HOME, Torna alla pagina Indice
Citta' di Cosenza , Torna alla pagina Indice
Dir.resp. Pippo Gatto
Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .
Hinterland
 Rende
 Castrolibero
 Castiglione
 Servizi on Line
 Segnala i problemi 
 Famacie di Turno 
 Gare e Appalti 
 Bandi e Concorsi 
 Cinema 
 Scrivi alla Redazione 


 
 Turismo
 I Monumenti
 Mappa dell'Hinterland
 Centro Storico
 Notizie per i visitatori
 Rubriche
 Alimentazione
 Ambiente
 Attualità/Cronaca
 Consumatori
 Cronaca Rosa e Gossip
 Cultura
 Diritti del Cittadino
 Economia e Finanza
 Innovazione e Tecnologia
 Politica e Sociale
 Servizi Speciali e Dossier
 Sindacati
 Spettacoli
 Sport
 Partecipativi
 Chat
 Forum
 Scienza
 Informatica
 Innovazione
 Scienza
 Associazioni
 Salute
 Prevenzione
 Sanità e Salute
 Scuola e Giovani
 Scuola
 Musica
 Università




Previsioni: Epson Meteo


Cronaca
Caso Fortugno: soluzione vicina?

 

Possibili sviluppi nell’inchiesta Fortugno dopo l’arresto dei quattro appartenenti al clan Cordì. Avevano una calibro 9, come quella usata per il politico calabrese, bombe e bazooka

15/11-(servizio a cura di Giampaolo Cataldo)- Potrebbero rivelarsi decisivi anche per i possibili sviluppi dell' attivita' investigativa sull' omicidio di Francesco Fortugno le indagini che hanno portato all' arresto a Locri di quattro presunti affiliati alla cosca Cordi'. Uno dei due clan, l' altro e' quello dei Cataldo, da tempo contrapposti, che hanno il controllo della attivita' illecite nella cittadina ionica reggina. I quattro arrestati, considerati elementi di spicco della cosca Cordi', sono Antonio Dessi', di 23 anni, Domenico Novella (29), Bruno Piccolo (27), ed Alessio Scali (21). Gli arresti sono scattati ieri sera a Locri ad eccezione di quello di Novella, bloccato a Roma, dove si trovava per motivi che gli investigatori stanno accertando. Anche se al momento non e' emerso nulla di concreto dalle indagini che possa fare ipotizzare un collegamento diretto con l' assassinio di Fortugno, le indagini che hanno condotto ai quattro arresti s' inseriscono in un contesto in cui potrebbe trovare una collocazione, sia pure in termini ancora tutti da decifrare, anche l' assassinio del dirigente della Margherita. Il punto di relazione con l' indagine sull' omicidio di Francesco Fortugno consiste nel fatto che tra le armi di cui i quattro arrestati avrebbero avuto la disponibilita', secondo quanto risulta dall' intercettazione dei loro dialoghi in una casa di Locri in cui erano soliti incontrarsi, c' e' anche una pistola calibro nove dello stesso tipo di quella utilizzata dal killer che il 16 ottobre scorso, con estremo sangue freddo, s' introdusse a palazzo Nieddu, dove era stato allestito il seggio per le Primarie dell' Unione, e sparo' quasi a bruciapelo cinque colpi di pistola contro il vicepresidente del Consiglio regionale.
La difficolta' di fronte alla quale si trovano gli investigatori e' che nulla del presunto arsenale che sarebbe stato nella disponibilita' degli arrestati, tra cui bazooka e bombe a mano di fabbricazione jugoslava, e' stato al momento sequestrato. Il che rende impossibile effettuare quelle comparazioni balistiche che darebbero la possibilita' di verificare tutte le ipotesi investigative che si stanno facendo. Sara' adesso il magistrato che coordina le due inchieste, il sostituto procuratore distrettuale Giuseppe Creazzo, a valutare i possibili elementi di connessione tra l' indagine sull' assassinio di Fortugno e quella che ha portato agli arresti dei quattro presunti affiliati alla cosca Cordi'.
Investigatori e magistrati, incontrando i giornalisti, hanno comunque sottolineato l' importanza degli arresti fatti a Locri, a prescindere dagli sviluppi delle indagini sull' omicidio di Francesco Fortugno. I quattro arresti sarebbero serviti, in particolare, a bloccare sul nascere una possibile ripresa della faida tra i Cordi' ed i Cataldo. Nei dialoghi intercettati dagli investigatori i presunti affiliati alla cosca Cordi' avrebbero fatto riferimento alla disponibilita' di armi anche da guerra che avrebbero dovuto essere utilizzate in agguati contro esponenti del gruppo avversario. ''Gli affiliati alla cosca Cordi', tuttora viva, vitale ed operante malgrado le tante operazioni che hanno colpito questo gruppo criminale - ha dichiarato il sostituto procuratore Creazzo - stavano programmando gravissimi reati sul territorio, tra cui alcuni omicidi''. L' operazione che ha portato ai quattro arresti e' servita, comunque, a riaffermare la presenza dello Stato a Locri, in una citta' ed in un territorio cioe' che proprio con l' omicidio di Francesco Fortugno e' apparso particolarmente esposto all' influenza della 'ndrangheta.

Avevano bazooka e bombe

Avrebbero avuto la disponibilita' anche di alcuni bazooka e bombe ad alto potenziale di fabbricazione jugoslava i quattro affiliati alla cosca Cordi' di Locri arresti ieri sera dalla Polizia di Stato. I quattro arresti sono stati fatti dalla squadra mobile di Reggio Calabria. Contro Dessi' e gli altri arrestati sono eseguite ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, Adriana Costabile, su richiesta del sostituto procuratore distrettuale Giuseppe Creazzo, lo stesso magistrato che sta conducendo l'inchiesta sull'omicidio del vice presidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno. Nei provvedimenti viene contestata agli arrestati l'associazione mafiosa finalizzata al traffico di armi anche da guerra ed altri reati. Uno degli arrestati, Antonio Dessi', ha una relazione di parentela con Vincenzo Cordi', considerato il capo della cosca, che sta scontando una condanna definitiva all'ergastolo, essendo fidanzato con la figlia di una sorella del boss.

Pm Creazzo , la cosca Cordi' programmava gravissimi reati

''Gli affiliati alla cosca Cordi', tuttora viva, vitale e operante malgrado le tante operazioni che hanno colpito questo gruppo criminale, stavano programmando gravissimi reati sul territorio, tra cui alcuni omicidi''. E' quanto ha detto il sostituto procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giuseppe Creazzo, facendo riferimento ai quattro arresti fatti dalla Squadra mobile di Reggio Calabria a Locri. ''Dai discorsi tra gli arrestati che sono stati intercettati - ha aggiunto Creazzo - e' emerso un quadro allarmante, con riferimenti alla detenzione di armi pesanti e da guerra, come un bazooka e bombe a mano. Quello di oggi e' un tassello dell' inchiesta sulla faida tra le cosche Cordi' e Cataldo. Un tassello che e' frutto di un' attivita' investigativa che e' precedente, comunque, all' omicidio di Francesco Fortugno''. All' incontro con i giornalisti, insieme ai magistrati della Dda, hanno partecipato il questore di Reggio Calabria, Vincenzo Speranza; il dirigente della Squadra mobile, Salvatore Arena, ed il funzionario dello Sco, Fausto Vinci.

Pisanu, Le indagini sono ancora aperte

''Non posso dire nulla su indagini ancora aperte'', ma ''gli arresti e le perquisizioni di oggi costituiscono la conferma del fatto che le forze dell' ordine stanno profondendo il massimo impegno nelle attivita' investigative''. Lo ha dichiarato il ministro dell' Interno, Giuseppe Pisanu, interpellato ad Abu Dhabi (dove si trova da domenica in visita ufficiale) sull' operazione compiuta questa notte dalla polizia di Stato in Calabria. ''A questo impegno ed alla loro professionalita' - ha aggiunto il ministro - possiamo tutti guardare con fiducia''.

Grasso, le indagini porteranno nuovi risultati

''Incominciano ad arrivare le prime rispose ad indagini mirate sulle cosche di Locri. Il volano che abbiamo avviato non si fermera' presto e ci saranno altri risultati sul piano concreto delle inchieste''. Cosi' Piero Grasso, Procuratore nazionale antimafia, commenta gli arresti a Locri. Il capo della Dna si complimenta con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e con gli investigatori dello Sco della polizia di Stato e della squadra mobile reggina.

Jole Santelli, risposta per riportare legalita'

''Gli arresti eseguiti oggi a Locri rappresentano un passo importante e sono una testimonianza di quanto lo Stato sia sempre in prima linea per garantire la sicurezza ed il controllo del territorio in Calabria''. Jole Santelli, sottosegretario alla Giustizia, commenta cosi' gli arresti a Locri. ''Desidero congratularmi con le forze dell’ordine e la DDA di Reggio Calabria - ha detto inoltre la Santelli-, che ha coordinato brillantemente questa operazione. È una risposta importante alla sfida lanciata dalla criminalità organizzata: la risposta di un Governo che quotidianamente opera per ristabilire la legalità in questa regione'.

Cisal,bene De Sena a Reggio ma bisogna aiutare pure Vibo

Il Ministro dell' Interno “ ha fatto bene ad inviare a Reggio Calabria il vice capo della Polizia, prefetto Luigi De Sena, ma avrebbe fatto altrettanto bene se anche a Vibo Valentia avesse inviato qualcuno, magari della stessa levatura di De Sena''. A sostenerlo e' Nicola Maria Cavallaro, della Cisal, in una lettera allo stesso Ministro. Una iniziativa utile, a giudizio di Cavallaro, ''per tentare di aiutare la popolazione locale ad uscire dalla morsa dell' indifferenza in cui sono precipitati il Prefetto, la Provincia, il Comune e tutte quelle istituzioni che colpite o meno dagli strali della stessa delinquenza organizzata, non dimostrano di offrire serie e concrete garanzie di liberta' ad un territorio che e' costantemente dominato e minacciato dalla presenza della 'ndrangheta nei gangli vitali degli apparati della pubblica amministrazione''. ''La tragica uccisione di Francesco Fortugno - ha sostenuto Cavallaro - ha sconvolto non soltanto la Calabria, ma il Paese intero. Sono state le orrende modalita' di esecuzione, che hanno rappresentato una vera e propria sfida allo Stato, a fare accapponare la pelle di tutti quei calabresi che attenti a quanto accade non hanno certamente tollerato che la 'ndrangheta colpisse ancora e nel modo piu' scellerato e plateale''. ''Si e' pensato a Locri, dunque - ha aggiunto - ma ci si e' dimenticati di Vibo Valentia e dei suoi tristi primati in negativo. Vibo in questi ultimi tempi e' stata al centro di eventi che non lasciano tranquilli i cittadini. Minacce, aggressioni, segnali intimidatori e altri efferati e gravi fatti di sangue hanno posto Vibo in testa alle citta' calabresi piu' tormentate dagli effetti della ondata di delinquenza organizzata. Ne' si venga a dire che l' indagine sull' uccisione del povero Rocco Minniti, tabaccaio a Nicotera, ha rappresentato una grande operazione delle forze dello Stato quando e' risaputo che il delitto e' stato perpetrato alla presenza della consorte della vittima. E i tanti delitti impuniti? Non sono qui certamente a mettere in discussione la grande abnegazione che anima magistrati e le stesse forze dello Stato, ma e' anche giusto chiedersi che fine ha fatto la grande arringa della vice presidente della Commissione parlamentare antimafia, Angela Napoli, che ha denunciato tutto e tutti, partendo dalla testa delle istituzioni''. ''Penso - ha concluso Cavallaro - che i vibonesi abbiano tutto il diritto di chiedere un maggiore intervento dello Stato soprattutto nell' attivita' delle pubbliche amministrazioni. Ritengo, altresi', che sia giusto, signor Ministro, evitare che succeda l' irreparabile. Vibo Valentia, come dimostrano i dati in suo possesso, e' una provincia ad alto rischio. Anche qui aspettiamo il morto prima di decidere come intervenire?''.

Lumia (DS), conferma giro armi pesanti

''Questa operazione conferma che l' impegno da parte degli investigatori e' massimo, ma conferma anche che nella zona della locride ed in tutta la Calabria la tensione e' molto alta, circolano molte armi anche pesanti ed esplosivi''. A dichiararlo e' stato il capogruppo dei Ds in Commissione antimafia, Giuseppe Lumia, commentando l' operazione della polizia contro presunti affiliati al clan Cordi'. ''Bisogna mantenere - ha continuato Lumia - un livello di attenzione adeguato nelle istituzioni e fare crescere ancora di piu' la corrente positiva che sta attraversando la societa' calabrese stimolata soprattutto dalle manifestazioni dei giovani''.

Angela Napoli, segnale importante

Per Angela Napoli, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, gli arresti avvenuti nella serata di ieri a Locri , dei quattro presunti affiliati alla cosca Cordi', rappresentano ''il risultato della grande capacita' di intelligence che, ancora una volta, gli uomini della Polizia di Stato, guidati dal Questore, Vincenzo Speranza, e dal capo della Squadra mobile reggina, Salvatore Arena, hanno posto in essere nel territorio della Locride, rimbalzato aglio onori della cronaca nazionale dopo l' omicidio del Vice Presidente del Consiglio Regionale, Francesco Fortugno. Le armi trovate in possesso degli uomini arrestati evidenziano la pericolosita' della 'ndrangheta nell' esercitare il controllo ed il dominio del territorio''. Nel formulare le ''congratulazioni a tutti gli uomini della Polizia di Stato ed alla Dda di Reggio Calabria, coordinatrice delle indagini, voglio augurarmi - dice la Napoli - che questi arresti, che rappresentano un segnale importante nel contrasto alla criminalita' organizzata, siano anche utili per le indagini necessarie a scoprire mandanti ed esecutori del delitto Fortugno''.

Minniti (DS), Stato reagisce a sfida criminale

''Gli arresti di Locri, per i quali e' innanzitutto doveroso congratularsi con chi ha condotto l' operazione, rappresentano, anche per il materiale sequestrato, un risultato significativo''. Lo afferma, in una dichiarazione, Marco Minniti, responsabile Sicurezza e difesa della Direzione nazionale dei Ds. ''Sono anche il segno - prosegue Minniti - di uno Stato che puo' essere in grado di reagire colpo su colpo alla sfida criminale in Calabria. E' necessario andare avanti con determinazione giorno per giorno''.

Dorina Bianchi (DL), passo significativo. Gambale (DL),frutto maggior coordinamento. Meduri (DL), impressiona potenziale fuoco

In “casa” Margherita gli arresti avvenuti a Locri sono stati commentati con un grande plauso alle forze dell’ Ordine. ''L'operazione portata a termine a Locri e' un passo significativo e speriamo rilevante anche per far luce sul barbaro omicidio di Francesco Fortugno''. Lo dichiara l'on. Dorina Bianchi della Margherita. ''E soprattutto si tratta di un segnale importante verso quel ripristino della legalita' che i calabresi, primi tra tutti i giovani, chiedono a gran voce e con coraggio alle istituzioni''. ''E' doveroso congratularsi con le forze dell'ordine per la brillante operazione portata a termine. Ed e' necessario tenere alta la guardia affinche' a vincere questa difficile sfida con la criminalita' organizzata siano lo Stato e i cittadini''.
Sulla falsa riga si è espresso l’ onorevole Giuseppe Gambale, responsabile delle lotte alle mafie della Margherita, dichiarando: ''Congratulazioni alle forze dell'ordine per l'operazione di Locri, che e' anche il risultato di un maggiore coordinamento tra la magistratura e le forze dell'ordine''. ''Una maggiore incisivita' nell'azione delle forze dell'ordine che si deve anche all'efficace lavoro del prefetto De Sena cui chiediamo di continuare in questa direzione, perche' c'e' bisogno di riprendere in maniera forte l'attivita' di intelligence sul territorio. Ci auguriamo che l'operazione di oggi possa essere un passo in piu' per consentire, in breve tempo, di fare piena luce sull'omicidio di Francesco Fortugno ed assicurare alla giustizia gli assassini e i mandanti''.
''Complimenti alle forze dell' ordine e a tutti coloro che hanno condotto l' importante azione che ha portato agli arresti di Locri e al sequestro di vero e proprio materiale bellico. Ad impressionare infatti e' il potenziale di fuoco che e' a disposizione e in circolazione sul territorio''. A sostenerlo e' stato il deputato della Margherita, Luigi Meduri, commentando l' operazione condotta dalla polizia di Stato a Locri. ''Azioni come queste - ha aggiunto - sono le risposte necessarie affinche' lo Stato si riappropri del territorio. Non bisogna abbassare la guardia nella lotta senza respiro alla criminalita'. C' e' una forte attenzione in queste settimane che non deve scemare. C' e' bisogno di fiducia nello stato nelle istituzioni nella politica che reagisce non solo con la repressione, ma soprattutto con la formazione''.

 

Home . Cronaca . Università . Sport . Politica . Link . Cultura . Spettacoli . Calcio . Forum . Meteo .

Copyright © dal 2004 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Reg. Trib. CS n.713 del 28/01/2004
Tutti i dati e le immagini presenti sul sito sono tutelati dalla legge sul copyright
Il loro uso e' consentito soltanto previa autorizzazione scritta dell'editore

Per una migliore visualizzazione del portale si consiglia uan risoluzione di 800x600 punti