiero di Ciampi corre al raduno di Roma 2000 a Tor Vergata:
"La voce di Giovanni Paolo II rimane nei nostri cuori - conclude
il presidente - e in quelli delle migliaia di voi che ascoltarono
con entusiasmo le sue parole. Quello spirito ideale, quell'anelito
di pace tra i popoli continuano oggi con sua Santità Benedetto
XVI arricchiti dalla forza del suo pensiero". Il messaggio di
Ciampi verrà letto in occasione di "Italyani", un
momento all'interno della Gmg interamente dedicato alla comunità
degli emigranti italiani, che in Germania conta circa mezzo milione
di persone. Nella lettera al presidente i giovani italiani che vivranno
l'esperienza di Colonia esprimono anche il loro apprezzamento per
la sua 'lezione' di unità e coesione. A lui promettono di raccogliere
il 'testimone' per il bene del Paese e "per spendere - assicurano
- le nostre migliori energie per ciò che è buono, vero
e bello, secondo la parola del Vangelo, i principi della nostra Costituzione
e gli ideali che ispirarono quanti vollero e vogliono oggi una Europa
unita".
In duecentomila all’apertura della Giornata mondiale della Gioventù a Colonia. Previsto un milione di presenze. Da giovedì presente anche il Papa.
Il Papa ai giovani: “Non perdetevi mai d’animo”
14/08 ''Invito ogni battezzato e, in modo speciale, i giovani che prendono parte alla Giornata mondiale della gioventu', a non perdersi mai d'animo e a non disperare nemmeno in mezzo alle piu' dure prove della vita''. E' quanto ricorda ai giovani Benedetto XVI nel suo discorso prima dell'Angelus di oggi, affacciato al balcone del cortile interno del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Papa Ratzinger, che il prossimo giovedi partira' per Colonia, in Germania, dove lo attende un milione circa di partecipanti alla XX Gmg, ricorda nelle sue parole i santi e i martiri come ''fulgidi esempi di eroismo evangelico''. Il Pontefice cita l'esempio di fede di una donna cananea, che chiede a Gesu' di guarire sua figlia ''crudelmente tormentata da un demonio''. ''Il Signore -osserva Benedetto XVI- resiste alle sue insistenti invocazioni e pare non cedere nemmeno quando gli stessi discepoli intercedono per lei. Il Signore -continua il Papa- non chiude gli occhi dinanzi alle necessita' dei suoi figli e, se talora sembra insensibile alle loro richieste, e' solo per metterne alla prova e temprarne la fede. Questa -sottolinea Ratzinger- e' la testimonianza dei Santi, questa e' specialmente la testimonianza dei martiri, associati in modo piu' stretto al sacrificio redentore di Cristo''. ''Nei giorni scorsi abbiamo commemorato diversi santi e martiri -continua Benedetto XVI- i Pontefici Ponzano e Sisto II, Il sacerdote Ippolito, il diacono Lorenzo con i compagni uccisi a Roma agli albori del cristianesimo. Abbiamo ricordato, inoltre, una martire del nostro tempo, Santa Teresa Benedetta Della Croce, Edith Stein, compatrona d'Europa, morta in campo di concentramento; e proprio oggi la liturgia ci presenta un martire della carita', che suggello' la sua testimonianza di amore a Cristo ad Auschwitz: San Massimiliano Maria Kolbe, immolatosi volontariamente al posto di un padre di famiglia''. Benedetto XVI, nell'invitare i giovani a prendere esempio dai martiri e dai santi, invoca su tutti i giovani la loro protezione ed ''in particolare quella di Santa Teresa Benedetta Della Croce, che trascorse alcuni anni della sua vita proprio nel Carmelo di Colonia''.''Su ciascuno -conclude il Papa prima della recita dell'Angelus di oggi- vegli con amore materno Maria, la Regina dei martiri, che domanicontempleremo nella sua assunzione al cielo''.
Inizia a Colonia la Giornata Mondiale della Gioventù, giovedì sarà presente Papa Ratzinger. Prima intervista a Radio Vaticana
13/08 Il Papa auspica che la La Gmg possa dare ''un impulso nuovo
a un continente vecchio''. Lo ha detto nella prima intervista dall'inizio
del pontificato, rilasciata alla Radio Vaticana proprio a pochi giorni
dalla vigilia della Giornata mondiale della gioventu' di Colonia.
L'intervista verra' trasmessa domani dall'emittente Pontificia. ''L'idea
diffusa - afferma il Papa in una frase anticipata oggi - e' che i
cristiani debbano osservare un'immensita' di comandamenti, divieti
e che si e' piu' liberi senza tutti questi fardelli. Io invece vorrei
mettere in chiaro che essere sostenuti da un grande Amore non e' un
fardello e che e' bello essere cristiani''. La prima intervista del
Papa dall'inizio del pontificato e' stata realizzata nel Palazzo Apostolico
di Castel Gandolfo dal responsabile del programma tedesco dell'emittente
pontificia, il gesuita Eberhard v. Gemmingen. Oltre che quello dei
giovani, Benedetto XVI affronta alcuni temi attuali della vita della
Chiesa in rapporto con la societa' contemporanea, quali la crisi dei
valori, la saggezza della fede, la ''giovinezza'' della Chiesa dopo
duemila anni, l'impegno ecumenico. Parlando delle radici cristiane
d'Europa, papa Ratzinger esprime l'auspicio che la Gmg di Colonia
possa dare ''un impulso nuovo anche al Continente vecchio''. Il testo
completo dell'intervista di Benedetto XVI sara' trasmesso domani,
prima nel notiziario in tedesco e poi in quelli in francese, inglese
e italiano. Verra' poi inoltrata a tutte le 40 redazioni linguistiche
dell'emittente pontificia, comprese cinesi, hindi, russo e arabo.
La Radio Vaticana trasmettera' l'intervista in tedesco domani, domenica
14 agosto, alle 16, all'interno del Radiogiornale in tedesco, mentre
la versione integrale sarà trasmessa dal radiogiornale italiano
delle ore 14 di lunedì 15 agosto (a Roma FM 93.3 e 105 MHz,
OM 585 kHz) e nel programma dedicato alla Giornata Mondiale della
Gioventù trasmesso sempre lunedì 15 agosto dal canale
One O Five Live a partire dalle ore 15 (a Roma 105 MHz e OM 585 kHz)
per poi diffonderla nelle varie lingue, dalle 18 in poi, nei notiziari
francese, inglese e italiano.
Il cardinal Tonini, a Mormanno, il 13 agosto incontra la stampa
04/08 Il cardinale Esilio Tonini torna nella diocesi di Cassano allo
Ionio, ospite al Seminario di Mormanno, dal 13 al 15 agosto. Nel corso
della precedente visita, il 27 ottobre dello scorso anno, e' scritto
in un comunicato della Diocesi, il cardinale Tonini aveva espresso
il desiderio di incontrare la stampa rammaricandosi di non avere molto
tempo a disposizione da dedicare ai giornalisti. ''E' noto, infatti
- prosegue il comunicato - che il cardinale Tonini ha sempre privilegiato
il rapporto con i media, che considera un valido strumento di formazione
e di crescita per la comunita'. Ci aveva colpiti, in modo particolare,
il suo desiderio di poter avere a disposizione un' emittente locale
che, con appuntamenti mensili, avrebbe potuto garantirgli il contatto
diretto con la nostra terra''. Per tale motivo la Diocesi ha organizzato
''un incontro privilegiato e riservato con i giornalisti e le televisioni''
in programma sabato 13 agosto alle 10.30 nel Seminario Vescovile di
Mormanno.
Mons. Rizzato sabato 6 agosto a Cariati
03/08 Sabato prossimo, 6 agosto sara' in visita a Cariati mons. Oscar
Rizzato, che per oltre 15 anni e' stato arcivescovo elemosiniere di
papa Giovanni Paolo II. Mons. Rizzato, originario di San Giorgio delle
Pertiche (Padova), lo stesso paese d' origine dell' Arciprete di Cariati
don Renzo Bagarolo, dopo i primi anni di sacerdozio al servizio della
Diocesi di Padova, fu chiamato da Papa Giovanni XXIII al servizio
della segreteria di Stato. Nel 1989 Papa Woytila lo volle come Elemosiniere
ed il 6 gennaio del 1990 lo consacro' personalmente Arcivescovo nella
Basilica Vaticana. Stretto collaboratore del Pontefice, Mons. Rizzato,
come Elemosiniere, fu la mano della Carita' del Papa. Come ''Familiare''
del Sommo Pontefice fu presente in tutte le celebrazioni pubbliche
del Papa, nonche' nei ricevimenti e nelle udienze dei Capi di Stato,
dei Governanti e delle diverse personalita'. Nel corso della sua permanenza
a Cariati, che si protrarra' per tre giorni, mons. Rizzato presiedera'
una serie di manifestazioni religiose e civili, tra cui la dedicazione
del ''Largo Giovanni Paolo II''.
L’Archimandita Vatopedinos chiede al Sindaco di Cosenza un edificio per il culto ortodosso
30/07 L' Archimandita delle Calabrie e della Sicilia, Nilos Vatopedinos,
chiede al sindaco di Cosenza, l'utilizzo di una struttura da adibire
ad edificio di culto per i circa duemila ortodossi che risiedono stabilmente
nell' aria urbana cosentina. Vatopedinos avrebbe individuto un piccolo
chiosco, allo stato inutilizzato, ubicato nei giardini pubblici nella
centralissima via Roma, luogo di ritrovo per moltissimi immigrati
provenienti dai paesi dell'Est Europa. ''I costi di adattabilita'
della struttura e successivo mantenimento - ha detto l' Archimandita
- saranno a carico della comunita' ortodossa''.
Messa funebre negata: “Pretendo le scuse del parroco”
22/07 ''Il parroco di Marcellinara mi deve delle scuse, la mia convivente
non era una peccatrice, anzi era una persona stupenda e molto religiosa.
Devota a Padre Pio, ha pregato e sperato, sino all' ultimo, in un
miracolo''. Costantino Scerbo, il compagno della donna morta a Marcellinara,
alla quale e' stata negata la messa funebre, chiede un gesto di pentimento
da parte del sacerdote. Separato dal '97, una figlia accettata pienamente
e accudita dalla donna che pur molto malata aveva deciso di vivere
con lui, Scerbo si dice 'molto amareggiato'' del fatto che la compagna
sia stata dipinta come una peccatrice. ''Sono sinceramente offeso
dalle parole del prete e mi rivolgo alle gerarchie ecclesiastiche
- aggiunge - perche' modifichino il loro atteggiamento nei confronti
della convivenza. Ci sono rapporti stupendi come quello che ho vissuto
io. Non ho difficolta' a dire che ho avuto piu' soddisfazioni in questi
due anni con la mia compagna che con mia moglie. La convivenza vissuta
con amore e' molto meglio del matrimonio''.
Negata una messa funebre. La Curia di Lamezia replica “Educativo per le coscienze”
21/07 ''L'agire del pastore non e' da considerarsi come posizione
di un giudicare, atto riservato solo alla misericordia di Dio, ma
come intervento pastorale ed educativo-formativo per la coscienza
dei fedeli che oggi stanno diventando vittime delle sfide della modernita'
e della fragilita' umana e spirituale specie nei cristiani''. E' quanto
sostiene in una nota il vicario generale della diocesi di Lamezia
Terme, mons. Pasquale Luzzo, circa la vicenda del parroco di Marcellinara,
don Giuseppe Mazzotta, che, in occasione dei funerali di una donna
convivente con un uomo separato, ha deciso di non celebrare la messa.
''E' a tutti noto - prosegue la nota di mons. Luzzo - che la carita'
pastorale spinge il parroco a rendersi consapevole delle situazioni
in cui vivono i fedeli della comunita' per dar loro suggerimenti ed
aiuti al fine di vivere cristianamente la propria vocazione. Tra i
diversi problemi insorge, oggi, in maniera preponderante quello della
convivenza, piaga della famiglia umana che contrasta con la santita'
del matrimonio. Alle sollecitudini pastorali del parroco si puo' verificare
la resistenza del fedele che non riesce a far scelte di vita consone
alle norme morali della religione cattolica cui appartiene. In tal
caso spetta al parroco rispettare la volonta' del fedele e conseguentemente
agire secondo le norme canoniche che parlano di 'esclusione dalle
esequie ecclesiastiche ai peccatori manifesti (can. 1184,3)'''. ''Il
parroco di Marcellinara - ha concluso mons. Luzzo - peraltro gia'
responsabile in diocesi della Pastorale della famiglia, ha inteso,
pero', dare significato al commiato che la comunita' dei battezzati
ha reso alla persona-membro della parrocchia celebrando una prolungata
Liturgia della parola''.
Mon. Nunnari: “Le intelligenze oneste sono schierate per la vita”
07/07 ''L' accostamento delle parole scienza e vita mi piace molto,
in una fase che puo' sul serio definirsi epocale, anche le intelligenze
oneste e parte della scienza laica si sono schierati per difendere
la vita''. A sostenerlo e' stato l' arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano,
mons. Salvatore Nunnari, ricevendo una rappresentanza dei promotori
ed animatori del Comitato Scienza e Vita. ''Siamo stati e saremo sempre
piu' sollecitati - ha aggiunto mons. Nunnari, secondo quanto riferito
dal Comitato - come cristiani a ritrovarci per costruire la qualita'
della vita. Vi ringrazio per l' impegno profuso in questi mesi, e'
bello che ci sia stato un incontro fra movimenti e gruppi cattolici.
I gruppi sono espressione di un incontro con Cristo non con un'ideologia;
da qui cogliamo che cio' che c' e' stato non e' stato un fatto episodico,
ma valutiamo gli aspetti positivi di tali avvenimenti. Ritengo che
per il futuro l' esempio del Comitato produrra' fecondita' apostolica,
perche' ha vinto la Vita e non un singolo o un solo gruppo. E le prospettive
sia nazionali che locali vanno seguite e coltivate; pensiamo alla
possibilita' di dare ai bambini che nascono una vita dignitosa, alle
difficolta' delle adozioni''. Nel corso dell' incontro, e' scritto
in un comunicato, ''e' stato ribadito che l' impegno per la vita non
si puo' esaurire col referendum, ma il dovere e' di dar voce a chi
non ha voce, per non disperdere i frutti del lavoro svolto ed operare
un collegamento fra tutti i problemi latamente sociali di cui si occupa
la Dottrina sociale naturale e cristiana, per un'attuazione pratica
e concreta dell'ispirazione e delle finalita' originarie del Comitato''.
Sabato posa prima pietra del complesso parrocchiale di viale Cosmai
07/07 Sabato 9 luglio alle ore 19.00, alla presenza del Padre Arcivescovo
di Cosenza-Bisignano Mons. Salvatore Nunnari, sarà posta la
“prima pietra” del complesso parrocchiale di “S.
Maria Madre della Chiesa” in Cosenza. Si tratta della parrocchia
di viale Cosmai, retta dal parroco don Franco Bonofiglio e dal vicario
cooperatore don Francesco Gravante. La parrocchia è stata istituita
dieci anni fa e, attualmente, le liturgie e le altre attività
pastorali della comunità sono ospitate – per concessione
del Comune – nei locali sottostanti la scuola elementare di
viale Cosmai. Sono circa settemila gli abitanti compresi nel territorio
parrocchiale. Nella comunità sono impegnati gruppi di Azione
Cattolica e di Scout. È molto attiva la Caritas. La posa della
prima pietra avverrà nel contesto della celebrazione eucaristica
presieduta dal Padre Arcivescovo, per sottolineare che l’edificio
liturgico e delle attività pastorali è in funzione di
una più piena esperienza di fede della comunità ecclesiale.
La struttura parrocchiale – che comprende la chiesa, numerose
sale e la casa canonica – è stata progettata dall’ingegnere
Rodolfo Magnifico dall’architetto Sandro Adriano. Sarà
realizzata – su terreno donato dal Comune di Cosenza –
con un finanziamento derivante dall’otto per mille che i cittadini
destinano alla Chiesa cattolica presentando la dichiarazione di redditi
e con il contributo dei fedeli della stessa comunità.
Entro il prossimo autunno il Duomo di Cosenza avrà il suo organo
06/07
Tremilatrecentonove canne, tre tastiere da 61 note in finissimo abete,
e una pedaliera da 32 con tasti in rovere, 7,60 metri di larghezza,
2,5 di profondità, 11 di altezza. È il nuovo organo
donato dal Comune alla Cattedrale di Cosenza, le cui caratteristiche
sono state illustrate ieri sera, nel corso di una conferenza stampa
tenutasi all’interno della stessa Cattedrale. Gli elementi dell’organo
sono già all’interno del Duomo e nei prossimi giorni
inizierà il lungo e complesso montaggio dello strumento, che
verrà poi armonizzato nel mese di settembre e sarà inaugurato
in autunno. L’organo è opera della Fabbrica Mascioni,
fondata a Comacchio nel 1829. È da 176 anni che la famiglia
Mascioni costruisce organi, richiesti a livello nazionale ed internazionale.
Dal 2003 un loro strumento suona nella Cattedrale di Tokio. Gran parte
della lavorazione è di tipo manuale. Le canne, in lega di stagno
e piombo, sono ricavate da un’unica lastra di metallo, fusa
e stesa a raffreddare. La canna più lunga misura 5 metri e
pesa 80 chilogrammi. L’organo, che è stato già
mostrato al pubblico in occasione di un open day tenutosi in fabbrica,
sarà contenuto in una cassa di risonanza di legno massello,
di colore scuro, scelto dalla Sovrintendenza per intonarsi al meglio
con lo stile della Cattedrale. La trasmissione sarà di tipo
meccanico, per cui ogni tasto per mezzo di un tirante aprirà
le valvole delle canne, consentendo all’organista di controllare
l’attacco dei suoni. Un ritorno all’antico, ma in meglio:
con un particolare dispositivo automatico, la Fabbrica Mascioni ha
rimosso la naturale durezza di suono che si crea quando si uniscono
più tastiere. “Il nuovo organo sarà espressione
della felice sinergia tra Amministrazione Comunale e Chiesa”,
ha sottolineato Mons. Giuseppe Agostino, Arcivescovo Emerito della
Diocesi di Cosenza-Bisignano, ricordando che fu proprio Giacomo Mancini,
nel 2001, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua ordinazione
sacerdotale, ad annunciare l’impegno del Comune per la realizzazione
del nuovo impianto di riscaldamento e di illuminazione del Duomo e
per l’acquisto del nuovo organo. “L’organo avrà
valore liturgico, e per questo avremo bisogno di validi organisti
e di un coro polifonico all’altezza, ma avrà anche valore
culturale – ha sottolineato – e si potranno organizzare
all’interno del Duomo dei concerti”. Rivolgendosi a Mons.
Salvatore Nunnari, Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano, ha
continuato “quest’organo sarà simbolo di coralità
e auspicio per l’armonia della Chiesa”. Per Mons. Nunnari
“l’organo ricorderà Giacomo Mancini, ricorderà
l’impegno pastorale di Mons. Agostino, ricorderà la collaborazione
tra Chiesa e Amministrazione Comunale e l’attenzione del Comune
verso il Centro Storico”. “Ogni promessa è un debito”
– ha detto il Sindaco Eva Catizone – Per cui noi oggi
onoriamo un impegno preso dall’Amministrazione Mancini. Quest’opera
– ha continuato – accrescerà il patrimonio artistico
della città e sarà un invito alle giovani generazioni
perché si avvicinino alla musica”. Don Giacomo Tuoto,
parroco della Cattedrale, ha confermato che l’organo verrà
collocato alla sinistra dell’altare, nel posto occupato dallo
strumento precedente. Entusiasta dello strumento Luigi Celeghin, docente
presso il Conservatorio di Roma, che ha progettato fonicamente l’organo
insieme al collega del Conservatorio di Cosenza, Federo Vallini. “Si
tratta senza dubbio – ha detto – dell’organo più
bello da Roma in giù. È uno strumento – ha continuato
– dotato di una sua identità e destinato a suscitare
ammirazione”. Il maestro organaro Eugenio Mascioni ha assicurato
tutto l’impegno della casa costruttrice nella realizzazione
dell’opera. “Spero che l’organo – ha detto
– parli per me”. Federo Vallini, che si occupa della formazione
degli organisti presso il Conservatorio di Cosenza, ha garantito al
Sindaco che l’organo verrà usato dai giovani. Il suo
ultimo pensiero è stato rivolto a Giacomo Mancini. “Sono
certo che da qualche parte ci sta guardando ed è contento”.
Il costo dell’opera si aggira intorno ai 750.000 euro di cui
500.000 a carico dell’ente comunale.
Il Papa, alla vigilia del G8, chiede aiuto per l’Africa
03/07 Due appelli in due giorni ai grandi della Terra, alla vigilia
del G8, perche' non dimentichino l'Africa, mantengano fede agli impegni
presi in materia di debito estero, mettano in opera ''misure concrete''
per promuovere un autentico sviluppo del Continente, ''nell'ardente
speranza che il flagello della poverta' possa un giorno essere consegnato
alla storia''. Oggi ha formulato l'augurio che il G8 abbia ''pieno
successo'', nell'auspicio che ''essa porti a condividere in solidarieta'
i costi della riduzione del debito, a mettere in atto misure concrete
per lo sradicamento della poverta' e a promuovere un autentico sviluppo
dell'Africa''. Ieri in un messaggio inviato al Make Poverty History
Rally, aveva chiesto di assicurare una piu' giusta distribuzione dei
beni della terra e di mantenere gli impegni presi per la riduzione
del debito estero dei Paesi poveri. ''I popoli dei Paesi piu' ricchi
del mondo - si leggeva in un messaggio a firma del cardinale segretario
di Stato, Angelo Sodano - devono essere pronti ad accettare il peso
della riduzione del debito dei Paesi poveri e devono spronare i propri
leader a rispettare l'impegno a ridurre la poverta', specie in Africa,
entro il 2015''. Come gia' il suo predecessore, Benedetto XVI nei
tre mesi del suo pontificato piu' volte e' intervenuto per cercare
di evitare che si continui a ''trascurare'' l'Africa. I motivi del
suo impegno non sono solo umanitari, Benedetto XVI e' convinto, e
lo ha detto, che l'Occidente sia almeno in parte responsabile dell'attuale
situazione del Continente nero, e non solo sul piano dello sfruttamento
economico. Poco piu' di un mese fa, il 13 maggio, incontrando il clero
romano in San Giovanni in Laterano e prendendo spunto dalla presenza
di alcuni giovani sacerdoti di colore, parlo' di una ''responsabilita''
anche della Chiesa per l'Africa. ''Dobbiamo confessare - osservo'
in quell'occasione - che l'Europa ha esportato non solo fede in Cristo
ma anche tutti i vizi, senso della corruzione, violenza che sta devastando
l'Africa: e' nostra responsabilita' che l'esportazione della fede
sia piu' forte dell'esportazione dei vizi: ancora si fa commercio
con le armi, abuso dei tesori di questa terra, tanto piu' noi cristiani
dobbiamo far tutto perche' con la fede arrivi la forza di resistere
a questi vizi e ricostruire un' Africa cristiana che sia felice, un
grande continente dell'umanesimo nuovo''. Pochi giorni dopo, il 25
maggio, il giorno dell'Africa Day, ha fatto un appello alla comunita'
internazionale, affinche' sia attenta alle necessita' dei popoli africani,
e si senta sempre piu' coinvolta a risolvere i problemi del continente.
''I miei pensieri e le mie preghiere - ha detto in quell'occasione
- sono con gli amati popoli africani. Incoraggio le istituzioni cattoliche
a continuare ad assicurare un'attenzione alle loro necessita'. E spero
e prego perche' la comunita' internazionale sia sempre piu' coinvolta
nei problemi del continente africano''. Ed il 22 giugno ha anche confermato
la decisione presa a suo tempo da Giovanni Paolo II che all'Africa
aveva deciso di dedicare una seconda assemblea speciale del Sinodo
dei vescovi. ''Nutro grande fiducia - ha detto in quell'occasione
- che tale assise segni un ulteriore impulso nel continente africano
all'evangelizzazione, al consolidamento e alla crescita della Chiesa
e alla promozione della riconciliazione e della pace''.
Il Duomo di Cosenza si dota di un nuovo organo. Martedì 5 presentazione alla stampa
01/07
Verranno presentate martedì 5 luglio, alla stampa, le caratteristiche
del nuovo organo della Cattedrale di Cosenza. Saranno presenti: il
Sindaco di Cosenza Dott.ssa Eva Catizone, con una rappresentanza della
Giunta e il Capo di gabinetto Dott. Giuseppe Di Donna, l’Arcivescovo
Metropolita di Cosenza-Bisignano Mons. Salvatore Nunnari, l’Arcivescovo
emerito Mons. Giuseppe Agostino, il Vicario generale dell’Arcidiocesi
Mons. Lorenzo Bilotto, il Parroco della Cattedrale Don Giacomo Tuoto,
il maestro organaro Vincenzo Mascioni in rappresentanza della Casa
costruttrice.
Come si ricorderà, in occasione del cinquantesimo anniversario
dell’ordinazione sacerdotale di Mons. Giuseppe Agostino (luglio
2001) l’allora Sindaco di Cosenza, On. Giacomo Mancini, assunse
a nome del Comune l’impegno di contribuire alla valorizzazione
della Cattedrale come luogo di culto, memoria storica e bene culturale
della città assumendo l’onere del nuovo impianto di illuminazione,
dell’installazione dell’impianto di riscaldamento e dell’acquisto
di un organo adeguato all’importanza del Duomo cosentino. L’illuminazione
e il riscaldamento sono stati, negli anni scorsi, realizzati; per
quanto riguarda lo strumento musicale liturgico, il Sindaco Eva Catizone
ha confermato l’impegno assunto dall’on. Mancini nel 2001
e il Comune ne finanzierà interamente l’acquisto. L’iniziativa
è una concreta testimonianza della collaborazione fra Comune
di Cosenza e Arcidiocesi per la crescita culturale del territorio
e, in particolare, dell’attenzione della Giunta per le esigenze
di culto della città e dell’intera Arcidiocesi.
Il
complesso “montaggio” del nuovo organo inizierà
nei prossimi giorni e prevede diverse fasi. Lo strumento sarà
poi “armonizzato” nel mese di settembre ed è probabile
la sua inaugurazione in autunno.
L’organo è opera della Fabbrica Famiglia Mascioni che
ha sede in Cuvio (provincia di Varese). Si tratta di uno strumento
maestoso, largo m. 7,60, profondo m. 2,5, alto m. 11, con tre tastiere
di sessantuno note e una pedaliera di trentadue. La trasmissione è
di tipo meccanico.
Altre interessanti notizie su uno strumento che sarà patrimonio
di tutto il territorio cosentino e arricchirà la liturgia e
l’offerta culturale musicale della città potranno essere
raccolte durante la conferenza-stampa, soprattutto dalla voce del
costruttore.
Nella spedizione via posta elettronica saranno allegate alcune foto
dell’organo così come è stato costruito nella
Fabbrica Mascioni.
Gli auguri dell’ass. Principe e della Santelli a Mons. Nunnari
30/06 “Rivolgo a Monsignor Salvatore Nunnari le mie più
affettuose felicitazioni e gli auguri più sinceri per il nuovo
importante impegno a cui è stato chiamato da Papa Benedetto
XVI”. E’ quanto ha affermato l’assessore regionale
alla Cultura, Università, Ricerca e Pubblica Istruzione,On.
Sandro Principe, in occasione del conferimento del tradizionale Pallio
all’arcivescovo Metropolita della Diocesi di Cosenza- Bisignano.
“Monsignor Nunnari – ha proseguito l’On. Principe-
saprà accogliere ed abbracciare la nuova missione a cui è
stato chiamato con la fede, la tenacia,la passione e l’umiltà
che lo contraddistinguono e che lo hanno reso, in breve tempo, Presule
amatissimo dall’intera comunità diocesana. “In
questo momento solenne – ha concluso l’assessore regionale
alla cultura – ribadisco al neo Arcivescovo Metropolita della
Diocesi di Cosenza-Bisignano la mia più profonda stima ed incondizionata
vicinanza e formulo allo stesso l’augurio che possa realizzare
quanto più desidera nel profondo del Suo cuore, in questa nuova
ed esaltante missione pastorale che oggi si appresta a vivere”.
''Felicitazioni vivissime per la prestigiosa ed impegnativa onorificenza
conferita a Monsignor Nunnari, con la consegna del Sacro Pallio''
vengono espresse, in una dichiarazione, dal sottosegretario alla Giustizia,
Jole Santelli. ''Il pallio - aggiunge la Santelli - e' un' insegna
liturgica d'onore e di giurisdizione, che indossata in determinate
circostanze dagli Arcivescovi Metropoliti nelle rispettive chiese
ed in quelle delle loro province e' simbolo della potesta' papale,
espressione della particolare comunione con il Romano Pontefice e
testimonianza dell' impegno profuso dall'eminentissimo Presule Metropolita,
con grande passione e al contempo profonda umilta'. Al neo-arcivescovo
della diocesi di Cosenza-Bisignano vanno i piu' sentiti auguri per
il nuovo percorso intrapreso per il compimento della missione pastorale''.
Trentatrè arcivescovi ricevono il Pallio dal Papa. Tra loro Mons. Nunnari
29/06 La Chiesa di Roma e' ''una, santa, cattolica e apostolica'':
questo il tema della prima omelia tenuta da Benedetto XVI nel giorno
della festa dei Santi Pietro e Paolo, i ''fondatori'' della Chiesa
di Roma. In questa ''festa'', per tradizione la statua di Pietro viene
vestita degli abiti pontificali, mentre all'ingresso della basilica
viene posta una rete, una nassa, a ricordare la frase evangelica sul
''pescatore d'uomini''. Tradizione vuole che venga anche intonato
l'inno ''felix Roma''. E' in questo quadro che partecipa alla festa
anche una delegazione del Patriarcato di Costantinopoli, cosi' come
una delegazione cattolica va alla festa di Sant'Andrea, considerato
il fondatore di quella Chiesa. L'imposizione del pallio, che per tradizione
avviene nel giorno della festa di San Pietro, sta ad indicare il particolare
rapporto tra il metropolita che lo riceve e la Sede apostolica. Per
questo chi riceve il pallio, come primo gesto giura ''fedelta' e obbedienza''
ai successori di Pietro. Il pallio, una stola di lana bianca, prima
della benedizione papale e della consegna viene portato alla tomba
di Pietro, quasi, come ha detto Benedetto XVI, per farglieli benedire.
In questa occasione Benedetto XVI ha dedicato alla Chiesa di Roma
la sua omelia. Cattolicita', ha ricordato ''significa universalita''':
cio' ''non esprime solo una dimensione orizzontale, il raduno di molte
persone nell'unita'; esprime anche una dimensione verticale: solo
rivolgendo lo sguardo a Dio, solo aprendoci a Lui noi possiamo diventare
veramente una cosa sola''. Citando sant'Ireneo di Lione, il Papa spiegato
il legame tra cattolicita' e unita: ''Questa dottrina e questa fede
la Chiesa disseminata in tutto il mondo custodisce diligentemente
formando quasi un'unica famiglia: la stessa fede con una sola anima
e un solo cuore, la stessa predicazione, insegnamento, tradizione
come avesse una sola bocca. Diverse sono le lingue secondo le regioni,
ma unica e medesima e' la forza della tradizione''. La Chiesa e' ''apostolica,
perche' - ha spiegato il Papa - confessa la fede degli Apostoli e
cerca di viverla. Vi e' una unicita' che caratterizza i Dodici chiamati
dal Signore, ma esiste allo stesso tempo una continuita' nella missione
apostolica. San Pietro nella sua prima lettera si e' qualificato come
'presbitero' con i presbiteri ai quali scrive. E con cio' ha espresso
il principio della successione apostolica: lo stesso ministero che
egli aveva ricevuto dal Signore ora continua nella Chiesa grazie all'ordinazione
sacerdotale''. Festa grande, con i 32 arcivescovi applauditi dai presenti:
particolare calore c'e' stato per mons. Stanislaw Dziwisz, gia' segretario
di Giovanni Paolo II, ora nuovo arcivescovo di Cracovia. Tra coloro
che hanno ricevuto il pallio, gli italiani mons. Bruno Forte, arcivescovo
di Chieti-Vasto, mons. Paolo Mario Virgilio Atzei, arcivescovo di
Sassari e mons. Salvatore Nunnari, arcivescovo di Cosenza-Bisignano.
Con loro ha ricevuto il pallio il cardinale segretario di Stato, Angelo
Sodano, il quale nella sua qualita' di nuovo decano del Collegio cardinalizio
(succeduto proprio al card. Ratzinger) e' ora vescovo della diocesi
suburbicaria di Ostia.
Mons. Nunanri riceve il Pallio dal Papa insieme a Mons. Stanislao, ex segretario di Wojtyla
28/06 Mercoledì 29, ricorrenza della solennita' degli apostoli
Pietro e Paolo, l'ex segretario di Giovanni Paolo II monsignor Stanislaw
Dziwisz ricevera' il Pallio, simbolo dell'unione fra il Pontefice
e gli arcivescovi da Benedetto XVI durante una solenne celebrazione
che si svolgera' nella basilica vaticana. Fra i nuovi vescovi insigniti
del Pallio ci sara' anche il nuovo arcivesvoco di Parigi, monsignor
Andre' Vingt-Trois. Entrambi presto diventeranno cardinali. Papa Ratzinger
imporra' il Pallio, ossia l'insegna liturgica riservata ai metropoliti,
anche all'arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, monsignor
Salvatore Nunnari. L'arcivescovo di Cosenza sara' accomapagnato per
l'occasione dal vicario generale dell'arcidiocesi, monsignor Lorenzo
Bilotto e da numerosi sacerdoti e fedeli. Monsignor Nunnari e' gia'
giunto oggi a Roma per prendere parte, in serata, alla celebrazione
per l'apertura della causa di canonizzazione di Giovanni Paolo II,
nella basilica di San Giovanni in Laterano.
L’Arcivescovo di Cosenza, Mons. Nunnari, riceverà il 29, da Papa Benedetto XVI, l’imposizione del Pallio
27/06
Mercoledì 29 giugno, Solennità dei SS. Pietro e Paolo,
nella Basilica di San Pietro, il Santo Padre Benedetto XVI imporrà
all’Arcivescovo Metropolìta di Cosenza-Bisignano, Mons.
Salvatore Nunnari, il Pallio, cioè l’insegna liturgica
riservata ai Metropolìti. Il Padre Arcivescovo sarà
accompagnato dal Vicario generale dell’Arcidiocesi, Mons. Lorenzo
Bilotto, e da numerosi sacerdoti e fedeli. Il Padre Arcivescovo sarà
a Roma già il 28 giugno per prendere parte, in serata, alla
celebrazione per l’apertura della causa di canonizzazione di
Papa Giovanni Paolo II, nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
Il Pallio è una stola di lana bianca, adorna di sei croci di
seta nera. Prima di essere conferito, è conservato in una cassetta
d’argento presso l’altare della Confessione sulla tomba
di San Pietro e per tale motivo è considerato una vera e propria
reliquia. Non è un caso che la celebrazione del conferimento
si tenga nel giorno in cui la liturgia fa memoria dell’Apostolo
Pietro, Vescovo di Roma, e che la consegna del Pallio avvenga per
mano del suo successore: è evidente il riferimento all’unità
della Chiesa.
Il Metropolìta è il Vescovo di una Diocesi “metropolitana”:
come si ricorderà, il primo maggio 2001, in una solenne celebrazione
nella Cattedrale di Cosenza, alla presenza del Nunzio apostolico in
Italia, fu resa esecutiva la bolla pontificia che elevava l’Arcidiocesi
di Cosenza-Bisignano a Metropolìa e istituiva la corrispondente
provincia ecclesiastica, con l’Arcidiocesi di Rossano-Cariati,
la Diocesi di San Marco Argentano Scalea e la Diocesi di Cassano allo
Jonio come “suffraganee”.
Il Pallio indica la potestà gerarchica rivestita dal Metropolìta
nella provincia ecclesiastica, in comunione con la Chiesa di Roma.
Egli presiede la provincia ecclesiastica ed è chiamato –
secondo il canone 436 del Codice di Diritto Canonico – a vigilare
perché siano osservate la fede e la disciplina ecclesiastica
e a fare, in alcuni casi, azione di supplenza, senza sostituirsi ai
Vescovi delle Diocesi suffraganee nell’azione pastorale.
Un’interessante spiegazione del simbolo del Pallio è
stata data da Papa Benedetto XVI nell’omelia del 24 aprile scorso,
durante la celebrazione in cui a lui stesso è stato imposto
il Pallio e consegnato l’anello del Pescatore per l’inizio
del Ministero Petrino: «Invece di esporre un programma –
affermava il Santo Padre – io vorrei semplicemente cercare di
commentare i due segni con cui viene rappresentata liturgicamente
l’assunzione del Ministero Petrino; entrambi questi segni, del
resto, rispecchiano anche esattamente ciò che viene proclamato
nelle letture di oggi.
Il primo segno è il Pallio, tessuto in pura lana, che mi viene
posto sulle spalle. Questo antichissimo segno, che i Vescovi di Roma
portano fin dal IV secolo, può essere considerato come un’immagine
del giogo di Cristo, che il Vescovo di questa città, il Servo
dei Servi di Dio, prende sulle sue spalle. Il giogo di Dio è
la volontà di Dio, che noi accogliamo. E questa volontà
non è per noi un peso esteriore, che ci opprime e ci toglie
la libertà. Conoscere ciò che Dio vuole, conoscere qual
è la via della vita – questa era la gioia di Israele,
era il suo grande privilegio. Questa è anche la nostra gioia:
la volontà di Dio non ci aliena, ci purifica – magari
in modo anche doloroso – e così ci conduce a noi stessi.
In tal modo, non serviamo soltanto Lui ma la salvezza di tutto il
mondo, di tutta la storia.
In realtà il simbolismo del Pallio è ancora più
concreto: la lana d’agnello intende rappresentare la pecorella
perduta o anche quella malata e quella debole, che il pastore mette
sulle sue spalle e conduce alle acque della vita. La parabola della
pecorella smarrita, che il pastore cerca nel deserto, era per i Padri
della Chiesa un’immagine del mistero di Cristo e della Chiesa.
L’umanità – noi tutti - è la pecora smarrita
che, nel deserto, non trova più la strada. Il Figlio di Dio
non tollera questo; Egli non può abbandonare l’umanità
in una simile miserevole condizione. Balza in piedi, abbandona la
gloria del cielo, per ritrovare la pecorella e inseguirla, fin sulla
croce. La carica sulle sue spalle, porta la nostra umanità,
porta noi stessi. Egli è il buon pastore, che offre la sua
vita per le pecore. Il Pallio dice innanzitutto che tutti noi siamo
portati da Cristo. Ma allo stesso tempo ci invita a portarci l’un
l’altro. Così il Pallio diventa il simbolo della missione
del pastore, di cui parlano la seconda lettura ed il Vangelo. La santa
inquietudine di Cristo deve animare il pastore: per lui non è
indifferente che tante persone vivano nel deserto. E vi sono tante
forme di deserto. Vi è il deserto della povertà, il
deserto della fame e della sete, vi è il deserto dell’abbandono,
della solitudine, dell’amore distrutto. Vi è il deserto
dell’oscurità di Dio, dello svuotamento delle anime senza
più coscienza della dignità e del cammino dell’uomo.
I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti
interiori sono diventati così ampi. Perciò i tesori
della terra non sono più al servizio dell’edificazione
del giardino di Dio, nel quale tutti possano vivere, ma sono asserviti
alle potenze dello sfruttamento e della distruzione. La Chiesa nel
suo insieme, ed i Pastori in essa, come Cristo devono mettersi in
cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo
della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui
che ci dona la vita, la vita in pienezza. Il simbolo dell’agnello
ha ancora un altro aspetto. Nell’Antico Oriente era usanza che
i re designassero se stessi come pastori del loro popolo. Questa era
un’immagine del loro potere, un’immagine cinica: i popoli
erano per loro come pecore, delle quali il pastore poteva disporre
a suo piacimento. Mentre il pastore di tutti gli uomini, il Dio vivente,
è divenuto lui stesso agnello, si è messo dalla parte
degli agnelli, di coloro che sono calpestati e uccisi. Proprio così
Egli si rivela come il vero pastore: “Io sono il buon pastore…
Io offro la mia vita per le pecore”, dice Gesù di se
stesso (Giovanni 10, 14s). Non è il potere che redime, ma l’amore!
Questo è il segno di Dio: Egli stesso è amore. Quante
volte noi desidereremmo che Dio si mostrasse più forte. Che
Egli colpisse duramente, sconfiggesse il male e creasse un mondo migliore.
Tutte le ideologie del potere si giustificano così, giustificano
la distruzione di ciò che si opporrebbe al progresso e alla
liberazione dell’umanità. Noi soffriamo per la pazienza
di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza. Il Dio,
che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato
dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla
pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.
Una delle caratteristiche fondamentali del pastore deve essere quella
di amare gli uomini che gli sono stati affidati, così come
ama Cristo, al cui servizio si trova. “Pasci le mie pecore”,
dice Cristo a Pietro, ed a me, in questo momento. Pascere vuol dire
amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. Amare significa:
dare alle pecore il vero bene, il nutrimento della verità di
Dio, della parola di Dio, il nutrimento della sua presenza, che egli
ci dona nel Santissimo Sacramento».
Solenni celebrazioni in ricordo di San Josemarì a Escrivà anche in Calabria
26/06 Oggi ricorre il trentesimo anniversario della morte di San
Josemari'a Escriva'. Per la circostanza in tutto il mondo si celebreranno
delle Messe. In Italia monsignor Javier Echevarria, prelato dell'Opus
Dei, ha celebrato la messa in onore di san Josemaria ieri a Roma,
nella Chiesa di S. Eugenio. Ancora a Roma, si celebrera' questo pomeriggio
il trentennale della scomparsa del fondatore dell'Opus Dei, nella
chiesa di S. Josemaria alle ore 18.30. La funzione sara' celebrata
dal cardinale Julian Herranz. Altre messe si terranno a Sesto San
Giovanni (lunedi' 27, ore 18,30, nella Basilica di S. Stefano); a
Brescia (lunedi' 27, ore 18.30, Duomo), a Verona (lunedi' 27 giugno,
h. 18.30, Duomo) celebra mons. Flavio Roberto Carraro; a Venezia (lunedi'
27 giugno, h.18.30, Basilica di San Marco). E ancora, in differenti
date, da mercoledi' fino al 1 luglio: a Conegliano Veneto (Tv); a
Trieste; a Udine; a Genova; a Torino; a Bologna; a Firenze; a Prato;
a Perugia; a S. Benedetto del Tronto; a Pesaro; a Pescara; a L'Aquila;
a Castelgandolfo; a Napoli; a Ischia Porto; a Bari; a Lecce; a Taranto;
a Foggia; a Potenza; a Matera; a Cosenza; a Catanzaro; a Reggio; a
Cagliari; a Nuoro; a Sassari; a Palermo; a Catania; a Messina; a Trapani;
a Siracusa; a Caltanissetta. A Cosenza una messa celebrativa è
stata celebrata nelal giornata di sabato 24 scorso. Infine, per l'occasione,
la casa editrice Leonardo International ha completato la pubblicazione
in tre volumi della biografia di San Josemari'a Il Fondatore dell'Opus
Dei dello storico Andre's Vazquez de Prada, per un totale di 2219
pagine.
Il Papa all’Angelus definisce la Chiesa patria dei rifugiati ed invita alla solidarietà
19/06 Nuovo festoso incontro con la folla per Benedetto XVI, che oggi alla preghiera dell'Angelus ha avuto modo di scherzare su un mini raduno di Ferrari organizzato in piazza San Pietro, ma ha soprattutto richiamato la Chiesa alla responsabilita' verso i rifugiati, uomini ma anche donne e bambini, costretti a lasciare patria e casa: il papa ha chiesto ai cristiani gesti ''concreti di solidarieta', perche' chiunque si trova lontano dal proprio paese senta la chiesa come una patria dove nessuno e' straniero''. Alle migliaia di persone presenti, una folla che e' rimasta costante negli appuntamenti pubblici dei due mesi di pontificato di Ratzinger che oggi proprio festeggia il secondo mese dalla elezione, il papa ha anche augurato ''buon tempo di vacanze''. Una presenza sempre molto affettuosa nei confronti del papa, interrotto piu' volte dagli applausi. Un affetto ricambiato da Ratzinger con sorrisi e numerosi saluti con la mano e con un eloquente ''grazie per tutto''. E un saluto e' stato fatto dal papa anche alla ventina di Ferrari radunate in piazza San Pietro dall'associazione Easy Rider: ''Le vediamo e tra poco anche le sentiamo'', ha detto riferendosi al rombo del motore delle auto del cavallino rampante. Le auto, che sono state fatte entrare nell'emiciclo destro della piazza, erano tutti modelli nuovi o recenti del cavallino rampante, rosse, ma anche gialle, nere e color argento. Ma il momento piu' importante dell'Angelus e' stato quando Benedetto XVI ha affermato che la chiesa ''si sente vicina'' a quanti vivono la ''dolorosa condizione'' dell'essere rifugiato, ricordando che domani si celebra la giornata mondiale del rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite ''per tenere viva l'attenzione sui ''problemi di coloro che debbono abbandonare forzatamente la patria''. Approfondendo il tema della giornata mondiale, ''Il coraggio di essere rifugiato'', il papa ha detto che questo ''pone l'accento sulla forza d'animo richiesta a chi deve lasciare tutto, a volte perfino la famiglia, per scampare a gravi difficolta' e pericoli. La Comunita' cristiana si sente vicina a quanti vivono questa dolorosa condizione; si sforza di sostenerli e in diversi modi manifesta loro il suo interessamento e il suo amore che si traduce in concreti gesti di solidarieta', perche' chiunque si trova lontano dal proprio Paese senta la Chiesa come una patria dove nessuno e' straniero'. Per Benedetto XVI, ''l'attenzione amorevole dei cristiani verso chi e' in difficolta' e il loro impegno per una societa' piu' solidale si alimentano continuamente con la partecipazione attiva e consapevole all'Eucaristia. Chi si nutre con fede di Cristo alla mensa eucaristica assimila il suo stesso stile di vita, che e' lo stile del servizio attento specialmente alle persone piu' deboli e svantaggiate. La carita' operosa, infatti, e' un criterio che comprova l'autenticita' delle nostre celebrazioni liturgiche''. ''L'Anno dell'Eucaristia, che stiamo vivendo - ha concluso Ratzinger - aiuti le comunita' diocesane e parrocchiali a ravvivare questa capacita' di andare incontro alle tante poverta' del nostro mondo. Quest'oggi vogliamo affidare, in particolare, gli uomini, le donne e i bambini che vivono la condizione di rifugiati alla materna protezione di Maria Santissima, che, insieme allo sposo san Giuseppe e al piccolo Gesu', conobbe l'amarezza dell'esilio, quando l'assurda persecuzione del re Erode costrinse la santa Famiglia a fuggire in Egitto. Preghiamo la Vergine Santissima perche' questi nostri fratelli e sorelle incontrino sulla loro strada accoglienza e comprensione''. Infine, Benedetto XVI ha ricordato al termine dell'Angelus che oggi si conclude a Varsavia, il Congresso Eucaristico della Polonia e che durante la solenne concelebrazione presieduta dal card. Jozef Glemp sono stati iscritti nell'albo dei Beati ''tre figli di quella nobile Nazione: Ladislao Findysz, Bronislao Markiewicz e Ignazio Klopotowski''. ''Auspico - ha aggiunto il papa - che questo significativo evento ecclesiale contribuisca a rafforzare lo spirito di riconciliazione fraterna, fondamento necessario per l'edificazione della comunione di quanti partecipano all'unica mensa di Cristo. Cosi' il Redentore rimarra' sempre nelle nostre famiglie, come e' detto nel tema del Congresso: 'Rimani,Signore, nelle nostre famiglie. Dio vi benedica' '', ha concluso pronunciando in buon polacco le ultime due frasi.
La Chiesa inizia il primo congresso sulla lotta alla prostituzione
19/06 La chiesa cattolica scende in campo contro la prostituzione,
un fenomeno sempre piu' preoccupante, che coinvolge milioni di persone.
Il pontificio consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti
dedica, lunedì e martedì, due giornate di studio e di
riflessione al dramma delle donne costrette a prostituirsi. E' il
primo incontro internazionale promosso dal dicastero vaticano per
la liberazione delle donne di strada. Un fenomeno che ''coinvolge
ogni anno un milione di persone'', ha detto a Radio Vaticana mons.
Agostino Marchetto, segretario del consiglio per i migranti: ''mi
riferisco al traffico di esseri umani, con donne e bambini in posizione
di maggior rischio, provenienti dai Paesi in via di sviluppo. Solo
in Thailandia si calcolano fra le 150 e 200 mila le donne di strada,
tra le quali 35 mila hanno meno di 18 anni. In Italia, si calcola
che siano 40 mila le donne di strada, 4 mila delle quali minorenni,
e moltissime extraeuropee''. ''Il nostro Congresso - ha detto il vescovo
- e' un'occasione per pensare insieme, a livello di Chiesa universale,
con la sollecitudine partecipata del Santo Padre per tutte le Chiese,
anche a questo dramma del mondo di oggi, a questa nuova schiavitu'.
L'esperienza condivisa ci aiutera' a stabilire alcuni orientamenti
pastorali comuni, che si traducano in un apostolato dell'accoglienza,
con relativi programmi nei loro vari aspetti, umani, familiari, sociali,
economici, ecclesiali. Non dobbiamo avere paura nell'affrontare i
drammi del nostro tempo per quanto gravi e dobbiamo 'vincere il male
con il bene'. Forse il nostro Congresso sara' una goccia di acqua
dolce nel gran mare salato della sofferenza umana, ma se non ci fosse,
nella visione di Madre Teresa di Calcutta, qualcosa in esso mancherebbe''.
Tra i relatori del congresso, anche don Oreste Benzi, responsabile
della Comunita' Papa Giovanni XXIII, da tanti anni ormai impegnato
ad aiutare le donne a liberarsi dalla schiavitu' della prostituzione:
''Il Congresso e' un passo in avanti notevolissimo ed importantissimo:
e' la Chiesa intera che si pone il problema di questa orribile e terribile
schiavitu'. E' una risposta alla speranza che tutte le schiave del
mondo e le schiave specialmente italiane attendevano dalla Chiesa''.
''Nel medesimo tempo - ha aggiunto don Benzi - e' anche una spinta
a debellare tutto il commercio che viene compiuto dai criminali. Ma
rappresenta anche un monito molto forte che viene dato ai clienti,
che sono in realta' i primi colpevoli della prostituzione coatta''.
Per quanto riguarda l'Italia, don Benzi ha detto che ci sono segnali
di ''peggioramento. Adesso, infatti, i criminali forniscono anche
prostitute minorenni e soprattutto le minorenni romene, che costituiscono
una parte principale della domanda che c'e' da parte dei clienti.
C'e' una perversione sempre maggiore nei clienti, perche' chiedono
le minorenni, chiedono le bambine''. Sul ruolo della chiesa, don Benzi
ha affermato che ''anzitutto ogni parrocchia in Italia dovrebbe adottare
una ex prostituta: ci sono 24 mila parrocchie e gia' potremmo andare
incontro a 24 mila ragazze, che possono trovare all'interno della
comunita' parrocchiale un popolo che si prenda carico di queste creature
fornendo loro il lavoro. Questo sarebbe certamente un segnale grandioso
nella Chiesa. Ma, nel medesimo tempo, si potrebbe operare su un'illuminazione
maggiore per quanto riguarda i cosiddetti clienti, con un impegno
forte. Si potrebbe anche costituire in ogni parrocchia un comitato
che si occupi di andare a cercare queste ragazze per la strada, cosi'
come facciamo noi''. ''All'interno della popolazione, io direi quasi
al cento per cento, c'e' la coscienza e il sentire che le schiave
debbano essere liberate tutte, tutte! La Chiesa puo' far forza su
questo senso comune profondo. La gente pensa pero' che le prostitute
non siano tutte schiave e quindi si dice che si tratta di un male
minore e si potrebbe rinchiuderle nei villaggi a luci rosse. Se vengono
pero' illuminate bene, le persone arrivano a capire che la donna e'
il bene piu' grande dell'umanita' e che ogni ferita apportata a lei,
e' una ferita apporta alla comunita'. Dobbiamo quindi avere il coraggio
- ha concluso don Benzi - come nell'ultima campagna referendaria,
di dire finalmente come stanno le cose. I cristiani hanno ragione,
sembra quasi che chiedano scusa di esistere. Io non sono pessimista,
se la Chiesa si unisce insieme''.
Wojtyla verso la beatificazione. Aperta una e-mail per segnalare le grazie
19/06 Chi vuole ''partecipare'' alla causa di beatificazione di Giovanni
Paolo II lo puo' fare scrivendo lettere di ammirazione o raccontando
eventuali ''grazie ricevute'', sia attraverso la posta normale, sia
con la e-mail: postulazione.giovannipaoloII@vicariatusurbis.org. Lo
ha detto don Slawomir Oder, polacco di 45 anni, postulatore per il
vicariato di Roma per la causa di beatificazione di Karol Wojtyla,
a Roma Sette, il supplemento domenicale di Avvenire della diocesi
romana. Si puo' partecipare alla causa, spiega don Oder, ''innanzi
tutto pregando per l'intercessione di papa Wojtyla'', ma anche scrivendo
direttamente al vicariato, o mandando un'offerta. Il religioso, che
il 28 giugno, giorno della solenne apertura del processo di beatificazione,
giurera' a San Giovanni in Laterano insieme ai sei tra vicari, giudici
e notai interessati alla causa, ha detto che il lavoro di analisi
dei documenti e' gia' iniziato e sono 635 le ''posizioni'' relative
agli scritti e ai libri del papa polacco, a partire da ''L'Apostolo''
del 1949 dedicato al Jan Tyranowski, considerato da Wojtyla una sorta
di suo maestro di vita. Sotto esame anche le poesie e gli articoli
di giornale. Don Oder ha spiegato che la causa seguira' l'iter normale,
nonostante sia iniziata, per decisione di Benedetto XVI, prima dei
cinque anni canonici previsti dalla morte del servo di Dio. Dopo gli
scritti, sara' la volta delle testimonianze, dalle quali potrebbe
giungere la notizia di grazie ricevute e di un ''eventuale miracolo''
su cui si dovranno pronunciare gli esperti. Chiusa la fase diocesana,
tutto poi passera' alla congregazione delle cause dei santi, per il
parere del Vaticano.
Dedicata all’Eucarestia la rivista Vivarium
15/06 La rivista di scienze teologiche Vivarium, a cura dell' Istituto
teologico regionale San Pio X, pubblicata dalle Edizioni Ursini di
Catanzaro, con il numero di giugno in distribuzione in questi giorni,
e' entrata nel suo tredicesimo anno di vita. ''Un successo editoriale
- e' detto in una nota della Ursini editore - maturato grazie alla
rigorosa scelta dei testi effettuata nel corso degli anni dai direttori
che si sono man mano succeduti, tutti di alto profilo, tra cui mons.
Domenico Graziani, vescovo di Cassano allo Jonio; don Antonio Stagliano',
docente di ''Teologia sistematica'' e attuale direttore dell'Istituto
teologico, e don Vincenzo Lopasso, docente di Sacre scritture ed autore
di alcuni interessanti volumi'', tra i quali ''Breve storia d'Israele''.
Il nuovo numero, interamente dedicato all' Eucaristia, si apre con
un articolo dell' arcivescovo di Catanzaro, mons. Antonio Ciliberti,
dal titolo ''Il sacramento dell'Eucaristia''. Su Vivarium anche la
rubrica ''Ragioni e domande'' che accoglie i contributi di Bernardo
Gianluigi Boschi (L'Eucaristia, il Sacramento dell'Amore. Per una
fondazione biblica del rapporto Eucaristia ed Agape'') e di Giovanni
Mazzillo (Eucaristia e testimonianza nella carita'). Nella rubrica
''Urgenze e prospettive'' sono stati accolti gli articoli di don Pino
Silvestre e del professor Gesualdo De Luca. La rivista pubblica infine
la rubrica ''Comunicazioni e strumenti'' con un saggio di mons. Ignazio
Schinella, dal titolo ''L'Eucaristia e la Chiesa: l'eredita' di Giovanni
Paolo II e il patrimonio di Benedetto XVI'', e l'articolo ''Il pensiero
eucaristico di Calvino: terreno di scontro o di dialogo tra i cristiani?''
di Salvatore Borzi'.
Appello del Papa per la liberazione della Cantoni
05/06 L'accorato appello per la liberazione della volontaria italiana
Clementina Cantoni, un pensiero per le regioni del mondo che sperimentano
tensioni sociali e gravi conflitti, e in particolare per la Bolivia,
l'invito affinchè lo sport favorisca la fratellanza e la solidarietà
fra le persone. Benedetto XVI sceglie il tema della pace e della fratellanza
tra i popoli nel suo primo Angelus di giugno. Lo fa con parole coraggiose
di fronte ad una piazza san Pietro gremita di fedeli. La folla ha
applaudito a lungo Papa Ratzinger per l'appello a favore dell'italiana
di 'Care International' Clementina Cantoni, rapita in Afghanistan
il 16 maggio scorso. "Volgendo il pensiero ad un altro teatro
di tensioni e di scontri - ha detto il pontefice - unisco la mia voce
a quella del presidente della Repubblica italiana, del presidente
dell'Afghanistan e dei popoli italiano ed afgano per chiedere la liberazione
della volontaria italiana Clementina Cantoni. La dolorosa esperienza
che questa nostra sorella sta vivendo - ha aggiunto - sia di stimolo
a ricercare con ogni mezzo la pacifica e fraterna intesa tra gli individui
e le nazioni". Il Papa si è soffermato poi sulla difficile
situazione che sta vivendo la Bolivia, mostrando la propria preoccupazione
per quei Paesi che "sperimentano, nell'ora presente, tensioni
sociali e politiche, che rischiano in alcuni casi di sfociare in gravi
conflitti". "Il mio pensiero - ha sottolineato Papa Ratzinger
- va particolarmente alla Bolivia e alla preoccupante situazione che
si sta vivendo". Da qui l'invito del pontefice ai fedeli a "pregare
per quella cara popolazione", nella speranza che "prevalgano
in tutti la ricerca del bene comune, il senso di responsabilità
e la disponibilità al dialogo aperto e leale". La situazione
in Bolivia continua a peggiorare di giorno in giorno, soprattutto
nella capitale La Paz, da due settimane teatro di violenti disordini
e dove ormai scarseggiano viveri e combustibile. Infine, l'invito
di Benedetto XVI affinchè lo sport favorisca "la fratellanza
e la solidarietà tra le persone e il rispetto e la valorizzazione
dell'ambiente naturale". Ricordando che oggi si celebra la Giornata
dello sport, il pontefice ha sottolineato il "legame fra sport
e natura" e ha auspicato che lo sport venga "praticato in
modo sano e armonico a tutti i livelli".
All’inizio dell’Angelus il Papa si è affidato al
cuore Immacolato di Maria. "Il cuore che piu' d'ogni altro rassomiglia
a quello di Cristo e' senza dubbio il cuore di Maria, sua Madre Immacolata,
e proprio per questo la liturgia li addita insieme alla nostra venerazione.
Rispondendo all'invito rivolto dalla Vergine a Fatima, affidiamo al
suo cuore immacolato il mondo intero, perche' sperimenti l'amore misericordioso
di Dio e conosca la vera pace". Benedetto XVI, affacciato alla
finestra del suo studio per la recita dell'Angelus, ha ricordato come,
nel linguaggio biblico, il "cuore" indichi "il centro
della persona, la sede dei suoi sentimenti e delle sue intenzioni.
Nel cuore del Redentore noi adoriamo l'amore di Dio per l'umanita',
la sua volonta' di salvezza universale, la sua infinita misericordia.
Rendere culto al Sacro cuore di Cristo significa, pertanto, adorare
quel cuore che, dopo averci amato sino alla fine, fu trafitto da una
lancia e dall'alto della croce effuse sangue e acqua, sorgente inesauribile
di vita nuova". "La festa del Sacro cuore (che ricade nel
venerdì della settimana dopo il Corpus Domini e precede la
festa del Cuore di Gesù, ricordato sabato scorso ndr) e' stata
anche la Giornata mondiale per la santificazione dei sacerdoti, occasione
propizia per pregare affinche' i presbiteri nulla antepongano all'amore
di Cristo. Profondamente devoto al cuore di Cristo fu il beato Giovanni
Battista Scalabrini vescovo, patrono dei migranti, di cui il 1 giugno
abbiamo ricordato il centenario della morte. Egli fondo' i missionari
e le missionarie di San Carlo Borromeo, detti "Scalabriniani",
per l'annuncio del Vangelo tra gli emigranti italiani". "Ricordando
questo grande vescovo - ha concluso il Santo padre - rivolgo il mio
pensiero a coloro che si trovano lontani dalla patria e spesso anche
dalla famiglia ed auspico che incontrino sempre sul loro cammino volti
amici e cuori accoglienti, capaci di sostenerli nelle difficolta'
di ogni giorno".
Nessuna alternativa per la chiesa alla famiglia. Il matrimonio è inostituibile
04/06 La Chiesa non puo' che annunciare, in sintonia con i piani
di Dio, che "il matrimonio e la famiglia sono insostituibili
e non ammettono altre alternative". Lo ha scritto il Papa nella
lettera indirizzata al cardinale Alfonso López Trujillo, presidente
del Pontificio Consiglio per la famiglia, in occasione dell'Incontro
mondiale delle famiglie che avra' luogo nella prima settimana di luglio
2006 a Valencia, in Spagna. Appuntamento, giunto alla quinta edizione,
convocato lo scorso 22 febbraio da Giovanni Paolo II. Nella lettera
il Pontefice, nel confermare questo appuntamento, ricorda l'assemblea
speciale del Sinodo dei vescovi dedicato nel 1980 alla famiglia e
da cui scaturi' l'Esortazione apostolica "Familiaris consortio".
Un documento - sottolinea ancora Ratzinger - che "analizza profondamente
l'identita' e la missione della famiglia e la qualifica come chiesa
domestica e santuario di vita". E Benedetto XVI ricorda anche
che egli stesso, in quella occasione, fu relatore generale dell'assemblea,
ed oggi torna su un tema a lui caro: la solidita' della famiglia,
l'indissolubilita' del matrimonio. Come ha fatto stamattina incontrando
i pellegrini della diocesi di Verona, ai quali ha parlato di terra
dove anche li' "ci sono tanti divorzi e tante unioni irregolari".
Il Papa ribadisce nella lettera al card. Lopez Trujillo che tutti
i popoli, se si vuol dare un senso veramente umano alla societa',
"non possono ignorare il bene prezioso della famiglia, fondata
sul matrimonio". E quando si dice alleanza matrimoniale, per
la quale marito e moglie costituiscono tra loro un consorzio per tutta
la vita, fondato per sua stessa indole naturale al bene dei coniugi
e dei figli e all'educazione della prole, equivale a parlare di "fondamento
della famiglia, patrimonio e bene comune dell'umanita'". E proprio
per questo la Chiesa non puo' che annunciare l'insostituibilita' del
matrimonio e della famiglia, non vedendo alternative ad essi. "La
famiglia cristiana - scrive ancora Ratzinger - ha, oggi piu' mai,
un compito nobilissimo ed ineludibile, come quello di trasmettere
la fede, che implica l'affidarsi a Gesu' e l'inserimento nella comunita'
ecclesiale. I genitori sono i primi evangelizzatori dei figli, dono
prezioso di Dio, cominciando con l'insegnamento delle prime preghiere.
In questo maniera si costruisce un universo morale radicato nella
volonta' divina, nel quale il figlio cresce con i valori umani e cristiani
che danno pieno senso alla vita".
Don Stanislao, l'ex segretario di Papa Wojtyla, nominato vescovo di Cracovia
03/06 Papa Ratzinger ha accettato la rinuncia al governo pastorale
dell'arcidiocesi di Cracovia presentata dal cardinale Franciszek Macharski,
per raggiunti limiti di età, e ha nominato suo successore monsignor
Stanislaw Dziwisz. La nomina è stata ufficializzata oggi, come
aveva anticipato ieri Apcom. Si tratta di un grande riconoscimento
che prelude alla porpora cardinalizia. 'Don Stanislao', come è
sempre stato chiamato in Vaticano colui che per 40 anni è stato
il segretario personale di Wojtyla, dapprima a Cracovia, quando era
cardinale, e poi, per 26 anni, quando fu eletto pontefice prendendo
il nome di Giovanni Paolo II, diventerà cardinale al prossimo
concistoro. Stanislao è stata l'ombra del pontefice defunto,
la persona a lui più cara, una sorta di figlio che lo ha accudito
amorevolmente durante la lunga e penosa malattia, ma anche il depositario
e custode dei segreti. StanisLaw Dziwisz nasce il 27 aprile 1939 a
Raba Wyona, un piccolo paese vicino a Cracovia, figlio di Stanislao
e Sofia Bielarczyk. Dopo aver superato gli esami di maturità
nel liceo classico, nel 1957 decide di farsi prete entrando nel seminario
maggiore di Cracovia, dove compie gli studi filosofici e teologici.
E' stato ordinato prete nel 1963 nella Cattedrale di Cracovia dall'allora
arcivescovo Karol Wojtyla. Dal 1963 al 1965 ha lavorato come viceparroco
nella parrocchia di Makow Podhalanski. Successivamente viene inviato
a continuare gli studi liturgici presso la Facoltà di Teologia
di Cracovia, dove consegue la licenza in Teologia (1967). Nel 1981
ha ottenuto il dottorato in Teologia presso la Pontificia Facoltà
di Teologia a Cracovia con la tesi di laurea sul culto di Santo Stanislao,
figura centrale per la chiesa polacca durante il Concilio di Trento.
Dal 1966 al 1978 Wojtyla lo vuole come segretario particolare all'arcivescovo
di Cracovia. Nello stesso tempo insegna liturgia presso l'Istituto
Superiore Catechetico a Cracovia, fa il 'giornalista' al periodico
ufficiale della Curia Vescovile "Notificationes e Curia Metropolitana
Cracoviensi". Ha partecipato ai lavori del Comitato dell'Anno
Santo (1974-1975) ed ha lavorato nella Commissione Generale e in quelle
per il culto divino e per la santificazione del tempo del sinodo arcidiocesano
di Cracovia (1972-1979). È stato co-editore del Cerimoniale
Diocesano e del Manuale Parrocchiale. Dall'elezione di Giovanni Paolo
II, ha svolto la funzione di segretario particolare del defunto pontefice(1978-2005).
Nel 1995 viene nominato canonico del Capitolo Metropolitano di Leopoli
(Ucraina), nel 1996 Protonotario Apostolico di numero, e nel 1997
Canonico del Capitolo Metropolitano di Cracovia. Nel 1998 il Papa
lo promuove assegnandogli l'incarico di Prefetto Aggiunto della Casa
Pontificia ricevendo l'ordinazione episcopale dalle mani di Giovanni
Paolo II il 19 marzo 1988. È stato elevato alla dignità
arcivescovile nel 2003. È autore del Culto di San Stanislao
Vescovo a Cracovia fino al Concilio di Trento (Cracovia 1981; Roma
1984) e delle memorie sull'attentato al Santo Padre Giovanni Paolo
II, "Ho toccato questo mistero" (Lublin 2001), come anche
redattore dei successivi volumi dei testi pontifici editi in lingua
polacca dalla Libreria Editrice Vaticana. È anche vicepresidente
della Fondazione Giovanni Paolo II. Ha ricevuto la medaglia "Benemerenti"
della Pontificia Accademia di Teologia a Cracovia ed il dottorato
"honoris causa" dell'Università Cattolica di Lublino.
Messaggio di Papa Ratzinger all’Unesco: “La pace si ottiene solo con il rispetto dei diritti dell’uomo”
02/06 Benedetto XVI in un Messaggio inviato all'Unesco ricorda la
"relazione che unisce ogni uomo al Creatore della vita",
rimarcando che da questo nesso ne deriva "la dignità inalienabile
di ogni essere umano dal momento del suo concepimento alla sua fine
naturale". Il testo del messaggio scritto in occasione del colloquio
"Cultura, ragione e libertà", in corso a Parigi,
lo ha affidato al cardinale Jean-Louis Tauran, archivista e bibliotecario
di Santa Romana Chiesa. Nel testo Papa Ratzinger ribadisce l'appoggio
del Vaticano all'Unesco a "mobilitare tutte le proprie forze,
che sono innanzitutto di natura spirituale, per concorrere al bene
dell'essere umano", soprattutto "in un mondo sottomesso
alle esigenze della globalizzazione nelle relazioni economiche e più
ancora delle informazione" dove si rende "necessario agire
affinchè siano riconosciuti dovunque i diritti dell'uomo all'educazione
e alla cultura, specialmente nei paesi più poveri". Papa
Ratzinger ricorda anche la storica visita di Giovanni Paolo II all'organizzazione
internazionale che avvenne esattamente 25 anni fa e fa proprie le
parole pronunciate da Wojtyla in difesa dell'uomo e dei suoi diritti.
"Dobbiamo provare immenso riconoscimento verso Giovanni Paolo
II - afferma Ratzinger – che ha sempre sottolineato nei suoi
insegnamenti il ruolo centrale e insostituibile dell'uomo, la sua
dignità, fonte dei suoi diritti inalienabili". E ancora.
"L'uomo è sempre il fattore primordiale e fondamentale
della cultura". Da qui, l'invito a "costruire la pace cominciando
dal rispetto di tutti i diritti umani, sia quelli che sono legati
alla dimensione materiale ed economica, che quelli legati all'aspetto
spirituale e interiore". "La Chiesa - ha concluso Papa Ratzinger
- vuole portare il proprio contributo a servizio della comunità
umana".
Sabato a Rossano un incontro su San Nilo
24/05 Si terra' sabato presso il Palazzo delle Culture - San Bernardino,
nel Centro Storico di Rossano un incontro culturale, sul tema ''La
personalita' e l' opera di San Nilo di Rossano'' a conclusione dell'
omonimo progetto, co-organizzato dall' Amministrazione Comunale e
dalla Pro Loco. E' prevista la partecipazione del Sindaco, Orazio
Longo, della Presidente della Pro Loco cittadina Stella Pizzuti e
gli interventi di Mons. Franco Milito, Coordinatore del Comitato Diocesano
Promotore Millennio Nilano e Membro del Comitato Rossano per San Nilo
e del Prof. Giovanni Morello, Presidente della Pontificia Fondazione
per i beni e le attivita' artistiche della Chiesa. L' incontro culturale
si concludera' con l' inaugurazione della mostra pittorica e con la
consegna delle targhe di partecipazione ai pittori che hanno aderito
al progetto.
Giovedì 26 la processione del Corpus Domini a Cosenza
23/05 Si svolgerà giovedì 26 maggio a Cosenza la processione
del Corpus Domini, durante la quale l’Eucaristia sarà
solennemente accompagnata lungo le strade della città.
Alle ore 20.00, in Cattedrale, l’Arcivescovo Metropolita Padre
Salvatore Nunnari presiederà la celebrazione eucaristica, al
termine della quale (alle ore 20.30 circa) lo stesso Pastore guiderà
la processione lungo il seguente itinerario: corso Telesio, via Sertorio
Quattromani, corso Mazzini, viale Trieste, via Monte Santo, piazza
Scura, via Arabia, piazza Santa Teresa. Davanti alla chiesa di Santa
Teresa (prevedibilmente intorno alle 21.30) Padre Nunnari pronuncerà
l’omelia e impartirà la benedizione eucaristica.
La Solennità liturgica del Corpo e del Sangue di Cristo –
che sarà celebrata domenica prossima, come avviene in Italia
ormai da diversi anni – si colloca, in questo anno dedicato
all’Eucaristia, nel contesto del XXIV Congresso Eucaristico
Nazionale in corso a Bari, sul tema «Senza la domenica non possiamo
vivere»: un tema che pone l’accento sul recupero del senso
cristiano della domenica “giorno del Signore”, in cui
si fa comunitariamente memoria della resurrezione di Gesù secondo
la tradizione che risale alla prima comunità cristiana.
La processione si svolgerà giovedì (ripristinando, per
quest’anno, l’antica consuetudine che poneva la celebrazione
del Corpus Domini in questo giorno, nel ricordo dell’Ultima
Cena di Gesù con i discepoli, il Giovedì Santo, consuetudine
mai abbandonata nella città di Roma) perché domenica
prossima, per la giornata conclusiva del Congresso Eucaristico, i
Vescovi italiani – fra essi Padre Salvatore Nunnari - si recheranno
a Bari per partecipare alla celebrazione con il Papa Benedetto XVI.
Saranno molti anche i pellegrini (sacerdoti, religiosi, laici) presenti.
Proprio Benedetto XVI, all’inizio del suo mandato di Successore
di Pietro, osservava: «In maniera quanto mai significativa,
il mio pontificato inizia mentre la Chiesa sta vivendo lo speciale
Anno dedicato all’Eucaristia (…). L’Eucaristia rende
costantemente presente il Cristo risorto, che a noi continua a donarsi,
chiamandoci a partecipare ala mensa del suo Corpo e del suo Sangue».
A Reggio la nuova redazione della rivista religiosa on line Calabria Ecclesia
20/05 Sara' il presidente della Conferenza episcopale calabrese,
mons. Vittorio Mondello ad inaugurare la nuova sede del Giornale on-line
della Conferenza Episcopale Calabra 'Calabria Ecclesia Magazine'.
E' stata scelta una data molto suggestiva per inaugurare la nuova
redazione: domani 21 maggio, festa della venuta a Reggio di S. Paolo,
il grande comunicatore, che oggi navigherebbe nella rete informatica.
Dopo circa cinque anni di vita il giornale della Chiesa calabrese,
il primo on line di una Conferenza episcopale, si rinnova dunque con
una grafica molto facile da leggere. Nuova la testata, con a sinistra
la colonna paolina che ricorda il prodigio avvenuto nella rada dei
giunchi dove Paolo approdo' nel 61 D.C., mentre il versetto ''...costeggiando
arrivammo a Reggio'', tratto dagli Atti degli Apostoli (28,13), anche
nelle versioni latina e greca, scorre a destra; al centro, invece,
vengono mostrati i santuari piu' celebri della Calabria. I nuovi locali,
che ospitano la redazione centrale, presso la parrocchia San Sperato
di Reggio Calabria, saranno benedetti dal presidente della CEC, mons.
Vittorio Mondello, presente anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe
Scopelliti. Rinnovato nei contenuti tecnologici e nella veste grafica,
il magazine, sempre diretto da don Giorgio Costantino, avra' cadenza
settimanale con aggiornamenti quotidiani. L'home page offre le principali
notizie della Chiesa italiana e regionale, e in solo colpo d'occhio
permette la navigazione nelle varie sezioni in cui e' organizzato
il giornale. La colonna di destra ospita le notizie delle 12 diocesi
calabresi, ognuna in una sezione dedicata, curate dalle redazioni
diocesane; i 3 seminari maggiori della regione con gli studentati
teologici e il Centro ecclesiale regionale. La colonna di sinistra
accoglie le 12 rubriche, varie nelle tipologie, e curate da esperti
nel campo. Approfondimenti sono possibili con vari links agli indirizzi
dei principali mass media cattolici e con documenti allegati. Il giornale
è raggiungibile all'indirizzo www.calabriaecclesia2000.it.
Calabria Ecclesia Magazine si avvarra' di una redazione centrale presso
la parrocchia di S. Sperato a Reggio Calabria, di quattordici redazioni
periferiche, tra cui una a Roma per seguire l'attivita' del Vaticano
e della Conferenza episcopale italiana e una a Catanzaro per i lavori
della Regione Calabria, del Centro ecclesiale regionale e della CEC,
oltre a vari collaboratori per un totale di sessanta giornalisti.
''Siamo convinti che oggi la comunicazione del Vangelo - ha detto
il presidente dei vescovi calabri mons. Mondello, orgoglioso insieme
agli altri presuli dell'iniziativa - oggi non può avvenire
senza tener conto dei nuovi linguaggi e delle nuova cultura generata
dai media, ma soprattutto, prima ancora di strumenti e tecnologie
e linguaggi, la rete e il villaggio globale hanno bisogno di autentici
testimoni, che non temano di manifestare la propria appartenenza cristiana
e la propria fede''.
Mons. Agostino presenta il volume su San Francesco di Paola”
18/05 Giovedì 19 maggio alle 19.30 a Cosenza, nella chiesa di S. Francesco di Paola, viene presentato il volume "Il viaggio incantato di San Francesco di Paola", scritto dal prof. Giuseppe N. Catrambone. L'Autore è nato a Catanzaro e, oltre essere docente presso l'Università di Genova, attualmente è il Primario della Divisione Regionale di Chirurgia Toracica dell'Ospedale San Martino di Genova. Il volume sarà presentato da Mons. Giuseppe Agostino. A distanza di 45 anni dal famoso discorso tenuto da Enrico Medi su S. Francesco, è la prima volta che un "uomo di scienza" si occupa del Paolano ed è pure la prima volta che il libro viene presentato in Calabria.
La reliquia del bastone di San Francesco di Paola arriva a Cosenza. Il programma dei festeggiamenti del Santo Patrono
15/05
Con l’arrivo stamani della reliquia di S. Francesco sono entrati
nel vivo i festeggiamenti in onore del S. Patrono, anticipati quest’anno
rispetto alla data tradizionale – ultima domenica di maggio
- a motivo della festa del Corpus Domini.
La reliquia del bastone del Santo è giunta alle ore 11 nella
Parrocchia di S. Francesco Nuovo, tenuta dai PP. Minimi, e vi ha sostato
sino alle 19 quando, accompagnata da un lunghissimo corteo motorizzato,
è ripartita alla volta della chiesa di S. Francesco, nel centro
storico di Cosenza.
È la prima volta che questo bastone, attualmente custodito
presso la Postulazione Generale dei Minimi a Roma, viene esposto alla
pubblica venerazione dei fedeli in Calabria. Il frammento ligneo,
custodito all’interno di un’antichissima teca, si trova
ricoperto da uno strato di cera che ne impedisce il deterioramento,
sulla quale sono stati apposti i sigilli ecclesiastici che ne garantiscono
l’autenticità.
I festeggiamenti, apertisi il 12 maggio e che vedono ogni sera alternarsi
le parrocchie cittadine nell’animazione della messa serale,
si concluderanno il 22 maggio, con il solenne pontificale presieduto
per la prima volta dal neo arcivescovo P. Salvatore Nunnari e con
la processione cittadina.
I festeggiamenti di quest’anno, oltre che per la reliquia del
bastone, si caratterizzeranno per due eventi culturali. Venerdì
20 maggio, alle ore 19.30, mons. Giuseppe Agostino ed il giornalista
Francesco Kostner, presenteranno il recente volume Il viaggio incantato
di San Francesco di Paola, scritto dal prof. GIUSEPPE N. CATRAMBONE,
Primario della Divisione Regionale di Chirurgia Toracica dell'Ospedale
San Martino di Genova. Alla presentazione del volume sarà presente
l’illustre docente universitario, chirurgo da oltre un trentennio,
uno dei tanti Calabresi che ha mantenuto saldi i contatti con le proprie
origini. Il 21 maggio, alle ore 21, a cura della terza Circoscrizione
cittadina, ci sarà un concerto per Quartetto d’archi.
Questo il programma dei festeggiamenti in onore di San Francesco di Paola che si tengono a Cosenza dal 12 al 22 maggio 2005
Giovedì 12 maggio
Ore 16 Apertura dei solenni festeggiamenti
Ore 16,30 Esposizione del Santissimo con Adorazione Eucaristica
Ore 17.30 Recista del Santo Rosario e Canto comunitario del Vespro
Ore 18.30 Santa Messa
Venerdì 13 maggio Inizio del Novenario
Sante messe alle ore 7.30 - 8.30 - 9.30 - 10.30 - 18.30
Ore 16,30 Esposizione del Santissimo con Adorazione Eucaristica
Ore 17.30 Recita del Santo Rosario e Canto comunitario del Vespro
Ore 18.30 Santa Messa con l’omelia di P.Cesare Silipo, Parroco
di S.Francesco d’Assisi
Sabato 14 maggio
Sante messe alle ore 8.30 - 9.30 - 18.30
Ore 16,30 Esposizione del Santissimo con Adorazione Eucaristica
Ore 17.30 Recita del Santo Rosario e Canto comunitario del Vespro
Ore 18.30 Santa Messa in rito greco con l’omelia di P.Marius
Barbat, Parroco del Ss. Salvatore
Domenica 15 maggio
Sante messe alle ore 8.30 - 10.30 – 12.00 -18.30
Ore 16,30 Esposizione del Santissimo con Adorazione Eucaristica
Ore 17.30 Recita del Santo Rosario e Canto comunitario del Vespro
Ore 18.30 Santa Messa con l’omelia di Don Germano Anastasio
Parroco di S.Maria della Sanità
Ore 19.00 Corteo motorizzato con la reliquia del bastone di San Francesco
Lunedì 16 maggio
Sante messe alle ore 8.30 - 9.30 - 18.30
Ore 16,30 Esposizione del Santissimo con Adorazione Eucaristica
Ore 17.30 Recita del Santo Rosario e Canto comunitario del Vespro
Ore 18.30 Santa Messa con omelia di Don Mario Cassano Parroco di S.
Agostino
Martedì 17 maggio
Sante messe alle ore 8.30 - 9.30 - 18.30
Ore 16,30 Esposizione del Santissimo con Adorazione Eucaristica
Ore 17.30 Recita del Santo Rosario e Canto comunitario del Vespro
Ore 18.30 Santa Messa con omelia di Don Emmanuel Doudou Parroco di
S. Lucia
Mercoledì 18 maggio
Sante messe alle ore 8.30 - 9.30 - 18.30
Ore 16,30 Esposizione del Santissimo con Adorazione Eucaristica
Ore 17.30 Recita del Santo Rosario e Canto comunitario del Vespro
Ore 18.30 Santa Messa con omelia di Padre Pietro Girono Parroco di
S. Giuseppe
Giovedì 19 maggio Giornata delle Vocazioni e inizio
del Triduo in onore a San Francesco
Sante messe alle ore 8.30 - 9.30 - 18.30
Ore 16,30 Esposizione del Santissimo con Adorazione Eucaristica
Ore 17.30 Recita del Santo Rosario e Canto comunitario del Vespro
Ore 18.30 Santa Messa celebrata dal Molto Reverendo Padre Pietro Manca,
Correttore Provinciale dei Minimi di Genova e predicatore del triduo
conclusivo. La celebrazione verrà animata dalla Parrocchia
di San Francesco Nuovo di via Popilia
Venerdì 20 maggio Giornata dell’Ordine dei Minimi
Sante messe alle ore 7.30 - 8.30 - 9.30 - 10.30 - 18.30
Ore 16,30 Esposizione del Santissimo con Adorazione Eucaristica
Ore 17.30 Recita del Santo Rosario e Canto comunitario del Vespro
Ore 18.30 Santa Messa con benedizione dei bambini e consegna del cingolo
e dello scapolare. La celebrazione verrà animata dal Terz’Ordine
dei Minimi.
Ore 19.30 Presentazione del volume “Il viaggio incantato di
San Francesco di Paola” scritto dal Prof. Dott. Giuseppe Catrambone
e dedicato alla vita del Santo. Interverrà Mons. Giuseppe Agostino.
Presenta l’evento il giornalista Francesco Kostner.
Sabato 21 maggio Giornata mariana e conclusione del triduo
e del novenario
Sante messe alle ore 8.30 - 9.30 - 18.30
Ore 16,30 Esposizione del Santissimo con Adorazione Eucaristica
Ore 17.30 Recita del Santo Rosario e Canto comunitario del Vespro
Ore 18.30 Santa Messa con Supplica alla Madonna del Miracolo, protettrice
dell’Ordine dei Minimi. La celebrazione verrà animata
dall’Apostolato della Preghiera.
Ore 21.00 Concerto d’archi
Domenica 22 maggio solennità di San Francesco di Paola
a Cosenza
Sante messe alle ore 8.00 - 9.00 - 10.30 - 12.00 -18.30 - 19.30
Ore 9.00 Santa Messa con l’omelia del Molto Reverendo Padre
Gregorio Colatorti, Correttore Provinciale dell’Ordine dei Minimi
di Paola e Rettore della Basilica di Paola.
Ore 10.30 Consegna delle chiavi della città a San Francesco
di Paola, Patrono di Cosenza, da parte del Sindaco Eva Catizone. La
concelebrazione eucaristica sarà presieduta da Mons. Salvatore
Nunnari Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano
Ore 18.00 Inizio della processione per le vie della città con
la statua del Santo secondo il seguente percorso: Via San Francesco
di Paola, Via Alarico, Piazza Matteotti, Viale Trieste, Via Vittorio
Veneto, Via Roma, Piazza Loreto, Via Caloprese, Piazza Fera, Viale
degli Alimena, Piazza Scura, Via Monte Santo, Via Piave, Corso Mazzini,
Piazza dei Bruzi, Via Sertorio Quattromani, Corso Telesio, Ponte San
Francesco, Corso Plebiscito, Ponte Europa, Via Catanzaro, Ponte Alarico,
Chiesa Santuario.
Si avvisa la citatdianzna che durante la processione non si raccolgono
offerte.
Ai fedeli che partecipano alla preghiera davanti a Gesù Sacramentato
è concessa l’indulgenza Plenaria alle solite condizioni:
Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo
l’intenzione dl Sommo Pontefice, con l’animo totalmente
distaccato dall’affetto verso qualunque peccato.
Veglia di Pentecoste con l’Arcivescovo nella Chiesa di San Carlo Borromeo
11/05 Una veglia di preghiera in preparazione alla solennità
di Pentecoste sarà celebrata nella Parrocchia di San Carlo
Borromeo in Rende sabato 14 maggio alle ore 20,00. Presiederà
Padre Salvatore Nunnari, Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano.
L’iniziativa è curata dal Servizio di Pastorale Giovanile
dell’Arcidiocesi cosentina. La solennità di Pentecoste
è la memoria liturgica dell’evento narrato nel Nuovo
Testamento, precisamente nel libro degli Atti degli apostoli al capitolo
2, dove si racconta che nella festa ebraica di Pentecoste (“cinquanta
giorni” dopo la Pasqua), gli apostoli vengono «riempiti
di Spirito Santo» e iniziano ad annunciare la “buona notizia”
(cioè l’“evangelo” dal greco, lingua del
Nuovo Testamento) di Gesù: «Mentre il giorno di Pentecoste
stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne
all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte
gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero
loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno
di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono
a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi».
Compie 18 anni la Fondazione di Natuzza Evolo, la mistica di Paravati
05/05 La Fondazione del Cuore immacolato di Maria rifugio delle Anime
di Natuzza Evolo compie 18 anni. Sabato, alle 16, e' in programma
una processione che partira' dalla sede della Fondazione per ritornarvi
per la solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal cardinale
Ignace Moussa Daoud, prefetto per le Chiese orientali. Si tratta,
e' scritto in un comunicato, ''di un' occasione di preghiera e di
festa, cui parteciperanno i soci, i cenacoli, le autorita' ed i fedeli
che proverranno da tutta Italia e dall' estero, per ricordare il diciottesimo
anniversario della costituzione della Fondazione''. Particolarmente
importante, si afferma nella nota, e' la presenza del cardinale Moussa
Daoud, in rappresentanza della Congregazione per le Chiese orientali,
che ha origine dalla Congregatio de Propaganda Fide pro negotiis ritus
orientalis eretta da papa Pio IX il 6 gennaio 1862 con la Costituzione
Apostolica Romani Pontifices. Papa Benedetto XV la rese autonoma il
primo maggio 1917, con il Motu Proprio Dei Providentis, e la denomino'
Congragatio pro Ecclesia Orientali. Papa Paolo VI, con la Costituzione
apostolica Regimini Ecclesiae Universae del 15 agosto 1967, modifico'
il nome in Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus. Il Dicastero ha
ricevuto istituzionalmente dal Pontefice il mandato di porsi in collegamento
con le Chiese orientali cattoliche per favorirne la crescita, salvaguardarne
i diritti e mantenere vivi ed integri nella Chiesa Cattolica, accanto
al patrimonio liturgico, disciplinare e spirituale della Chiesa latina,
anche quelli delle varie tradizioni cristiane orientali. La Congregazione
e' composta da un cardinale prefetto e da 27 cardinali, un arcivescovo
e 4 vescovi, designati dal Papa ad quinquennium. Membri di diritto
sono i patriarchi e gli arcivescovi maggiori delle Chiese orientali
e il presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell' unita'
dei Cristiani. L' attivita' dei cardinali membri consiste nel definire
le questioni piu' importanti, mentre i problemi di minore entita'
sono risolti dal prefetto Ignace Moussa Daoud.
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