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Cronaca
Spifferi sull'indagine a Catanzaro. Polemiche.

 

Indagine Magistratura di Catanzaro, trapelano indiscrezioni e scoppia una polemica.

18/10 Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli - secondo quanto si e' appreso - avrebbe manifestato irritazione per la fuga di notizie relative ai risultati dell' ispezione da lui disposta negli uffici giudiziari di Catanzaro. Il fascicolo - viene fatto notare in ambienti di Via Arenula - e' ancora sul tavolo del Guardasigilli che lo sta valutando: non e' stato trasmesso al Csm ne' il ministro ha assunto al momento alcuna decisione. A suscitare il disappunto di Castelli e' stata il fatto che la relazione degli ispettori sarebbe arrivata al ministro il 12 ottobre scorso, lo stesso giorno in cui sul quotidiano 'Il Giornale' apparivano alcune anticipazioni delle conclusioni degli 007 di Via Arenula, in particolare le proposte di apertura di un procedimento disciplinare nei confronti di Domenico Pudia (pg presso la Corte di Appello di Catanzaro), di avvio di un trasferimento d' ufficio per incompatibilita' ambientale e funzionale nei confronti di Mariano Lombardi (procuratore capo di Catanzaro), e di un trasferimento e un provvedimento disciplinare per il procuratore aggiunto Mario Spagnuolo. Al ministero della Giustizia, infine, viene fatto notare che non e' generalmente breve l'iter per prendere in esame i risultati di un'ispezione: prima ci sara' una valutazione da parte del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del ministero, poi Castelli decidera' autonomamente se promuovere azioni disciplinari o meno.

I Magistrati protestano

18/10 I Magistrati tutti attualmente in servizio alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, in relazione agli articoli apparsi sul quotidiano ''Il Giornale'', che anticipa quelle che sarebbero le conclusioni della ispezione ministeriale avvenuta nei mesi scorsi, ''stigmatizzano le modalita' della diffusione delle notizie giornalistiche che si manifestano come un tentativo di condizionare l'attivita' dell'Ufficio''. In un documento si rileva inoltre come tutto cio' possa ''proiettare all'esterno un'immagine della Procura attraverso termini ed argomentazioni capziosamente utilizzate - sicuramente preoccupante per i cittadini, ma assolutamente lontana dalla realta'. Ufficio che, per contro, mantiene intatta la propria serenita', continuando ad operare nell'esclusivo interesse della Giustizia, con assoluta indipendenza, abnegazione, spirito di sacrificio e massima dedizione, impegnato, tra l'altro, in procedimenti penali particolarmente complessi e delicati, in un territorio, inoltre, in cui si registra la presenza di forme sempre piu' insidiose ed aggressive di criminalita', sia comune che organizzata;manifestano, altresi', sconcerto per la violazione del segreto di ufficio, avvenuta attraverso la pubblicazione di notizie ancora riservate e chiedono che il Ministro - il quale ha sempre mostrato di condannare tali situazioni - e la Procura della Repubblica di Milano -, vogliano accertare eventuali responsabilita'''.

De Magistris: “Indagini serie”

18/10 ''Il documento firmato dai magistrati della Procura della Repubblica di Catanzaro sta a significare che si e' uniti - nella difesa dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura - quando vi sono tentativi di minarne le fondamenta anche attraverso la delegittimazione di un Ufficio intero e dell'attivita' dallo stesso posta in essere''. Lo afferma, in relazione al documento diffuso dai magistrati della Procura, Luigi De Magistris, sostituto procuratore. ''Ricordo che la Procura della Repubblica di Catanzaro - dice De Magistris - ha in corso procedimenti penali molto importanti e delicati, alcuni dei quali in una fase centrale del loro iter; forse e' solo un caso che, contestualmente, sono cominciati i tentativi di colpire l'Ufficio ed, in particolare, taluni Magistrati.In un territorio con una presenza criminale diffusa ed articolata - che si manifesta con le modalita' piu' insidiose e pericolose - chi opera in prima linea, impiegando il massimo delle energie possibili, dovrebbe poter contare sull'apporto delle Istituzioni tutte. Non ha senso, altrimenti, ascoltare sempre le solite parole - che rischiano di apparire vacue e tristemente consolatorie - come ad esempio la 'ndrangheta e' l'organizzazione mafiosa piu' pericolosa in Italia, e forse al mondo, o che in Calabria vi e' l'emergenza criminalita' : se ad esse non seguano comportamenti concludenti concreti, quali, in primo luogo, quello di fornire alle strutture giudiziarie ed a quelle investigative personale e mezzi adeguati, nonche' di evitare di isolare coloro che con enormi ed inimmaginabili difficolta' cercano di dare il loro contributo per l'affermazione della Giustizia, non dimenticando mai che le delegittimazioni - soprattutto quelle piu' subdole - e lo stesso mettere, o voler mettere, nell'angolo taluni servitori dello Stato, sono risultate, talvolta, anticamera di eventi ancor piu' tragici nella storia giudiziaria italiana degli anni passati''.

Lombardi: “Mai interrogato il procuratore di Reggio”

Mai interrogati il procuratore e l' aggiunto di Reggio Calabria: replica cosi', con un comunicato, il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Mariano Lombardi, in relazione all' articolo apparso oggi su 'la Repubblica' in cui tra l' altro si parla del caso Catanzaro che domani sara' all' esame del Csm. ''Premesso - e' detto nella nota di Lombardi - che la Procura della Repubblica di Catanzaro e' competente ai sensi dell' art. 11 c.p.p. ad istruire i procedimenti penali in cui siano indagati o persone offese i magistrati dei distretti di Corte d' appello di Reggio Calabria e Potenza, si precisa che presso quest' Ufficio non esiste alcun procedimento avente ad oggetto ''...come venga amministrata la giustizia negli uffici della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. ...con quali criteri vengano assegnate o ritirate le deleghe a quei pubblici ministeri che si avventurano sullo scivoloso terreno delle inchieste sui rapporti tra 'ndrangheta e politica''. Cio' stante il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria dott. Antonino Catanese ed il Procuratore Aggiunto dott. Francesco Scuderi, non sono stati interrogati ne' dal Procuratore Aggiunto dott. Mario Spagnuolo, ne' da altro magistrato in servizio presso quest' Ufficio''. Sull' articolo di ''Repubblica'' interviene anche il sostituto Gerardo Dominijanni, il quale dice di non avere alcun ''conto aperto'' con il ''collega Spagnuolo o con altro magistrato dell' Ufficio di Procura, essendomi limitato a formulare osservazioni, attualmente al vaglio del Consiglio Superiore della Magistratura, di carattere tecnico e non personale''. ''Peraltro - aggiunge Dominijanni - non comprendo perche' si sia omesso di riferire che altro magistrato dell' Ufficio ha contestato la nomina del dott. Spagnuolo quale coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Nessun distacco che mi riguardi, infine, e' in itinere al Ministero della Giustizia, ove invece ho prestato servizio, dal 1995 al 1997, presso l' Ufficio di Gabinetto, collaborando direttamente con ben cinque Ministri (On. Biondi, On Mancuso, On. Dini, Prof. Caianiello e Prof. Flick) di aree politiche eterogenee tra loro''.

La commissione spaccata sul procuratore di Reggio Calabria

Le vicende degli uffici giudiziari calabresi spaccano il Csm. Su un filone del caso Calabria -i contrasti tra il procuratore di Reggio Antonino Catanese e l'ex pm della Dda Francesco Mollace- la Prima Commissione dell'organo di autogoverno si e' infatti divisa a meta': tre componenti hanno votato per l'apertura della procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilita' per il procuratore ed altri tre per l'archiviazione. A richiamare l'attenzione del Csm sul caso era stato il ministro della Giustizia Roberto Castelli, che dopo alcuni accertamenti del suo Ispettorato, aveva chiesto il trasferimento d'ufficio per Mollace. Secondo il ministro Mollace aveva continuato ad occuparsi di indagini di mafia, anche dopo che era scaduto il suo incarico alla Direzione distrettuale antimafia, trattenendo ''irregolarmente'' alcuni fascicoli e restituendoli solo dopo esplicite richieste del procuratore . Il tutto ''in palese dispregio dei ripetuti interventi e diffide dello stesso procuratore della Repubblica e del procuratore aggiunto''. Un'accusa che non ha evidentemente trovato riscontro negli accertamenti compiuti dalla Commissione che dopo un'istruttoria che ha comportato una serie di audizioni- tra cui quella del procuratore generale di Reggio Antonio Marletta- ha proposto per Mollace l'archiviazione. E ,almeno per meta' (con il voto dei consiglieri di sinistra), ha messo sotto accusa il comportamento del procuratore. Il caso dovrebbe arrivare all'esame del plenum tra due o tre settimane - i relatori delle due proposte alternative devono ancora depositare le motivazioni- mentre domani l'assemblea di Palazzo dei marescialli si occupera' di un alto filone delle vicende calabresi: l'organizzazione data alla procura di Catanzaro dal procuratore capo Mariano Lombardi e in particolare la nomina di del procuratore aggiunto Mario Spagnuolo a coordinatore della Dda. Anche in questo caso il plenum si trovera' sul tavolo due proposte alternative: una che boccia quella scelta del procuratore -oggetto peraltro di esposti da parte di due magistrati della Dda- e l'altra che invece si conclude con una richiesta di chiarimenti per il procuratore.

 

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