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Cronaca
Scoperta una Polizia fai da te

 

Poliza fai da te: Saya e Sindoca non parlano. I legali invocano il segreto di Stato

06/07 Due protagonisti di una classica commedia all'italiana: da una parte Riccardo Sindoca, il facoltoso lombardo che di fronte ai magistrati racconta la sua verita', illustra, spiega, consegna documenti, con lo scopo primario di sminuire l'importanza e dare legittimita' all'organizzazione alla quale aveva aderito; dall'altra Gaetano Saya, megalomane faccendiere nero, che al giudice oppone un perentorio ''non rispondo'' e ai giornalisti dichiara di trincerarsi dietro il ''segreto militare Nato'', con l'evidente intenzione di atteggiarsi a grande e misterioso spione. Il suo avvocato, in un'istanza ai magistrati, eccepisce competenza territoriale e tenta di opporre ''il segreto di stato''. Due protagonisti di una realta' a due facce, come quel DSSA che oggi rappresentano davanti al gip Elena Daloiso e ai pm della Procura di Genova Nicola Piacente e Francesca Nanni, una associazione che secondo Sindoca altro non era che ''un organismo di consulenza che si affiancava alle istituzioni e ad esse era del tutto nota'', ma anche una associazione che, come aveva spiegato nei giorni scorsi Saya, aveva tra i suoi compiti principali quello di indagare, prevenire e combattere il terrorismo islamico. La doppiezza di questa cosiddetta ''polizia parallela'' e' emersa chiaramente oggi nel corso degli interrogatori di garanzia ai quali Sindoca e Saya, i due principali imputati nell'inchiesta, entrambi agli arresti domiciliari, sono stati sottoposti. Interrogatori che, al momento, non hanno consentito di fare molta luce sulla vicenda, i cui contorni restano ancora sbiaditi e che non hanno neppure permesso ai due indagati di mutare la loro condizione. Il gip, infatti, ha respinto l'istanza di revoca degli arresti domiciliari presentata per Sindoca dall'avvocato Carlo Canal, del foro di Padova, oggi legale anche di Saya. Ora i pm incaricati dell'indagine stanno vagliando le risposte ed il materiale presentato da Riccardo Sindoca, un dossier di circa 800 pagine nel quale viene documentata l'attivita' del DSSA e la sua presunta legittimita'. Il dossier contiene anche alcune denunce che lo stesso Sindoca aveva a suo tempo presentato alla polizia per intercettazioni alle quali sarebbe stato sottoposto. Questo materiale verra' analizzato e confrontato con quello, sostanzioso, sequestrato nell'appartamento fiorentino di Saya. ''Il nostro colloquio - ha spiegato, al termine dell'interrogatorio, la gip Elena Daloiso - e' stato piuttoso vago e non e' entrato nel dettaglio delle varie situazioni. Non si e' parlato di eventuali collegamenti con il mondo della politica, non sono stati fatti nomi, non sono state fornite cifre. Sindoca ha risposto alle domande spiegando che il DSSA svolgeva una attivita' a suo parere legittima, alla luce del sole, a conoscenza delle istituzioni, alle quali si affiancava per consulenze''. Personalmente Sindoca non avrebbe mai partecipato ad attivita' sul territorio, ma si sarebbe limitato ad agire su mandato di vari organismi internazionali. ''Ha parlato ad esempio - ha spiegato la gip - dell'attivita' di sicurezza nei confronti dei giudici di pace, un compito espressamente richiesto al DSSA dal coordinatore dei giudici di Rho''. ''E' stato un interrogatorio tranquillo e sereno - ha poi commentato l'avvocato Canal - Sindoca ha spiegato, illustrato, risposto ad ogni domanda. Questa vicenda sara' presto chiarita e verra' certamente ridimensionata. D'altra parte il DSSA era un centro studi e non si sostituiva agli organi di polizia''. Decisamente piu' breve (30 minuti, rispetto alle 2 ore e mezza di Sindoca) l'interrogatorio di Riccardo Saya, il direttore e fondatore del DSSA, il quale si e' avvalso della facolta' di non rispondere. In una istanza al gip e alla Procura di Genova l'altro legale di Saya, l'avvocato fiorentino Pietro Fioravanti, oltre a sollevare un conflitto di competenza territoriale, ''ritenendo di poter invocare il 'segreto di Stato''', chiede ''che gli atti del procedimento vengano trasmessi al governo ed in particolar modo al ministro dell'Interno o a chi di competenza''. ''A me - ha detto la giudice - Saya non ha opposto alcun segreto, ma solo il rifiuto a fornire qualsiasi spiegazione. Non voleva neppure dare le sue generalita'...''. Proprio come un vero 007.

Non luogo a procedere per Sindoca

Il 21 marzo 2011 il Gip andrea Ghinetti ha disposto il provvedimento di non luogo a procedere per Riccardo Sindoca perchè il fatto non sussiste.

I legali: “Non si può parlare di struttura clandestina”

06/07 ''Le autorita' sono state avvisate e relazionate diecimila volte, con lettere raccomandate. Non si puo' certo parlare di struttura clandestina a proposito del Dssa''.Lo ha dichiarato l'avvocato Carlo Canal, che questa mattina ha accompagnato agli interrogatori di garanzia presso il gip del Tribunale di Genova Elena Daloisio prima Riccardo Sindoca e poi Gaetano Saya, entrambi suoi assistiti. ''Tutti gli enti erano al corrente del 'Dssa', gli inquirenti non hanno scoperto proprio niente, l'attivita' era fatta alla luce del sole'', ha aggiunto Canal. E, secondo l'avvocato difensore, non e' il dossier di 800 pagine consegnato questa mattina al gip quello che chiarira' la posizione di Riccardo Sindoca. ''Il dossier -spiega l'avvocato- non contiene nulla di importante per questa indagine. E' solo una documentazione sulle attivita' pregresse di Sindoca ed e' utile per inquadrare il personaggio. Ma niente di piu'''. La documentazione che scagiona il suo assistito e prova la legittimita' della struttura investigativa ora al vaglio degli inquirenti, secondo Canal ''e' gia' stata acquisita''.

Presentato da Sindoca un dossier di 800 pagine

06/07 Riccardo Sindoca, vice direttore del DSSA, ha consegnato al gip Elena Daloiso un dossier di circa 800 pagine nel quale viene documentata l' attivita' del DSSA e la sua presunta legittimita'. Lo ha fatto durante l' interrogatorio di garanzia al quale e' stato sottoposto stamani, di fronte ai due pm Nicola Piacente e Francesca Nanni, affiancato dal suo legale di fiducia avvocato Carlo Canal. Il difensore ha anche presentato istanza di revoca degli arresti domiciliari, che e' stata pero' respinta. Nel dossier, come ha spiegato al termine dell' interrogatorio la gip Daloiso, sarebbero contenute tra l' altro alcune denunce presentate in passato dallo stesso Sindoca per intercettazioni alle quali sarebbe stato sottoposto. Secondo quanto riferito dal giudice Daloiso, Sindoca avrebbe ribadito che il DSSA, nato da una costola del sindacato di polizia fondato da Gaetano Saya, svolgeva un' attivita' ''assolutamente legittima di consulenze e di affiancamento agli organi istituzionali in materia di terrorismo islamico e a quelli perfettamente nota''. Sindoca ha detto di non aver partecipato personalmente alle attivita' sul territorio ma di aver agito soprattutto su richiesta dei vari organismi internazionali. A questo proposito l' imprenditore lombardo ha ricordato il compito di garantire la sicurezza dei giudici di pace affidato al DSSA dal coordinatore dei giudici di Rho. Nel corso del lungo interrogatorio, Sindoca non ha risposto circa eventuali collegamenti con il mondo della politica, ne' ha fornito nomi e numeri circa gli appartenenti della cosidetta ''polizia parallela''. ''Si e' trattato di un colloquio - ha precisato la gip Daloiso - molto vago, che non e' entrato nel dettaglio. D'altra parte si trattava di circa due anni di intercettazioni: non avremmo potuto prendere in considerazione tutti gli aspetti''. ''Il mio assistito - ha poi aggiunto l' avvocato Canal - ha risposto a tutte le domande ed ha anche spiegato di aver agito in buona fede. D' altra parte il DSSA era un centro studi e non si sostituiva agli organi di polizia''. Secondo il legale ''tutto si chiarira' molto in fretta e la vicenda verra' ridimensionata''. Canal ha annunciato che presto presentera' per Sindoca e Saia istanza al tribunale del riesame. Per quanto riguarda l' istanza presentata in cassazione dall' avvocato Pietro Fioravanti, legale di Saia, sulla competenza territoriale della procura di Genova nell' inchiesta sul DSSA, il gip Daloiso ha spiegato di non aver ancora ricevuto alcun documento, annunciatole solo via fax, e, comunque, ha detto ''a mio parere vale il criterio della prima iscrizione del reato''.

Buontemponi con delirio d’onnipotenza

06/07 ''Sono due buontemponi affetti da delirio di onnipotenza''. Cosi'dice D.B., ''fisioterapista disoccupato'', coinvolto nell'indagine sul Dssa, definisce Gaetano Saya e Riccardo Sindoca, ritenuti i responsabili del Dipartimento studi strategici antiterrorismo. ''Ho conosciuto Saya - dice D.B. - su un intercity da Firenze a Milano. Si e' presentato come ex agente segreto ed ex appartenente alle forze dell'ordine. Avevo problemi per essere stato vittima di un caso di mobbing sanitario: quando ci si scontra con i poteri forti della sanita' si e' soli, si cercano quindi strade alternative per sentirsi coperti. E allora ho pensato di farmelo amico''. ''Non avevo preso Saya sul serio - ammette D.B., che l'11 luglio sara' sentito dai magistrati di Genova che conducono l'inchiesta - ma quando siamo arrivati alla stazione a ed attenderlo ho visto una macchina blu e una di scorta con lampeggiante, mi sono ricreduto. Abbiamo parlato, gli ho esposto il mio problema di mobbing. Lui ha detto: 'conosciamoci, che se posso ti aiuto'. Successivamente mi ha coinvolto nel progetto del Dssa e io mi sono sentito lusingato di partecipare, anche perche' ero disoccupato e depresso e questa cosa mi dava modo di uscire dalla mia malinconia causata dall'autolincenziamento''. ''L'idea del Dssa e' molto semplice'', spiega D.B. ''Saya voleva creare solo un Centro studi privo di qualsiasi funzione operativa, almeno per quanto mi risulta. Si trattava di organizzare convegni, congressi, e in uno di questi ho parlato pure io. Tutto in perfetta buona fede. E dunque vorrei capire: dove sta il reato?''. ''Ribadisco, comunque - prosegue D.B. - che sono a posto con la mia coscienza: con servizi segreti e polizie parallele non c'entro niente. In ogni caso dal Dssa sono ormai fuori, avendo riconsegnato il tesserino dell'associazione, ente di diritto pubblico, circa sei mesi fa. Mi dispiace solo che ora rischia il posto il mio amico che lavora in Vaticano'', conclude il fisioterapista, facendo riferimento al presunto tentativo di accreditamento del Dssa presso la Santa Sede.

 


Sindoca, criminalista e non imprenditore

06/07 L'avv. Carlo Canal, legale di fiducia di Riccardo Sindoca, ha voluto precisare, in relazione ad alcune notizie di stampa, che il suo assistito ''non e' un imprenditore, ma un esperto di criminalistica''. Inoltre, il legale ha aggiunto che il dossier che stamani e' stato consegnato all'autorita' giudiziaria ''non riguarda assolutamente il Dssa, ma riguarda gli impieghi pregressi di Sindoca presso altre strutture. Quindi e' un documento di dettaglio che influisce molto poco sul procedimento in corso''.

 

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