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    Articolo Uno: sindaci Cosenza e Rende chiariscano il loro progetto di Città Unica

     

     

    Articolo Uno: sindaci Cosenza e Rende chiariscano il loro progetto di Città Unica

    20 mag 17 A novembre dello scorso anno la stampa locale diede ampio risalto ad un incontro tenutosi tra i Sindaci di Cosenza, Rende e Castrolibero, per avviare l’iter amministrativo per la costituzione della “città unica”. Uniti nella volontà di accelerare i tempi si dichiaravano decisi a coinvolgere i cittadini sugli indubbi vantaggi di tale operazione e ad arrivare alla stesura di un documento unico da far approvare dai singoli Consigli comunali. Contestualmente si facevano aperture anche al Comune di Montalto che sicuramente, dicevano, avrebbe manifestato la propria disponibilità ad aderire al percorso. Poi è calato il silenzio, fino a quando alcuni giorni fa il Sindaco di Cosenza, con uno dei colpi di teatro che tanto sembrano piacergli, ha annunciato che la sua Giunta aveva approvato la delibera per la costituzione del Comune unico di Cosenza, frutto della fusione dei Comuni di Cosenza e di Rende. Occhiuto nelle sue dichiarazioni ha fatto riferimento a numerosi incontri con Manna – e i Sindaci di Castrolibero e forse di Montalto che fine hanno fatto? - definendo “non più procrastinabile” il processo di unificazione dei due Comuni. E il Sindaco Manna? Si è limitato a confermare l’avvio del progetto, alla luce di una sorta di studio di fattibilità curato dei Segretari comunali ed in via di definizione, garantendo il coinvolgimento dei cittadini in un “percorso fortemente democratico”. Questi i fatti. I Coordinamenti di Articolo UNO di Cosenza e di Rende, riunitisi il 18 maggio, nell’iniziare un percorso di condivisione e di iniziative sui tanti problemi che accomunano le due Città, non potevano non partire da una valutazione sulla questione. Rispetto al progetto si è manifestato un approccio positivo, ma i due Coordinamenti chiedono che, mentre prosegue l’iter previsto dalla legge in materia di fusioni tra comuni, fino, ovviamente, all’indizione del referendum popolare, venga avviato da subito un confronto serrato con i cittadini, le forze politiche e sociali, i rappresentanti delle attività produttive, il mondo della scuola, dell’università, della cultura, le associazioni, con quanti insomma conoscono il territorio, le sue potenzialità, le sue risorse e soprattutto le sue fragilità. Lo strumento della fusione, infatti, può apportare notevoli vantaggi economici e fiscali e realizzare concrete sinergie sotto il profilo dei servizi alla cittadinanza, realizzando significativi risparmi e maggiore efficienza: ma Articolo UNO ritiene necessario, invertendo l’ordine delle priorità, partire da un’analisi dei bisogni dei cittadini, in particolare di quelli delle fasce di popolazione più svantaggiate, degli abitanti delle periferie degradate o dei centri storici abbandonati. Altrettanto importante sarà esaminare quali risposte concrete si potranno dare ai problemi più sentiti quali il lavoro, la sanità, il welfare, la mobilità, solo per citarne alcuni, guardando al percorso che si vuole intraprendere come ad una grande occasione di riqualificazione e crescita civile e democratica del tessuto urbano. Al di là delle dichiarazioni e dei termini utilizzati nel dibattito scaturito subito dopo la divulgazione delle note di stampa, sarebbe il caso, infine, che siano innanzitutto i due Sindaci a chiarire, senza infingimenti, se realmente condividono il progetto di fusione, allargandolo magari ad altri Comuni, i modi con cui intendono gestirlo e portarlo avanti e come, soprattutto, ritengono di coinvolgere i cittadini sollecitandone la partecipazione. E possibilmente chiariscano le loro intenzioni senza utilizzare il termine “identità” – certamente rispettabile – per giustificare ulteriori manovre dilatorie o peggio ancora per difendere gli interessi dei pochi, tristemente soliti noti.

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