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Cronaca
Le audizioni della Commissione Antimafia

 

L’Antimafia a Reggio ha ascoltato i PM che conducono l’inchiesta. Centaro: “Un chiaro attacco alla politica pulita. Proteggere la Lo Moro”. Tante le ipotesi. Catanese: “Nessuna prova di depistaggi. I tabulati telefonici non fanno parte delle indagini, Nessun trasferimento”

25/10-(servizio a cura di Giampaolo Cataldo)- ''E' un attacco chiaro a chi regge le sorti di una regione, ma anche a chi vuole fare politica in generale, in un modo assolutamente pulito''. Questa la chiave di lettura del presidente della Commissione antimafia, Roberto Centaro, sull' omicidio del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, al termine di due giorni di audizioni nel corso dei quali sono stati ascoltati i vertici istituzionali della Calabria ed il procuratore di Reggio Calabria, Antonino Catanese, ed il sostituto della Dda, Giuseppe Creazzo, che conducono l' inchiesta. "Tra le cose più importanti emerse da queste audizioni, c'è il salto qualitativo della 'ndrangheta". Secondo Centaro, nell'organizzazione dell'omicidio ci sono due piste da seguire: "Quella del delitto concordato tra i maggiori esponenti della 'ndrangheta, se c'è stato questo consenso, allora si apre uno scenario. Se non dovesse esservi stato questo consenso, allora temo che si possa aprire uno scenario di ritorsione di coloro che avventatamente si siano spinti su questa strada senza ricevere consenso". Centaro ha riferito che altri elementi importanti sono stati riferiti stamattina dal presidente del consiglio regionale Giuseppe Bova: "Abbiamo appreso che Fortugno era un uomo di spicco e di rilievo nel progetto politico del proprio partito, la Margherita. Questi sono tutti elementi che riconducono ad un avvertimento alla politica. Altro elemento - ha proseguito Centaro - è la sanità che, come ci hanno detto in molti, è fortemente inquinata, poiché vi sono presenze inquietanti al suo interno. Devo dire che l'assessore regionale alla Sanità ha ricevuto minacce e chiederò al prefetto che venga adeguatamente tutelata. Va ricordato che l'onorevole Fortugno si occupava di sanità".

Serve un adeguata tutela per l’assessore Lo Moro

Il presidente della Commissione antimafia, Roberto Centaro, chiedera' al prefetto di Catanzaro una adeguata tutela per l'assessore alla Sanita' della Regione Calabria, Doris Lo Moro. "La 'ndrangheta - ha spiegato Centaro - ha radicati interessi nel comparto della sanita'. L'assessore Lo Moro sta operando molto bene. Ha gia' subito delle minacce e chiedero' al prefetto che sia tutelata adeguatamente". L'assessore Doris Lo Moro e' da tempo sotto tutela, da parte della polizia, dopo alcuni atti intimidatori subiti all'indomani delle elezioni regionali. A giudizio di Centaro "la 'ndrangheta e' fortemente infiltrata nel settore della sanita'. Ci sono presenze inquietanti in un comparto che racchiude grossi interessi anche in altre regioni". Centaro ha citato il recente scioglimento di un Asl campana per infiltrazioni camorristiche ed ha parlato anche di situazioni analoghe riscontrate in Sicilia. "L'onorevole Fortugno - ha detto - si occupava di sanita'. Questi sono elementi, anche se e' presto per trarre delle conclusioni. Non mi voglio avventurare su nessuna pista".

Secretata l’audizione dei magistrati antimafia

E' stata secretata l'audizione in Commissione antimafia del procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Antonino Catanese, e del sostituto procuratore della Dda, Giuseppe Creazzo, che conducono l'inchiesta sull'omicidio di Francesco Fortugno. Lo ha reso noto il presidente della Commissione, Roberto Centaro. L'audizione dei due magistrati si e' protratta per quasi tre ore.

Il procuratore Catanese: “Nessuna prova di depistaggi. I tabulati telefonici non fanno parte delle indagini, Nessun trasferimento”

In Prefettura a Reggio Calabria, il procuratore della Dda, Antonio Catanese, dopo essere stato ascoltato dalla commissione parlamentare antimafia in Calabria per acquisire elementi sull'omicidio del vice presidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, dichiara: “Sulla possibile soluzione dell'omicidio Fortugno non sono ne' pessimista, ne' ottimista: sto con i piedi per terra''.
Rispondendo ai giornalisti, Catanese ha detto di ''non essere al corrente dell'ipotesi di trasferimento del dott. Creazzo, col quale - ha aggiunto - ho parlato sino a 30 secondi fa''. Il riferimento del procuratore e' a notizie di stampa secondo le quali Creazzo, nei mesi scorsi, avrebbe chiesto il trasferimento, richiesta che sarebbe in fase di accoglimento. Parlando delle indagini, Catanese ha sostenuto che l'assassino di Fortugno ''da come si e' comportato, anche nel modo di sparare indietreggiando, ha dimostrato una certa maestria''. Per quanto riguarda poi la pistola calibro 9x19, il magistrato ha detto di essere ancora in attesa delle perizie. ''Questi omicidi, comunque - ha sostenuto - di solito si fanno con una pistola 'pulita'''. Catanese ha poi sostenuto che gli inquirenti non hanno avuto una descrizione dell'auto utilizzata dai killer per fuggire dal luogo dell'omicidio. ''Si parla - ha spiegato - addirittura di un'auto fuori commercio, una A112, il che mi lascia perplesso perche' un professionista non porta sul luogo del delitto un'auto facilmente individuabile''. ''Non abbiamo le prove inoltre - ha detto ancora Catanese - che vi siano in atto tentativi di depistaggio. Probabilmente ci saranno delle intenzioni, ma che tali depistaggi siano in atto non lo possiamo dire''. ''La situazione della Locride - ha detto Catanese parlando in generale - non e' nata a seguito dell'omicidio Fortugno. Sapete quante operazioni e quanti arresti, alcuni di altissimo livello, abbiamo fatto in questi due anni? Se si parla di delitti impuniti bisognerebbe prima parlare dei delitti che sono stati risolti e che rappresentano una percentuale maggiore rispetto a quelli rimasti senza colpevoli''.
I tabulati delle telefonate tra il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre scorso a Locri, e Giuseppe Pansera, medico, genero del boss Giuseppe Morabito detto ‘U TIRADRITTU’, ''non sono- ribadisce Catanese - agli atti dell' inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria sull' omicidio di Francesco Fortugno''. Nei tabulati risultano una decina di contatti telefonici della durata di pochi secondi avvenuti tra il 1997 ed il 1999, quando Pansera non era ancora implicato in inchieste giudiziarie. Il tabulato era allegato agli atti di un processo celebrato a Milano al termine del quale lo stesso Pansera, arrestato lo scorso anno insieme al suocero dopo quattro anni di latitanza, era stato condannato a 16 anni di reclusione.
Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Antonio Catanese, conclude e chiarisce ancora una volta l’ ambiente dove è stato “progettato” l’ omicidio Fortugno. ''Se ne sta occupando la Dda, quindi vuol dire che e' un delitto mafioso. Se e' politico-mafioso? Non si puo' parlare come di un fatto alternativo. Non nel senso che e' solo politico o solo mafioso. Parlare di delitto politico-mafioso non ha senso in questa fase''. All' audizione ha partecipato anche il titolare dell' inchiesta, Giuseppe Creazzo. ''Le piste - ha aggiunto - sono tante e le stiamo seguendo. Poi, quando sara' opportuno, quando sara' possibile sceglieremo quella da privilegiare''.

Catanese: “Nessun conflitto nella magistratura”

''Non ci sono conflitti nell' ambito della magistratura''. A dirlo e' stato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Antonino Catanese. ''Smentisco ufficialmente - ha aggiunto riferendosi a notizie di stampa relative a presunte ipotesi di trasferimento avanzate dal Csm - quelle notizie. Non c' e' una sola parola di vero in quello che e' stato scritto. L' ho detto anche all' Antimafia. Ho fatto anche due smentite, ma non sono state pubblicate''.

A Lamezia le pattuglie delle forze dell’ordine ci sono

''A Lamezia Terme non e' vero che la notte c' e' di servizio una sola pattuglia delle forze dell' ordine come denunciato alcuni giorni fa dal sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, nel corso di una riunione a Napoli della Federazione delle associazioni antiracket ed antiusura italiane''. A dirlo e' stato il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Roberto Centaro, al termine della visita in Calabria dell' organismo. ''In realta' - ha sostenuto Centaro - vi sono due volanti della polizia ed una pattuglia dei carabinieri alle quali si aggiungono quelle dell' Uigos e della polizia giudiziaria. Per una settimana al mese, inoltre, c' e' il reparto prevenzione crimine che mette altre quattro pattuglie. Le caserme dei carabinieri della zona, infine, forniscono altre 2-3 auto''.

Attacco alla politica con salto di qualità

L'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, e' un chiaro attacco e un avvertimento alla politica. ''L'omicidio Fortugno - ha dichiarato Centaro - come hanno detto tutti, rappresenta un salto qualitativo da parte della 'ndrangheta. Certamente un omicidio di questo genere deve ricevere un consenso complessivo dei maggiori esponenti della 'ndrangheta. Allora, delle due l'una: o c' e' stato questo consenso, altrimenti temo che si possa aprire uno scenario di ritorsioni nei confronti di coloro che avventatamente si sono spinti su questa strada. Il Presidente del Consiglio regionale ci ha detto che e' vero che Fortugno non aveva attivita' di gestione e quindi decisionale, ma comunque rappresentava un uomo di spicco nel progetto politico del proprio partito. Lo stesso presidente della Regione, Agazio Loiero, ci ha detto che ha dato una mano consistente, anche se negli ultimi giorni di campagna elettorale, a Fortugno. Tutti elementi che ci riconducono all'attacco alla politica''. Un altro elemento di rilievo emerso, secondo Centaro, ''e' che la Sanita' e' fortemente infiltrata e nel comparto vi sono presenze inquietanti. Fortugno e' persona che si occupava di Sanita'. Sono tutti elementi che cominciano a formare un quadro. In ogni caso e' presto per trarre conclusioni''. Per quanto riguarda l'avvertimento alla politica, a giudizio di Centaro ''il segnale e' fin troppo evidente. Propenderei - ha aggiunto - per un segnale alla politica locale, di qualsiasi colore''.

Botta e risposta tra AN e DS sulla lettura dell’omicidio

Botta e risposta fra An e Ds a margine dei lavori della commissione parlamentare antimafia, a Reggio Calabria, sull'omicidio del vice presidente del Consiglio regionale Fortugno.
Il capogruppo del partito di Fini in seno all'organismo consiliare, Luigi Bobbio, ha ribadito le sue critiche alla chiave di lettura dell'omicidio fornita ieri dai componenti della giunta regionale calabrese e dagli stessi commissari del centrosinistra in seno alla commissione. "Finora - ha detto l'esponente di An - quella dell'omicidio da interpretare come un segnale della 'ndrangheta nei confronti del governo regionale della Calabria e' soltanto una tesi, legittima, ma non suffragata da elementi concreti. Non e' assolutamente dimostrato che l'uccisione dell'on. Fortugno sia una intimidazione nei confronti della giunta". Bobbio ha indirettamente replicato alla vice presidente della commissione, Angela Napoli, esponente del suo stesso partito, che ieri aveva definito le sue affermazioni come dichiarazioni personali. "La mia - ha affermato Bobbio - e' la posizione di An che esprimo come capo gruppo del partito in seno alla commissione". L'esponente di An non ha mancato di polemizzare con il presidente della giunta calabrese che ieri sera, conversando con i giornalisti, aveva riferito una sua battuta con la quale lo stesso Bobbio si sarebbe attribuito posizioni preconcette nei confronti della amministrazione regionale. "Mi rendo conto della dimensione politica dell'onorevole Loiero. Questo puo' spiegare come mai abbia coscientemente usato una battuta pronunciata al termine di una intensa seduta della commissione per tentare una inadeguata contromossa. Non capisco per quale ragione - ha proseguito Bobbio - gli esponenti della giunta regionale possano essersi sentiti messi sotto accusa dalle mie domande. Non era questa la mia intenzione. Sono venuto con la commissione per capire cosa e' successo". All'esponente di An hanno risposto il senatore Massimo Brutti ed il deputato Giuseppe Lumia, entrambi esponenti diessini, ribadendo la loro interpretazione dell'omicidio di Francesco Fortugno. Per Brutti "si tratta indubbiamente di un messaggio indirizzato contro il nuovo corso politico inaugurato dal nuovo governo regionale in Calabria con una serie di misure finalizzate a colpire gli interessi della 'ndrangheta". Secondo Giuseppe Lumia "pur non avendo compiti di gestione diretta, l'onorevole Fortugno aveva un forte ruolo politico ed era un rappresentante del progetto interpretato dalla giunta regionale". Lumia ha ribadito il sospetto che la 'ndrangheta sta tentando di sviare le indagini con operazioni di depistaggio. "La 'ndrangheta - ha detto a questo proposito - e' nelle istruzioni e non si puo' escludere che i suoi rappresenti abbiano avuto il mandato di sporcare l'immagine di Fortugno".

L’audizione con il comitato di ordine pubblico slittato all’8 novembre

E' stata rinviata l'audizione da parte della Commissione parlamentare antimafia del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di Reggio Calabria in programma oggi in merito all'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale calabrese, Francesco Fortugno. La decisione e' stata presa per il protrarsi delle prime due audizioni della Commissione con i presidenti del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, e della Commissione regionale antimafia, Giuseppe Guerriero. Il rinvio e' stato deciso inoltre in considerazione del fatto che la Commissione parlamentare sara' di nuovo in Calabria l'8 novembre prossimo a Locri. Sara' in quella sede che la Commissione sentira' il Comitato provinciale.

Commissione antimafia non compatta nelle valutazioni

Valutazioni discordanti, in seno all'Antimafia, in merito al delitto di Francesco Fortugno dopo i due giorni di audizione in Calabria. A confermarlo è stato il deputato Giuseppe Lumia, dei Ds: "Purtroppo l'Antimafia non è stata compatta. Ho notato convergenze positive - ha dichiarato Lumia - ma ho notato alcuni esponenti della maggioranza che a nostro avviso non stanno capendo qual è la portata di questa sfida e si limitano semplicemente a svolgere una funzione che noi non riteniamo adeguata. La nostra funzione è quella di dire 'svegliati Paese, datti una strategia più adeguata perché la 'ndrangheta è una potenza che da diversi anni sta crescendo'". Per quanto riguarda il movente dell'omicidio Fortugno, secondo Lumia "va ricercato non nelle singole attività che poteva svolgere Fortugno ma nella strategia più complessiva di questa regione che con una serie di scelte e di atti mette in crisi la 'ndrangheta, la sua potenza, oserei dire il suo delirio di onnipotenza. Quindi, una 'ndragheta ricchissima che desidera penetrare in profondità nel sistema politico-istituzionale". Il componente dell'Antimafia ha giudicato sotto organico la Dda di Reggio Calabria ed ha aggiunto che "i migliori magistrati devono essere utilizzati nella lotta alla 'ndrangheta. Ma, purtroppo, i migliori non sono ancora utilizzati".

Bobbio; La pista politica possibile, ma occorre la verifica”

''Mi rendo conto della dimensione politica di Loiero. Questo puo' spiegare perche' abbia coscientemente usato una battuta fatta al termine di una seduta di Commissione allo scopo di tentare un' inadeguata contromossa''. A sostenerlo e' stato il capogruppo di An nella Commissione parlamentare antimafia, Luigi Bobbio, replicando al presidente della Regione, Agazio Loiero, che ieri sera al termine dell' audizione, aveva detto che lo stesso Bobbio gli aveva confidato di avere una posizione precostituita. ''Non capisco - ha sostenuto Bobbio - per quale ragione gli esponenti della Giunta regionale possano essersi sentiti messi sotto accusa dalle mie domande. Sono venuto qui per acquisire elementi e capire. Qualcuno nel centrosinistra e anche nella maggioranza ha equivocato lo scopo della nostra missione, che non e' di solidarieta'. La Commissione antimafia fa indagini per acquisire elementi e capire i fenomeni. La Giunta regionale sentita ieri, e questa e' la posizione di An, non ha fornito una sola indicazione sul ruolo politico della vittima. Nulla e' stato detto sull' eventuale esistenza di pur legittimi accordi preelettorali tra i partiti e dei partiti con la societa' civile. Non accetto nessuna forma di stanco rituale che si possa esaurire nella ricerca di un' unita' di facciata. Il movente politico dell' omicidio Fortugno e' possibile, ma non ci si puo' scandalizzare perche' qualcuno chiede di verificarlo''.

Presidente Bova (DS): “E’ un fatto terroristico. La ndrangheta destabilizza”

''E' un omicidio politico-mafioso per come la mafia esprime i suoi interessi. E siccome ha un alto valore simbolico e vuole destabilizzare e seminare terrore in questo senso c' e' anche una componente terroristica''. A dichiararlo e' stato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Bova, al termine dell' audizione con la Commissione parlamentare antimafia sull' omicidio del vicepresidente dell' Assemblea, Francesco Fortugno. ''Sono trascorsi nove giorni - ha aggiunto Bova - e ancora non e' stata trovata l' auto. Evidentemente i killer sono ben protetti dalle cosche. La capacita' investigativa delle 'ndrine e' molto forte e se non fosse stata una cosa da loro diretta li avrebbero gia' consegnati alle forze dell' ordine''. Bova ha quindi sottolineato che nella Locride negli ultimi mesi sono stati compiuti 24 delitti rimasti impuniti. ''Se questi non si risolvono - ha detto - significa che le cose non funzionano. In questi mesi sembrava che il pericolo numero uno fosse la banda di slavi che operava nelle villette di Bergamo e qui sembrava ordinaria amministrazione. Fortugno dice a tutti noi che purtroppo qui tutto e', tranne che ordinaria amministrazione''.

Bobbio (AN) Dubbi sulla professionalità del killer

Il senatore Luigi Bobbio, membro della commissione parlamentare antimafia in una pausa dell'audizione del procuratore capo di Reggio Calabria, Antonio Catanese, e del titolare dell'inchiesta Giuseppe Creazzo, ha manifestato "forti dubbi sulla professionalità del killer di Francesco Fortugno. Se dovessero essere confermati determinati passaggi - ha continuato -, relativi al numero dei colpi andati a segno e alla scelta del mezzo per la fuga, resterei molto perplesso". Bobbio ha continuato: "Per la mia esperienza di ex pubblico ministero, per un killer professionista quelli sparati, cioè cinque, sono troppi colpi fuori bersaglio grosso. Infatti, ce ne è uno solo al bersaglio grosso, che è stato mortale. Inoltre - ha aggiunto - è stato scelto in maniera quanto meno azzardata il mezzo per arrivare ed allontanarsi dal luogo del delitto. Se consideriamo che l'omicidio è accaduto in pieno centro cittadino, una domenica pomeriggio e su una strada statale di grande percorrenza, allora arrivare e andarsene a bordo di una macchina significa rischiare tantissimo. Un killer professionale avrebbe usato una motocicletta". Bobbio ha aggiunto che la circostanza della fuga in automobile, secondo quanto riferito dai magistrati dell'Dda reggina, è stata riscontrata dalla testimonianza oculare di tre persone che erano vicine a Fortugno nel momento del delitto.

Grillo (UDC) “Molto positiva la visita antimafia”

''Il mio giudizio sulla visita della Commissione parlamentare antimafia in Calabria e' molto positivo perche' ha consentito di approfondire la complessa situazione di emergenza che si vive in questa regione ulteriormente aggravatasi con l'omicidio di Francesco Fortugno''. Lo ha detto Massimo Grillo, capogruppo dell' Udc in Commissione antimafia, parlando con i giornalisti a Reggio Calabria. ''In uno spirito di alta collaborazione - aggiunge Grillo - e' stata valutata una strategia complessiva che testimoniera' una sinergica presenza delle istituzioni che auspichiamo possa portare interessanti risultati per contrastare le organizzazioni criminali e al contempo affermare una cultura della legalita'''. Secondo l' esponente dell' Udc, inoltre, ''e' adeguato il piano annunciato dal Ministro Pisanu che prevede, tra l'altro, l' invio di corpi speciali con funzioni investigative. Al contempo, pero', e' necessario un controllo del territorio con l' impiego delle forze militari, cosi' come gia' positivamente sperimentato per l' emergenza in Sicilia che porto' all' operazione Vespri siciliani''.

 

 

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