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Cronaca
Indagine Istat sugli stili di vita e di salute

 

Stili di vita e condizioni di salute degli italiani. Al sud più sovrappeso.

18/11-(servizio a cura di Giampaolo Cataldo)-Come ogni arriva l’ indagine condotta dall’ Istat sugli stili di vita e lo stato di salute degli italiani. Il campione comprende quasi 21.000 famiglie, per un totale di circa 54.000 individui. La ricerca parte dal 2000 ed è aggiornata all’ anno 2003.
Le abitudini alimentari più diffuse nella popolazione di 3 anni e più riguardano il consumo quotidiano di pane, pasta o riso, frutta, verdure, ortaggi, latte. Per il latte i valori più alti di consumo si riscontrano tra i bambini fino all’ età di 10 anni e negli anziani. Il latte si beve di più nell’Italia centrale (66%) e nei comuni centro e periferia delle aree metropolitane (rispettivamente 64,2% e 62,7%)..Molto diffuso risulta il consumo almeno qualche volta alla settimana di carni bovine (72,1%); carni di maiale, anche se in calo (dal 48,3% del 2001 al 45,1% del 2003); carni bianche (80,2%); pesce (57,2%).
Nella penisola Italica la dieta si caratterizza anche per i condimenti utilizzati: il 95,4% della popolazione usa l’olio d’oliva o altri grassi di origine vegetale per cuocere. Questa abitudine è più radicata nell’Italia meridionale (97,6%) e insulare (98%), mentre al Nord si trovano le regioni in cui se ne fa un minor uso: la Valle d’Aosta (88%) e il Trentino-Alto Adige (83,6%). Il 97% della popolazione usa l’olio d’oliva o altri grassi di origine vegetale per condire a crudo. Anche questa abitudine è più frequente nell’Italia meridionale (97,7%) e insulare (98,4%). Inoltre, larga parte della popolazione di 3 anni e più presta attenzione alla quantità di sale e/o al consumo di cibi salati (60,7%) e più di un quarto utilizza sale arricchito di iodio (26,9%).
Lo stile alimentare delle donne si differenzia rispetto a quello maschile per il consumo giornaliero di frutta, ortaggi e verdura. Nel complesso, le donne che consumano quotidianamente verdure, ortaggi o frutta sono l’86,5% contro l’81,9% dei maschi. Le donne, ne consumano una quantità maggiore: il 71,6% da 2 a 4 porzioni e il 5,1% almeno 5 porzioni contro rispettivamente il 69,2% e il 3,9% degli uomini. Anche il latte è consumato quotidianamente più dalle donne. Inoltre, queste prestano maggiore attenzione degli uomini al consumo di sale e/o di cibi salati (66,6% contro 55,4%). L’attenzione al consumo del sale cresce con l’età e dai 55 anni risulta almeno del 70% e per le donne di 60 anni e oltre circa dell’80%. La dieta degli uomini è caratterizzata da un consumo più diffuso di cereali (l’89,9% pane, pasta e riso almeno una volta al giorno contro l’85,6% delle donne); salumi (il 68% almeno qualche volta alla settimana contro il 57,3% delle donne); carni bianche, bovine e di maiale; e dolci . Anche il consumo settimanale di legumi è più diffuso tra gli uomini.

Acqua minerale e bevande gassate

Si sviluppa l’abitudine di consumare acqua minerale nella popolazione di 14 anni. Il consumo di acqua minerale è maggiore nell’Italia nord-occidentale dove il 93,1% della popolazione dichiara di averla bevuta almeno qualche volta nel corso dell’anno, mentre nell’Italia meridionale e insulare la quota di consumatori è molto inferiore. Il 73,2% delle persone di 14 anni e più dichiara di bere più di mezzo litro d’acqua minerale al giorno, quota che è del 77,2% fra i giovani di 25-34 anni. Inoltre, quasi la metà della popolazione di 14 anni e più beve almeno un litro e mezzo di acqua (minerale e/o non) al giorno (48,3%).Il 59,9% della popolazione di 14 anni e più dichiara di consumare bevande gassate almeno qualche volta nel corso dell’anno. Il consumo quotidiano si concentra tra i ragazzi che vanno dall’ età di 14-17anni (1-2 bicchieri il 23,5% e più di 1/2 litro l’11,3%) e soprattutto tra i maschi (1-2 bicchieri il 26,8% e 1/2 litro il 13,8%).

Le bevande alcoliche

Beve vino almeno qualche volta l’anno il 55,9% delle persone di 14 anni e più, percentuale che risulta in leggera diminuzione rispetto all’ anno 2002 (57,4%); il consumo quotidiano, riguarda quasi un terzo della popolazione (4,5% più di mezzo litro al giorno e 24,7% 1-2 bicchieri al giorno). Il consumo di vino è considerevolmente più diffuso tra gli uomini rispetto alle donne, soprattutto se si considera la quota di coloro che ne bevono quotidianamente oltre mezzo litro (8,1% contro 1,1%) o un paio di bicchieri (34,8% contro 15,3%). L’abitudine a bere vino almeno qualche volta l’anno è largamente diffusa tra uomini di 45-64 anni e tra le donne di 55-59 anni; i forti bevitori di vino, con oltre mezzo litro al giorno, sono gli uomini di 60-64 anni. Il Nord-est è la ripartizione geografica in cui si registra il maggior consumo di vino (63,1%), mentre il Meridione, e in particolare le Isole, si collocano su livelli più contenuti (rispettivamente 51,2% e 45,6%). Il 47,2% delle persone di 14 anni e più dichiara di avere consumato birra perlomeno una volta l’anno. I maggiori consumatori sono gli uomini e, in particolare, le persone tra i 20 e i 44 anni. L’abitudine a consumare quotidianamente birra riguarda solo il 5,4% della popolazione di 14 anni e più. Molto diffuso risulta il consumo occasionale di birra: riguarda circa un terzo degli uomini (35%), soprattutto nella fascia tra i 18-44 anni (oltre il 43%) e circa un quinto delle donne (18,4%), soprattutto tra 20 e 34 anni. Il consumo di birra è piuttosto omogeneo nel territorio, anche se appare un po’ più diffuso nei comuni con più di 50 mila abitanti e nelle periferie delle aree metropolitane. Dal 1993 al 2003 aumenta il consumo di alcolici fuori pasto. Tale abitudine è più diffusa tra gli uomini e in particolare tra i giovani. L’abitudine a bere alcolici fuori pasto è più diffusa nel Nord e nei comuni più piccoli. Il 71,5% di chi beve fuori pasto lo fa soltanto occasionalmente (meno di una volta alla settimana).

Sovrappeso e obesità

Nel periodo 2000-2003 la percentuale di persone “normopeso” di 18 anni e più è maggioritaria e risulta sostanzialmente stabile (53,5% nel 2000 e 54,1% nel 2003), ma il 33,6% dei maggiorenni è in sovrappeso (33,9% nel 2000) e il 9% risulta obeso (9% nel 2000).La percentuale di popolazione adulta con problemi di sovrappeso e obesità è più alta in tutto il Mezzogiorno, mentre nel Centro-nord l’eccesso di peso risulta meno diffuso. In particolare, le regioni con le percentuali più elevate di persone in condizione di soprappeso e obesità sono il Molise, la Basilicata e la Sicilia. Inoltre, sovrappeso e obesità risultano più diffusi nei piccoli comuni fino a 2 mila abitanti e da 2 a 10 mila abitanti, mentre l’incidenza del fenomeno è minore nelle grandi città. L’eccesso ponderale (sovrappeso e obesità) è una caratteristica più diffusa nella popolazione adulta con basso titolo di studio (licenza elementare o nessun titolo) e riguarda sia gli uomini che le donne in tutte le fasce di età. In particolare, il 65,2% degli uomini con basso titolo di studio risulta in eccesso ponderale e uno su due in sovrappeso (50,4%). Le differenze di genere più significative emergono rispetto alla posizione nella professione. Infatti, gli uomini occupati in sovrappeso o obesità risultano in percentuale superiore alla media in tutti i profili professionali. Tra le donne occupate l’eccesso è una condizione molto meno diffusa, soprattutto se dirigenti o impiegate, mentre nelle casalinghe l’incidenza dell’eccesso di peso è quasi il doppio.Le differenze di genere riguardano anche il diverso comportamento dei sessi rispetto al controllo del peso. La frequenza con cui i maschi adulti controllano il peso non si distingue significativamente rispetto alla condizione di eccesso o meno di peso, mentre nelle donne emerge un comportamento differenziato. Quelle in sovrappeso, si pesano meno frequentemente: lo fa almeno una volta alla settimana il 22,7% (rispetto ad una media della popolazione femminile del 26,5%), mentre non lo fa mai il 15,9% (rispetto ad una media del 13%). Tra le donne obese quelle che si pesano almeno una volta alla settimana sono il 22,5%, mentre toccano la quota del 16,8% quelle che non lo fanno mai. È da evidenziare il fatto che una percentuale rilevante di donne obese non risponde alla domanda (8,6%).


 

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