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Sindacati (archivio 1)

 

 

Castagna (UIL); "Principe vittima di un tiro al politico"

02/06 Sandro Principe continua la sua battaglia per la vita, e migliaia di compagni ed amici gli esprimiamo una affettuosa e sincera solidarietà, mentre ci si interroga sulle degenerazioni della vita politica e sociale nella nostra realtà calabrese. Ad affermarlo e' il Segretario Generale della UIL Calabrese Roberto Castagna, amico e compagno di Sandro Principe da molti lustri. " Non riesco a capacitarmi su cio' che e' avvenuto. Sono rimasto, e lo sono ancora, frastornato, ricordando che appena qualche ora prima del drammatico evento abbiamo parlato di politica bevendo un caffe' insieme all'on. Massimo D'Alema." Sandro e' stato vittima di un "tiro al politico" da parte di una persona visibilmente segnata da disturbi mentali ma e' indubbio che un atto cosi' grave si e' consumato in una realta' fortemente caratterizzata da una politica avvelenata dallo scontro personale e dalla cultura del nemico da abbattere. Da tempo la Calabria e' teatro di intimidazioni e di attentati ad amministratori locali. I dati parlano di un fenomeno allarmante ed in crescita. Da tempo, le istituzioni hanno abbandonato il metodo della concertazione e del dialogo con le forze intermedie della societa' alimentando una conflittualita' senza precedenti. Da troppo tempo, la dialettica politica e sociale si esprime con un linguaggio colorito e violento. Tutto cio' e' una vera e propria miscela esplosiva e il brodo di coltura in cui si incontrano la follia e cio' che noi definiamo il pensare normale. Nell'attentato a Sandro, vittima inconsapevole di una follia, emergono i tratti di una societa' in crisi e di una classe dirigente che,in generale, predilige la personalizzazione dello scontro perche' incapace di competere sul piano della qualita' dei progetti e delle idee. Questo male e' acuto oggi, piu' di ieri, proprio perche' nella politica e nelle istituzioni spesso manca quella cultura e quella classe dirigente che ha permesso al nostro paese di fare passi da giganti nella ricostruzione e di traguardare obiettivi di civilta' e democrazia. Oggi siamo in presenza di un declino democratico e di una deriva istituzionale dalla quale e' possibile uscire se la politica, le istituzioni e il mondo delle rappresentanze sapra' aprire un grande confronto, ai vari livelli, capace di ristabilire le regole del gioco e il rispetto delle stesse. Il caso Principe offre la possibilita' di riflettere e porre un argine al declino democratico presente nella nostra societa'. "Sono convinto che il modo migliore per dimostrare la solidarieta' e l'affetto ad un bravo compagno e un grande amministratore sta nel contribuire ad aprire una grande e straordinaria fase di dibattito all'interno dei propri organismi e, sopratutto, all'esterno al fine di realizzare un clima diverso in cui l'avversario politico o sociale sia un avversario con il quale confrontarsi nel merito dei problemi e delle proposte e non un nemico da abbattere."

Vicenda Polti, comunicato unitario dei Sindacati

01/06 "La vertenza Polti ha rischiato di trasformarsi in una questione di ordine pubblico. Solo l' alto senso di responsabilita' dei lavoratori, delle forze dell'ordine, degli automobilisti, dei rappresentanti delle istituzioni ha impedito che degenerasse". E quanto sostengono, in una nota congiunta, le segreterie unitarie Cgil, Cisl, Uil, Fiom, Fim e Uilm di Cosenza. "La esasperazione dei lavoratori - e' scritto nel documento - dopo una settimana di presidio democratico, in assenza di disponibilita' dell' azienda, nonostante le interrogazioni parlamentari, gli impegni delle delegazioni istituzionali e politiche, ha trasformato un'assemblea in un presidio temporaneo dell'autostrada. Sara' stato un puro caso, ma e' durante questo presidio che su sollecitazione del Prefetto, dell'assessorato Provinciale al Lavoro, l'impegno delle segreterie nazionali di Cgil, Cisl, Uil e Fiom, Fim e Uilm, nonché del Ministero delle attività produttive, la proprietà ha dato disponibilità per giovedì prossimo, alle 10, presso il centro per l'impiego di Vaglio Lise a sedersi ad un tavolo per aprire il confronto col sindacato. A questo tavolo il sindacato unitariamente ed i lavoratori arriveranno con una piattaforma precisa cui discutere: ritiro immediato dei licenziamenti illegittimi; riconoscimento pieno della Rsu Polti; discussione sul piano industriale; organizzazione del lavoro; verifica del rispetto della legge 626. Ovviamente il presidio dei lavoratori davanti la fabbrica proseguirà fino alla fine della trattativa. Abbiamo già scritto che alla Polti non potrà più essere come prima. Tutto lo sviluppo della vicenda ha segnato fino ad ora non solo i lavoratori impegnati ma l'intero territorio. Nel devastato tessuto industriale della Calabria, Polti di Piano Lago e' un patrimonio industriale da difendere e potenziare. I lavoratori e le organizzazioni sindacali ne sono consapevoli. Per questo con tenacia si è insistito unitariamente. Vedremo giovedì se la proprietà mostrerà altrettanto attaccamento sociale oltre che economico".

Vicenda Polti: il sostegno della Fiom nazionale

01/06 "Primo parziale successo della lotta dei lavoratori della Polti Sud. Finalmente, dopo una settimana di sciopero totale contro l'atto discriminatorio e autoritario compiuto dall'azienda che ha licenziato tre lavoratori iscritti alla Fiom, dopo che e' stata occupata stamattina l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, all'altezza di Rogliano, e' arrivata una prima convocazione per un incontro all'Ufficio provinciale del lavoro di Cosenza per giovedi' 3 giugno". E' quanto afferma la segreteria nazionale della Fiom che "esprime pieno sostegno alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della Polti Sud che difendono la propria dignita' e la liberta' sindacale". Nonostante sia beneficiaria di consistenti sostegni pubblici, ricordano i metalmeccanici della Cgil, l'azienda ha continuato a dare prova di indifferenza per i lavoratori e per ogni pratica di civile confronto. "E' necessario - aggiunge la Fiom - che i licenziamenti vengano immediatamente ritirati e che si apra una trattativa sulle insopportabili condizioni di lavoro, sui bassi salari e per rimuovere il clima di repressione che si respira nell'azienda". La mobilitazione quindi continua, conclude la Fiom, fino all'apertura di un vero confronto negoziale.

Castagna e Di Iacovo (UIL) :"Buone prospettive per il mondo del precariato"

27/05 Un accordo che apre qualche significativa prospettiva nel mondo degli LSU-LPU e del Precariato in generale. Questo il commento del Segretario Generale della Uil calabrese Roberto Castagna e del Segretario Generale della UIL cosentina Benedetto Di Iacovo, all’indomani della grande manifestazione di Catanzaro. I due dirigenti sindacali con soddisfazione affermano che la lotta paga ma altrettanto paga il confronto di merito con il Governo Regionale. Avremmo preferito raggiungere l’intesa senza ricorrere alla conflittualità, e per il futuro auspichiamo che i responsabili della politica regionale scelgano il terreno del confronto e non dello scontro, tuttavia l’intervento, anche se indiretto, del Presidente Chiaravalloti ha rappresentato, ad avviso della UIL, un primo passo verso la costruzione di un dialogo positivo tra la Presidenza e il Sindacato. Vogliamo che la Calabria, in materia di superamento del precariato, si allinei almeno alla Campania e alla Sicilia. In queste due regioni, il confronto tra le Istituzioni e Sindacato ha realizzato risultati eccellenti in termini di effettiva stabilizzazione nei Comuni, negli Enti Subregionali e nel tessuto produttivo. In Calabria c’è ancora molto da fare ma se ci sarà coerenza nell’impegno sottoscritto e se il tavolo ministeriale porterà risultati aggiuntivi, si potrà pensare ad un percorso che nell’arco di 4/5 anni questo precariato potrà, finalmente, trovare una adeguata sistemazione. Ma per la UIL l’obiettivo da realizzare dovrà andare oltre gli LSU-LPU e coinvolgere tutta l’area del precariato per, contestualmente, dare un segnale significativo alla più ampia platea dei disoccupati. In tale direzione, la messa in campo di un Piano per il lavoro e per il precariato calabrese, di concerto con il Sindacato, sarà l’impegno prioritario sul quale spendere tutte le capacità e le energie presenti sul territorio.
La UIL da tempo ha elaborato una proposta, presentata al Presidente e alla Giunta, dalla quale è possibile partire, con il contributo e gli arricchimenti delle altre OO.SS. e della stessa Presidenza, per costruire le condizioni per una risposta straordinaria alla platea dei disoccupati e degli inoccupati. Le idee, le proposte ci sono, manca un impegno forte in termini di risorse da destinare, consapevoli come siamo che è possibile pensare ad un Piano per il Lavoro se il LAVORO lo si assume come problema prioritario.
Per la UIL è scontato che una politica per il lavoro deve prefigurare la volontà del Governo Regionale di fare tagli agli sprechi, di utilizzare bene sia le risorse ordinarie, quelle derivanti dai Fondi Nazionali e Comunitari e di puntare all’impiego di parte delle risorse derivanti dall’autonomia impositiva che, oltretutto, è diventata eccessiva se pensiamo che la pressione fiscale, esercitata in questi ultimi anni, è la più alta nel paese.
Solo così è possibile dare una sterzata ad un tessuto sociale fortemente penalizzato da vecchie e nuove povertà. In tale direzione la UIL sollecita le forze istituzionali, politiche, sociali e produttive ad attivare le energie necessarie per una grande e straordinaria sfida contro la mancanza del lavoro, il rispetto dei diritti, la lotta alla criminalità, alla burocrazia pelosa, al malaffare per costruire, insieme, una Calabria migliore.

Reddito Ultima Istanza: la CISL scuote il Governo Regionale.

27/05 Il Segretario Generale della CISL Giuseppe Belcastro interviene sui risultati della sperimentazione del Reddito di Ultima Istanza che per il secondo anno consecutivo è in corso di sperimentazione in alcuni comuni italiani.
Belcastro, evidenzia come tale strumento, coofinanziato dall’intervento Stato-Regione, in parte con una quota inserita nel fondo delle politiche sociali, e in parte usando il prelievo dal 3 al 4% dalle pensioni d’oro, si propone l’ambizioso obiettivo di perseguire l’integrazione sociale e il sostegno economico di quanti vivendo delicate situazioni economico-occupazionali non sono assistiti da altre misure di integrazione al reddito.
In una Regione alle prese con il dramma umano e sociale della povertà, della disoccupazione e del precariato come la Calabria, continua Belcastro, si può intuire bene quali possono essere le potenzialità di tale misura per alleviare le situazioni di disperato bisogno e creare reali diritti di cittadinanza per come avviene nel resto dell’Europa civile e democratica.
Ma purtroppo, come spesso capita in Calabria, abbiamo un Governo regionale sordo ad ogni istanza sociale, ultima in ordine di tempo la protesta civile dei precari calabresi rappresentati dagli LSU-LPU, progetti NOC i quali sono stati costretti a paralizzare la città di Catanzaro perché il Presidente Chiaravalloti e la sua squadra di Assessori avevano altro da fare che non impegnarsi a dare un minimo di risposte a persone che non si pagano da oltre 5 mesi e non hanno garanzie alcune sul loro futuro. Visti i ritardi e le inadempienze, per il Segretario generale della CISL, era illusorio pensare che il Governo Chiaravalloti fosse in linea con l’adozione del Reddito di Ultima Istanza, tantè che oggi la Calabria non ha avanzato al Ministero competente, che reperisce i fondi purchè le Regioni attuino questo strumento, nessuna richiesta di incontro per arrivare a provvedimenti legislativi regionali, quanto detto in riferimento alle osservazioni presentate dal Sottosegretario al Ministero del Welfare Maria Grazia Sestini durante l’audizione presso la Commissione Affari Sociali. Ragion per cui, Conclude il Segretario Generale Belcastro, chiediamo a questa addormentata classe di Governo se non sia il caso di destarsi e dare un segnale allo stato di disperazione di tanti cittadini calabresi.

CGIL: "Gravi le dichiarazioni di Buttiglione sulla Calabria"

26/05 Apprendiamo dalla stampa regionale di una dichiarazione dell’Onorevole Buttiglione, Ministro per le Politiche Comunitarie, in cui si sostiene che, Egli ed il suo Governo di centro-destra, hanno addirittura lottato per far rimanere la Calabria fra le regioni Obiettivo 1. La CGIL ritiene che questa sia una dichiarazione gravissima, soprattutto per il ruolo che il Ministro Buttiglione ricopre. Egli è il Ministro per le Politiche Comunitarie è disconosce proprio l’obiettivo principale delle Politiche Comunitarie e del POR Calabria in particolare, che è appunto quello di fare uscire le regioni Obbiettivo 1, e quindi anche la Calabria, dalle condizioni di sottosviluppo. La CGIL Calabrese, oltre alla gravità della dichiarazione, evidenzia stigmatizandola la perversità del significato attribuito alle Politiche Comunitarie. Alla posizione dell’Onorevole Buttiglione sono allineate le dichiarazioni e i comportamenti del Presidente Chiaravalloti che più volte si è vantato di lavorare per fare restare la Calabria nell’Obiettivo 1. Tutto questo, mette in luce la totale assenza di volontà politica del Governo centrale e di quello Calabrese per intraprendere concrete azioni di sviluppo che, se avessero successo, porterebbero la Calabria fuori dall’Obbiettivo 1 attraverso l’aumento del reddito dei calabresi e riducendo il livello di disoccupazione. Questa linea di condotta, soprattutto del Governo regionale, ha già prodotto gravi danni ai cittadini calabresi, tra i quali la perdita della premialità per circa 160 miliardi di vecchie lire. A questi si potrebbero sommare, nell’immediato futuro, la perdita di ulteriori ed ingenti risorse per i gravissimi ritardi accumulati finora sia per la spesa sia per la progettazione integrata ( PIS, PIT, PIAR, PIF, PSU e PIA) di così grande rilevanza per lo sviluppo locale. La CGIl ritiene, invece, che occorre una grande volontà politica e capacità di governo per recuperare i ritardi accumulati nell’attuazione del POR e per realizzare la spesa attraverso nuovi progetti di qualità, capaci di attivare processi di sviluppo e di crescita occupazionale, in grado di portare la Calabria fuori dall’arretratezza e, quindi, dalle regioni dell’Obiettivo 1.

Sciopero generale dei precari calabresi del 26 , la Cisl si mobilita

24/05 In una nota diffusa dall'Ufficio stampa della CISL il Segretario Generale della UST-CISL Giuseppe Belcastro e il Presidente dei precari dell’ALAI-CISL Mauro Venulejo invitano alla mobilitazione i cittadini della nostra provincia in vista dello Sciopero Generale dei precari calabresi programmato per mercoledì 26 maggio a Catanzaro per sostenere le ragioni di chi quotidianamente si trova a fare i conti con il dramma del lavoro e per porre argine alla situazione di abbandono, di disperazione, di povertà di centinaia di migliaia di cittadini calabresi. Oggi, precisano i due dirigenti della CISL, esprimiamo profonda inquietudine per il dramma umano e sociale che si va consumando nella nostra regione nel silenzio più assoluto della classe di Governo e del Presidente Chiaravalloti il quale invece di rivolgere risposte certe e concrete ai calabresi, ai disoccupati e agli emarginati della nostra terra se la prende con i lavoratori che manifestano per denunciare una Calabria diversa da quella che lui descrive. Quando l’Eurispes, commenta il Segretario Generale Giuseppe Belcastro, fotografa una situazione in cui la Calabria diventa sempre più povera, aumenta la forbice che la separa dal resto d’Italia anche nel confronto all’interno del Mezzogiorno, dove ormai si è raggiunti il drammatico dato del 43 % di persone che vivono sotto la soglia di povertà; quando al dramma di oltre 30.000 precari (LSU-LPU, interinali, corsisti Enel di Rossano, fondo sollievo disoccupazione) si aggiungono le migliaia di lavoratori che pagano il prezzo delle crisi aziendali prodotto della cultura neo-liberista, vero vanto di questa classe di governo, intenta solo al profitto e a fregarsene della dignità dei lavoratori e dei padri di famiglia, quando si decide di spostare opifici industriali dalla calabria verso quei paesi in cui è più basso il costo del lavoro come nel caso della Marlane di Praia a Mare, allora vuol dire che la società intera si avvia sull’orlo del baratro, in uno stato di grave afflizione, senza una prospettiva di sviluppo che faccia intravedere all’orizzonte una speranza. Da parte sua il Presidente dell’ALAI-CISL Venulejo, evidenzia la drammatica realtà che si trovano a vivere i lavoratori precari della nostra regione i quali vivono con sussidi da fame, non erogati da mesi come nel caso degli LSU, dove inoltre la recente legge regionale di stabilizzazione, conquistata con la mobilitazione dei lavoratori, è stata di fatto svuotata di contenuto per mancanza di copertura finanziariaria. Per queste ragioni, continua Venulejo, saremo mercoledì 26 p.v. a Catanzaro per opporci alla politica di questa Giunta regionale che sta creando solo precariato e per chiedere la stabilizzazione entro il 2007 di tutto il bacino LSU-LPU riservando il 30 % in tutte le operazioni di avviamento al lavoro, per rivendicare l’apertura di una trattativa con il Governo Nazionale, per affrontare e finanziare un piano di inserimento dei precari dei piccoli comuni, di garantire a tutti i precari calabresi l’orientamento, la formazione, selezioni trasparenti per gli accessi e politiche attive per il lavoro. Per tutto questo, conclude Venulejo, invitiamo i precari e i cittadini calabresi a manifestare con noi nello Sciopero Generale di Catanzaro.

Covello (CGIL): Dalla Regione, per i lavoratori, solo promesse e speculazioni elettorali

22/05 Dopo gli scioperi generali del 2 Marzo scorso a Cosenza e del 28 Aprile a Catanzaro il 26 Maggio con lo sciopero generale di tutti i lavoratori precari della Calabria, prosegue la lotta per il lavoro ora. La fallimentare azione della Giunta regionale, si nutre quotidianamente di speculazioni, promesse, impegni non mantenuti, tagli di nastri e di fiere, mentre crescono povertà e disagio sociale. Sono migliaia i lavoratori precari nella nostra regione; migliaia quelli sottopagati, a nero, privi di qualsiasi contratto e tutela. In questi giorni ad essi si prospettano soluzioni, nuove opportunità, con l’esclusiva logica della strumentalizzazione elettoralistica. Si inserisce in questa logica la fretta con la quale è stato pubblicato il bando per la formazione finalizzata all’occupazione nel settore idraulico-forestale, senza rispettare le tante osservazioni sollevate dalle OO.SS. a partire dall’assurdità del “colloquio motivazionale” come criterio di selezione. Alle migliaia di persone che hanno fatto domanda, ai tanti giovani che sono stati impegnati nei progetti NOC nell’ambiente, come CGIL offrendo rappresentanza, chiediamo di partecipare alla manifestazione per costringere la Giunta Regionale e l’assessore Gallo a riportare all’indirizzo originario tutta la questione, ripartendo dai criteri e dalle modalità, per ottenere il reale superamento del blocco della 442 ed il ripristino del turn-over, dentro un quadro cogente di riequilibrio territoriale. Cosi come ai tanti lavoratori LSU LPU non sono bastevoli solo le promesse della stabilizzazione. A tutt’oggi non si pagano i sussidi da Novembre 2003; non si è fatta nessuna stabilizzazione; il bilancio regionale prevede la copertura dei sussidi solo fino al 30 Giugno. Addirittura la legge regionale, conquistata dalla mobilitazione dei lavoratori è stata svuotata dall’assenza totale di finanziamenti per tutto il 2004 e soprattutto per l’attivazione di scelte che non rispettano la effettiva riserva del 30% in tutte le operazioni di avviamento al lavoro. Da Cosenza saranno migliaia i lavoratori e le lavoratrici precarie che il 26 parteciperanno alla manifestazione. Saranno presenti per rivendicare un fondo regionale per l’occupazione a cui destinare tutte le risorse disponibili. L’apertura di un confronto- trattativa col Governo Nazionale per predisporre e finanziare un piano di inserimento dei precari nei piccoli Comuni. Ma la Calabria è terra non solo di precari ma, purtroppo di disoccupati e di inoccupati, verso essi serve immediatamente una politica di servizi, di promozione, di inclusione sociale. La messa a regime dei servizi pubblici all’impiego, non è più rinviabile, per garantire l’orientamento, la formazione, selezioni trasparenti per gli accessi, per le politiche attive del lavoro. Come si vede la piattaforma su cui scioperiamo il 26 punta a costruire una chiara proposta di merito su cui la Giunta Regionale non potrà esimersi di confrontarsi. Vedremo se il sindacato come sostiene Chiaravalloti non è un interlocutore attendibile.

CGIL CISL E UIL: Il pubblico impiego calabrese partecipa compatto alla manifestazione di Roma del 21

20/05 Il pubblico impiego calabrese partecipa alla manifestazione di Roma per fare sentire anche dalla Calabria la voce della protesta per il mancato rinnovo economico del Contratto Nazionale dei Comparti :Sanità – Regioni e Autonomie Locali Ministeri – Enti Pubblici non economici – Monopoli – Agenzie Fiscali.
I dipendenti pubblici calabresi oltre ad aderire alla giornata di sciopero garantiranno la presenza di una folta delegazione alla Manifestazione nazionale di CGIL CISL UIL che si svolgerà a Piazza s. Giovanni in Roma nella stessa giornata. Siamo all’ottavo Sciopero Generale del settore pubblico nell’arco degli ultimi due anni, basterebbe solo questo per commentare l’indifferenza del governo e allo stesso tempo l’attacco che viene condotto per depotenziare il contratto nazionale. La mobilitazione in atto è oltremodo necessaria proprio rispetto al diritto per il rinnovo contrattuale dei Lavoratori Pubblici ed alla contemporanea difesa del lavoro pubblico. La difesa del salario diventa, nell’attuale contesto, una adeguata politica per la tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni e il riconoscimento della professionalità dei lavoratori. Esprimiamo la nostra contrarietà alle politiche di devoluzione contrattuale che unitamente alle privatizzazioni, alle precarizzazioni ed alle esternalizzazioni hanno come obiettivo il depotenziamento dei servizi pubblici e quindi l’affievolirsi dei diritti di cittadinanza. Invece vogliamo che sia affermata la piena valorizzazione del lavoro pubblico in grado di garantire la promozione e la qualificazione dei servizi erogati dalle strutture pubbliche. Lo sciopero e la manifestazione del 21 Maggio 2004 rappresentano una ulteriore tappa in difesa del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, a garanzia della previdenza pubblica con il contestuale avvio di quella complementare e comunque la conferma di un impegno ad un’azione essenziale in difesa del lavoro pubblico per la difesa dei diritti di tutti.

Sciopero del Pubblico Impiego a Roma il 21. Pullman da Cosenza il 20 alle 20.30

19/05 ella giornata di oggi si è riunito il direttivo Provinciale della CISL – FPS di Cosenza per discutere della situazione politica Regionale e Nazionale, del rinnovo dei contratti di comparto, nonché dello sciopero generale in programma a Roma, del Pubblico Impiego - Scuola – Università e Ricerca. All’incontro hanno preso parte: Mimmo Cubello, Segretario Regionale CISL – FPS Calabria, Paolo Tramonti, Segretario UST – CISL Cosenza, Ugo De Rose Segretario Generale CISL FPS Cosenza, Pietro Aceti componente segreteria Regionale CISL FPS Cosenza, i componenti las Segreteria Territoriale Sammarco, Giampa’, Grillo Carrera, Faccione. Ha relazionato Adriana Carrera, Segretaria Territoriale CISL FPS, che nel corpo del suo intervento ha affermato:” in un momento così denso di eventi, legati anche alla costruzione dell’Europa allargata, in cui il nostro Paese vive una stagnazione economica e si connota per la scarsa competitività delle nostre esportazioni e, in generale del nostro sistema produttivo, per la nostra Regione – fanalino di coda, qualunque sia il dato preso a riferimento, sia che si tratti di capacità impositiva sia che si parli di Fondi Europei, ci si interroga: quale futuro con un siffatto Governo Regionale”! Carrera ha aggiunto: “sciopero contro chi con spirito interessato, continua a minimizzare il valore del servizio pubblico e nell’ignorare il ruolo fondamentale cui la P.A. in generale, per lo tesso fatto di esistere, adempie, garantendo la tutela dell’interesse generale della collettività contro le spinte egoistiche presenti nella società”. Ugo De Rose, nel rimarcare l’importanza della giornata di mobilità del 21 maggio prossimo, ha invitato tutti a partecipare alla manifestazione di Roma (diversi pullman sono stati messi a disposizione della CISL FPS di Cosenza che partiranno da Via Caloprese alle ore 23.30 del 20 maggio). La Segreteria Territoriale ha ricordato che “i dati ci dicono che i dipendenti pubblici appartengono alla fascia dei redditi medio bassi i cui tre quarti dello stipendio sono destinati ai consumi di base: affitto, spese alimentari, spese per i figli. Dimostrato che per la nostra categoria, intendendo con ciò la categoria di consumatori, i prezzi sono aumentati ben oltre l’inflazione, vi è un’erosione del potere d’acquisto degli stipendi, tanto che, è la Banca d’Italia a dirlo, si registra uno scivolamento della classe media verso la soglia di povertà”. I lavori del Direttivo sono stati conclusi da Mimmo Cubello e Paolo Tramonti.

Ex D.N.E.: firmato l’accordo per la ripresa dell'attività produttiva.

18/05 E’ stato siglato ieri (17 Maggio 2004) l’accordo tra le Organizzazioni Sindacali Territoriali CGIL, CISL e UIL, la RSU, la curatela fallimentare D.N.E. ed il Rappresentante della Società subentrante l’accordo per il riassorbimento del personale ex-D.N.E. L’intesa, sottoscritta presso la Direzione Provinciale del Lavoro di Cosenza, prevede la cessione in fitto alla Digital Network Engineering S.R.L. della D.N.E. S.p.A. (in fallimento) con l’obiettivo primario di riavviare, sia pure gradualmente, la produzione presso lo Stabilimento Industriale di Piano Lago. In tal senso verranno riprese al lavoro parte delle maestranze a partire dalla data di avvio delle attività, prevista per il prossimo 24 Maggio. Infatti, in base a quanto citato nell’accordo, viene fissato il termine massimo di tre mesi per il riassorbimento di almeno 16 lavoratori del fallimento D.N.E., nella prospettiva della piena ricollocazione produttiva di tutto il personale, che dovrà avvenire entro il termine del godimento degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione guadagni straordinaria e mobilità). A questo importante risultato – affermano Paolo Tramonti della CISL, Vladimiro Sacco della CGIL e Antonio Lento della UIL – è stato possibile pervenire grazie all’incessante opera svolta dal Sindacato e dai lavoratori che, anche nei momenti più critici della vertenza, non hanno mai smesso di credere in una soluzione positiva, e che si è potuta realizzare – secondo i Rappresentanti Sindacali – per il notevole patrimonio strumentale e tecnologico presente nella ex-DN.E., ma anche e soprattutto per le elevate ed indiscusse capacità ed il livello professionale maturato negli anni da tutto il personale dipendente. A questo punto – secondo CGIL, CISL e UIL – il piano industriale predisposto dovrà garantire il pieno rilancio dell’opificio di Piano Lago proiettando la nuova Società in modo autonomo ed autosufficiente sul mercato, anche nell’ottica più complessiva della realizzazione di condizioni di contesto più favorevoli, che possano permettere alla nostra Regione di recuperare i ritardi accumulati, anche in questo campo, rispetto al resto del Paese. A tal fine le Organizzazioni Sindacali rinnovano l’appello alla Giunta Regionale affinché metta in atto politiche specifiche a sostegno del settore informatico-telematico in grado di supportare e rafforzare non solo le realtà produttive esistenti, ma anche di stimolare una nuova domanda di lavoro, sicuramente di eccellenza, destinata ad incrociarsi con l’offerta già presente sul mercato, costituita, come si sa, dal capitale umano e professionale acquisito dalle migliaia di giovani, diplomati e laureati, che vivono nella nostra Regione.

Congresso Fiom a Cosenza "Dalla fase degli investimenti a Sud alla fase di fare sistema a sud"

18/05 Dalla fase "d'investimenti al sud" alla fase di "fare sistema al sud", questa è la discussione avviata al congresso della Fiom-Cgil di Cosenza. Un modo diverso d'investire risorse da parte del governo e della comunità Europea nel mezzogiorno, per creare nuova e duratura occupazione. Il Mezzogiorno è oggi un'area molto differenziata al suo interno. Accanto a contesti sviluppati convivono infatti territori ancora arretrati. Aree distrettuali confinano con attività agricole tradizionali; centri eccellenti di ricerca scientifica sono immersi in ambienti socio-economici ancora alle prese con fenomeni di ritardo strutturale; industrie sulla frontiera tecnologica ed organizzativa si affiancano ad imprese residuali e marginali.
E' ormai definitivamente scomparso il Mezzogiorno unitario e indifferenziato dei decenni passati. Le politiche industriali del passato hanno mostrato tutto il loro fallimento. Non sono state in grado di avviare ed alimentare un processo di industrializzazione sostenibile, tanto meno di dotare il Sud di sistemi imprenditoriali dinamici e aperti alla concorrenza internazionale. I grandi gruppi industriali pubblici e privati hanno lasciato spesso disastri ambientali e umani, pur avendo utilizzato a piene mani finanziamenti statali. Molte imprese esterne sono arrivate nel Mezzogiorno soltanto per accaparrare risorse finanziarie pubbliche. Né le politiche del passato sono state capaci di incentivare la nascita di distretti industriali basati su piccole e medie imprese interconnesse. La politica degli incentivi ha tutt'al più favorito l'insediamento di attività produttive puntiformi, scollegate le une dalle altre, senza capacità di fare massa critica, di organizzarsi in reti e filiere di produzione. La politica industriale per aree ancora in ritardo di sviluppo come il Mezzogiorno non può essere una semplice politica settoriale. Non basta, in altri termini, finanziare singole industrie, oppure incentivare la realizzazione di infrastrutture dedicate come aree per la localizzazione di nuovi stabilimenti produttivi. L' attrattiva del Mezzogiorno non dipende più soltanto dal livello di agevolazioni finanziarie pubbliche concesse alle imprese. Così come, la nascita e il rafforzamento di un tessuto vitale di imprese locali non dipende solo dalla quantità di incentivi monetari che vengono erogati. La "nuova" industria è alla ricerca di altri fattori di attrazione. Conta la riduzione del costo del capitale per gli investimenti, ma conta altrettanto il contesto ambientale, la certezza dei diritti di proprietà, la sicurezza sociale, la qualità delle risorse umane, la stabilità istituzionale, l'efficienza e l'efficacia delle strutture amministrative e burocratiche. La nuova politica industriale oggi è dunque soprattutto politica della competitività territoriale. Le nuove industrie sono sempre più alla ricerca di contesti favorevoli al loro sviluppo e sempre meno attratti dalla semplice monetizzazione degli svantaggi ambientali tipica della vecchia politica di incentivazione. E' opportuno dunque spostare l'asse strategico della nuova politica industriale dalle singole imprese ai sistemi imprenditoriali, dalla singola fabbrica al contesto di insediamento. Infatti, soltanto rimuovendo i vincoli e le strozzature strutturali del contesto è possibile innescare processi di sviluppo virtuosi e cumulativi. Maggiore attenzione alle politiche pubbliche per il territorio dovrà significare anche una maggiore attenzione per il tipo di industria meridionale. E' necessario cioè che le nuove industrie siano compatibili con il rispetto e la valorizzazione delle risorse locali, a partire da quelle dei lavoratori, e con la sostenibilità ambientale. Il futuro industriale del Mezzogiorno sarà sempre dipendente dalla capacità di radicamento territoriale delle imprese e, allo stesso tempo, dalla capacità delle istituzioni e delle comunità locali di costruire ambienti attrattivi per le imprese.

I sindacati chiedono la nomina del nuovo Presidente della Camera di Commercio di Cosenza

17/05 Comunicato congiunto della triplice sidnafcale di Cosenza e Castrovillari sulla nomina del nuovo presidente della Camera di Commercio di Cosenza. "Cosa si aspetta a nominare il nuovo Presidente della Camera di commercio di Cosenza? Siamo forse dinanzi ad una manovra dilatoria ed elettoralistica? Gli interrogativi sono posti dai segretari generali di CGIL, Massimo Covello, e, per il comprensorio di Castrovillari, Tonino Granata, CISL, Giuseppe Belcastro, e UIL, Benedetto Di Iacovo. “Il presidente della Giunta regionale, con nota n. 111 del 9 gennaio scorso ha inviato ai soggetti interessati, associazioni, sindacati, consumatori, ecc., la richiesta per la designazione dei propri rappresentanti in seno al nuovo Consiglio di Amministrazione dell’ente camerale. A tutt’oggi, cioè a cinque mesi della scadenza del mandato del 31 dicembre 2003, il nuovo Consiglio di Amministrazione non si è riunito per eleggere il presidente e per assegnare gli altri incarichi. Non vorremmo – aggiungono i quattro dirigenti sindacali – che manovre di sapore elettoralistico fossero alla base del rinvio ingiustificato e ingiustificabile. Il 30 giugno scadono i termini entro i quali deve essere dato all’ente camerale il suo assetto istituzionale. Se passerà tale data senza che non si sia ottemperato all’obbligo perentorio, la Camera di commercio verrà commissariata con gravi ripercussioni sul panorama economico provinciale. Ma a chi giova una simile manovra, se di manovra si tratta? E perché si aspetta ancora per indire la riunione di insediamento del nuovo organismo? Dobbiamo forse rimpiangere il centralismo e invocare un atto di imperio da parte dei Ministeri competenti, a cominciare dal ministro per le Attività produttive, che sarebbe tuttora indeciso circa l’ammissione del ricorso di un’associazione minore”?

Per Di Iacovo (UIL), la Regione continua con la politica delle illusioni

13/05 "Continua la Politica delle illusioni occupazionali da parte della Regione Calabria". Questo è quanto afferma il segretario generale provinciale della Uil di Cosenza Benedetto Di Iacovo in una riunione tenuta nella sede sindacale di Trebisacce. "Fare ordine - ha poi aggiunto Di Iacovo - e dare trasparenza alle dinamiche che presiedono al reclutamento del personale da adibire al settore della Forestazione in Calabria è giusto e necessario e per questo hanno fatto bene i segretario generali regionali di Cgil, Cisl e Uil e della Flai - Fai e Uila a sottoscrivere questo accordo, ma di questa Regione non ci fidiamo e avvertiamo i disoccupati a non cadere nel tranello delle illusioni occupazionali di tipo elettoralistico. Nessuno pensi, comunque, ad assunzioni immediate. Si tratta solo di traguardare il 2007 quando si tratterà di fare fronte alle fuoriuscite di personale forestale, per il successivo ripristino del turn-over, una volta che saranno andati in pensione, quanti raggiungeranno, mano a mano, i limiti di età. Solo a quel punto - ha concluso Di Iacovo - ci potranno essere nuove assunzioni, per mantenere il 'tetto' stabilito di un massimo di 10.000 forestali in tutta la nostra regione. Quindi, nessuno si illuda che 'domani' avrà il lavoro, anche se in una regionale normale, questo l'auspicio del sindacato, sarebbe un traguardo necessario".

Crisi di Regione e Provincia, Belcastro (CISL) scrive al Presidente della Repubblica Ciampi

10/05 In una lettera inviata al Presidente dell Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il Segretario Generale della CISL provinciale denuncia il grave stato di crisi della Provincia e della Regione. Questo il testo inviato: "Signor Presidente,
l’autorevole “Corriere della Sera” pubblica oggi un servizio, che per noi calabresi, rappresenta una denuncia contro lo spreco assistenziale e che dovrebbe indurre i nostri governanti, nazionali, regionali e locali a invertire la rotta, abbandonando la politica delle clientele per abbracciare quella dello sviluppo, anche attraverso la concertazione, che Ella giustamente sostiene, mentre il governatore della Calabria si ostina a negarsi al confronto coi sindacati.
Nell’intento di indurre gli amministratori regionali e locali i sindacati confederali hanno promosso uno sciopero generale della provincia di Cosenza il 2 marzo scorso e uno sciopero generale regionale il 28 aprile scorso allo scopo di costringere i nostri governanti ad un’attenta riflessione sulla drammatica situazione della nostra regione. Pensi: il 43 per cento della popolazione calabrese vive al si sotto della soglia della povertà. I poveri in Calabria sono oltre 800 mila, quasi 300 mila famiglie vivono (vivono?) al di sotto del minimo vitale. La disoccupazione giovanile, in particolare intellettuale, tocca cifre inverosimili: siamo al di sopra del 50 per cento!
La nostra denuncia, come in passato, non ha purtroppo indotto i nostri governanti al pur minimo confronto coi sindacati: il governatore, del resto, anche dopo lo sciopero generale del 28 aprile, ha dichiarato:”Coi sindacati non parlo”! Eppure, Signor Presidente, i lavoratori non chiedono solo assistenza, ma propongono di porre mano seriamente ai programmi più volte sbandierati dagli amministratori, abbandonando gli interventi estemporanei che creano soltanto nuove forme di precariato. Il Sindacato non ha solo protestato, ma ha pure e soprattutto “proposto” per porre fine allo stato di sofferenza di un’intera regione. Ha infatti rivendicato la stabilizzazione del bacino dei lavoratori LSU-LPU, concentrando la spesa, europea e ordinaria, cambiando il bilancio regionale e investendo il Governo centrale per ottenere strumenti normativi e finanziamenti adeguati non a pioggia o occasionali. Va adeguato l’insufficiente sistema di politiche del lavoro attraverso i centri per l’impiego e la formazione finalizzata a percorsi di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro nell’integrazione fra università, scuola e formazione professionale. Inoltre, il Sindacato ha chiesto l’attuazione di un credibile disegno di politiche industriali collegate alle risorse locali e al turismo. Acqua, energia, rifiuti costituiscono questioni centrali, così come il piano delle infrastrutture, mentre carente è il welfare. Recuperare Agenda 2000 e il POR Calabria, rendere operativi i PIT, assicurando centralità alla concertazione, attuare il ciclo integrato delle acque, delle infrastrutture, nella legalità e nella sicurezza. Queste le richieste del Sindacato, con il quale il governatore non vuole dialogare. Eppure, noi chiediamo che la Calabria esca una buona volta per sempre dal suo secolare isolamento non soltanto geografico perché deve utilizzare le sue potenzialità. La protesta elevata civilmente dai lavoratori non merita l’indifferenza delle istituzioni! Signor Presidente, noi invochiamo che nella legalità e nella sicurezza i buoni amministratori possano operare per il bene comune e sollecitiamo perciò dal Governo centrale un’attenzione che non si limiti, come spesso è accaduto, a promesse parolaie. Devono finire gli attentati agli amministratori onesti e perciò invochiamo la presenza dello Stato sul territorio, che nulla abbia a che fare con la repressione dei governi post-risorgimentali: lo Stato deve essere presente per stimolare lo sviluppo, più che per reprimere la protesta. Dal suo alto Magistero, Signor Presidente, dalla Calabria nella morsa della disoccupazione e del sottosviluppo, invochiamo un severo monito ai nostri governanti affinché cessino l’era delle vane promesse e le odiose operazioni gattopardesche di quanti dalla politica intendono trarre benefici personali anzicchè programmi e interventi volti al riscatto della nostra terra.Con fiducia e stima ,Giuseppe Belcastro"

Sottoscritto l'accordo decentrato per i dipendenti della Provincia

10/05 Nei tempi e nei modi previsti il 29 aprile u.s. è stato sottoscritto l’accordo decentrato per l’anno 2004 a favore dei dipendenti della Provincia. Anche per questa tornata integrativa è stata prevista la possibilità di miglioramento economico delle buste paga di tutti i dipendenti dell’Ente, con la applicazione di una nuova e superiore progressione economica nella categoria di appartenenza. Inoltre,e sempre dal 1 gennaio 2004, si è dato corso al pieno regime dell’indennità di comparto prevista per il riallineamento del contratto del comparto Enti Locali a quelli del resto della P.A. Con lo stesso accordo decentrato, in via transitoria , e fino alla sottoscrizione del contratto decentrato della Provincia 2002/2005, è stato attivato anche l’istituto delle alte professionalità così come è stata riconfermato l’istituto delle posizioni organizzative. Inutile sottolineare che i provvedimenti enunciati sono aspetti economici che saranno percepiti per tutta la vita lavorativa, con riflessi positivi su quella pensionistica, e che hanno generato particolare entusiasmo fra i dipendenti stante la possibilità di una applicazione con valutazione meritocratica che non mortificherà alcuno. La RSU dell’Ente, per voce del Coordinatore Salvatore Perri della CISL-FPS, ha espresso soddisfazione anche per il corretto comportamento dell’Ente, che ha saputo cogliere le novità della proposta sindacale in termine di aumento del fondo della contrattazione decentrata, che è stato impinguato da economie sullo straordinario e da nuovi finanziamenti conseguenti all’attivazione di nuovi servizi nell’Ente. Infine, nella stessa giornata è stato sottoscritto dalla RSA-CISL e dalle sigle territoriali CGIL-CISL e UIL il contratto decentrato del comparto della Dirigenza per l’anno 2004 che prevede un sistema di pesatura delle indennità soddisfacente e rapportata ai diversi gradi di responsabilità che tali dipendenti assumono nella gestione dei settori. Occorre ricordare che, anche questi accordi decentrati, sono frutto del più che buono livello di relazioni sindacali raggiunto alla Provincia di Cosenza negli ultimi anni, e che tutto il sindacato ritiene patrimonio da conservare e tutelare anche nel prossimo scenario legislativo. Infatti, da subito, si preannuncia l’impegno delle parti trattanti sulla necessaria rivisitazione della parte normativa del contratto decentrato (CCDI 2002/05) e sui riflessi che questo avrà sulla organizzazione dei servizi o viceversa, per i quali la RSU dell’Ente ritiene indispensabile il confronto con la nuova amministrazione.

Seminario di formazione sindacale all’università.

10/05 La Segreteria Provinciale della CISL di Cosenza nell’ambito delle attività di formazione sindacale per il 2004 ha inteso avviare una serie di approfondimenti seminariali volti a mobilitare le coscienze impegnate nel mondo del lavoro e ad accrescere e qualificare le risorse sindacali in campo. A tal proposito, ha organizzato nella sede della CISL-Università, presso il Polifunzionale dell’Unical, l’atteso momento formativo con i giovani rappresentanti universitari della CISL, gli studenti dell’I.C.U. (Impegno Cattolico Universitario) e il personale dipendente dell’università iscritto alla CISL con il Segretario di Federazione Giuseppe Freccia. Il Responsabile del Centro Studi della CISL Franco Marano e il presidente dell’ALAI-CISL Mauro Venulejo, hanno intrattenuto i numerosi partecipanti al corso sul tema: “Le Organizzazioni sindacali: cenni storici, proselitismo e senso di appartenenza”. La giornata di approfondimento culturale, si legge nella nota della CISL, assume importanza e centralità se riferita ai profondi cambiamenti che stanno avvenendo nella società attuale che generano spesso disorientamento e confusione ed alimentano in molti timori, dubbi e preoccupazioni sui processi di crisi della modernità. Il Responsabile del progetto formativo della CISL Franco Marano ha evidenziato l’importanza della formazione che consente, non solo di conoscere la storia delle Organizzazioni sindacali, ma anche di intercettare i mutamenti nelle dinamiche sociali ed economiche, elementi fondamentali nel processo di arricchimento culturale del sindacalista. Migliorare questa capacità di analisi dei processi, ha continuato Marano, è essenziale per cogliere i cambiamenti e avere in mano gli strumenti per governare le trasformazioni. A conclusione del seminario formativo, nell’animato e partecipato dibattito, i giovani universitari presenti sono stati validi protagonisti con una serie di riflessioni ed interrogativi di grande spessore culturale e maturità. Tra le angosce che animano i nostri studenti gli interrogativi più frequenti sono le difficoltà, le vessazioni che un giovane laureato si trova a vivere alla fine del suo percorso di studio che spesso lo portano ad abbandonare la propria terra. A conclusione dei lavori il Presidente provinciale dell’ALAI-CISL (i lavoratori atipici) e il Segretario di Federazione Giuseppe Freccia sono convenuti sulla necessità di aprire uno sportello informativo presso la sede dell’I.C.U. all’Università per orientare la galassia dei lavoratori atipici del nostro territorio (LSU-LPU, Co.Co.Co, lavoratori a progetto, interinali etc.) sui propri diritti, delucidando i lavoratori sulle recenti novità normative introdotte dalla “Legge Biagi”.

Successo dell’iniziativa “INAS-DAY” promossa dal patronato della CISL.

07/05 In una cornice di pubblico interessata e curiosa si è svolta oggi l’iniziativa INAS-DAY promossa dal patronato della CISL è dedicata ai temi della previdenza e dell’assistenza.
Centinaia di cittadini hanno visitato il GAZEBO allestito dall’INAS presso via Calorpese, mostrando interesse e apprezzamento per l’azione di sensibilizzazione e conoscenza svolta dal nostro Patronato.
L’iniziativa, sostiene il Direttore dell’INAS-CISL di Cosenza Carmelo De Cicco, si pone l’obiettivo di far conoscere meglio ai cittadini i servizi gratuiti del Patronato CISL in materia di tutela contrattuale, della famiglia, dell’assistenza fiscale e previdenziale (calcolo pensione, consulenza pensionistica, ricostruzione pensionistica in tempo reale, richieste assegno sociale, indennità di disoccupazione ecc.), sulla verifica di: posizioni assicurative, accredito servizio militare, riscatto Laurea, ricongiunzione, prevenzione, tutela e consulenza su infortuni e malattie professionali.
Il successo dell’iniziativa in tutta Italia, evidenzia De Cicco, non termina con la giornata di oggi, infatti domani il nostro personale darà risposte sull’offerta dei servizi della CISL presso l’Ipermercato “METROPOLIS” di RENDE.
In conclusione il Segretario Generale della CISL cosentina Giuseppe Belcastro, evidenzia come da più tempo la CISL con una serie di iniziative pubbliche ricerca quel prezioso contatto con la gente per migliorare e aggiornare la sua vasta gamma di servizi. Al proposito l’attuale dirigenza CISL, nel ricordare che è ancora in corso la campagna fiscale per le dichiarazioni UNICO, ICI e ISEE, sottolinea lo sforzo che la CISL sta mettendo in campo per rafforzare la sua presenza sul territorio e vicino ai problemi e alle istanze dei cittadini, ricordando che sono al riguardo operative oltre 30 sedi comunali e zonali ubicate in tutti i principali comuni della nostra provincia per l’erogazione di ogni tipo di prestazione in materia sindacale, pensionistica, di assistenza fiscale e previdenziale.

Belcastro (Cisl): Chiaravalloti deve chiedere scusa"

07/05 "Un'altra tegola si e' abbattuta sul governo regionale e sul Governatore Chiaravalloti, che oggi ha ancora meno motivi per divertirsi e farebbe bene a presentare un atto di scuse ai calabresi, in virtù del recente rapporto della magistratura contabile della Corte dei Conti Calabrese la quale invoca un urgente cambio di rotta dell'azione politica della giunta regionale". Questo quanto ha affermato il segretario generale della Cisl di Cosenza, Giuseppe Belcastro. "La magistratura contabile calabrese denuncia una situazione economica che si fa sempre più pesante, nessun investimento infrastrutturale in strade, in nuovi aeroporti o scali portuali, ritardi nella predisposizione dei bilanci di previsione 2002-2003, non collaborazione di molte strutture regionali e assessorati che attuerebbero comportamenti opachi, dando notizie incerte, scarse e spesso inattendibili verso l'unica voce di spesa che aumenta nel bilancio regionale e cioè le consulenze e le collaborazioni. Quanto sta succedendo e' soltanto un'amara conferma, un'autentica avversione verso i
controlli esterni che ci fa dire come le scelte delle giornate di mobilitazione promosse dai sindacati unitari nelle province ed in regione siano state più che opportune e giuste. Il panorama, insomma, e' deprimente. Per questo c'è bisogno di un risveglio della coscienza civile e democratica per chiedere fine alla politica parolaia che non riesce a cogliere gli effettivi disagi delle popolazioni, soprattutto dei giovani". Per Belcastro c'è "profonda inquietudine per il dramma umano e sociale che si va consumando nella regione nel silenzio
più assoluto della classe di Governo e del Presidente Chiaravalloti il quale invece di rivolgere risposte certe e concrete ai calabresi, ai disoccupati e agli emarginati se la prende con il sindacato perché denuncia una Calabria diversa da quella che lui descrive. Già alcuni mesi fa abbiamo appreso dal rapporto dell'Eurispes regionale che la Calabria diventa sempre più povera, aumenta la forbice che la separa dal resto d'Italia anche nel confronto all'interno del Mezzogiorno, dove ormai si e' raggiunti il drammatico dato del 43% di persone che vivono sotto la soglia di povertà. Lo studio Eurispes rappresenta un monito per i governanti centrali, regionali e locali. Se oltre il 48% della popolazione calabrese vive un disagio crescente, vuol dire che la società calabrese è sull'orlo del baratro, senza una prospettiva di sviluppo che faccia intravedere all'orizzonte la ripresa che non viene. Le responsabilità' che le istituzioni regionali si sono assunte sono tali da non poter concedere più alla classe politica alcuna fiducia. La loro credibilità viene ogni giorno sminuita
da fatti e misfatti che sono sotto gli occhi di tutti. Bisogna prendere atto che con il Governo Chiaravalloti siamo al punto più basso del processo di crescita economica, morale e civile della Regione. A testimonianza di questo declino ne sono le gravi crisi aperte nell'industria, nella gestione del territorio e nella carenza infrastrutturale, i problemi della sanità, del credito, della
legalità, il lavoro nero e l'esercito dei precari rappresentato dai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. Un Governatore che sulla stampa in più riprese, trova il tempo per dilettarsi e divertirsi e irridere le migliaia di
lavoratori e pensionati che sono scesi in piazza nei diversi scioperi sostenendo che il sindacato e i lavoratori fanno solo delle 'carnevalate', senza preoccuparsi delle legittime rivendicazioni di una regione, la più povera d'Italia e una della più povere in Europa, che vede sempre più ogni giorno peggiorare la sua esistenza. Quali iniziative forti ha assunto la Regione per la difesa delle già poche e deboli intraprese industriali nella nostra provincia? Nessuna"

Polo tessile, i sindacati chiedono incontro urgente con la Regione

06/05 I segretari dei sindacati regionali Fernando Pignataro Cgil, Luigi Sbarra Cisl e Roberto Castagna Uil hanno chiesto un incontro urgente all'assessorato delle Attività produttive per affrontare le problematiche del settore tessile. Nello specifico sarebbero pronti i progetti alternativi e gli imprenditori per il tomaificio Conca Lcm con 25 posti di lavoro che e' fallito di recente; del pantalonificio Seta con altri 25 posti di lavoro che ha chiuso i battenti circa due anni fa e ultimamente dell'Emiliana tessile con 37 posti di lavoro che ha cessato definitivamente l'attività produttiva della maglieria. Con questa richiesta urgente i sindacati chiedono di sapere quali sono i progetti e chi sono i rispettivi imprenditori.

Veraldi (CGIL) "Inapplicato il CCNL della saniytà pubblica-personale di comparto"

06/05 Comunicato del segretario generale della funzione pubblica calabrese, Luigi Veraldi. "Destano scalpore e preoccupazione le notizie che abbiamo appreso, per le vie informali, rispetto alla posizione assunta del Dipartimento della Sanità Regionale che avrebbe richiamato i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie calabresi sul ruolo di preventivo accertamento di regolarità amministrativa, dello stesso Dipartimento, in merito alla applicazione del rinnovo contrattuale della sanità, con particolare riferimento al pagamento delle competenze arretrate sancite dal C.C.N.L. Innanzitutto è il caso di ricordare, che mesi fa, nel mezzo della presentazione di uno tra gli innumerevoli documenti di Piano Sanitario Regionale, avevamo denunciato e quindi contestato, dal punto di vista contrattuale, l’idea di una Azienda Sanitaria Unica che gestisse direttamente e per l’intera Regione la Contrattazione e le relative applicazioni in tutte le Aziende sanitarie. Oggi confermiamo il nostro disappunto, contestando che il detto Dipartimento si è appropriato di un ruolo che non gli compete e che oltre a ledere le attese degli operatori della sanità, finisce per invadere in maniera devastante e con logiche politiche, l’autonomia contrattuale e gestionale delle Aziende e quindi dei loro Direttori Generali, proprio rispetto al pagamento di competenze arretrate che, sancite dal rinnovo contrattuale del C.C.N.L. comparto sanità pubblica 2002-2005, non sono soggette a nessun altra formalità negoziale e quindi obbligano la Regione e quindi direttamente le Aziende a procedere alle stesse corresponsioni.
Tra l’altro vogliamo ricordare che gli atti aziendali che recepiscono le applicazioni contrattuali, sia quelli derivanti dalla Contrattazione nazionale che quelle della Contrattazione Decentrata Integrativa non rientrano tra quelli da sottoporre al controllo preventivo e che comunque rispetto all’ambito dei controlli sugli atti delle aziende, prevista dalla L.R. n.11\2004, sarebbe totalmente infondata e non imputabile alle stesse la violazione dei principi di legalità, efficacia, efficienza ed economicità della gestione, stante la legittima e corretta applicazione del contratto di lavoro.
Infine, rivendichiamo per come previsto dal C.C.N.L. e ferma rimanendo l’autonomia contrattuale delle aziende, l’avvio di un livello di un confronto, con l’Assessorato alla Sanità ed il competente Dipartimento, sulle linee di indirizzo per la Contrattazione Integrativa con particolare riferimento all’utilizzo delle risorse aggiuntive regionali,la verifica dell’entità dei fondi per produttività e Progressione orizzontale, all’utilizzo dei minori oneri derivanti dalla riduzione della dotazione organica, modalità di incremento dei fondi in caso di aumento della dotazione organica o dei servizi e alla formazione continua. Riteniamo che il detto confronto in Calabria è oltremodo necessario proprio in considerazione di una delicata fase di riorganizzazione del sistema sanitario regionale e quindi della relativa programmazione, con scelte che impegneranno, per primi, gli operatori della sanità e che vedranno la scrivente impegnata, nell’ambito delle relazioni sindacali, in una azione tendente a far rispettare le regole previste dal C.C.N.L., a partire dalla odierna denuncia di intimazione a procedere, entro breve termine, alla corresponsione, ai Lavoratori della Sanità, di tutte le competenze arretrate e dovute a seguito del rinnovo contrattuale nazionale".

CGIL: Manca il numero legale in commissione e di fatto si blocca l'accesso alle liste di mobilità

06/05 Per l’ennesima volta, la mancanza del numero legale fa saltare la seduta della Commissione Regionale Tripartita dal lavoro ed impedisce a centinaia di lavoratori, espulsi dalle aziende, di vedersi riconosciuto il diritto all’iscrizione nelle liste di mobilità. Un paradosso, quello che accade nella nostra Regione, dove, nel mentre buona parte della classe politica afferma di fare grandi cose per il mondo del lavoro, per i precari e per i disoccupati, dall’altro quella stessa classe politica, impedisce a centinaia di famiglie calabresi, con il capo famiglia disoccupato, di percepire l’unico sostentamento riconosciuto dalla legge: l’indennità di mobilità. Ma non solo. Sono giacenti presso la stessa Commissione più di 200 domande di disoccupati che chiedono di rientrare nel bacino dei lavoratori socialmente utili per il mancato buon fine dei loro processi di stabilizzazione. Ebbene anche su questo non si può far finta di niente. Purtroppo a nulla è valsa la continua nostra presenza in commissione, quella del Sindacato, quando ad impedire il suo funzionamento sono le insostenibili assenze di buona parte degli assessori provinciali al lavoro e di alcuni consiglieri regionali. Su queste basi riteniamo utile denunciare il caso all’opinione pubblica affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità.

La Cisl sollecita il finanziamento dei Pit.

06/05 La CISL Territoriale chiede l’immediato finanziamento dei PIT (Piani Integrati Territoriali) attivati nella provincia di Cosenza, non giudicando assolutamente sufficiente, anche se ovviamente importante, l’approvazione, avvenuta di recente, dei PIT delle Serre Cosentine e del Basso Tirreno. Non è possibile – afferma il Segretario Organizzativo dell’UST-CISL Cosenza, Paolo Tramonti – che nel quadro assolutamente deficitario e di grande difficoltà economica e sociale come quello che sta vivendo la Calabria, e la provincia di Cosenza in particolare, importanti strumenti progettuali e finanziari come i PIT restino al palo, con gravissime conseguenze sul già debole tessuto produttivo esistente. Da più tempo la CISL sta infatti sollecitando una maggiore attenzione riguardo ai Programmi Integrati Territoriali, soprattutto se si considera il rallentamento che più complessivamente si registra nell’attuazione del POR Calabria sia dal punto di vista dei programmi che dei flussi di spesa, come si sa, questi ultimi, al di sotto della soglia del 40%. In questo senso – afferma Tramonti – le responsabilità della Giunta Regionale sono chiare ed inequivocabili, così come peraltro puntualmente evidenziato dagli autorevoli Rappresentanti della Commissione Europea giunti in Calabria i quali, in più occasioni, non hanno mancato di rilevare, oltre alla cronica incapacità di utilizzare pienamente i fondi, un’applicazione troppo rigida ed eccessivamente burocratizzata delle procedure. In questo modo si stanno difatti generando lentezze ed effetti distorsivi, con il risultato che fino ad oggi si sono sostanzialmente privilegiate azioni a maggiore velocità di esecuzione, a discapito di interventi ben più qualificanti, a carattere strutturale (come ad esempio le infrastrutture, le azioni di sistema etc.). E’ a questo punto ovvio pensare che vi sia il concreto rischio (ed i fatti dimostrano che non si tratta soltanto di un rischio) di depotenziare ed indebolire l’intero impianto del POR che, va ricordato, costituisce il più importante strumento di programmazione concertata di cui la Calabria si sia mai dotata e che, se pienamente realizzato, consentirebbe l’effettivo decollo della nostra Regione.
Per questi motivi – conclude Tramonti – Giunta Regionale ed Autorità di gestione del POR devono provvedere con urgenza ad assegnare le risorse finanziarie, sia pure insufficienti, già attribuite ai PIT, dimostrando di credere fino in fondo nelle politiche di sviluppo locale in modo da incoraggiare, e non mortificare, il protagonismo messo in campo dai soggetti del parteniariato economico e sociale coinvolti.

CGIL: Bisogna fare chiarezza sull'accordo per la formazione finalizzataa all'occupazione nella forestazione

05/05 La strumentalità elettoralistica sull’accordo per la formazione finalizzata all’occupazione nel settore della forestazione era scontata, dati i tempi e il clima. Del resto, il Sindacato non può esimersi di fare il proprio mestiere , confrontarsi, porre paletti e condizioni, sottoscrivere accordi, governarli e fare in modo che si rispettino. Anche in periodi drogati dallo scontro elettorale, altrimenti, visto che in Italia si vota ogni anno, rinuncia a svolgere il ruolo a cui è chiamato. Detto questo, riteniamo che bisogna fare chiarezza sull’accordo e le ricadute, le contraddizioni e i risultati. A dire il vero non ci aiuta molto l’impostazione dell’avviso pubblico e del bando, che non sono conformi all’accordo (neanche richiamato) e fanno intravedere il pericolo di gestione discrezionale e clientelare della selezione. Abbiamo proposto e continuiamo a sostenere che la selezione, per garantire pari opportunità a disoccupati e precari, va affidata a istituti specializzati, come in altri casi, che utilizzino strumenti oggettivi. Al tavolo di confronto lavoreremo per far affermare questa linea e queste decisioni, visto il nostro disinteresse a qualsiasi forma di cogestione, ma interessati fortemente alla trasparenza. Non c’è dubbio che l’accordo e il relativo bando hanno suscitato una grande aspettativa. Non poteva che essere così in una Regione con quasi il 26% di disoccupati, con il 30% di lavoratori in nero, con un precariato forte e in crescita.
Va, prima di tutto, sottolineato un fatto positivo: dopo anni di blocco si intravede qualche possibilità di assunzione, di turn-over, nella forestazione, dopo aver ottenuto l’importante risultato della stabilizzazione di tutti i lavoratori precari, frutto di anni di lotte e battaglie determinate delle categorie di Cgil-Cisl-Uil. Perché ciò avvenga occorre superare, ripristinando un tavolo triangolare nazionale, il blocco della L.442, sospesa a tutto il 31.12.2004 e che ritorna in vigore il giorno dopo. O si proroga la sospensione, o la si cancella definitivamente stabilendo per legge eventuali tetti occupazionali, oppure non sono possibili manovre e assunzioni!

La CGIL di Cosenza sull'accordo regionale sulla forestazione "Sconcertati e preoccupati"

03/05 La Cgil e la Flai di Cosenza in merito all'accordo tra l'assessore regionale alla forestazione ed i segretari generali regionali di CGIL CISL UIL e di Categoria FLAI FAI e UIL su un piano regionale di formazione professionale per 1.200 unità finalizzato al ripristino del turn over nel settore idraulico forestale sulla base di tre moduli di 400 unità ciascuno, che dovrà servire a formare non più operai idraulici forestali ma (senza ironia) operatori idraulici forestali, rilevano come l'accordo "contiene una positività intrinseca perché nei fatti sancisce dopo oltre 20 anni il definitivo superamento del blocco delle assunzioni nel settore idraulico forestale per anni oggetto di grandi problematiche sociali che hanno connotato la storia dell'intera Regione. A leggere i contenuti dell'avviso pubblico con il quale il dipartimento regionale foreste, forestazione e protezione civile, da attuazione all'accordo, con una interpretazione unilaterale, si resta sconcertati e fortemente preoccupati che una cosi rilevante questione possa essere, alla fine, piegata a pura demagogia clientelare e strumentale utilizzazione elettoralistica. La Regione Calabria, Oltre che di inoccupazione e disoccupazione, è terra di precarietà nel lavoro. Sono migliaia i lavoratori in attesa di una qualche opportunità di stabilizzazione occupazionale, salariale e contrattuale. Soprattutto nelle aree interne e rurali della Provincia di Cosenza il blocco del turn over forestale ha provocato depauperamento sociale, abbandono e mancata valorizzazione delle risorse naturali. Le opportunità possibili da questo provvedimento, a parere delle nostre organizzazioni, dovrebbero avere un oggettivo orientamento a soddisfare: 1) un certo e concreto riequilibrio provinciale dell'insediamento forestale; 2) l'avvio all'assorbimento negli enti gestionali della forestazione ( vedi AFOR) del lavoratori idraulici forestali oggi impegnati nei cosiddetti 'fondo sollievo'; 3) una riserva, coerente con la legge regionale n:20/2003, per la stabilizzazione nel settore e negli enti interessati dei lavoratori LSU LPU. Di queste priorità non c'è traccia nell'avviso pubblico. Anzi L'Assessorato regionale pretende, nello stesso avviso pubblico di determinare la selezione dei lavoratori sulla base di un 'colloquio motivazionale'. Ci sono tantissime ragioni per essere preoccupati. I Lavoratori dei 'fondo sollievo' i lavoratori LSU ed LPU, i disoccupati, gli inoccupati, troveranno nelle sedi della CGIL tutte le informazioni necessarie per aderire alla selezione e soprattutto un sindacato impegnato, non nella 'concertazione permanete' ma vigile al rispetto delle regole e pronto al conflitto sociale in difesa degli interessi collettivi"

Il 7 e 8 maggio il Patronato della CISL sarà in Piazza per chiarire i dubbi dei cittadini in materia pensionistica e previdenziale.

03/05 Il 7 e l’8 maggio prossimi il Patronato INAS della CISL organizzerà presso i principali centri commerciali di Cosenza e in Via Caloprese “Largo Salvatore Perugini” dei tavoli informativi in cui gli operatori del Patronato informeranno i cittadini sui servizi gratuiti che il Patronato della CISL offre in materia di tutela contrattuale, della famiglia, dell’assistenza fiscale e previdenziale (calcolo pensione, consulenza pensionistica, ricostruzione pensionistica in tempo reale, richieste assegno sociale, indennità di disoccupazione ecc.), sulla verifica di: posizioni assicurative, accredito servizio militare, riscatto Laurea, ricongiunzione, prevenzione, tutela e consulenza su infortuni e malattie professionali. Le due giornate informative, precisa il responsabile dell’INAS-CISL Carmelo De Cicco, serviranno inoltre per informare i lavoratori si rischi del lavoro nero e sulle ripercussioni del lavoro irregolare sulla pensione. Per questi temi di grande importanza e rilevanza sociale la CISL, sostiene De Cicco, sarà in piazza giorno 7 e 8 maggio prossimi per fornire a tutti i cittadini che fanno richiesta ai nostri banchetti informativi e/o nelle sedi del Patronato INAS corrette informazioni pensionistiche e analisi della posizione assicurativa, avviando se il caso le pratiche per il recupero dei contributi non versati.

Il messaggio del segretario generale della CGIL, Massimo Covello, per il primo maggio

30/04 Una condizione di disagio dilagante, di preoccupazione per il futuro, è l’elemento che caratterizzerà il I° Maggio di quest’anno. Ma sarà anche una giornata nella quale riecheggeranno gli slogan che hanno riempito appena tre giorni fa le strade di Catanzaro in occasione dello sciopero generale regionale. C’è una Calabria sana, civile, democratica, che non si rassegna e lotta. CGIL CISL e UIL della Calabria hanno saputo, pur con mille contraddizioni, intercettare i bisogni concreti delle persone e dare voce a quanti considerano il lavoro una leva fondamentale per l’affermazione della dignità, dei diritti, delle tutele, che vogliono essere protagonisti del loro destino. Le ricette economiche neoliberiste del Governo Berlusconi e gli scimmiottamenti del Presidente barzellettiere della Regione Calabria hanno portato il Paese in generale e la Calabria sull’orlo di un baratro. L’Intero Mezzogiorno è cancellato dall’ agenda, anzi, lo si vuole consegnare ad una funzione militare, di frontiera. Dentro questo quadro desolante riaffermeremo nelle tante iniziative che si svolgeranno nel territorio che la Calabria può e deve essere candidata, nella pace, ad un ruolo positivo nella quale costruire il benessere sociale valorizzando le straordinarie ricchezze che detiene a partire da quelle umane e naturali.

Il messaggio del segretario generale della UIL, Roberto Castagna, per il primo maggio

30/04 1° MAGGIO in Europa e in Calabria. Una giornata epocale. L'Europa apre le porte ad altri dieci Paesi: da quelli ex-comunisti, come la Polonia e l'Ungheria, che avevano gia' avviato qualche trasformazione prima della caduta del muro, alla Repubblica Ceca e alla Slovacchia, separate pacificamente dal primo gennaio 1993, alla Slovenia, nata dallo smembramento dell'ex Yugoslavia; alle tre Repubbliche ex Urss Estonia, Lettonia e Lituania e anche alle due Isole del Mediterraneo, Malta e Cipro. Tale evento, di portata non solo storica ma interessante sul piano di una futura crescita dell'intera Europa, pone qualche timore sul versante della paura di una crescita della disoccupazione e di un aumento della delocalizzazione delle imprese. Tuttavia, non si puo' non riconoscere che questo primo Maggio assume un valore straordinario per il nostro Paese e per l'intera Europa. La scelta di Gorizia, come luogo della Manifestazione nazionale di CGIL-CISL-UIL, e' significativa. Per la Calabria un motivo in piu' per riflettere e puntare a non essere ulteriormente emarginata. Nell'Europa allargata i dieci nuovi paesi faranno la parte del leone nella ripartizione dei fondi europei, a loro sara' riservato il 52% degli stanziamenti. Cio' sta a significare che se al 2006 non avremo speso bene i soldi della Comunita' europea sara' piu' difficile pretendere ulteriori aiuti sostanziosi per uscire da una condizione di sottosviluppo. In una giornata considerata di festa per il lavoro e per i lavoratori diventa, particolarmente per noi che viviamo in una regione dove il lavoro non e' un diritto di tutti ma un privilegio di pochi, un motivo in piu' per pretendere che le istituzioni e la politica di governo, locale e nazionale, sia piu' attenta e mirata ad affrontare le diverse difficolta' che abbiamo difronte a noi. Il nostro approccio alla festa e' totalmente diverso dalle altre regioni perche' a prevalere e' una realta' caratterizzata da promesse non mantenute e da prospettive poco rassicuranti. Cosa diranno i nostri politici e i rappresentanti delle istituzioni ai lavoratori che rischiano di perdere il loro posto di lavoro, ai precari in attesa di una stabilizzazione , ai tanti giovani disoccupati e alla grande schiera dei poveri che vivono in condizioni di disagio e sofferenza? Quale sara' il segnale ai calabresi dopo una grande manifestazione di sciopero come quello del 28 aprile? Questi alcuni interrogativi che, in una giornata importante come il primo Maggio, mi sento di sottoporre a chi ci governa, a chi ha il compito di gestire le risorse della collettivita' per promuovere sviluppo e lavoro. A questi vogliamo ricordare che se il primo Maggio per noi non e' una festa le responsabilta' sono da ricercare anche nei loro comportamenti e nel loro modo di fare politica.

Regione: Sindacati contrari all'approvazione del regolamento del Contratto d'Investimento

30/04 La Giunta Regionale, per proposta dell’Assessore alle Attività Produttive e del Direttore del Dipartimento, ha approvato il regolamento del Contratto d’Investimento, senza accogliere importanti modifiche richieste dalle confederazioni sindacali. Non è prevista la concertazione con gli Enti Locali, con le Organizzazioni Sindacali e Imprenditoriali che hanno precise funzioni per quanto concerne lo sviluppo delle attività produttive, del territorio e delle politiche contrattuali del personale. La Giunta, cosi facendo, tenta di evitare qualsiasi tipo di controllo sociale sulle iniziative imprenditoriali che saranno realizzate attraverso il Contratto d’Investimento. Il regolamento deliberato dalla Giunta presenta discrasie con la legge finanziaria del 2003, istitutiva del Contratto d’Investimento, che non prevede il settore del Commercio e fra questa e il Complemento di Programmazione del POR Calabria che non prevede il settore del Turismo. La Giunta regionale sta assumendo decisioni che non sono lineari e coerenti fra i diversi atti legislativi e regolamentari, con il rischio di creare attese irrealizzabili, confusioni e ritardi nell’attuazione di quest’importante strumento. Nel regolamento, consegnato a CGIL, CISL e UIL, non sono previsti i settori merceologici riportati nell’articolo di stampa che dà comunicazione dell’approvazione del Contratto d’Investimento (Tessile, Calzaturiero, informatico e turismo) e i territori sui quali intervenire a partire dall’Area Industriale di San Gregorio. Ancora, il regolamento non prevede l’implementazione dei Contratti d’Investimento attraverso i Pacchetti Integrati d’Agevolazione ( PIA) per avere diverse forme d’incentivi che vanno dalla formazione, all’innovazione e alla fornitura di beni e servizi. Inoltre, secondo CGIL, CISL e UIL, la selezione dei bandi dovrà essere fatta in collaborazione con il Nucleo di Valutazione per gli Investimenti Pubblici della Regione Calabria e non solamente dal gruppo di funzionari dell’Assessorato alle Attività Produttive. CGIL, CISL e UIL ritengono che occorre apportare le necessarie modifiche al regolamento per renderlo agile ed efficace nell’attivazione, evitando di maturare altri ritardi per la sua definizione a quattro anni dall’approvazione del POR Calabria. La Giunta ha pubblicizzato il Contratto d’Investimento, prima ancora che fosse approvata la legge finanziaria regionale 2003, creando attese e speranze che non possono essere ulteriormente ritardate e disattese. CGIL, CISL e UIL ritengono, inoltre, che il Contratto d’Investimento deve attrarre iniziative imprenditoriali strategiche, durature e che garantiscono significative ricadute occupazionali sul territorio. Il regolamento del Contratto d’Investimento deve garantire la trasparenza, la validità e l’efficacia dello strumento necessario per lo sviluppo delle attività produttive e del territorio. Esso deve anche impedire ogni eventualità speculativa ai danni dei lavoratori.

I sindacati danno il benestare all'accordo con l'Assessorato regionale alla forestazione

29/04 Le OO.SS. Regionali CGIL CISL UIL e le rispettive categorie FLAI, FAI, UILA, rappresentate dai Segretari Generali, esprimono un giudizio positivo per l’accordo sottoscritto in data odierna con l’Assessore Regionale alla Forestazione.
L’accordo prevede una fase di formazione per 1.200 persone con tre moduli formativi da 400 unità per ciascun corso. L’obiettivo è quello di passare alla realizzazione del turnover nel settore della forestazione con l’assunzione del personale, in sostituzione di coloro che vanno in pensione. Tutta l’operazione sarà realizzata definendo criteri modalità e tempi, attraverso una apposita commissione Regione-Sindacato, che fra l’altro si occuperà delle questioni inerenti il riequilibrio territoriale e della presenza su tutto il territorio regionale della manodopera, in rapporto alle superfici delle aree boscate. Si conclude così una fase che ha visto il sindacato unitario regionale impegnato, con un tavolo di concertazione, ad affrontare questioni delicate ed importanti per tutto il settore della forestazione in Calabria, a partire dall’accordo sottoscritto a Novembre 2003, con il quale si portava alla stabilizzazione, e cioè a tempo indeterminato, tutti i lavoratori idraulico-forestali della regione, seguito subito dopo dall’accordo per il pagamento mensile dei salari dei lavoratori.
Si tratta ora su questa linea di aprire un nuovo tavolo di concertazione per affrontare le questioni riguardanti la qualità del lavoro e della progettazione per una forestazione produttiva, per definire e creare meglio le condizioni per lo sviluppo delle aree interne della Calabria.

La CGIL sullo sciopero generale: "La Calabria domani si ferma per il lavoro e lo sviluppo"

27/04 Le tante adesioni, le tante condivisioni delle ragioni dello sciopero generale, che stiamo registrando in queste ore che precedono la giornata di mobilitazione sono la testimonianza più autentica delle preoccupazioni diffuse nella società calabrese, nel mondo del lavoro e dell'impresa, nella Chiesa come nel settore universitario e scolastico, per un'allarmante situazione economica e sociale, per una regione che non cresce, anzi fa passi indietro considerevoli, che rischia di essere un caso a sé stante di un mezzogiorno più arretrato e senza possibilità di farcela.Queste considerazioni stanno all'origine della proclamazione dello sciopero, non interessi di parte o tentativi di affermazione di un ruolo, del resto universalmente riconosciuto in Calabria, anzi spesso ruolo importante ma solitario. La gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti, nonché denunciata da tutti i dati economici che si possono registrare e peggiora anche perché crescono e si sviluppano i fenomeni di controllo economico e del territorio da parte dei poteri criminali ed esplode in modo forte una "questione morale" e della trasparenza nella vita pubblica. Troppi dirigenti inquisiti e sotto inchiesta, qualche Assessore regionale e un'infinità di funzionari raggiunti da avvisi di garanzia, testimoniano il degrado politico di questa regione, l'assoluta assenza di conseguenze e di atti di responsabilità rischia di allontanare sempre più i cittadini dalle Istituzioni e dal sistema politico. Inoltre, non c'è assolutamente dubbio che la crisi calabrese abbia radici strutturali che si sono sviluppate nel tempo, ma è altrettanto vero che l'incapacità e l'inadeguatezza della compagine di governo regionale stiano peggiorando irrimediabilmente la situazione, facendo danni irreversibili e provocando livelli di sfiducia tali che non si conoscevano oramai da decenni. Non riesce a programmare, non sa spendere, perde i finanziamenti europei, non affronta le tante emergenze, non ha un'idea dello sviluppo e della crescita: questa Giunta regionale è un pericolo per il futuro della Calabria! Credo che sia un giudizio oggettivo della stragrande maggioranza dei cittadini calabresi. Farebbe bene il suo Presidente ad occuparsi delle questioni serie, di come affrontare i problemi di questa nostra terra e dei suoi abitanti, piuttosto che farci assistere a scatti di nervosismo, a chiose penose e prive di lucidità, a dichiarazioni che si commentano da sole e che suscitano, in regione e fuori, ilarità e sconcerto. Il Sindacato calabrese, il 28 Aprile, ha chiamato il mondo che rappresenta e anche tutta la società calabrese a reagire al declino e a rilanciare con forza una politica dello sviluppo e del lavoro. Non è e non sarà solo in questa battaglia: il vero isolamento che si registra è quello della Giunta regionale e del suo Presidente. Il 28 Aprile la Calabria si fermerà e Catanzaro sarà invasa da una marea di persone, di lavoratori e pensionati, di giovani, di precari e disoccupati, che non vogliono cedere allo sconforto, ma vogliono essere protagonisti di un riscatto democratico e civile. Questa sarà la migliore risposta alle polemiche strumentali e anche un buon punto di partenza per affrontare in modo nuovo questioni antiche, che hanno bisogno di risposte concrete e in tempi brevissimi. La gente di Calabria non può aspettare più.

Sciopero del 28, oltre cento autobus raggiungeranno Catanzaro da Cosenza e provincia

26/04 Nota delle segreterie unitarie di CGIL, CISL e UIL. Nelle decine di assemblee svoltesi sui posti di lavoro e nel territorio, per preparare lo sciopero generale regionale, del 28 Aprile, abbiamo potuto constatare la forte condivisione della piattaforma e l’adesione alla manifestazione che si terrà a Catanzaro. Sono oltre 100 i pullman impegnati per consentire ai lavoratori, ai pensionati, agli studenti medi ed universitari, ai disoccupati, agli inoccupati della provincia di Cosenza di raggiungere Catanzaro. Forte e significativa è stata inoltre l’adesione dei Sindaci, delle Amministrazioni Locali, dei movimenti, delle associazioni , delle forze politiche, che autonomamente parteciperanno alla manifestazione. In assoluta coerenza con la straordinaria riuscita dello sciopero generale della Provincia di Cosenza svoltosi il 2 Marzo scorso, la manifestazione di Catanzaro si preannuncia come una occasione dagli alti contenuti democratici, di forte e civile critica contro le scelte nefaste del Governo nazionale e soprattutto di forte denuncia della fallimentare azione della Giunta Regionale. La Calabria che non si rassegna al degrado ed al declino; che vuole essere protagonista della costruzione di un futuro diverso, nella pace, nella sicurezza e nella qualità sociale e del lavoro, sarà in piazza con il sindacato unitario. La Calabria ed il Mezzogiorno, consegnate dal Governo ad un ruolo di frontiera militarizzata del Mediterraneo, hanno nella valorizzazione delle risorse umane e naturali le leve del proprio riscatto. Con lo sciopero generale CGIL CISL e UIL di Cosenza e della Calabria propongono alle forze sane della Regione una piattaforma con proposte di governo nettamente alternative alla sciagurata e fallimentare azione della Giunta Regionale.

Sciopero del 28: Chiaravalloti, inutile abbaiare alla luna

26/04 "Quel giorno il sole splenderà comunque sulla nostra Calabria e sarà magari anche piacevole una passeggiata per le vie del centro di Catanzaro. Peccato, però, che a rimetterci saranno i lavoratori, sollecitati a scendere in piazza per rispondere alle inutili illusioni di qualche sindacalista impegnato nel tentativo di giustificare la sua funzione". Ad affermarlo è il Presidente della Giunta Calabrese, Giuseppe Chiaravalloti, in relazione allo sciopero indetto dai sindacati. "La Regione Calabria in questi ultimi anni ha attivato un confronto con le categorie produttive ed in genere con i lavoratori, iniziando a dare risposte concrete anche a chi il lavoro non ha da troppo tempo. Rispondendo ai reali bisogni - sottolinea Chiaravalloti - e creando le condizioni più favorevoli al reale sviluppo della nostra Terra, piuttosto che scendere sul terreno della polemica con chi, tra i sindacalisti, tenta la propria strada politica sotto le mentite spoglie della rappresentanza sindacale. Cercando spazio nelle cronache cittadine, ma sinora non contribuendo a risolvere uno soltanto dei problemi dei calabresi". "Abbiamo in questi anni di governo regionale affrontato questioni irrisolte da interi decenni: abbiamo assicurato risposte certe, alcune già compiute, altre in via di definizione, nonostante la persistenza latitanza di alcuni sindacalisti, buoni a cavalcare qualche cifra ancora in rosso, senza riconoscere che quei numeri erano precedentementi ben piu' di segno negativo e la situazione generale era di una regione tutta in rosso solo fino a qualche anno fa. E loro, i sindacalisti, allora c'erano già!". "Prima, quindi, di portare in piazza la gente e ancora far lanciare inutili slogan, questi rappresentanti dei Sindacati guardino nel proprio intimo ai disastri provocati in un passato anche recente, alle responsabilità e alle silenti complicità. Per parte nostra - conclude Chiaravalloti - la Regione proseguirà nel cammino avviato, determinato, progressivo e costante verso la crescita e lo sviluppo complessivo del territorio. Non abbiamo, però, mai abbandonato la speranza di recuperare accanto a noi un Sindacato disponibile nel rimboccarsi le maniche, piuttosto che - inutilmente - impegnato solo ad abbaiare alla luna".

Documento di condanna della FIOM calabrese contro l'intervento repressivo della polizia a Melfi

26/04 E' sicuramente un segno dei tempi. La protesta operaia si fa preoccupante e si torna a mezzi repressivi che si erano dimenticati. Melfi come avamposto di tutto il meridione sommerso da problemi e abbandonato alla disoccupazione. Lo stato centrale non sa come reagire e reprime con la forza la protesta. Non accadeva da molto tempo che forze di Polizia caricassero dei lavoratori in sciopero. Il fatto è accaduto a Melfi, dove i lavoratori della Fiat, in sciopero da giorni, presidiavano la fabbrica per protestare contro l'azienda. Oggi l'epilogo. La Polizia, per far entrare alcuni operai ha caricato i dimostranti lasciando dieci feriti tra i lavoratori e tre agenti di Ps sul terreno dello scontro, il viale d'ingresso alla fabbrica. All'episodio molte prese di posizione della politica e dei sindacati. La CGIL ha indetto uno sciopero nazionale di quattro ore per il 28 aprile. La Fiom Calabria ha rilasciato la seguente dichiarazione: "La Fiom calabrese esprime indignazione e condanna per il brutale intervento delle forze dell’ordine contro il Presidio dei lavoratori FIAT dello stabilimento di Melfi. L’iniziativa repressiva ha lo scopo di intimidire i lavoratori in lotta e colpire il diritto costituzionale allo sciopero. E’ bene precisare che i lavoratori erano in lotta da una settimana chiedendo all’Azienda di aprire un confronto sulle condizioni di lavoro, che in quello stabilimento non hanno paragoni in Europa, per la loro pesantezza e adeguare i loro salari, mediamente più bassi del 15% degli altri lavoratori del gruppo FIAT, ponendo così fine a una politica di gabbie salariali, che colpiscono esclusivamente i lavoratori del Mezzogiorno. La FIAT ha risposto alla lotta dei lavoratori, lotta indetta UNITARIAMENTE da tutte le RSU, praticando la sua antica strategia che è quella di tentare di dividere i lavoratori mettendo in “libertà” (cioè senza salario) decine di migliaia di lavoratori negli altri stabilimenti in Italia dicendo che la responsabilità era dei lavoratori in lotta a Melfi. Il giochino di mettere lavoratori contro lavoratori questa volta non è riuscito. Da tutti i stabilimenti FIAT è partita, una iniziativa di lotta a sostegno dei colleghi di Melfi, come testimonia la straordinaria manifestazione svoltasi sabato 24 aprile a Melfi. C’è di più, così come era avvenuto alcuni mesi fa a Scanzano Ionico per i rifiuti nucleari, a fianco dei lavoratori è scesa un intera regione: istituzioni locali, partiti, associazioni ecc… per dire basta alla precarietà, allo sfruttamento, per una vera politica industriale e di sviluppo del Paese e del Mezzogiorno in particolare. Grave è la responsabilità della FIAT che ha negato il confronto, rifiutandosi di aprire una trattativa di merito. Ma ancora più grave è la responsabilità del Governo, che attraverso il Ministero dell’Interno, a dato il via libera alle cariche della polizia. Pensa forse l’on. Berlusconi di risolvere i problemi del lavoro e dei diritti dei lavoratori con le cariche della polizia?
Pensa questo Governo di affrontare le questioni del declino industriale e dello sviluppo, soprattutto nel Mezzogiorno, pensando di trasformare tali problemi in questione di ordine pubblico?
La risposta di mobilitazione e di lotta che in queste ore, tutti i lavoratori, metalmeccanici e non solo, stanno dando alla FIAT e al Governo e che culminerà con uno sciopero generale dei metalmeccanici per mercoledì 28 aprile, ci dice che essi hanno sbagliato i loro calcoli.
E’ scesa in campo una nuova classe operaia, soprattutto fatta di giovani che non si lasciano più ricattare dalla precarizzazione del lavoro, non è un caso, che questo avviene soprattutto nel Mezzogiorno. Scanzano ieri, Melfi oggi parlano a tutto il Paese, al Mezzogiorno, ai lavoratori e ai giovani della Calabria, dicendo che bisogna voltare pagina che si può abbattere l’arroganza della FIAT e del Governo, per aprire finalmente una pagina di un nuovo meridionalismo fondato sullo sviluppo e sull’occupazione e non sul ricatto e lo sfruttamento."

La CGIL Pollino-Sibari-Tirreno organizza il 1° Maggio a Rossano.

26/04 Il 1° Maggio, festa del lavoro e dei lavoratori, assume sempre più importanza per chi lavora, ma soprattutto per quell'esercito di senza lavoro, precari, inoccupati e disoccupati, ed in particolare per il mondo femminile sempre più escluso dai processi del mondo del lavoro. Non c'è sviluppo senza sana e buona occupazione, non c'è progresso civile se non c'è il lavoro, non c'è benessere collettivo se il lavoro manca. I governi dell'economia, del welfare, dell'industria e dei servizi debbono essere orientati da azioni e progetti che mettano al centro il valore del lavoro e dell'uomo. Continuare ad affidare al "mercato globale", e senza il governo dello stesso, le politiche economiche, dello stato sociale e dello sviluppo più complessivo, significa considerare il lavoro e l'uomo esclusivamente come merce di scambio, del resto la Legge Biagi segue questo filone culturale e liberista che la CGIL da sola contesta e combatte. Il sindacato confederale, e soprattutto la CGIL, ha da sempre considerato il lavoro come la precondizione essenziale per qualunque forma di società si voglia costruire. Del resto la Carta Costituzionale, che questo governo è pronto a manomettere nei sui cardini essenziali, non lascia spazi interpretativi su come i costituenti abbiano assunto il lavoro come base per costruire la Repubblica Italiana. In questa ottica la CGIL Pollino-Sibari-Tirreno si riprende gli spazi del 1° Maggio per troppo tempo non utilizzati al meglio. Riprendiamo da Rossano con la festa del lavoro comprensoriale con l'intento di renderla stabile nelle coscienze e mobile su tutto il territorio. Una giornata di festa e riflessione per riassaporare il gusto e la passione delle lotte sociali che hanno fatto del sindacato confederale uno dei soggetti baluardi della democrazia e dei diritti individuali e collettivi.Una giornata che spazierà dall'arte al canto, dal dibattito politico alle attrazioni per i più giovani con l'appuntamento oramai mondiale del concerto di Piazza Sa. Giovanni in Roma. Pertanto invitiamo tutta la popolazione, le forze politiche e sociali, le associazioni, i giovani e chi ha la sensibilità di condividere il significato storico e attuale del 1° Maggio ad unirsi a noi in Via Maiorana (villa comunale) per incontrarci e stare insieme. All'uopo segnaliamo il programma della manifestazione:
? Ore 10.00-23.00
Mostra d'arte contemporanea di 50 artisti del territorio
? Ore 18.00-19.00
Esibizione giovani cantanti "Premio Mia Martini per L'Europa"
? Ore 19.00-20.00
Spazio politico-dibattito sul tema: Rossano-Corigliano area urbana integrata,sviluppo e Occupazione.
"CORISSANO E/0 ROSSIGLIANO SOGNO O UTOPIA"

Partecipano:
Giovanni DIMA - Assessore Regionale
G.Battista GENOVA - Sindaco di Corigliano
Antonio GRANATA - Segretario Gen. CGIL
Orazio LONGO - Sindaco di Rossano
Franco PACENZA - Consigliere Regionale
Coordina :
M.Gabriella CAPPARELLI - Giornalista

? Ore 20.45-21.30 Daniele Si Nasce in Concerto(ovvero Renato Zero Due)
? Ore 21.30 Collegamento con Piazza San Giovanni in Laterano(Roma)
Il Concerto del 1° Maggio su Maxischermo.

La giornata sarà animata da artisti di strada a cura dell'Indice Animazione, inoltre saranno distribuiti materiale informativo su servizi CGIL, pubblicazioni e gadget.
26 Aprile 2004

Il SIULP aderisce allo sciopero generale regionale del 28 aprile.

23/04 In un incontro svoltosi con gli Operatori di Polizia in occasione del corso di formazione per quadri sindacali in svolgimento presso l’Università della Calabria, il Segretario Generale della CISL Calabria Luigi Sbarra ha posto l’accento sulla necessità, ormai divenuta urgente, di procedere al più presto al potenziamento degli organici dei Magistrati e delle forze dell’ordine in Calabria, pur tenendo conto dei risultati eccezionali ottenuti sul fronte della repressione negli ultimi tempi con colpi durissimi inferti alla criminalità organizzata.
Il Segretario Generale della CISL Calabrese ha espresso preoccupazione per la estrema sottovalutazione della politica rispetto ai temi della sicurezza, della legalità e dello sviluppo dalla cui definizione passa il riscatto morale, civile ed economico della Calabria.
Per combattere i fenomeni di illegalità e criminalità presenti – ha affermato Sbarra - sono necessarie risposte forti ed unitarie oltre che iniziative nel campo dell’educazione, mettendo in campo politiche e provvedimenti specifici che non si limitino al solo aspetto repressivo ma che affrontino il problema in modo organico ed in una logica condivisa di programmazione.
Come non rimanere sconcertati – afferma Sbarra – di fronte al ripetersi di attentati ed atti intimidatori nei confronti di Sindaci, Amministratori, Sindacalisti, Rappresentanti delle Istituzioni, semplici cittadini che quotidianamente sono ostacolati nell’espletamento della loro attività.
Il Segretario della CISL Calabrese ha posto in evidenza lo stretto legame esistente tra legalità e sviluppo: non c’è legalità laddove manca lo sviluppo, il lavoro, un reddito decente e viceversa.
La CISL, per questo - ha concluso Sbarra - è convinta che la crescita economica, morale e civile di un territorio non può realizzarsi attraverso una politica dei due tempi, promovendo lo sviluppo prima e poi bonificando il territorio dalla criminalità, come sostengono alcuni, ovvero bonificando il territorio dalla criminalità per poi promuovere lo sviluppo come sostengono altri, ma è necessario agire nella direzione della definizione di una politica che affronti allo stesso tempo e alla radice tanto le criticità economiche e sociali del territorio, quanto i problemi criminosi e di illegalità diffusa.
Per queste ragioni la CISL ha invitato il SIULP Calabrese a partecipare allo Sciopero Generale del 28 Aprile prossimo quando l’intera Calabria si fermerà per protestare contro l’azione fallimentare e deficitaria dei Governi Nazionale e Regionale.
Dal canto loro i Dirigenti Sindacali del SIULP, nel fare proprie e condividere le ragioni dello Sciopero, hanno garantito una massiccia presenza nella giornata di mobilitazione a Catanzaro.

Sciopero del 28, la triplice incontra il partenariato sociale ed economico della Calabria

23/04 I rappresentati delle confederazioni regionali CGIL Zumbo Antonino e Vera Lamonica, CISL Graziella Larizza e UIL Giuseppe Mungo hanno consegnato la piattaforma dello sciopero generale del 28 aprile 2004 ai Soggetti del Partenariato Sociale e Economico della Calabria. I Soggetti del Partenariato hanno condiviso le ragioni dello sciopero, pur nella diversità dei ruoli delle singole organizzazioni. Si è convenuto che l'obiettivo comune è lo sviluppo economico e sociale della Calabria. Per questo obiettivo è necessaria una svolta netta e determinata nelle politiche per lo sviluppo dato che gli indicatori sociali e economici sono significativamente peggiori rispetto le altre regioni meridionali. La situazione sociale e economica della Calabria è in una fase di grave deterioramento, interi settori industriali come il tessile stanno per scomparire. E' necessario mettere al centro del confronto i problemi reali del sistema produttivo e dei servizi calabresi per individuare priorità e soluzioni. Occorre un disegno strategico nel settore dell'industria, dell'artigianato, del commercio e dell'agricoltura individuando precise linee di d'indirizzo a livello regionale per la scelta di filiere e reti di imprese e l'individuazione dei territori, su cui concentrare le risorse. Gli interventi a pioggia sino oggi realizzati, fuori di un quadro strategico, congiuntamente all'utilizzo di istituti di incentivazioni generici e privi di controlli hanno portato al fallimento delle politiche industriali in Calabria. Le scelte delle politiche per le attività produttive e industriali devono essere condivisi dagli Enti Locali e dagli attori locali dello sviluppo per evitare che i Governi decidano in modo unilaterale di spendere le risorse finanziarie in investimenti sbagliati che non creano sviluppo, benessere e coesione sociale ma soltanto cattedrali nel deserto con danni irrimediabili sotto l'aspetto ambientale che economico. Gli interventi per lo sviluppo dell'industria regionale, trattandosi soprattutto di piccole e medie imprese, dovranno essere indirizzate per ottenere vantaggi competitivi nella direzione dell'apertura all'estero dei flussi produttivi locali. Per questo acquistano particolare importanza lo sviluppo dei servizi della società dell'informazione e le politiche per l'innovazione e la ricerca che ancora oggi in Calabria sono poco sviluppate. Occorre rafforzare i centri di ricerca calabresi, metterli in rete e creare partenariati con i centri di eccellenza nazionali e internazionali per permettere alle imprese l'implementazione di innovazioni di prodotto, organizzative e di processo allo scopo di aumentare la competitività delle stesse nei mercati esterni alla Calabria. Altro aspetto importante per lo sviluppo dell'imprenditoria calabrese è di avere una nuova politica del credito che abbassi il costo del denaro e permetta canali di accesso agevolati. In questo quadro si è discusso dell'esigenza di avere un sistema della Formazione Professionale qualificato e integrato con l'Istruzione e con l'Università per garantire ai giovani un'offerta formativa di qualità in grado di provocare un adeguato impatto occupazionale e alle imprese di avere personale altamente qualificato. E' indispensabile superare la formazione fine a se stessa che non dà alcuna opportunità lavorativa ai giovani disoccupati o agli occupati che sono costretti a cambiare lavoro e alle aziende che hanno esigenza di personale qualificato che necessita di continui aggiornamenti.
Si è convenuto di affrontare con determinazione e in modo efficace il grave problema della criminalità che desta tante preoccupazioni alla classe imprenditoriale regionale che quotidianamente è sottoposta a ricatti e a intimidazioni. Molte imprese sono state costrette a chiudere le attività e altre si sono trasferite in territori più sicuri. Per garantire sicurezza ai lavoratori, alle imprese e favorire lo sviluppo si chiedono azioni di forte contrasto alla criminalità sia da parte del Governo centrale sia da parte dell'Amministrazione regionale. E' indispensabile sconfiggere lo strapotere della ndragheta per dare un futuro alla Calabria.
Infine, si è convenuto che i principali limiti allo sviluppo della Calabria sono anche rappresentati dalla bassa qualità dei servizi a rete, soprattutto dei trasporti, e dall'inadeguatezza delle infrastrutture. E su questi aspetti che ogni organizzazione si impegnerà a dare il proprio contributo.

Sciopero regionale del 28 aprile

21/04 I rappresentati delle confederazioni regionali Nino Zumbo CGIL, Luigi Sbarra CISL e Roberto Castagna UIL hanno esposto le ragioni dello sciopero generale del 28 aprile 2004 al Presidente della Conferenza Episcopale Calabrese Monsignore Mondello. La ragioni esposte, sia pure nella diversità dei ruoli della Chiesa e del Sindacato, sono state condivise da Monsignore Mondello che ha ricordato come la gran parte di esse siano contenute nella discussione dei Vescovi Calabresi e nei comunicati stampa già diramati dalla Conferenza Episcopale. L’obbiettivo comune è di superare i particolarismi, a volte rappresentati dalle “Calabrie”, e lavorare per l’interesse generale dell’intero territorio Calabrese. E’ in Calabria che i giovani disoccupati dovranno avere la possibilità di trovare un’occupazione per avere un reddito dignitoso. Ancora oggi, invece, i giovani e a volte anche i meno giovani, sono obbligati ad emigrare per costruirsi una famiglia e un futuro. E’ il buon governo della Calabria che può permettere di utilizzare pienamente e efficacemente le tante risorse paesaggistiche, naturali e culturali per creare nuovi posti di lavoro, principalmente nel settore turistico, e dare certezza economica e serenità alle tante famiglie che sono costrette a vivere sotto la soglia della povertà. Si è convenuto che i Governi devono evitare di spendere le risorse finanziarie in investimenti sbagliati che non creano sviluppo, benessere e coesione sociale ma soltanto cattedrali nel deserto con danni irrimediabili sotto l’aspetto ambientale che economico. A contrario l’autoreferenzialità e la sufficienza della Giunta nel Governo della Regione impedisce il confronto di merito per scelte condivise necessarie per arrestare il degrado economico e sociale e avviare nuove politiche per l’occupazione e lo stato sociale. In questo quadro è stata esposta l’esigenza di costruire in Calabria un sistema integrato dell’Istruzione, dell’Università e della Formazione Professionale per garantire ai giovani un’offerta formativa di qualità in grado di provocare un adeguato impatto occupazionale. E’ indispensabile superare la formazione fine a se stessa che non dà alcuna opportunità lavorativa ai giovani disoccupati o agli occupati che sono costretti a cambiare lavoro. Inoltre, è stata rappresentata dal sindacato l’esigenza di dare soluzione, anche attraverso lo sciopero del 28 aprile, ai problemi del potere d’acquisto delle famiglie Calabresi, in maggiore misura monorredito, che sono costrette a supportare una alta pressione fiscale causata dalla Giunta regionale attraverso l’inserimento dei Tiket sui medicinali, dagli aumenti del 10% sul bollo auto, dal massimo aumento della quota regionale sull’IRPEF, dall’aumento delle tariffe ( in particolare trasporti pubblici, acqua e spazzatura) e dall’aumento dell’ ICI da parte dei comuni.
I rappresentati sindacali, hanno infine esposto il grave problema della criminalità che desta tante preoccupazioni alla classe imprenditoriale regionale, ai tanti sindaci e operatori onesti della pubblica amministrazione che non si vogliono piegare al malaffare. Il sindacato confederale con lo sciopero del 28 aprile chiede azioni di forte contrasto alla criminalità sia da parte del Governo centrale sia da parte dell’Amministrazione regionale. Per dare un futuro alla Calabria, CGIL, CISL e UIL ritengono che sia necessario sconfiggere lo strapotere della ndragheta. Occorre garantire ai cittadini, ai lavoratori e agli imprenditori sicurezza e libertà di agire soprattutto nel campo economico. Oggi, i principali limiti allo sviluppo della Calabria sono rappresentati dallo strapotere della criminalità, dalla bassa qualità dei servizi a rete, soprattutto dei trasporti, e dall’inadeguatezza delle infrastrutture. E’ su questi aspetti che il sindacato si misurerà con determinazione e impegno per superarli.

CGIL: "Denuncia del Presidente ARSSA tardiva e demagogica"

21/04 Il Presidente dell’ARSSA ha lanciato un allarme sulla grave crisi che investe l’Ente da lui presieduto. Non è mai troppo tardi! La sua, però, è una denuncia tardiva, demagogica e senza quel respiro occorrente al rilancio dell’Ente. “ Datemi i finanziamenti necessari per far superare l’emergenza e restituire serenità operativa all’Agenzia “. D’accordo. Ma per far cosa? Per continuare ad essere il formidabile braccio armato delle maggioranze regionali? Il Presidente si guarda bene dal domandarsi quale ruolo debba assumere l’Agenzia per i servizi all’Agricoltura, quali finalità e dentro quali politiche agricole e agroalimentari regionali. Nulla di tutto ciò! E ancora. E’ lecito chiedersi che fine abbiano fatto i progetti di legge sull’ARSAA e sulla ex ESAC presentati dall’On Rizza. Sono ancora considerati progetti di iniziativa personale o la Giunta Regionale li ha fatti suoi. E che dire degli sberleffi del Presidente Chiaravalloti verso la Corte dei Conti che nel Gennaio 2003 scriveva quanto segue: “ …irrisorio il ruolo dell’ARSSA in relazione all’utilizzo delle risorse statali e comunitarie, che l’esame dei bilanci dell’Agenzia pone in luce intrecci di competenze, esubero di organico, un apparato burocratico non rispondente alle finalità istituzionali dell’Ente, personale non qualificato, spese di funzionamento elevate in rapporto alle risorse dell’Ente, gestioni-stralcio extra bilancio.” Non ricordo il Presidente Pizzini preoccupato da questa analisi spietata; anzi, egli ha continuato a scodinzolare in giro per il mondo, a seguito del potente di turno, rilasciando interviste e dichiarazioni più che da Presidente di un Ente che dovrebbe offrire servizi all’agricoltura, da direttore commerciale di una azienda di Catering che però mangia soldi pubblici. La Cgil regionale, non più di un anno fa denunciò questo stato di cose in una pubblica iniziativa a Cosenza che vide brillare per assenza proprio quel Presidente che oggi si propone come vittima di una Regione brutta e cattiva che non molla i soldi per l’approssimarsi delle competizioni elettorali. Già da allora ponemmo il problema di una nuova Agenzia che deve proporsi come strumento essenziale delle politiche agroalimentari della regione, per un inserimento sempre più vivo nel tessuto produttivo, economico e sociale della regione, avviando una seria politica di ristrutturazione funzionale che facesse pulizia delle incongruenze gestionali improprie da una parte e dall’altra con una nuova gestione altamente e puramente manageriale di alto profilo professionale sulla scorta del modello sanità,ovviamente al netto delle storture, con un Direttore di area tecnica e uno di area amministrativa. Un nuovo modello basato sulle scelte programmatiche di cui la Regione dovrebbe dotarsi, ma che colpevolmente non fa, al solo scopo di armonizzare gli interventi nel settore agroalimentare per meglio utilizzare le pur cospicue risorse finanziarie. In quella occasione ponemmo l’accento su cinque punti da noi ritenuti irrinunciabili per il lancio di un nuovo soggetto operativo:
? Studio, ricerca e sperimentazione;
? Assistenza tecnica, supporti per la stessa, ivi compresa la divulgazione;
? Formazione dei tecnici dei servizi di sviluppo;
? Informazione, documentazione e formazione;
? Controlli, certificazione prodotti e tipologie di intervento.
Il tutto in stretto rapporto con le Università calabresi che puntualmente è trascurato. Ripristinare, dunque, il concetto di produttività in quelle realtà esistenti nei vari settori che vanno collocati sul mercato in un progetto complessivo di costruzione di un sistema agroalimentare moderno, avanzato e competitivo. Tutto ciò in un contesto che dia una opportuna collocazione al personale, attraverso una rivisitazione della Pianta Organica e con l’assunzione di responsabilità da parte di tutta la Giunta Regionale( cosa diavolo centri l’assessorato al turismo solo loro o sanno). Si parta, dunque, da un nuovo progetto, si introduca il concetto di “utilizzazione” e da qui parta un confronto serrato con le OO.SS. Lo stesso rilancio produttivo dell’apparato industriale e/o servizi al turismo, costituiti da impianti obsoleti e fatiscenti deve necessariamente passare attraverso un serio piano di investimenti e adeguamenti tecnologici per poter entrare in un contesto di produttività e appetibilità da parte dei soggetti privati. Questa necessità nasce per affrontare innanzitutto la questione dei lavori e quindi la organizzazione delle risorse, quelle umane e quelle finanziarie, degli strumenti e delle procedure che si riterranno decisive e prioritarie al fine dell’apertura della nuova fase. In coerenza con quanto detto la Regione, tramite in nuovo soggetto, dovrà perseguire lo sviluppo integrato ed equilibrato delle aree rurali, preservando e valorizzando al loro interno il ruolo ed il carattere multifunzionale delle aziende agricole e agroalimentari in funzione della tutela del tessuto economico, sociale e culturale del paesaggio e della biodiversità. Il nuovo soggetto dorà, inoltre, sostenere la rete dei servizi di supporto allo sviluppo delle imprese e dei sistemi agroalimentari, orientare l’azione alla qualificazione ed al coordinamento dei soggetti delle filiere produttive ed al rafforzamento delle capacità imprenditoriali delle aziende agricole, questo, ovviamente, comporta una assunzione di responsabilità delle singole aziende e non necessariamente delle AA.PP.AA. che hanno e continuano a sguazzare indisturbate nel mare torbido dell’ARSSA. Quello che poi non è sopportabile, per ultimo, è l’ennesimo ricatto per il lavoro. Quando si afferma che “ se l’ARSSA chiuse 1200 famiglie dovranno sopportare il carico di un disoccupato in più”, fa parte di quella odiata politica che usa il diritto al lavoro come arma di pressione per coprire le proprie responsabilità. I lavoratori non bisogna utilizzarli strumentalmente e demagogicamente, e nessuno deve temere per i propri diritti. Un anno fa il tema di quella iniziativa era la Dismissione dell’ARSSA, non solo la confermo, ma alla luce di quando accaduto oggi bisogna aggiungere la richiesta delle dimissioni del Presidente e del C.d.A. dell’ARSSA e di quanti nella Giunta Regionale invece di controllare hanno dato una mano per definire il tracollo definitivo dell’ARSSA. Su questo caro Pizzini deve avvenire la sfida. Per quanto mi riguarda ciambelle di salvataggio se li faccia gettare da chi ha affidato una potenziale Lamborghini ad un novello autista.

Preoccupazioni della CGIL sull'attuazione dei PIT e sulla Premialità del POR Calabria

19/04 A seguito della Conferenza Stampa del Presidente Chiaravalloti e dell'incontro tenuto con le parti sociali il 15 u.s. dall'Autorità di Gestione Dott.ssa Guarna per l'attuazione dei Piani Integrati Territoriali (PIT), la CGIL Calabria esprime forti preoccupazioni. In quelle occasioni è stata data notizia dell'approvazione di quattro PIT su 23. Tale approvazione riguarda solo le opere infrastrutturali, rimandando l'attuazione dei regimi di aiuto e la parte della Formazione Professionale. Si tratta quindi di un'approvazione parziale dei quattro PIT. Se l'Amministrazione Regionale, alla presentazione delle schede per i progetti da parte degli altri 19 PIT, ha l'intezione di approvare solo le infrastrutture, favorirà interventi che difficilmente produrranno sviluppo facendo venir meno l'impatto sul contesto da parte dell'imprenditoria e della forza lavoro specializzata rispetto ai fabbisogni del territorio. Perciò, a parere della CGIL, è indispensabile che l'Amministrazione regionale si adoperi per attuare i regimi di aiuto e la formazione professionale in modo contestuale e al più presto possibile. Altra preoccupazione è dovuta all'assenza di qualsiasi informazione sull'attuazione e la proroga del Programma "Azioni Innovative" che è nato a sostegno della progettazione integrata territoriale del POR Calabria con un finanziamento di 4.428.000 euro. Il progetto doveva attuarsi entro il 31/12/2003, nell'ambito della prima triennalità del POR Calabria, e non si ha ancora alcuna notizia se è stata concessa o no la proroga richiesta. Inoltre, a causa dei notevoli ritardi accumulati nell'attuazione della Progettazione Integrata in oltre tre anni di attuazione del POR è attualmente di fondamentale importanza fare chiarezza sulla disponibilità delle risorse finanziarie. Questo non solo per tutte le misure che concorrono all'implementazione dei PIT ma anche per le risorse interessanti la seconda triennalità dei Piani Integrati Aree Rurali(PIAR). La CGIL auspica che l'Amministrazione regionale superi velocemente l'indecisione sinora mostrata nell'attuazione dei PIT per assolvere concretamente alla funzione di indirizzo e coordinamento, puntando sulla qualità della spesa ed evitando interventi a pioggia sul territorio. La CGIL ritiene un grave danno per la Calabria la perdita di circa 77 milioni di euro di premialità che se inserite nella programmazione avrebbero prodotto 152 milioni di euro. Dato che i Programmi Operativi sono cofinanziati solo per il 50% dalla Commissione Europea, mentre la parte restante è a carico dello Stato Centrale per il 35% e per il 15% dalla Regione o da altri Enti Locali. I 77 milioni di euro perduti si riferiscono alle sole risorse comunitarie. E' evidente che la consistente perdita di premialità che è andata alle altre regioni come la Campania, la Basilicata, la Puglia e in misura minore alla Sicilia è la prova e la conferma delle pesanti criticità che l'Amministrazione regionale continua a mantenere immutate nell'attuazione dei fondi Strutturali 2000 – 2006. Tali pesanti e persistenti criticità non sono superabili attraverso la caduta di stile nel linguaggio del Presidente della Giunta Regionale e di chi si presta, Dirigente della Programmazione e Autorità di Gestione, a dare informazioni scorrette e forvianti all'opinione pubblica calabrese. Occorre invece, a questo punto una chiara e netta assunzione di responsabilità della Giunta Regionale e dei Dirigenti impegnati nell'attuazione dei Fondi 2000 – 2006. Tale responsabilità riguarda l'informazione corretta nei confronti dei cittadini e l'azione concreta per affrontare con impegno e determinazione, una volta per tute, le criticità – più volte denunciate dal partenariato sociale ed economico e individutate nel rapporto di valutazione intermedia dal Valutatore Indipendente - al fine di ricercare le giuste e condivise soluzioni per evitare che in futuro si perdono altre risorse attraverso la premialità, ma soprattutto attraverso il disimpegno automatico negli anni 2004 e 2005. . E' anche per questo indispensabile una specifica riunione della Commissione Consiliare Fondi Comunitari con la presenza del Valutatore Indipendente e di tutti i soggetti del partenariato per discutere nel merito delle criticità e sui provvedimenti da adottare per superarle. Altrimenti i riflessi negativi del modo sbagliato di gestire le risorse pubbliche si ripercuote sull'interessere generale dei cittadini della Calabria che vedono peggiorare le proprie condizioni di benessere e di vita e soprattutto sui disoccupati che vedono allontanarsi la possibilità di un'occupazione e di un reddito.

Il sistema dei saperi per il futuro della Calabria

16/04 La conoscenza è un fatto determinante per la qualità dell'organizzazione sociale ed economica dell'intera società, soprattutto per una regione come la Calabria in forte ritardo di sviluppo e con una alta percentuale di disoccupati secolarizzati.
Per tale motivo l'istruzione, l'università, la ricerca e la formazione costituiscono il nucleo fondamentale delle politiche di sviluppo del nostro paese e della Calabria in grado di garantire la costante crescita civile e culturale dei cittadini.
Risulta per questo evidente che il sapere è un diritto fondamentale che rende ogni cittadino capace di interagire attivamente e consapevolmente con la realtà e di accrescere la possibilità di scegliere governare la propria vita in tutti i suoi aspetti. Dal punto di vista economico è da evidenziare che il valore delle merci è determinato in misura sempre crescente dal contenuto di innovazione e tecnologia, cioè dal sapere incorporato.
Pertanto, educazione, formazione, ricerca e innovazione sono considerate risorse chiavi per lo sviluppo di una nazione. Trascurare queste risorse significa condannarla al declino.
Il governo nazionale, attraverso le riforme in atto e i tagli continui di risorse economiche ed umane, sta mettendo in luce la natura del suo progetto: un forte controllo politico ed istituzionale , riduzione degli spazi di libertà e autonomia, costruzione di un sistema elitario e autoritario.
Nella nostra Regione l'attenzione nei confronti del sistema dei saperi non ha sorte migliore. Non vi è una politica regionale che in una regione con forti disagi favorisca il diritto universale allo studio per tutti.
Il sistema della formazione professionale è autoreferenziale e non produce il giusto impatto occupazionale.
La bozza di legge sul diritto allo Studio dell'Assessorato alla Cultura e all'Istruzione e la stessa legge finanziaria regionale non prevedono per tale voce l'aumento di finanziamenti bensì della platea che di essi potrà usufruirne: oltre alle scuole pubbliche ai finanziamenti per il diritto allo studio potranno accedere le scuole private.
Manca una strategia per superare la dispersione scolastica vede la Calabria come la regione con il più alto tasso di dispersione: 0,2% elementare, 1,03% media, 4,6% superiore.
I dati sull'edilizia scolastica sono ancora più sconfortanti. Da un monitoraggio del MIUR risulta che, su 481 scuole che hanno risposto al sondaggio, solo il 23,49% è in possesso del certificato di agibilità statica; solo il 25,57% è in possesso del certificato di agibilità sanitaria; solo il 15,59% è in possesso del certificato prevenzione incendi; solo il 43,24% ha scale di sicurezza e solo il 66,32% porte antipanico; solo il 56,13% ha impianti elettrici a norma e nel 77,13% vi è la presenza di barriere architettoniche.
Tutto questo chiaramente gioca contro la qualità del servizio scolastico e contribuisce ai tagli degli organici: dove non vi sono strutture adeguate, i servizi sono più carenti e il tempo scuola diminuisce. Meno ore di scuola significa meno qualità e meno organici.
Per quanto riguarda gli organici è da far presente che in due anni scolastici 2003/2004 e 2004/2005 vi è un taglio di circa 2000 tra docenti ed ATA. Questo significa meno possibilità di lavoro per i tanti giovani disoccupati che attendono di poter entrare nel mercato del lavoro. Che fare davanti a questa situazione?
CGIL, CISL e UIL Calabresi mettono al centro delle loro politiche rivendicative l'istruzione, la formazione e la ricerca perché esse sono determinanti per lo sviluppo della società calabrese.
I sindacati Scuola Confederali sono impegnati per raggiungere questo fondamentale obiettivo di crescita e di sviluppo e invitano tutti i lavorati della scuola e gli studenti a partecipare allo sciopero generale per la Calabria indetto per il 28 Aprile 2004.
CGIL CSIL UIL Scuola Calabria.

Seminario della Camera del Lavoro di Cosenza sullo sviluppo il 21 e 22 a Bologna

16/04 Il 22 ed il 23 Aprile prossimo si svolgerà a Bologna un seminario, promosso dalla Camera del lavoro di Cosenza insieme a quelle di Brescia, Bologna, Matera, Reggio Emilia e Torino, dal tema: “ sviluppo, quale e quanto: per una concezione alternativa della vita comunitaria”. L’idea nata a Cosenza nel mese di Maggio del 2003 in occasione dello svolgimento presso l’Unical dei “ Cantieri Meridionali ”, coinvolge sei Camere del lavoro collocate in aree diverse per dislocazione geografica e caratteristiche socio – economiche. Il seminario al quale parteciperanno Oscar Marchisio e Carla Ravaioli, insieme ai direttori dei giornali e delle riviste: Il Manifesto, l’Unità, Liberazione, Rassegna Sindacale, Quale Stato, La rivista del Manifesto, Carta, Alternativa Europa, l’Ernesto, Critica Marxista, Ora Locale, Zapruder, Il Ponte della Lombardia, Rinascita della Sinistra, Democrazia e diritto, verrà concluso da Paolo Nerozzi segretario nazionale della CGIL.
Il seminario sarà un modo per rilanciare il ruolo delle Camere del lavoro, per riscoprire un loro protagonismo politico e dare prova di non essere semplici terminali periferici di un’organizzazione a struttura centralizzata. Il sentire comune delle sei Camere del Lavoro è la condivisione della critica dell’idea dominante di sviluppo e di competitività. Insieme si prova a immaginare e praticare un’altra strada fondata su un diverso modo di intendere la produzione, il lavoro, i diritti, la democrazia, la vita comunitaria, il rapporto fra essere umani ed ambiente naturale. Al concetto di concorrenza esclusiva si prova a sostituire quello di emulazione fra sistemi sociali inclusivi. Ovviamente si prova a farlo come può e deve fare un sindacato: ipotizzando un modello di contrattazione confederale territoriale che si proponga di sconfiggere separatismi e diseguaglianze e sappia parlare, simultaneamente, a tutto il Paese, mobilitandone le energie migliori. La nostra esperienza, la ricerca programmatica, adeguata ad invertire la deriva economica e sociale che interessa Cosenza e la Calabria e che ci hanno portato ad un conflitto sociale forte nazionalmente e localmente e che vedrà lo sciopero generale regionale il 28 Aprile p.v., troverà occasione di confronto nel seminario e servirà ad alimentare la conferenza nazionale programmatica della CGIL che si svolgerà il 13 e 14 Maggio p.v.

Di Iacovo (UIL), "corsiti Enel di Rossano: nessuno ha fatto il suo dovere"

Intervento del Segretario Generale della Uil provinciale di Cosenza, Benedetto di Iacovo, nell'aula consiliare del Comune di Rossano, alla presenza del Sindaco Longo e dei corsisti Enel in assemblea. "Sulla vertenza dei corsisti Enel, - ha affermato Di Iacovo - fatta eccezione della disponibilità dell'assessorato regionale al Lavoro alla concessione del sussidio, nessuno ha fatto il suo dovere e si corre il rischio, anche per effetto del mancato pagamento di tre mensilità di esasperare gli animi e ritornare a lotte dure per garantirsi il sostegno al reddito ed uno sbocco lavorativo concreto. Il sussidio deve essere lo "strumento" di sostegno al reddito di questi lavoratori e deve essere considerato un elemento transitorio per l'accompagnamento di questi nella fase della loro ricollocazione lavorativa. Tutti devono fare il loro dovere (Regione- Provincia- Enel), ma va ricordato che le vere responsabilità sono dell'Enel, che oltre a non aver mantenuto nessuno impegno verso questi lavoratori, dimentica e penalizza quest'area e l'intera Regione. Nel nuovo piano occupazionale ENEL la Calabria e' fuori e vengono assunti in ogni parte d'Italia nuovi lavoratori con le stesse mansioni dei corsisti. E' un fatto inaccettabile e di sfida alle istituzioni locali e regionali calabresi, contro il quale bisogna reagire con forza".

I Sindacati chiedono un incontro urgente con Luzzo per i ticket di esenzione sui farmaci

15/04 Con una lettera indirizzata all'Assessore Regionale alla Sanità Luzzo, firmata dalla FULC Calabria, dalle Organizzazioni Sindacali dei pensionati della Calabria e dalla CGIL funzione pubblica della Calabria, le organizzazioni sindacali chiedono un incontro urgente con l'Assessore alla Sanità Calabrese per discutere dell’applicazione dell’art. 13 della Legge Regionale 29/2002 e della identificazione delle fasce deboli previste dalla legge medesima alle quali estendere l’esenzione del ticket sui farmaci.

Conferenza di presentazione dello sciopero regionale del 28 aprile il 16 a Lamezia

14/04 CGIL CISL UIL della Calabria hanno proclamato per il 28 Aprile 2004 lo SCIOPERO GENERALE REGIONALE con Manifestazione a Catanzaro, per contrastare, con la forza della mobilitazione del mondo del lavoro, dei pensionati, dei giovani e delle donne calabresi, il processo di ulteriore aggravamento della condizione economica, sociale e civile della regione. Per protestare contro il Governo nazionale che ha abbandonato il Mezzogiorno, non ha politiche di sviluppo e continua nell’opera di separazione del Paese. Per denunciare il fallimento delle politiche della Giunta Regionale che ha contribuito fortemente al peggioramento della situazione calabrese, non riuscendo ad affrontare nemmeno le tante emergenze della regione.
Per rilanciare un’idea di costruzione del futuro della Calabria. CGIL CISL UIL della Calabria terranno una Conferenza Stampa il 16 Aprile alle ore 10,30 presso il Grand Hotel di Lametta Terme per presentare l’iniziativa di lotta e il documento/piattaforma, elaborato unitariamente, di analisi e proposte che stanno alla base dello sciopero.

Istituto Papa Giovanni: I Sindacati chiedono un tavolo di lavoro, subito.

08/04 Sulla complessa vicenda dell'Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello, le segreterie regionali CGIL-CISL-UIL della Calabria chiedono al Presidente della Giunta la convocazione urgente di un tavolo di discussione con tutti i soggetti a vario titolo interessati alla vicenda: Assessore alla Sanità, Dipartimento Servizi Sociali, Fondazione, nonché il soggetto privato che ha formalmente presentato, anche alle OO.SS., un piano di impresa. E' necessario infatti fare innanzitutto chiarezza e apportare trasparenza ad una vicenda che ha bisogno di essere riportata nelle sedi formali ed istituzionali e non di svolgersi solo sui giornali, oltretutto con accenti e sottintesi che lasciano chiaramente intravedere un gioco torbido di interessi politici e affaristici che destano grande preoccupazione. L'Istituto Papa Giovanni, unico nel suo genere per dimensioni e storia, vive da anni una situazione al limite dell'intollerabile, prima di tutto per le condizioni di vita dei pazienti che subiscono uno stato di degrado e di scarsa qualità dell'assistenza, sulle quali fa bene Mons. Agostino, anche a nome di una politica sempre sorda o collusa, a chiedere perdono. Poi per i dipendenti, sempre non retribuiti e sempre tenuti nell'incertezza e nell'incubo del licenziamento. Negli anni si sono susseguite idee, proposte, piani di privati, ma mai si è riusciti a trovare un punto fermo di azione che delineasse un futuro credibile della struttura. Intanto il sindacato si è sempre fatto carico di ricercare soluzioni alle emergenze che si sono via via presentate, ha costruito, in un percorso difficilissimo di trattativa anche con il Governo nazionale, la Cassa Integrazione in un settore che non era previsto nelle norme di legge, ha operato la riqualificazione e la formazione di un buon numero di operatori con finanziamenti regionali. Questo significa, anche, che, oltre al costo delle rette, si è spesa una buona quantità di soldi pubblici ( una trentina di miliardi!), e quindi la partita tutto è tranne che una faccenda privata tra la Curia di CS e soggetti del notabilato politico locale e regionale. E per questo non si possono dare per buoni accordi e mediazioni che si trovano in segrete stanze né il cambio continuo dei tavoli a seconda delle convenienze, ma va costruito un confronto trasparente nel quale ognuno si assume le responsabilità che gli competono. CGIL-CISL-UIL chiedono la salvaguardia dei livelli occupazionali, ulteriori azioni di formazione degli operatori, la ristrutturazione e la riqualificazione della struttura che va rilanciata in termini di qualità, di adesione alle regole del sistema socio-sanitario e, poiché l'investimento è pubblico, ricondotta a forme credibili di controllo pubblico della gestione. La partecipazione di soggetti privati è persino auspicabile se si comincia a discutere nel merito delle proposte che si avanzano. L'unica che il sindacato conosce è quella avanzata dal gruppo Manna, che è interessante perché salavaguarda l'unità e la consistenza della struttura e quindi dell'occupazione, ma che naturalmente ha bisogno di essere discussa più a fondo perché vi sono molte cose che vanno ricondotte a concretezza e perché bisogna fare chiarezza su costi, gradualità e differenziazioni delle prestazioni, nonché della natura del soggetto giuridico che si propone ( sperimentazione gestionale? E quale sarebbe il ruolo della Regione?). In ogni caso quello che per il sindacato è inaccettabile è che, mentre sono sul tappeto situazioni così complesse e difficili, si continuino ad autorizzare nuove strutture, nuovi posti letto in RSA, anche a pochi chilometri da Serra d'Aiello. A che gioco si gioca? In questo grande business che si è aperto in tutta la regione sulle strutture socio-assistenziali si rischia di affogare del tutto il già tanto disastrato sistema sanitario calabrese sotto il peso delle voraci cordate affaristiche che tanta diretta rappresentanza hanno nella politica regionale.

Preoccupazione della CGIL sulla riduzione delle risorse assegnate ai PIT dalla Regione

06/04 In una nota stampa, a firma del Segretario Regionale Zumbo, la CGIL calabrese esprime la sua forte preoccupazione per la progressiva riduzione delle già esigue risorse finanziarie assegnate ai PIT ed ai PIAR dalla Giunta Regionale . "A più di tre anni dall’approvazione del POR Calabria - si legge nella nota - e del Complemento di Programmazione oggi la Calabria è l’unica Regione che non ha ancora approvato, e dato avvio ai PIT (Progetti Integrati Territoriali). Oltre al grave ritardo, la Giunta Regionale, che evidentemente, come ribadito recentemente dal Presidente sul Sole 24 Ore, non crede a questo strumento di programmazione concertato per lo sviluppo dei sistemi territoriali (23 Aree PIT in tutta la regione), ha coscientemente provveduto a ridurre le già esigue risorse finanziarie destinate ai PIT e ai PIAR. Non è accettabile che, a fronte delle esigenze di sviluppo del territorio, la Giunta Regionale, dopo aver ridotto, senza nessun confronto con il Partenariato sociale ed economico e con le Autonomie locali, le risorse previste per il FSE (Fondo Sociale Europeo per la formazione) e per lo SFOP (Fondo per la pesca), continua la sua ambigua azione di espropriazione delle risorse dei PIT e dei PIAR (Piani Integrati per le Aree Rurali) finanziati quest’ultimi dal FEOGA (Fondo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale). Per quanto riguarda il FEOGA, ed in particolare i PIAR, l’Assessorato all’Agricoltura ha, nel recente incontro di Lamezia del mese di gennaio 2004, consegnato ai Soggetti proponenti una tabella con le indicazione degli importi per ciascun PIAR. Gli importi sono pari al 50% del totale previsto e quindi riferiti al primo triennio di attuazione. L’Assessorato non ha fornito indicazioni relative al secondo triennio, sia in termini di risorse finanziarie che di tempi di attuazione. Nel 2004 non ha più senso dividere il periodo di attuazione in due trienni, dato che rimangono solo quattro anni per la conclusione del POR Calabria. Pertanto è necessario assegnare da subito tutto l’importo programmato ai singoli PIAR. Ancora più preoccupante è l’inesistenza di un quadro complessivo degli impegni finanziari del FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) per ciascun PIT in relazione alle singole misure. Se la Regione e le Autonomie Locali credono veramente nell’efficacia della progettazione integrata come strumento fondamentale e importante per i processi di sviluppo dal basso dei territori, è necessario, come più volte richiesto dai Soggetti del Partenariato, che l’Autorità di Gestione del POR Calabria provveda a proporre alla Giunta Regione di deliberare subito, e contestualmente per tutti i PIT, l’assegnazione programmatica a ciascun PIT delle risorse assegnate a livello delle singole misure. Oggi non è più possibile procrastinare oltre la definizione di questi quadri finanziari che sono indispensabili per la definizione del nuovo quadro finanziario relativo alla riprogrammazione intermedia del POR Calabria. L’assenza di una chiara, immediata e complessiva assegnazione delle risorse ai PIT e ai PIAR, pregiudicherebbe in maniera irreversibile l’attuazione della progettazione integrata per lo sviluppo locale. La CGIL, unitamente a CISL e UIL, ha nelle scorse settimane richiamato l’attenzione della Regione, dell’ANCI Calabria e della Lega delle Autonomie Locali, sui pericoli derivanti dal protrarsi di questi comportamenti da parte della Giunta Regionale. Ad oggi nessuna risposta è stata data dall’Autorità di Gestione del POR Calabria alla richiesta di uno specifico ed urgente incontro di Partenariato per verificare lo stato di attuazione dei PIT e dei PIAR e avere chiarezza e trasparenza sulle risorse finanziarie ad essi attribuite. Siamo in presenza, ancora una volta, di un atteggiamento della Giunta Regionale e dell’Autorità di Gestione del POR Calabria poco responsabile che dimostra la scarsa propensione della stessa a innovare le politiche di sviluppo del territorio, attraverso il confronto ed al coinvolgimento delle Parti Sociali e dei Soggetti locali. "

Saranno i pensionati della provincia di Cosenza la più folta delegazione calabrese alla manifestazione nazionale del 3 aprile a Roma

02/04 I pensionati della provincia di Cosenza che parteciperanno sabato 3 aprile alla grande manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil a Roma rappresenteranno la più folta delegazione della Calabria. Venerdì 2 aprile, alle ore 22 circa, dal capoluogo e ad altri comuni della provincia partiranno 30 pullman che trasporteranno nella capitale almeno 1500 pensionate e pensionati soci delle federazioni provinciali dei tre sindacati confederali. Oltre che da Cosenza i pullman partiranno da Acri, Cassano, Castrovillari, Frascineto, Corigliano, Luzzi, Rossano, S. Giovanni in Fiore, Morano, Longobucco, Francavilla Marittima, Villapiana, Trebisacce, Canna, Terranova da Sibari, S. Marco Argentano, Amantea, Paola, Scalea, Praia a Mare, Rogliano.
In segno di solidarietà ai pensionati cosentini prenderanno parte alla manifestazione la banda musicale di Castrovillari e il gruppo folcloristico di Morano che apriranno il corteo e che occuperanno la zona nei pressi del palco in piazza San Giovanni, dove terranno il comizio i segretari nazionali dei pensionati Uil Silvano Miniati e Cisl Antonio Uda e il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani.
“Questa volta – ha dichiarato il segretario generale della Fnp-Cisl cosentina, Francesco Filice – saremo in tanti a Roma per protestare contro il carovita, per il potere d’acquisto delle pensioni e per la tutela dei non autosufficienti. Mi preme sottolineare che saranno moltissime le donne consentine che prenderanno parte alla manifestazione, segno evidente che sono particolarmente le donne, le casalinghe, le massaie quelle che più di altri constatano, giorno dopo giorno, l’irresponsabile e ingiustificabile aumento dei prezzi. Sono le donne che alla fine del mese si accorgono che non bastano i soldi per tirare avanti.
Il presidente del Consiglio – ha poi affermato Filice – ha promesso la riduzione delle aliquote Irpef per il mese di aprile. Gli concediamo con riserva fiducia, ma non possiamo non rilevare che la correzione della curva Irpef attuata dall’attuale Governo ha finito col penalizzare, con l’illusorio esonero delle pensioni minime, proprio i redditi medio-bassi. Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp si attendono, unitamente alle centrali delle Confederazioni, un’inversione di tendenza sul fronte del recupero del potere di acquisto delle pensioni. Contrariamente alle chiacchiere fatte finora, non è stato fatto nulla sul versante del controllo di prezzi e tariffe, sulla composizione del paniere Istat, sul superamento delle iniquità fiscali e sul recupero del fiscal drag, sull’introduzione del reddito familiare per il pagamento dell’Irpef, sulla lotta all’evasione fiscale, incoraggiata dai continui condoni. Non solo – ha quindi osservato il segretario generale della Fnp-Cisl provinciale -, contro anziani e pensionati si sono accaniti ultimamente la Regione che ha aumentato in maniera esorbitante la soprattassa regionale sull’Irpef e la stessa Amministrazione comunale di Cosenza, che ha portato, senza alcuna giustificazione, l’Ici dal 5 al 6 per mille, nonostante l’aumento del gettito fosse assicurato dalla ripresa delle costruzioni edilizie. Come si vede – ha concluso Filice – abbiamo più di un motivo per partecipare alla manifestazione di protesta per indurre il Governo ad assumere finalmente iniziative in favore di anziani e pensionati”.

Belcastro (CISL): in piazza per chiedere intervento governo, la classe politica è incapace di affrontare criticita'

30/03 In una nota diffusa dall’Ufficio Stampa della CISL il Segretario Generale Giuseppe Belcastro ha evidenziato i punti di riflessione che terranno impegnato, giovedì 1 aprile, il Comitato Esecutivo della CISL provinciale. Belcastro, fa presente che il Comitato Esecutivo, oltre ad approvare il bilancio consuntivo 2003, sarà chiamato a discutere sul delicato momento del Paese e sulla difficile situazione economica della nostra Regione. Per il Segretario Generale della CISL, la politica del Governo Berlusconi sta inevitabilmente producendo ripercussioni sociali fortissime, difficoltà nel controllare le dinamiche salariali, perdita del potere d’acquisto dei redditi e delle pensioni, peggioramento della qualità della vita, destrutturazioni economiche; questi sono soltanto alcuni esempi delle gravi difficoltà che sta attraversando il Paese. Per di più, ha continuato Belcastro, il Governo annuncia di approvare entro il Giugno prossimo una riforma delle Pensioni che non è utile, divide i lavoratori e crea disparità penalizzando eccessivamente il Sud dove il lavoro non c’è, e quel poco che c’è è precario e dove sarà molto difficile raggiungere gli anni di contribuzione previsti. Già i lavoratori al Sud vanno in pensione più tardi di quelli del Nord, e con importi più bassi. Allora sarà difficile andare in pensione a 65 con un trattamento dignitoso, perché nel Mezzogiorno il lavoro è discontinuo; si andrà in pensione più tardi e con meno soldi e non con pienezza di contributi. Il sindacato per queste ragioni, ha precisato Belcastro, sarà in piazza per sostenere le ragioni dei lavoratori e dei soggetti deboli della società, come nella Manifestazione Nazionale dei pensionati del prossimo 3 aprile per manifestare il proprio dissenso e per ottenere dal Governo un tavolo di trattativa che affronti essenzialmente: il tema della salvaguardia del potere d’acquisto delle pensioni, degli stipendi e dei salari; per definire un nuovo paniere dei beni per il calcolo corretto dell’inflazione reale necessaria per affrontare il problema del carovita, e per avviare la costituzione di un fondo per i non autosufficienti, ricorrendo alla fiscalità generale, sul quale il governo aveva preso precisi impegni tutt’ora disattesi. Oggi la Calabria, ha concluso il Segretario Generale della CISL, ha una ragione in più nel Paese per scendere in piazza come farà nello Sciopero Generale regionale del 28 aprile a Catanzaro alla presenza del Segretario Generale della CISL Savino Pezzotta, per chiedere un intervento forte del Governo per la nostra Regione dove una classe politica distratta e ingessata è ormai incapace di affrontare le criticità del nostro tessuto economico e occupazionale, dove manca il confronto serio tra Istituzioni e Organizzazioni sociali che finisce con il produrre scelte inopportune e penalizzanti per i cittadini calabresi, dove si assiste inpassibili allo smantellamento del tessuto economico-produttivo.

Riunito il comitato esecutivo dei Pensionati Cisl Calabria

29/03 Si e' svolto oggi a Cosenza il comitato esecutivo della Fnp-Cisl Calabria. Il consueto appuntamento annuale dei pensionati della Cisl calabrese, che quest'anno ha scelto Cosenza per i suoi lavori, oltre ad approvare il bilancio consuntivo 2003, ha ritenuto riflettere sul delicato momento del Paese e sulla difficile situazione economica per molti pensionati. In apertura dei lavori il Segretario Generale della Ust-Cisl di Cosenza Giuseppe Belcastro, nel dare il saluto della Cisl cosentina, ha evidenziato che la manifestazione nazionale del 3 aprile a Roma, al di la delle rivendicazioni pensionistiche, rappresenta l'iniziativa preparatoria allo sciopero generale regionale del 28 aprile a Catanzaro per testimoniare il disagio sociale e la difficolta' economica della regione in conseguenza delle inique scelte della Giunta regionale". Nella relazione introduttiva il Segretario Generale della Fnp Calabria Franco Montalto, alla presenza dei segretari generali della delle 5 province calabresi, ha espresso "forte preoccupazione in riferimento alla difficile situazione politica-economica del nostro Paese che rischia di aggravarsi ulteriormente se, come annuncia il Governo, dovesse essere approvata la controriforma pensionistica entro il giugno del 2004". Montalto ha evidenziato come lo strappo che la politica del Governo "sta consumando con il sindacato a tutti i livelli e' un cattivo segnale che si lancia al Paese in termini di divisione e capacita' di risoluzione dei problemi. Le scelte unilaterali dell'esecutivo Berlusconi stanno inevitabilmente producendo ripercussioni sui livelli della qualita' e sul costo dei servizi erogati ai cittadini, per l'assenza di misure riguardanti le famiglie monoreddito, i meno abbienti ed infine per una controriforma pensionistica che non e' utile, divide i lavoratori e crea disparita' penalizzando eccessivamente il Sud dove il lavoro non c'e', e quel poco che c'e' e' precario e dove sara' molto difficile raggiungere gli anni di contribuzione previsti. Gia' i lavoratori al Sud vanno in pensione piu' tardi di quelli del Nord, e con importi piu' bassi. Allora sara' difficile andare in pensione a 65 con un trattamento dignitoso, perche' nel Mezzogiorno il lavoro e' discontinuo; si andra' in pensione piu' tardi e con meno soldi e non con pienezza di contributi. Quello che i pensionati chiedono, invece, e' un impegno forte per lo sviluppo e il lavoro. Noi diciamo no a questa riforma pensionistica - ha continuato il segretario della Fnp-Calabria - perche' non si puo' pensare che una materia cosi' complessa si possa affrontare da un giorno all'altro scompinando le prospettive di vita di milioni di persone".

Per Belcastro della CISL allo sciopero adesione dell'80% dei lavoratori

In una nota diffusa dall’Ufficio stampa della CISL Provinciale, il Segretario Generale Giuseppe Belcastro, esprime profonda soddisfazione per la forte adesione dei lavoratori allo Sciopero Generale proclamato unitariamente da CGIL-CISl-UIL. Lo Sciopero nella nostra provincia, evidenzia Belcastro, ha registrato adesioni medie intorno all’80 % sia nel settore privato sia in quello pubblico, con punte del 100 % nei settori maggiormente in crisi. Lo Sciopero Generale di oggi, continua la nota della CISL, si inserisce in un percorso di lotta e mobilitazione che le Organizzazioni sindacali stanno programmando da tempo per esprimere un NO forte alla politica economica fallimentare del Governo Berlusconi nel Paese ormai in evidente crisi di fiducia, in cui la situazione è resa ancora più drammatica dall’abbandono della politica dei redditi e della concertazione che ha favorito la crescita delle disuguaglianze, inciso negativamente sul potere d’acquisto di salari e pensioni. Con lo Sciopero Generale di oggi, conclude Belcastro, non solo la nazione ha voluto lanciare un messaggio forte al Governo Nazionale per riaprire il confronto sui temi caldi della politica economica, sulle pensioni, sul Mezzogiorno, sulla politica dei redditi, ma la Calabria intera, che ha una ragione in più per scendere in piazza, invita il proprio Governo Regionale a prendere coscienza del fallimento della politica regionale, con le gravi crisi aperte nell’industria, con la mancanza assoluta di una politica industriale, nella gestione del territorio e nella carenza infrastrutturale, sui problemi della Sanità, del credito, della legalità, motivi che saranno nella piattaforma rivendicativa dello Sciopero Generale regionale del 28 aprile prossimo.

L'adesione allo sciopero generale, in Calabria, è stata del 65%

26/03 Secondo le sigle CGIL, CISL e UIL, l'adesione dei lavoratori allo sciopero generale dii quattro ore contro la riforma delle pensioni e la politica economica del governo in Calabria è stata del 65%. La manifestazione principale è stata tenuta a Catanzaro. Nelle altre città capoluogo di provincia sono stati tenute degli "attivi unitari". La manifestazione di Catanzaro, a cui hanno partecipato il segretario regionale CISL Sbarra e Zumbo della segreteria regionale CGIL, è stata fatta assieme ai lavoratori addetti ai servizi idrici della depurazione della Regione, in sciopero per otto ore, che protestano contro la giunta regionale.

Manifestazione della Cisl scuola per lo sciopero del 26

24/03 Venerdì 26, in occasione dello sciopero generale proclamato dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, nella sala dell’ente camerale, con inizio alle ore 9, si terrà una manifestazione nel corso della quale prenderanno la parola i segretari territoriali. Com’è noto, lo sciopero è stato proclamato a sostegno delle rivendicazioni su sviluppo, politica dei redditi, ammortizzatori sociali, Mezzogiorno e politiche sociali. Anche la scuola è interessata alla protesta elevata dai confederali. Il segretario generale della Cisl Scuola provinciale, Enrico Amerino, ha ricordato che il personale della scuola parteciperà allo sciopero per l’intera giornata, “per proseguire con coerente determinazione la lunga vertenza che da anni ci vede impegnati in un duro braccio di ferro col Governo, colpevolmente impegnato a colpire la scuola pubblica e i suoi operatori”. “Scioperiamo – ha affermato Amerino – per contestare le scelte unilaterali del Governo e per riaffermare il nostro diritto ad una riforma partecipata che veda impegnati nelle scelte per la scuola pubblica docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Non vogliamo una scuola dell’infanzia ridotta ad “asilo” senza risorse, una scuola primaria e secondaria oggetto di vistose riduzioni di organico, con nuove figure di insegnanti “super”, con un tempo pieno e un tempo prolungati snaturati, senza risorse finanziarie adeguate. Siamo per una scuola pubblica potenziata perché rispondente alle esigenze di tutti, in primo luogo dei ceti socialmente e culturalmente più deboli; siamo per una scuola – ha concluso il segretario generale della Cisl Scuola provinciale – che si affermi unitariamente nazionale, forte dei risultati raggiunti, che sono certamente migliori dei paesi con sistemi diversificati regionalmente”.

Rinviato lo sciopero degli addetti idrici della Regione Calabria

18/03 Le Segreterie Regionali di CGIL-CISL-UIL della Calabria hanno rinviato lo sciopero dei lavoratori addetti agli impianti idrici e della depurazione della Regione Calabria, dal 16 marzo al 26 marzo. Nonostante la coincidenza con la giornata di sciopero nazionale decisa dall’attivo unitario dei delegati tenutasi mercoledì 10 marzo a Roma, per protestare contro le decisioni del governo di procedere alla modifica del sistema previdenziale e per sostenere la piattaforma rivendicativa sui temi dello sviluppo e del mezzogiorno, le Segreterie Regionali di Cgil-Cisl-Uil, confermano che la manifestazione del 26 marzo, presso la sede della Giunta Regionale di Catanzaro, manterrà la specificità già individuata nel documento approvato dall’attivo unitario dei delegati il 23 febbraio a Lamezia. Le predette OO.SS., infatti, manifestano forte preoccupazione per i colpevoli ritardi che si registrano, in Calabria, sulle questioni relative ai servizi idrici e sulle palesi incapacità di avviare un processo di modernizzazione in un settore fondamentale per lo sviluppo della regione. Le segreterie Regionali di Cgil-Cisl-Uil ritengono infatti, che l’attuazione del processo di riforma della legge Galli e l’attuazione dell’ Accordo quadro di programma sul ciclo integrato delle acque, registrano, ad oggi, una ingiustificata paralisi. Cgil-Cisl-Uil considerano, ancora immotivate ed incomprensibili le difficoltà sorte attorno all’avvio della fase gestionale di SO.RI.CAL ( Società Risorse Idriche Calabresi) alla quale, attraverso la stipula della convenzione, la regione Calabria ha affidato la gestione delle opere idriche, di captazione, accumulo e potabilizzazione, cioè di un segmento importante del ciclo Integrato delle acque. Le OO.SS. ritengono, inoltre l’atteggiamento assunto dalla Giunta Regionale, pretestuoso, capzioso, e funzionale a logiche comunque estranei agli interessi della Calabria. La giornata di sciopero del 26 marzo riveste quindi una grande valenza per affermare nella nostra regione un’organizzazione di tipo industriale nella gestione del ciclo integrato delle acque, per determinare un sistema tariffario ancorato a criteri di efficienza e produttività, per garantire i livelli occupazionali e valorizzare le professionalità esistenti nel comparto.

Lavoratori agricoli: Ricorso dei sindacati contro l'INPS

10/03 La sede provinciale dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale non ha aggiornato i salari medi convenzionali dei lavoratori agricoli e florovivaisti in base al contratto collettivo vigente. L’accusa all’INPS viene rivolta dalle segreterie provinciali dei sindacati confederali di categoria, che lunedì 15 incontreranno il Comitato provinciale dell’Istituto per l’esame del ricorso contro il rilevamento dei salari medi convenzionali della provincia di Cosenza.
I firmatari del documento, Donato e Laurito per la Flai-Cgil, Russo per la Fai-Cisl e Cannataro per la Uila-Uil, dopo aver rilevato che c’è l’obbligo di rilevare i salari medi convenzionali e che titolati al rilevamento sono i soggetti firmatari del contratto nazionale nonché lo stesso Inps, ricordano che per gli operai agricoli e florovivaisti il contratto 2002-2005, all’articolo 46, stabilisce un incremento salariale del 3 per cento a decorrere dal 2002 e un ulteriore aumento del 2 per cento a partire dal gennaio 2003 sui salari contrattuali provinciali.
I segretari dei tre sindacati confederali di categoria, nel loro ricorso, osservano quindi che l’Inps non ha tenuto conto degli incrementi salariali stabiliti dal contratto e che la sottoscrizione delle nuove tabelle, “ in palese violazione delle norme generali, in quanto sottoscritte da un’organizzazione non firmataria di contratti di lavoro “ è stata più volte contestata senza che sia stata data "“la possibilità di verbalizzare le proprie posizioni, atteso che il tavolo di discussione è stato chiuso unilateralmente dall'Inps, che ha informato solo telefonicamente Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila- Uil della decisione adottata “.
Si è appreso che l’organizzazione firmataria delle tabelle è l’Ugl, che “ si è accontentata di tabelle al ribasso “, come ha sottolineato il segretario della Fai-Cisl provinciale Tonino Russo.
“ Speriamo – ha tra l’altro dichiarato Russo - che l’Inps riconosca l’errore e sottoscriva con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e firmatarie del contratto nazionale l’approvazione di nuove tabelle aggiornate in base all’articolo 46 del contratto. In caso contrario, promuoveremo azioni di lotta per indurre l’Inps alla giusta ragione “.

Il Comune di Cosenza aderisce allo sciopero del 2 marzo

23/02 Il Comune di Cosenza, con una lettera inviata dal Sindaco Catizone ai segretari delle confederazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL, aderisce allo sciopero provinciale indetto per il prossimo 2 marzo. Questo il testo della lettera:
"Auspico che il 2 di marzo dalla Calabria e dalle nostre città parta una massiccia mobilitazione per dire con forza che un altro Mezzogiorno è possibile, se si ha la capacità di puntare sulle nostre inesauribili risorse e la nostra cultura che non sono seconde a nessuno, ma anche per far levare alta la nostra voce critica su una stagione di governo nazionale e regionale assolutamente da archiviare come una delle più buie della storia del nostro Paese e della Calabria. L’azione politica di chi ci governa attualmente, a Roma come a Catanzaro – ha precisato ancora la Catizone - ha relegato la nostra regione agli ultimi posti, da un lato riducendo sempre di più le risorse finanziarie destinate alle autonomie locali, dall’altro ritardando senza attenuanti quel decentramento delle funzioni da tutti atteso, ma ancora di là da venire.
Non mi stancherò mai di ribadire – ha detto ancora il Sindaco nella lettera indirizzata alle organizzazioni sindacali – che la diversità del Mezzogiorno dal resto del Paese deve rappresentare il valore aggiunto sul quale occorre insistere per costruire un futuro non più prigioniero di utopie, di tensioni sociali e di una disoccupazione sempre più dilagante.
Il futuro delle nostre municipalità- ha aggiunto la Catizone- si gioca soprattutto sul riconoscimento concreto e sull’applicazione effettiva dei diritti, come quello al lavoro, alla salute, alla sicurezza dei cittadini che tanto il governo nazionale che quello regionale hanno a più riprese disatteso.
La penalizzazione delle risorse finanziarie destinate alle autonomie locali ha spesso vanificato i nostri sforzi, costringendoci ad operare tagli sensibili nei settori dell’erogazione dei servizi e della salvaguardia dei diritti di cittadinanza.
Con la partecipazione allo sciopero del 2 marzo – ha concluso la Catizone- saremo al fianco delle organizzazioni sindacali per esprimere la nostra vibrata protesta, al fine di creare le premesse per una società nuova, non più preda di un diffuso senso di sfiducia nelle istituzioni, ma, al contrario, protesa verso un cambiamento vero che possa delineare i contorni di uno sviluppo e di una crescita economica ai quali la nostra regione, la nostra provincia e le nostre municipalità devono legittimamente ambire, rivendicando un ruolo da protagonisti di una nuova e feconda stagione, piuttosto che da comprimari relegati in un limbo senza vie d’uscita
"

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