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Cronaca
Guerra di mafia a Lamezia, lo Stato risponde

 

Guerra di mafia a Lamezia, lo Stato risponde: arrestati i presunti responsabili dell’omicidio

05/08 Il procuratore antimafia di Catanzaro, Mariano Lombardi, stamattina lo aveva promesso: ''Di fronte alla sequenza di efferati omicidi di mafia che si stanno registrando a Lamezia Terme daremo risposte concrete''. Ottimismo che era apparso inusuale per un magistrato di grande esperienza come Lombardi, solitamente molto contenuto e cauto. E' stato nel pomeriggio che si e' capito che l'ottimismo del procuratore aveva un fondamento concreto. La Squadra mobile di Catanzaro, infatti, ha fermato due giovani accusati di avere partecipato all'omicidio di Giuseppe Catanzaro, di 44 anni, assassinato ieri con tre colpi di pistola calibro 7,65 mentre era davanti ad un bar, uno dei quali sparatogli alla testa. In meno di 24 ore, dunque, si e' riusciti ad assicurare alla giustizia i responsabili di un omicidio estremamente efferato, una tipica esecuzione di stampo mafioso. Risultato che si aggiunge a quello altrettanto importante del fermo, successivamente convalidato, di Roberto Calidonna, di 21 anni, presunto responsabile di un altro degli omicidi susseguitisi negli ultimi giorni a Lamezia Terme, quello di Domenico Torchia, di 22 anni, prelevato dalla sua abitazione la sera del 29 aprile scorso, portato in una zona isolata e picchiato con pugni e calci. Gli assassini hanno poi portato Torchia sul greto di un torrente e ne hanno bruciato il corpo. In realta' l'autopsia ha rivelato che quando Torchia e' stato dato alle fiamme, era ancora vivo. Nel caso del fermo di Calidonna, fondamentale per il buon esito delle indagini e' stata la testimonianza della moglie di Torchia, che ha rivelato agli investigatori che l'ultima persona che aveva incontrato il marito era stato lo stesso Calidonna. Quale sia stato, invece, l'elemento che ha consentito oggi ad investigatori e magistrati di arrivare ai due fermi per l'assassinio di Catanzaro, per il momento non viene rivelato. Il provvedimento e' stato emesso dal sostituto procuratore distrettuale Gerardo Dominijanni e dal procuratore della Repubblica vicario Salvatore Murone. Ne' i due magistrati, ne' il dirigente della Squadra mobile di Catanzaro, Francesco Ratta', hanno inteso rivelare l'identita' dei due fermati. Cosi' come e' avvenuto per Calidonna, infatti, si attende la convalida dei fermi da parte del gip di Lamezia Terme, che prendera' la sua decisione entro 48 ore. Cio' che si sa, comunque, e' che gli elementi di prova nei confronti dei due fermati sono consistenti, ''derivanti - hanno detto Murone e Dominijanni - da un'attivita' investigativa e giudiziaria che si e' caratterizzata per tempestivita' e precisione''. Gli omicidi di Torchia e Catanzaro, secondo quanto e' emerso dalle indagini, rappresenterebbero la reazione al ferimento di Antonio Gualtieri, di 26 anni, appartenente all'omonima cosca della 'ndrangheta, un tempo gruppo ''satellite'' della piu' importante cosca dei Torcasio e che oggi avrebbe assunto un ruolo di primo piano nel contesto criminale lametino. Il gruppo Gualtieri, nel momento in cui viene ferito Antonio, capisce di avere il fiato sul collo dei gruppi rivali e decide cosi' di attuare la propria controffensiva, che si concretizza in maniera estremamente determinata. Si arriva cosi' prima all'assassinio di Domenico Torchia e poi a quello di Giuseppe Catanzaro. Ma in entrambi i casi la risposta della Squadra mobile e della Procura antimafia di Catanzaro e' altrettante immediata e concreta e si arriva cosi' prima al fermo di Calidonna e poi ai due fermi di oggi. La sfida della 'ndrangheta allo Stato, in un territorio come quello di Lamezia Terme, un tempo sottoposto al dominio incontrastato della criminalita', registra cosi' una brusca battuta di arresto.

Procuratore Le Donne “Colpire gli interessi della cosche”

05/08 "E' una situazione che sicuramente suscita allarme e preoccupazione, ma rispetto alla quale si stanno profondendo sforzi enormi sul piano investigativo e giudiziario". Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia aggiunto, Emilio Ledonne, facendo riferimento alla riesplosione della guerra di mafia a Lamezia Terme. "L'attività d'indagine - ha aggiunto Ledonne - si sta svolgendo con ritmi estremamente intensi, tenuto conto anche dell'apposita task-force voluta dal prefetto Luigi De Sena su proposta del questore di Catanzaro, Romolo Panico, e dai magistrati della Dda. Task-force la cui costituzione è stata concordata in occasione di una specifica riunione svoltasi di recente a Lamezia Terme, presente anche il procuratore della Repubblica, Raffaele Mazzotta. Il gruppo investigativo che è stato costituito ha già dato ottimi risultati con l'arresto di Roberto Calidonna, presunto responsabile dell'omicidio di Domenico Torchia, omicidio su cui si è fatta luce in termini di ore e non di giorni, grazie anche all'impegno del sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Gerardo Dominijanni, e della polizia di Stato. Il che dimostra l'efficienza dell'apparato investigativo. Purtroppo, però, nessuno può impedire un omicidio deciso in maniera così determinata da cosche in lotta tra loro per il predominio del potere mafioso". "Ciò che possiamo e dobbiamo fare - ha detto ancora il Procuratore nazionale antimafia aggiunto - è colpire le cosche nei loro interessi soprattutto di carattere economico per neutralizzarle in maniera definitiva sotto il profilo della loro operatività. Una cosca che viene debellata in maniera puntuale e precisa toccando gli interessi per cui opera non costituisce più un pericolo così grave come avviene attualmente. La lotta alla mafia richiede pazienza, investimenti di risorse e di uomini e tempi non brevissimi. Il tutto finalizzato anche a dare alla gente, che è la vittima principale dell'agire mafioso, quella fiducia che può trasformarsi, sia pure in termini minimali, in vere e proprie collaborazioni con le istituzioni".

Procuratore Lombardi: “Daremo risposte concrete”

05/08 "Stiamo lavorando tutti con la massima intensità per fare luce su questa sequenza di omicidi". Il procuratore antimafia di Catanzaro, Mariano Lombardi, parlando con le agenzie riafferma l'impegno di magistrati ed investigatori per reprimere la sequenza di ferimenti ed omicidi provocata a Lamezia Terme dallo scontro tra le cosche per il predominio nel controllo delle attività illecite. La sequenza di fatti di sangue ha avuto inizio il 20 luglio scorso, con il ferimento di Giuseppe Gualtieri, di 26 anni, presunto esponente dell'omonima cosca della 'ndrangheta. Al ferimento di Gualtieri hanno fatto seguito gli omicidi di Domenico Torchia, di 22 anni, e Giuseppe Catanzaro, di 44, uccisi, rispettivamente, il 29 luglio e ieri. Gli omicidi di Torchia e Catanzaro, che erano amici e si frequentavano stabilmente, sarebbero collegati e da ricondurre allo stesso movente che potrebbe farsi risalire, secondo quanto e' emerso dalle indagini, al ferimento di Gualtieri. Per l'uccisione di Torchia, tra l'altro, la Polizia ha arrestato un giovane, Roberto Calidonna, di 21 anni. Una situazione, quindi, in evoluzione, di fronte alla quale il procuratore Lombardi non appare affatto scoraggiato. "Daremo risposte concrete - ha detto ancora Lombardi - così come concreta è stata finora la nostra reazione. Tutta l'organizzazione dello Stato, magistratura e forze di polizia in primo luogo, lavora intensamente ed è determinata affinché vengano sgominate le organizzazioni criminali del lametino"

Sindaco Speranza “Vogliamo andare avanti positivamente”

05/08 "Siamo di fronte ad un'ennesima e feroce guerra di mafia. E' drammatico il susseguirsi di omicidi in luoghi centrali ed in orari in cui la gente affolla le strade". Lo ha detto il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, facendo riferimento alla serie di omicidi che si sta verificando in città. "Ho fiducia - ha aggiunto Speranza - che la magistratura e le forze dell'ordine, che hanno di recente cominciato ad avere un potenziamento, possano sviluppare positivamente le indagini. La comunità lametina sta facendo di tutto per andare avanti positivamente, senza subire situazioni così angosciose".

 

 

 

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