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Convegno del Circolo della Stampa di Cosenza a ricordo di Falcone
Convegno del Circolo della Stampa di Cosenza a ricordo di Falcone 23 mag 17 «Oggi la mafia ha cambiato forma e si è inserita nelle istituzioni». Queste le forti parole del procuratore Marisa Manzini, nel convegno “Il ruolo dell'informazione in terre di mafia. Dalle stragi del ’92 alle collusioni politico-istituzionali odierne”, significativo incontro organizzato dal circolo della stampa di Cosenza Maria Rosaria Sessa, in collaborazione con Ossigeno per l'Informazione, l'associazione dei Giornalisti Europei-AGE e il Liceo Lucrezia Della Valle, che ha avuto luogo, ieri, nella Casa della Musica. Una giornata intensa, densa di emozioni, nel ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel segno della vera libertà e soprattutto oltre la «memoria rituale» come rimarcato dal giornalista Filippo Veltri che si è avvicendato con Marisa Manzini, procuratore aggiunto della Repubblica di Cosenza, Loredana Giannicola, preside del liceo “Della Valle”, Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno per l'Informazione, Carmelo Occhino, segretario generale AGE e Arcangelo Badolati, caposervizio della Gazzetta del Sud nel convegno coordinato dal giornalista e presidente del circolo della stampa “Sessa”, Franco Rosito. È inoltre intervenuto lo storico giornalista Rai, Gregorio Corigliano. Presenti i vertici e i componenti della “Sessa”, oltre i rappresentanti civili e militari e più di 300 studenti, sempre desti in platea, protagonisti del dibattito, accompagnati dai docenti. Alto il livello di analisi dei relatori. È stata una giornata essenziale, anche e soprattutto pedagogica, che rimarrà negli annali. Commosso ma deciso il procuratore Marisa Manzini - il cui grande lavoro è noto, così come sono note le minacce di morte che negli anni ha dovuto subire - che ha chiarito dei passaggi importanti e definitivi: «La storia del nostro Paese è anche e soprattutto fatta di stragi e deve essere raccontata, anche nei libri di storia. Ci ha segnato irrimediabilmente. La criminalità organizzata è presente non solo nel Sud. La mafia si sposta negli altri luoghi per far diventare lecito quello che lecito non è. Oggi non è violenta come allora ma la criminalità organizzata a Cosenza c'è, è ancora più forte e pericolosa, commette meno omicidi però ha fatto passaggi ulteriori. È riuscita ad inserirsi in modo pesante nelle istituzioni che dovrebbero lottarla, in luoghi che ottengono finanziamenti pubblici. Lo Stato così paga la mafia. È grave ma non bisogna pensare che non ci sia più niente da fare. Chi ha compiti precisi nelle istituzioni, però, non deve dimenticarlo».
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© 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713
del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |